Spot EurUsd: 1.1350
Scala temporale giornaliera: Supporti (1.1210, 1.1098, 1.0763) Resistenze (1.1490, 1.1930, 1.2100)
Strategia: Entrare long in area 1.12 con stop loss sotto 1.1098 e incrementare sopra 1.1490.
I dati sul mercato del lavoro americano di gennaio hanno confermato come la ripresa è in atto nonostante qualche indicatore (ISM manifattura ed ordini di fabbrica) abbia mostrato qualche incertezza. La Federal Reserve non ha fornito grandi novità sul fronte tassi di interesse, ma è chiaro che un proseguimento nella riduzione della disoccupazione offrirà la sponda a coloro che pronosticano un rialzo dei tassi ufficiali nel 2015. In Europa intanto prevale lo stallo tra l’attesa per la partenza a marzo del Quantitative Easing Bce e la situazione greca che appare ancora lontana da una soluzione viste le divergenze tra Tsipras e le istituzioni europee. Tutta questa incertezza si rivela anche sul cambio EurUsd che ha chiuso una settimana volatile ma senza direzione precisa.
Come pronosticato nel rapporto precedente, la media mobile a 20 giorni (linea centrale della tecnica delle bande di Bollinger) ha arginato ogni tentativo ulteriore di allungo da parte di EurUsd. Area 1.15 rappresenta perciò l’ostacolo principale che divide EurUsd da un allungo verso l’alto più consistente. Traslando la stessa tecnica di Bollinger su un grafico a cadenza settimanale possiamo però notare come EurUsd ha chiuso, per la prima volta dopo 4 settimane consecutive, sopra la lower band. Ovviamente questo non garantisce un rialzo per il futuro, ma è un segnale di come il mercato ha ravvisato in area 1.12 un punto di minimo molto consistente. Da quando è iniziata la caduta di EurUsd da maggio 2014 mai il cambio si è avvicinato alla linea centrale delle bande di Bollinger (media a 20 settimane) che possiamo perciò considerare per ora come la resistenza più ambiziosa alla quale mirare nei prossimi mesi. Si tratta di un valore dinamico e puramente indicativo posizionato al momento a 1.2190 e che scende di circa 80 pips la settimana; quindi al termine della prossima ottava lo troveremo presumibilmente attorno a 1.21.
Siamo di fronte ad un movimento certamente importante ed estremo di EurUsd e quindi possiamo considerare esaurita la caduta? I grafici hanno il pregio di offrirci una lettura storica del fenomeno, ma nello stesso tempo hanno il difetto di una eccessiva personalizzazione da parte di chi li disegna. Osservando il grafico settimanale associato all’indicatore Relative Momentum Index possiamo vedere come siamo arrivati ai livelli più ipervenduti della storia. Se fermassimo la nostra analisi al 2008 potremmo concludere che un punto di minimo primario è da ritenersi probabile, ma se allarghiamo l’orizzonte ci accorgiamo che dal 1999 al 2001 questo indicatore così depresso non impedì un calo ulteriore e consistente di EurUsd.