EurUsd outlook settimanale del 1 Marzo 2022 – La guerra è in Europa

  • La Russia invade l’Ucraina e cambia tutte le carte in tavola di politica monetaria con prospettive di crescita economica ridimensionate, ma soprattutto il rischio di una lunga fase di incertezza
  • L’Europa è colpita al cuore dall’attacco russo. L’aumento delle materie prime infiammerà un’inflazione già alta mettendo però in difficoltà la BCE. Aumentare i tassi in una fase di rallentamento economico potrebbe non essere una buona idea.
  • Il flight to quality premia il dollaro, ma le prospettive di una politica monetaria stagnante in Europa rischiano di zavorrare l’euro a lungo

La Russia uccide la ripresa economia post Covid

L’ingresso delle forze armate russe in territorio ucraino non si sono limitate a colpire le zone storicamente autonomiste dell’Est dell’Ucraina, ma anche la capitale Kiev. L’obiettivo è l’invasione totale dell’Ucraina per allontanare il rischio di vedere missili su un territorio ricco di materie prime che facevano gola all’Europa. Niente da fare, con Putin che ha rotto gli indugi invadendo l’Ucraina. A questo punto sono aperti tutti gli scenari, ma per l’Europa il rischio è quello di un inverno che si protrarrà più a lungo con i prezzi delle materie prime a fare da pesante zavorra vista la dipendenza europea verso l’est Europa.

Solamente poche settimane fa la BCE aveva avanzato qualche timido tentativo di comunicare al mercato la sua volontà di alzare i tassi. Questa idea è stata spazzata via con l’invasione russa.
Nel caos che una guerra porta inevitabilmente dietro di sé, la riunione di emergenza della BCE non ha chiarito cosa farà la banca centrale il 10 marzo, ma il rischio di uno “short” di liquidità temporaneo di alcune banche esposte in Est Europa impone prudenza.

Evaporate in America le attese di un rialzo di 50 punti base nei Fed Funds il 16 marzo, Powell agirà ma con maggiore prudenza. Un primo ritocco e poi altri 150 punti base nei dodici mesi successivi secondo quanto stima il mercato.
Evidente come in questo contesto nel quale l’economia più impattata dalla guerra sarà quella europea e in assenza di “appeal” da tasso di interesse, l’euro rischia grosso.

Per l’euro salgono i rischi

La vistosa reazione dei venditori di EurUsd a ridosso della media mobile a sei mesi ha confermato come quella rottura “fake” della down trend line di lungo periodo a inizio 2021 ha rappresentato una sorta di canto del cigno della moneta europea.

Quando una rottura verso l’alto si rivela falsa, il movimento opposto può rivelarsi anche più intenso e per questo non abbiamo mai abbandonato l’idea di un EurUsd sotto 1.10. Scenario che confermiamo e che a questo punto non può nemmeno escludere di essere una fase di transito verso qualcosa di più ambizioso per il biglietto verde all’interno di uno scenario particolarmente complesso e volatile.

EurUsd (grafico daily): la prua adesso è puntata verso 1.10

L’attuale contesto di mercato è chiaramente improntato ad una fuga dal rischio. L’ascesa del prezzo dell’oro ormai vicino a quota 2000 dollari l’oncia non ha conciso, come in passato, con una salita di EurUsd. Al contrario l’euro ha perso terreno e questo significa che la paura sta spostando flussi verso il dollaro americano dove oltretutto la remunerazione è superiore viste le attese di rialzo dei tassi di interesse. Una fase che a questo punto rischia di essere molto pericolosa per il futuro immediato dell’euro.

EurUsd linea nera scala invertita vs oro linea rossa (grafico daily) – l’oro sale, l’euro perde

EurUsd outlook settimanale del 22 Febbraio 2022 – Nervosismo e commodity pesano sul dollaro

  • La riunione straordinaria della FED di febbraio non ha riservato sorprese ma un rialzo di 50 punti base a marzo non è da escludere seppur oggi meno probabile
  • Le tensioni al confine orientale pesano sulle borse europee e sull’euro, ma la BCE è attesa a scelte difficili. Oro e petrolio confermano che il rischio di un conflitto bellico è elevato
  • Ancora una volta trova l’opposizione delle resistenze di EurUsd impedendo l’inversione di trend

Benvenuti nella nuova guerra fredda

La pubblicazione dei verbali FED riferiti al meeting di gennaio ha confermato come un rialzo dei tassi di interesse è quanto mai opportuno. Se aggressivo come chiesto da un esponente storicamente falco della FED, Bullard, oppure più soft come gradirebbero i mercati lo vedremo.

Se l’inflazione corre i prezzi alla produzione vanno spediti. Il dato di gennaio ha presentato negli Stati Uniti un incremento del 9,7% su base annua, segno che a breve non si assisterà ad un raffreddamento dei prezzi al consumo. Il dato PCE, ovvero il deflatore del Pil tenuto sotto stretta osservazione dalla FED per monitorare l’andamento dei prezzi al consumo, è previsto per giovedì 25 febbraio con attese di incremento del 5,2% su base annua. Un numero superiore darebbe la certezza al mercato di un rialzo di 50 punti base.

Intanto ai confini Est dell’Europa la tensione scende leggermente ma si mantiene comunque elevata come confermando gli andamenti di oro e petrolio.

La Russia avrebbe deciso di far ritornare alle basi diverse truppe impegnate in esercitazioni questo mentre la diplomazia va avanti per scongiurare un conflitto che danneggerebbe tutti gli attori in gioco.

