Arrivano le elezioni di Mid Terms…e la Fed

Analisi Tecnica EurUsd 6 Novembre 2018

Spot EurUsd: 1.1380
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1290,1.1145,1.1110) Resistenze (1.1620,1.1715,1.1815)
Strategia: Long a 1.1380
Stop loss: 1.1290
Take profit: 1.1600

Flight to quality verso il Dollaro

Il Dollaro americano è tornato sui massimi da agosto sfruttando le tensioni che si stanno accumulando sui mercati finanziari ma anche a livello geopolitico. Le tensioni Stati Uniti – Russia, il caso Khashoggi, le vendite sui titoli di stato italiani ed infine l’attacco molto pesante di Trump al presidente della Fed Powell.

Nelle settimane scorse avevamo citato l’assenza di volatilità come un indizio che prima o poi sarebbe esploso e quello che si è visto sulle borse americane ne è la dimostrazione. Soprattutto i tecnologici, vero motore trainante della crescita sugli indici americani, sono stati venduti a piene mani riportando l’azionario statunitense sui valori di inizio anno.

Nulla di grave ma certamente pesa la spaccatura tra Trump e la Fed. Se osserviamo qualsiasi grafico finanziario, da quello sullo S&P500 a quello su EurUsd, notiamo come tutta la discesa di valore degli asset (e il contestuale rafforzamento del Dollaro) è partita subito dopo la riunione della Federal Reserve di fine settembre.

Evidentemente qualcosa si è rotto in quel momento e quella parola “crazy” con cui Trump ha etichettato la politica della Fed è stata presa molto male dai mercati. Il timore è quello di una politica monetaria che a questo punto dovrebbe trovarsi di fronte ad un bivio. Rimangiarsi la view di almeno altri tre rialzi nei tassi da qui alla fine del 2019, oppure andare avanti con il rischio di strozzare l’economia.

Oggi però si tengono le elezioni di mid terms negli Stati Uniti e chi è sotto esame è proprio il Presidente Trump che rischia di perdere la maggioranza al Congresso.

L’Europa comunque non ride. Il braccio di ferro tra Commissione Europea ed Italia va avanti dopo l’ultimatum di 3 settimane sulla manovra di bilancio che mira ad aumentare il rapporto deficit / Pil al 2.4%. L’Italia non ha trovato nemmeno il sostegno di Draghi il quale ha detto che il vero pericolo di uno spread troppo alto è la tenuta delle banche italiane. I requisiti di capitale imporrebbero aumenti di capitale che, con lo stato attuale di tensione, sarebbero difficili da portare a termine oltre che capestri nelle condizioni. Vedremo se la diplomazia ripianerà le divergenze.

I supporti resistono

Dopo il meeting BCE l’Euro ha definitivamente violato i supporti di 1.143 aprendo a questo punto le porte a quel rafforzamento verso la zona compresa tra 1.11 e 1.10. In questa zona di prezzo troviamo il ritracciamento del 61.8% dell’intero rialzo partito nel 2017 e culminato con il massimo di 1.25.
Attenzione però, veniamo da un periodo di volatilità molto compressa ed il movimento potrebbe essere più ampio di quello indicato sopra qualora l’ultimo scoglio (minimo di agosto a 1.13) venisse abbattuto. Il mercato per ora ha solo avvicinato questo livello, ma un break sarebbe fatale per l’Euro.

EUR/USD RSI

EurUsd (grafico daily) – minimo di agosto virtualmente raggiunto

L’analisi tecnica su base mensile mostra la formalizzazione di un segnale ribassista sul Macd ed un tentativo di rottura ribassista da parte del RSI. Se questi due oscillatori avessero ragione a questo punto sarebbe lecito attendersi un nuovo ritorno verso i minimi del 2015 e del 2016 presumibilmente in un contesto di Eurozona in estrema difficoltà. Tecnicamente fino a quando EurUsd rimane al di sotto di 1.18 non si vede motivo per invertire la view bearish. Al limite si può tentare, come ora, di catturare qualche rimbalzo di EurUsd.

EUR/USD MACD

EurUsd (grafico monthly) – segnali ribassisti dagli oscillatori di lungo periodo

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