Spot EurUsd: 1.1580
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1490, 1.1420, 1,1170) Resistenze (1.1850, 1,1910, 1.1975)
Strategia: Short a 1.1700
Stop loss: 1.1850
Take profit: 1.1490
Il dollaro chiude la settimana sugli scudi confermando come la risalita dei rendimenti obbligazionari su tutti i tratti di curva ha aumentato l’appeal della divisa americana. Nonostante una chiusura di ottava caratterizzata da un dato sullo stato dell’occupazione non entusiasmante, il biglietto verde si è mantenuto sotto 1.16 contro euro.
La disoccupazione a settembre è infatti risalita al 4,6% dal 4% con 194 mila posti di lavoro creati contro i 500 mila previsti. Una doccia fredda che ha arrestato la corsa dei rendimenti decennali Usa arrivati fino a 1.6%. Preoccupa però l’inflazione e questo potrebbe giustificare la tenuta del dollaro. I salari settimanali sono infatti cresciuti su base annua del 4,6% confermando la pressione, non solo su prezzi al consumo e produzione, ma anche sugli stipendi. Powell dovrà prenderne atto e oltre al tapering inevitabile che verrò annunciato a inizio novembre, cominciare anche ad aprire il capitolo sui tassi.
Finora la forza del dollaro è stata in perfetta sintonia con quella delle commodity creando una sorta di tempesta perfetta per aree economiche come l’Europa importatrici nette di risorse naturali. La debolezza dell’euro deriva da questo, ma anche da dati macroeconomici peggiori delle aspettative, addirittura peggiori in termini relativi di quello che stiamo vedendo negli States. La BCE a sua volta si mantiene molto abbottonata e l’assenza di aperture su tapering e tassi indebolisce un euro alle prese con una difficile transizione politica in Germania.
Lo spread Usa-Germania è risalito a 175 punti, 15 punti in più rispetto a metà settembre. Ovviamente questa maggiore remunerazione dei bond americani viene premiata dal mercato.
Rimane sul tavolo la questione del tetto del debito. Il senato americano ha approvato una norma che sposterebbe a dicembre la dato di sfondamento del debt ceiling, ma è la camera l’osso duro e qui le divisioni politiche sono ancora ampie. Intanto il 18 ottobre segnalato come data ultima dalla Yellen per evitare lo shut down si avvicina.
Sul fronte dell’analisi tecnica completato il testa e spalla ribassista il cambio EurUsd volge il suo sguardo verso 1.12. Vero che l’ipercomprato è dilagante ma l’ADX, indicatore di forza del trend è salito sopra quota 30 e questo denota accelerazione nella tendenza. Ogni rimbalzo verso la media mobile a 20 giorni di 1.165 dovrà essere sfruttato per andare corti di EurUsd.
Lasciata alle spalle la media mobile a 12 mesi di 1.177 EurUsd guarda adesso ai ritracciamenti di Fibonacci per individuare livelli utili di supporto. Il primo si posiziona a 1.149 (50% di ritracciamento di tutto il rialzo precedente 1.064-1.234), il secondo a 1.1290 (61.8% del medesimo ritracciamento). Salvo che quella in corso non rappresenti una clamorosa trappola per tori, il detto ipervenduto chiama ipervenduto dovrebbe funzionare anche per EurUsd, almeno in questo momento di mercato.