Spot EurUsd: 1.1145
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1075, 1.0990,1.0875) Resistenze (1.1250, 1.1410, 1.1450)
Strategia: Short a 1.118
Stop loss: 1.1280
Take profit: 1.099
L’inflazione americana non piega la testa ed anzi rilancia proprio dopo un FOMC che ha mantenuto inalterata la propria view sui tassi fermi a 1.5%/1.75%.
Powell ha espresso una visione moderatamente positiva sul futuro dell’economia: il mercato del lavoro resta forte, l’attività economica in crescita a un ritmo moderato. È scomparso dai radar di Powell il riferimento alle incertezze di medio lungo periodo, tutto sommato una news positiva che i mercati hanno apprezzato. L’inflazione di cui parliamo di seguito in modo più dettagliato appare sotto controllo ed il FOMC monitorerà l’andamento dell’economia tenendo conto però delle minori pressioni sui prezzi che si stanno registrando a livello mondiale.
Osservando le indicazioni di voto espresse dai membri del board al momento non sembrano essere previsti ulteriori tagli nei tassi. Tredici membri prevedono di mantenere tassi fermi fino a fine 2020, mentre solo quattro membri immaginano un aumento di un quarto di punto.
L’inflazione core americana si mantiene ampiamente sopra il 2% (2.3%), quella generale sale al 2.1% a novembre. Un alert che la FED non potrà ignorare per tanto tempo al di là delle view espresse nel FOMC e che gli stessi mercati azionari dovranno valutare nella prima parte di un 2020 che si annuncia libero da alcuni pesi che hanno caratterizzato il 2019. La vittoria di Boris Johnson sembra allontanare le incertezze legate alla Brexit. La volontà di Trump di chiudere sulle trattative con la Cina alimenta ottimismo sui mercati. Nuovi massimi storici a Wall Street, materie prime in ripresa e Dollaro più debole. Uno scenario idilliaco, ma è proprio sulle news che bisogna alzare la guardia. Non credo che il 2020 sarà così semplice come molti analisti sembrano dipingere in queste ore.
Anche la BCE ha chiuso l’annata con la prima conferenza stampa di Christine Lagarde. La continuità con la politica portata avanti con Draghi è evidente. Tassi bassi e QE rimarranno fino a quando sarà necessario lasciando anche correre l’inflazione pur di vederla ritornare vicino al 2%.
Per quello che riguarda EurUsd siamo in piena sollecitazione di quella resistenza dinamica che da tempo monitoriamo con grande attenzione per valutare l’apertura di posizioni long. Stiamo naturalmente parlando della media mobile a 200 giorni, ma anche della parete superiore del canale ribassista che da tempo ci accompagna nelle nostre analisi. Come a giugno siamo nuovamente di fronte al test delle resistenze. Uno sfondamento verso l’alto avrebbe il sapore dell’inversione di tendenza.
Per il momento preferiamo entrare short nella direzione del trend, ma una violazione confermata delle resistenze imporrebbe uno stop and reverse.
Se EurUsd indugia sulle resistenze, il Dollar Index tenta una clamorosa rottura ribassista. Anche qui la media mobile ha rappresentato finora un baluardo insormontabile…finora appunto. La scorsa settimana infatti questa soglia è stata violata al ribasso e questo segnale non è da ignorare in ottica prospettica. Tra oscillatori e prezzi notiamo già delle divergenze ma se il mercato dovesse confermare in chiusura di settimana questa frattura per il Dollaro il 2020 non si prospetterebbe roseo.