Spot EurUsd: 1.2220
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.2010, 1,1900, 1.1605) Resistenze (1.2500, 1.2550, 1.2840)
Strategia: Long a 1.1900
Stop loss: 1.1800
Take profit: 1.2500
Con quella parola “sostanziali” progressi sul fronte dell’occupazione e dell’inflazione la FED ha fornito ai mercati il segnale tanto atteso per vendere altri dollari. Perché questo? Perché se il tema occupazionale dovrebbe risolversi già nel 2021 alla luce di un’economia rivista in crescita al 4,2% (dal 3,2% stimato inizialmente), sul versante dell’inflazione già molto vicina al 2% nelle attese degli operatori, questa è una conferma che Powell lascerà per un po’ andare la variazione annua dei prezzi al consumo sopra al 2% mantenendo i tassi a zero. Tossine di rendimenti reali negativi nei muscoli di un dollaro già indebolito e vitamine in quello di Euro e Yen che in termini reali acquistano appeal agli occhi degli investitori.
Continuano così a rafforzarsi le commodity ma anche bitcoin che tocca un nuovo massimo storico.
A vederlo in questo modo il finale di anno per i mercati non poteva che essere migliore. Speriamo questo sia il giusto preambolo al rinascimento economico nel 2021 anche perché, Cina a parte, la recessione 2020 sarà globale. Gli Stati Uniti in fase di transizione presidenziale cercheranno di compensare con il dollaro debole gli enormi deficit accumulati. Nello stesso tempo l’inflazione importata oltre che quella generata da una maggiore crescita non troveranno risposte dalla FED fino a quando nelle aspettative non toccherà livelli di guardia. In Europa la BCE non ha espresso ancora marcate forme di preoccupazione circa l’attuale del cambio e penso che difficilmente si esprimerà in tal senso prima di 1.25. Solo sopra questa asticella anche tecnica la battaglia si farà più dura anche se la sensazione è che la BCE abbia già da tempo esaurito le armi a propria disposizione non potendo limare al ribasso ancora di più i tassi di interesse.
Affrontiamo adesso il tema dell’analisi tecnica che non sembra confortare granché il dollaro. Unica speranza quel fattore stagionalità che fino alla fine di febbraio dovrebbe consentire al biglietto verde se non un recupero quanto meno una stabilizzazione.
Tornando al quadro tecnico di EurUsd la strada verso 1.25 sembra abbastanza tracciata e la conferma arriva dall’ADX. Dopo un prolungato periodo di range dall’estate fino alla fine di novembre, il cambio ha strappato sopra le resistenze di 1.19 ed a quel punto il trend ha preso forza fino alla definitiva consacrazione questa settimana quando l’ADX ha superato la canonica asticella dei 30 punti. Segno che la tendenza sta accelerando e che non invertirà fintanto che non vedremo le prime divergenze. La media mobile a 20 giorni di 1.206 rimane l’ideale punto di alleggerimento di dollari per i trader di breve periodo.
Con il cedimento della soglia di supporto di 94 il Dollar Index non sembra più avere grandi reti di protezione prima dei minimi del 2018. Il punto è che quella sarà una prova della verità piuttosto importante per il biglietto verde. Infatti area 88 rappresenta il punto intermedio del doppio massimo 2017-2020. Perdere quel livello avrebbe impatti bearish particolarmente duri per il dollaro che entrerebbe definitivamente in un bear market destinato a durare anni.