Spot EurUsd: 1.1820
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1620, 1,1595, 1.1420) Resistenze (1.1985, 1.2120, 1.2240)
Strategia: Long a 1.178
Stop loss: 1.1590
Take profit: 1.2100
Il sentiment dell’euro sta rapidamente volgendo verso un pessimismo diffuso e questo in ottica contrarian può essere una buona notizia. Un sentiment non così profondo come quello che magari ritroviamo su altre divise tipo lo Yen giapponese, ma sicuramente un fenomeno che visto l’argine di supporto raggiunto a 1.18 non può essere ignorato.
L’economia americana viaggia a pieno regime e nonostante una FED che preferisce rimanere attendista e bilanci pubblici in deterioramento dalle parti di Washington, il mercato scommette su un ampliarsi del differenziale di crescita tra Europa e America anche grazie alla diffusione del piano vaccinale decisamente più rapido e pragmatico che l’amministrazione Biden sta mettendo in campo.
I dati sull’occupazione americana usciti la scorsa settimana hanno confermato il buon momentum. Le variazioni dei salari non agricoli di marzo hanno mostrato un incremento di 916 mila nuovi posti di lavoro con la revisione dei dati di febbraio al rialzo (da 378 mila a 468 mila). Ma il motivo della over performance del dollaro è anche legato agli indicatori PMI in miglioramento. L’ISM servizi ad esempio è uscito ampiamente al di sopra delle attese a 63.7 punti. Questo dato segue l’altrettanto spettacolare ISM manifatturiero a 64.7 con la componente nuovi ordini in ulteriore accelerazione. La FED di Atlanta nel suo modello prevede una crescita americana nell’ordine del 6% nel primo trimestre. Il consensus rilevato su Bloomberg addirittura si spinge al 7% nel secondo trimestre del 2021. E mancano ancora gli effetti dei nuovi stimoli economici richiesti da Biden sulle infrastrutture.
In Europa invece lo scenario rimane poco supportivo per un’accelerazione dell’economia con le riaperture che tardano ad arrivare. La Francia è tornata in lockdown ed i nuovi dubbi alimentati dall’efficacia del vaccino Astra Zeneca rischiano di rallentare ulteriormente un piano vaccinale che già procede a rilento. La BCE prosegue nella sua opera di acquisto sul mercato obbligazionario tramite il piano PEPP con l’attuale passo che di fatto porterebbe Francoforte ad utilizzare completamente gli 1,85 trilioni di euro entro febbraio 2022. I prossimi mesi saranno decisivi per quantificare il ritardo temporale nella ripresa europea rispetto a quella inglese ed americana.
Per quello che riguarda EurUsd come avevamo previsto il livello di supporto di area 1.18 è sotto pressione ma la reazione del mercato ci conforta. Non a caso qui avevamo individuato una sorta di barriera fondamentale per il futuro del biglietto verde, barriera sulla quale siamo confidenti non cederà. E stando alla prima reazione sembra proprio che andrà così.
Farlo significherebbe per il dollaro andare diretto a 1.15 e questo, anche per una ripresa globale dell’economia e per il riequilibro dei deficit gemelli americani non sarebbe il massimo per l’amministrazione Biden. Dalle parti di 1.17/1.18 troviamo quindi la media mobile a 200 giorni, una proiezione che rende la seconda gamba di questo ribasso pari a 1.38 volte la prima. Ma troviamo anche il 38.2% di ritracciamento del rialzo partito nel 2020.La divergenza Rsi – prezzi è poi evidente. Se l’euro qui vuole mostrare i muscoli ha i giusti ingredienti giusti per farlo.
C’è però uno scoglio da superare e questo si down trend line che da fine febbraio ha ben arginato le velleità di EurUsd. Con un Adx sopra 30 è probabile che il primo assalto alle resistenze risulterà vano. Solo se il riuscirà a salire sopra zona 1.19/1.20 avremo un cambio di passo favorevole all’euro. Quello che servirebbe è l’avvio di una fase di accumulo appunto tra i supporti e le resistenze in grado di garantire a partire da maggio quando la stagionalità diventerà decisamente più negativa per il dollaro, una ripartenza verso quel 1.25 che continuiamo a reputare un obiettivo non impossibile.