Spot EurUsd: 1.0600

Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.0520, 1,0490, 1,0430) Resistenze (1,0823,1.0850,1.0950)

Strategia: Long 1.0630

Stop: 1.0480

Take profit: 1.0950

* Rimane in essere la posizione indicata nell’analisi della settimana precedente.

Nelle Mani delle Banche Centrali

Il mercato a questo punto non può fare altro che aspettare le Banche Centrali. Dopo l’effetto Trump sarà il momento di vedere un effetto Fed? Le prossime settimane saranno molto intense lato autorità monetarie con gli appuntamenti del 6 dicembre in Australia, a cui seguirà il Canada il giorno 7 dicembre, la zona Euro l’8 dicembre, la Federal Reserve il 14 dicembre ed infine la Bank of England il 15 dicembre. Tutti appuntamenti piuttosto delicati per le rispettive valute, ma è evidente che Draghi il giorno 8 e la Yellen il giorno 14 chiuderanno un cerchio che inevitabilmente sposterà gli equilibri. Dal punto di vista tecnico vedremo in seguito come importanti livelli sono stati toccati, ma prima di questi due eventi ce n’è un altro potenzialmente destabilizzante, il referendum costituzionale italiano. Il Governo Renzi si gioca tutto confidando nella vittoria del Sì, ma chiaramente un esito opposto potrebbe mettere sotto pressione i titoli di stato italiani e quindi l’Euro. I veri problemi potrebbero però arrivare da una situazione di incertezza qualora la Bce dovesse annunciare una non proroga nell’attività di Quantitative Easing che per ora vede fissata la scadenza nel 31 marzo. Lato Stati Uniti, la fiammata dei rendimenti a lunga scadenza generata da maggiori aspettative di inflazione permette alla Fed di alzare i tassi ufficiali a dicembre con maggiore serenità. Ovviamente quello che farà la differenza sarà la prospettiva 2017. Un dollaro troppo forte potrebbe infatti mettere sotto pressione, oltre agli utili delle multinazionali americane, anche i paesi emergenti già alle prese con crescita in rallentamento e debiti in aumento.

Ancora 1.05 a fare da Barriera

Andando all’analisi tecnica, come abbiamo detto nel titolo di apertura, siamo tornati esattamente ai livelli di un anno fa. Il grafico giornaliero mostra la precisione con cui EurUsd ha centrato in pieno il supporto di 1.052, soglia tecnica che delimitò il minimo di fine novembre 2015 e che precedette la potentissima gamba di rialzo generata dall’annuncio del QE europeo. Il cambio ha raggiunto una situazione di ipervenduto che potrebbe essere compatibile con un minimo ed anche stavolta saranno le Banche Centrali a fare la differenza.

2016-11-28-eurusd

Grafico 1 – supporti ed ipervenduto con divergenze, momento ideale per un rimbalzo?

Il secondo grafico ha un orizzonte temporale più lungo. Infatti i prezzi sono rappresentati con candele mensili ed oltre al consueto trading range possiamo visualizzare un’informazione che potrebbe anticipare la tendenza dei prossimi mesi. L’Rsi mensile sta infatti forzando la trend line rialzista che guidava il rimbalzo dal 2015. Siamo alla vigilia di un break ribassista da parte di EurUsd? Se così dovesse essere allora sarà opportuno cambiare strategia. Per ora continuiamo a giocare sul trading range, ma sotto 1.0480 il lato short risulterà essere quello più indicato.

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Grafico 2 – l’Rsi mensile sta anticipando il ribasso di EurUsd del 2017?

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