Spot EurUsd: 1.1610
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1520, 1.1420, 1,1170) Resistenze (1.1820, 1,1910, 1.1975)
Strategia: Short a 1.1700
Stop loss: 1.1850
Take profit: 1.1490
Il dollaro prende fiato in vista del FOMC di inizio novembre e del meeting BCE di fine ottobre. Le borse di nuovo vicine ai record storici e bitcoin ai massimi, hanno deviato un po’ l’attenzione da un mondo obbligazionario in sofferenza. I tassi trentennali americani sono risaliti sopra il 2%, quelli decennali sopra l’1,6%. L’inflazione evidentemente non è così temporanea come stimava la FED e diverse banche centrali hanno già rotto gli indugi. Tutto il blocco est europeo ha già provveduto ad inasprire il costo del denaro, Norvegia e Nuova Zelanda anche, diversi paesi emergenti stanno lavorando (a parte la Turchia) per raffreddare l’inflazione, infine prossima in ordina di data potrebbe essere la Gran Bretagna. Non è un caso che la sterlina si sia resa protagonista di un rally di mercato sia contro euro che contro dollaro vista l’aspettativa degli analisti di un rialzo sicuro a dicembre seguito da altre mosse analoghe nel 2022.
L’inflazione spaventa i banchieri centrali e sarà molto interessante seguire il FOMC di inizio novembre per comprendere come Powell gestirà non solo la partenza del tapering ormai certa, ma anche un rialzo dei tassi che il mercato sconta già nella seconda parte del 2022. Il mercato del lavoro e la sua dinamica sarà cruciale nelle decisioni della FED.
Una delle cause di questa situazione inflazionistica su scala globale, Le materie prime, non accennano a piegare facilmente la testa con quotazione che sul petrolio hanno abbondantemente superato gli 80 dollari al barile. Un mercato che continua a scommettere sulle misure di stimolo all’economia tramite spesa per infrastrutture soprattutto negli Stati Uniti. Investimenti questi che dovrebbero rinnovare il parco infrastrutturale americano e al tempo stesso consolidare la ripresa post Covid. Il punto delicato della questione in questo caso è la difficoltà che il piano stesso sta incontrando al Congresso nel suo iter di approvazione. Dagli originali 3.5 trilioni di dollari siamo già scesi a 2 trilioni di dollari e naturalmente questa è tutta crescita in meno che presto si potrebbe scaricare sulle quotazioni azionarie per ora poco preoccupate dal probabile cambio di passo della politica monetaria.
Dal punto di vista tecnico, come già scritto la settimana scorsa, il rimbalzo di EurUsd era doveroso alla luce di un sentiment eccessivamente positivo sul biglietto verde. Il movimento potrebbe proseguire, nella migliore delle ipotesi, fino a quella media mobile a 200 giorni che ha saputo contenere ogni velleità di EurUsd in questa seconda parte del 2021.
Se la soglia di 1.182 rappresenta il punto di maggiori potenzialità per l’euro in questo momento, c’è anche chi si schiera contro il dollaro. Alcuni analisti tecnici stanno infatti suggerendo che il break di EurUsd sotto 1.165 altro non è che una trappola per orsi. Il rimbalzo in corso starebbe riportando il cambio sopra i supporti di fine 2020, appunto la famosa trappola. In realtà la nostra impressione è quella di una fase tipica di rimbalzo da eccesso di pessimismo che troverà nella vecchia neck line (oltre che nella media mobile sopra citata) un punto sul quale i trader potranno aprire nuove posizioni short.