Spot EurUsd: 1.1395
Scala temporale mensile: Supporti (1.1210, 1.1098, 1.0763) Resistenze (1.1880, 1.2045, 1.2330)
Strategia: Mantenere long con stop loss sotto 1.1098 e target 1.1880
La prospettiva di un cessate il fuoco tra Ucraina e ribelli russi a partire da oggi, combinata alla concreta possibilità che in questo inizio di settimana si arrivi ad un accordo tra Commissione Europea e Grecia sulle modalità di gestione del debito ellenico, ha favorito una parziale ripresa di fiducia sui mercati azionari, ma anche valutari. La moneta unica europea, seppur a fatica, è riuscita ad allontanarsi di 200 pips da quella soglia tecnica di 1.12 che, come vi stiamo raccontando da settimane, rappresenta un livello di supporto chiave per il futuro. Anche i dati macroeconomici europei della settimana passata hanno indicato come risulta in fase di esaurimento la recessione con nazioni come la Germania che hanno registrato tassi di crescita migliori delle attese. Non dimentichiamo poi che fra qualche settimana partirà il Quantitative Easing della Bce il quale dovrebbe iniettare nuova liquidità sui mercati creando le condizioni per una maggiore espansione del credito.
Le dinamiche di breve periodo non devono però distrarci da quello che è lo scenario di medio lungo periodo. Uno dei fattori da sempre più correlati alle dinamiche del cambio è quello dello spread tra i rendimenti offerti dai titoli governativi di ogni area di riferimento. Il grafico che riportiamo qui sotto rappresenta il differenziale di tasso attualmente in essere tra titoli americani con scadenza a 2 anni e titoli tedeschi ad analoga scadenza.
Pagare 85 punti base in più su una scadenza a 2 anni rappresenta un indubbio vantaggio competitivo per un titolo di stato USA soprattutto se le prospettive sono di un rafforzamento della valuta. Addirittura questo spread potrebbe ulteriormente ampliarsi visto la rottura della trend line ribassista che dal 1999 guida questo indicatore. Considerando che anche sulle scadenze decennali il vantaggio di rendimento di un Treasury è di oltre 160 punti base superiore a quello di un Bund, la view di medio lungo periodo rimane favorevole al biglietto verde.
Mentre su base mensile l’RSI a 12 mesi ha raggiunto il livello più basso dal 2000, con il successivo grafico a barre mensili vogliamo offrire una inedita prospettiva di lungo periodo (pre 1999 il cambio EurUsd è rettificato). Intanto nel 2000 dopo il raggiungimento di un Rsi mensile di 20 (come ora) EurUsd continuò a scendere da 0.90 a 0.82 per altri sei mesi. Quella correzione di EurUsd si rivelò la più ampia dal 1980 con 4168 pips di calo dal massimo del 1998. Nel grafico abbiamo riportato tutte le correzioni rilevanti di EurUsd, ovvero assumendo come criterio una discesa superiore ai 2000 pips. La media di queste 8 correzioni è stata di 3148 pips, 254 pips in più di quella attuale (minimo 1.1098); se prendiamo come riferimento lo scenario peggiore 1998-2000 siamo distanti ancora 1274 pips, il che ci riporterebbe alla parità. Ecco perché da settimane stiamo dicendo come la soglia di supporto di 1.12 è decisiva per stabilire il futuro dell’Euro. Sotto questo livello la parità sarà probabilmente probabile.