La guerra dei dazi torna d’attualità. Esaurita la finestra di sospensione, la Casa Bianca ha deciso di inviare lettere a ciascun paese che non ha aderito alle proposte di transazione commerciale. Paesi come il Brasile vengono così colpiti da dazi al 50%, il Giappone al 25%, il Canada al 35%. La FED per questo si mostra cauta su tassi e inflazione. Intanto l’euro si mantiene forte sul dollaro e vicino alle resistenze chiave.
La guerra commerciale è sopita ma non esaurita, e intanto impazza negli Stati Uniti la battaglia per ora solo verbale tra Trump e Powell. Il secondo, consapevole di alcune necessità di riduzione del costo del denaro per l’economia Usa, ha dichiarato che se non ci fossero stati i dazi i tassi di interesse sarebbero più bassi. Scatenando l’ira di Trump che ora deve anche fare i conti con i pochi risultati raccolti nei tre mesi di sospensione dei dazi. Intanto EurUsd vicino a 1,20 comincia a preoccupare l’Europa per le conseguenze sulle esportazioni.
La guerra tra Israele ed Iran sembra essere già terminata con l’annuncio di una tregua che riporta serenità sui mercati e sul petrolio, mentre manda ancora più giù il dollaro. Intanto Trump comincia a ricercare il sostituto di Powell alla Fed e il mercato crede in un taglio dei tassi già a settembre mandando a picco il biglietto verde.
La guerra tra Israele e Iran sta assumendo contorni di escalation solo regionale. Intanto la FED ha mantenuto invariati i tassi abbassando le stime di crescita e scatenando le ire di Donald Trump. Il dollaro rimane comunque molto debole.
Cina e Stati Uniti dovrebbero aver raggiunto una prima bozza di accordo commerciale con riduzione di tariffe e via libera ad alcuni blocchi di esportazioni come terre rare e tecnologia. I mercati sono però rimasti tiepidi nonostante un dato di inflazione americana incoraggiante. Le tensioni belliche tra Iran e Israele non hanno impedito ad EurUsd di ritentare l’attacco alle resistenze confermando che il biglietto verde in questo momento non è un bene rifugio.
La BCE ha confermato le previsioni della vigilia tagliando i tassi e confortata da un’inflazione che non sta rialzando la testa. Negli Stati Uniti il dato sull’occupazione ha confermato la tenuta dell’economia americana mentre risalgono le tensioni sui salari. EurUsd rimane sempre ben intonato e vicino a livelli di resistenza critici.
EurUsd outlook settimanale del 2 giugno 2025 – Colpo di scena Dazi, tutto da rifare I dazi imposti da Trump sono illegali. Anzi no. L’incredibile vicenda ha sede negli Stati Uniti e gli attori protagonisti sono l’Amministrazione Usa e la Us Court of Interntational Trade. Tre giudici di questa corte hanno stabilito che la legge […]
EurUsd outlook settimanale del 26 maggio 2025: Treasury e Dollaro poco graditi ai mercati L’Europa ispira sempre più fiducia Il taglio del rating sul debito americano non ha prodotto gli stessi effetti di quasi 15 anni fa. All’epoca, nel 2011 ovvero quando S&P declassò il rating americano per la prima volta, la borsa perse il […]
La Fed mantiene i tassi invariati e Powell si proclama indipendente e paziente visto che lo stato dell’economia non richiede manovre immediate sui tassi. Vanno avanti intanto le trattative sui dazi da parte dell’Amministrazione Trump che chiude un primo deal con la Gran Bretagna e annuncia un compromesso con la Cina. In Europa intantoMerz è il nuovo premier tedesco. EurUsd sempre stabile poco sotto le resistenze chiave.
L’economia americana va all’indietro nel primo trimestre 2025 con inflazione in risalita. Questo il verdetto emerso dalla pubblicazione del Pil del primo trimestre a causa di un massiccio ricordo all’import che ha rallentato l’economia. Intanto in Europa prevale la fase di stanca dell’inflazione con l’euro che approfitta di questa fase interlocutoria per riprendere un po’ di fiato dopo la corsa delle scorse settimane.