Analisi Tecnica EurUsd 23 Settembre 2019 – Se Powell non Accontenta Trump

Spot EurUsd: 1.0990

Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0924, 1.0820, 1.0568) Resistenze (1.1110, 1.1250, 1.1342)
Strategia: Short sotto 1.0920
Stop loss: 1.1110
Take profit: 1.0570

Economia ancora tonica in America

Non c’è dubbio che ancora una volta l’attesa per la Federal Reserve ha catalizzato l’attenzione del mercato in modo quasi maniacale con un piccolo incidente di percorso. Una improvvisa carenza di liquidità ha fatto schizzare in alto i tassi REPO costringendo la Fed ad iniettare liquidità al sistema finanziario in modo urgente per frenare le tensioni.

La Fed si mantiene dunque accomodante mostrando però divisioni al suo interno. Il FOMC nel decidere il taglio di un quarto di punto è risultato spaccato tra falchi e colombe ed ha scelto la soluzione più salomonica. I dots com della Fed sembrano preludere ad un solo taglio dei tassi tra fine 2019 ed inizio 2020 con la soglia del 1.5% appare al momento il floor salvo criticità economiche che non si vedono all’orizzonte. Powell ha detto che l’economia americana continua ad andare bene ed è su una traiettoria sostenibile. L’inflazione, dopo un minimo previsto al 1.5% nel 2019 dovrebbe risalire al 1.9%/2% nel 2020 e la disoccupazione dovrebbe rimanere sotto il 4%.

Un quadro insomma meno critico di quello che pensavano gli analisti ma che la Borsa aveva già subodorato con lo S&P500 sopra i 3000 punti.
Lo shock generato dall’impennata del prezzo del petrolio che in una giornata sola è cresciuto di oltre il 10%, non ha avuto grandi impatti sullo stesso mercato azionario mentre chi ha sofferto di più è stato il mercato obbligazionario con i rendimenti decennali americani saliti di 50 punti base dai minimi di fine agosto prima di stabilizzarsi attorno all’1,70%.

Nel mondo valutario è proseguito il ribasso degli asset strettamente legati ai tassi. Lo Yen è quindi salito sopra 108 contro Dollaro e vicino a 120 contro Yen. Vendite anche sul Franco svizzero mentre stabili sono risultate le commodity currencies. L’appetito per il rischio rimane alto sul mercato e con il meeting di settembre della FED si apre ufficialmente la stagione che porterà alla chiusura di 2019.

In Europa la situazione di stallo politico in Spagna (nuove elezioni previste per il 10 novembre) e l’incertezza perenne che avvolge l’ Italia nonostante il nuovo Governo non sembra influenzare i giudizi del mercato sull’Euro ma anche sui titoli di stato del Vecchio Continente.

Dopo il QE piuttosto contrastato annunciato dalla BCE (direttivo anche qui diviso) i rendimenti sul Bund sono risaliti ad un livello sempre negativo di -0.5%, ma comunque superiore ai minimi storici. Poche le tensioni anche sugli spread verso i periferici con quello tra Btp italiani e Bund sotto i 150 punti base.

Occhio al supporto di 1.0927

Dal punto di vista tecnico rimane ingessata la situazione. EurUsd prosegue nella sua lateralità poco sopra 1.10 ma non ha trovato nemmeno la forza di spingersi fino alla media mobile a 100 giorni di 1.116. Lontana di 100 pips (1.126) la media mobile a 200 giorni.

La delusione per la decisione della FED e l’oscillatore stocastico risalito a livello di ipercomprato sembrano suggerire la possibilità di una nuova zampata verso il basso di EurUsd.

EurUsd (grafico daily) – bear market ancora vivo e vegeto dopo il test della down trend line

Se questa ipotesi prendesse corpo l’ADX, in fase crescente da settimane, potrebbe così salire sopra quota 30 confermando la ripartenza del trend ribassista. Come si vede dal secondo grafico questo bear market di EurUsd è maturato senza vedere questo tipico indicatore di forza del trend salire sopra 30 punti. Per ritrovare questa condizione dobbiamo tornare indietro a giugno 2018. Era la fase terminale di una poderosa gamba di ribasso che portò l’Euro da 1.25 a 1.15 in 3 mesi.

EurUsd (grafico weekly) – ADX in lenta ma graduale ascesa.

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