Probabile che se raffreddamento della tensione sarà questo sarà lento e contraddistinto da piccoli passi con continui rischi di rotture nelle trattative a causa di incidenti di piccola portata ma simbolici. La Russia ha l’obiettivo dichiarato di ottenere un allontanamento dell’Ucraina dalla Nato; l’Occidente l’abbandono delle velleità militari di Mosca, questo in uno status quo destinato ad accompagnarci per anni in quella che può essere considerata una nuova linea del fronte.
Sul fronte dei tassi di interesse continuano ad arrivare segnali hawkins da parte di alcuni esponenti BCE che vorrebbero non solo la fine immediata del programma PEPP (previsto per marzo), ma anche un rialzo dei tassi di interesse già a partire dall’estate. Il Bund stabilmente sopra lo zero sulle scadenze decennali conferma che un cambio di politica monetaria potrebbe essere imminente.

Prove tecniche di inversione per EurUsd

Se non ci sono molti dubbi circa la valenza delle resistenze di area 1.15 su EurUsd, il doppio test di questo livello potrebbe anche segnalare la volontà del mercato di tentare di forzare una resistenza tecnica che ormai coincide anche con la media mobile a 200 giorni. Da novembre la discesa del cambio si è arrestata ma quella che si sta formando sembrerebbe essere una tipica figura di testa e spalla rialzista. La linea del collo passa proprio da 1.15 e il suo superamento aprirebbe le porte ad un allungo fino a 1.19 con la definitiva inversione del trend.

EurUsd (grafico daily): testa e spalla potenziale in formazione?

Se osservando i grafici su base giornaliera noteremmo una volatilità in aumento, in realtà studiando quelli su scala settimanale ci accorgeremmo del contrario. Le bande di Bollinger superiore ed inferiore si stanno infatti avvicinando, segno che il mercato sta di nuovo vivendo una fase di riflessione. A scatenare questo movimento il test della media mobile a 20 settimane capace di far tornare i venditori su EurUsd. Una resistenza che da metà 2021 ha sempre arginato le velleità dell’euro e che rappresenta un livello tecnico di assoluto rispetto per il futuro di EurUsd.

EurUsd (grafico weekly) – volatilità in contrazione

EurUsd outlook settimanale del 15 Febbraio 2022 – La guerra alle porte

  • L’inflazione americana a gennaio galoppa ancora salendo ai massimi degli ultimi 40 anni al 7,5%. La FED è pronta ad agire
  • In Europa la decisione della BCE di esporsi ad una possibile revisione della politica monetaria ha generato un preoccupante allargamento degli spread sui paesi periferici come Italia e Grecia.
  • EurUsd si mantiene al di sotto delle resistenze chiave di area 1.14/1.15

La BCE è entrata in modalità panico?

Il dato dell’inflazione americana di gennaio conferma la preoccupazione della FED. Il trend inflazionistico non si sta arrestando e l’emorragia di potere d’acquisto rischia di far deragliare la ripresa. Il dato di gennaio ha indicato che in America i prezzi al consumo sono saliti ben oltre le attese al 7,5%, il massimo degli ultimi 40 anni.

La FED continua a prodursi con toni hawkins in un mercato che non ha esitato ad alzare le sue pretese sul mercato delle obbligazioni. Il rendimento a 10 anni è salito sopra al 2% con i tassi reali in ulteriore contrazione. Le aspettative di rialzo per il meeting di marzo sono ormai certe per 50 punti base di ritocco con mosse aggressive fino all’estate. Altri quattro rialzi sono attualmente incorporati nelle attese di mercato per poi chiudere questo ciclo probabilmente tra il 2,25% e il 2,5%.

Le resistenze di EurUsd reggono alla prima ondata

Come era prevedibile che EurUsd mostrasse una certa tenacia sui supporti di area 1.12 rappresentativi del 61.8% di ritracciamento di Fibonacci dell’intero bull market, lo stesso si può dire dell’importanza della resistenza che la media mobile a 6 mesi sta esercitando sul cambio. Il futuro del rialzo passa da qui. Se l’euro vuole spingersi più in alto questo livello dovrà essere violato con risolutezza. Venerdì la tensione geopolitica ha riportato il cambio sotto le resistenze.

EurUsd (grafico weekly): la media mobile a 6 mesi rappresenta una importante resistenza

Il comportamento del cambio sta assumendo una certa somiglianza con quello che abbiamo già visto tra luglio e agosto del 2021. Un massimo, poi un minimo più basso del precedente, infine un massimo incapace di salire sopra al primo. Se l’evoluzione delle prossime settimane sarà verso il basso le probabilità di una ripresa del bear market si faranno sempre più consistenti.

EurUsd (grafico daily) – una ripetizione dell’estate scorsa?

EurUsd outlook settimanale del 8 Febbraio 2022 – L’inflazione invade Eurolandia

  • La FED mantiene un’impostazione orientata alla rimozione veloce degli stimoli monetari già a marzo con diversi rialzi dei tassi previsti nel 2022
  • In Europa l’inflazione balza a sorpresa sopra il 5% e considerando le tensioni sui prezzi energetici la BCE comincia a lanciare i primi segnali di allerta su possibili cambiamenti nella politica monetaria
  • EurUsd risale sul dato dell’inflazione europea sopra 1,14. Un rimbalzo di natura tecnica favorito anche dal corposo ipervenduto

Madame Lagarde esce allo scoperto

Il mondo FED non è mai stato così deciso a comunicare al mercato che si agirà sulla politica monetaria e in fretta. L’inflazione al 7% è stato uno shock per banca centrale e Casa Bianca. Le elezioni di mid terms impongono di stroncare gli aumenti dei prezzi che stanno colpendo la classe media andando a erodere il potere d’acquisto. Il rischio di rivendicazioni salariali che innescherebbe pericolose spirali di ulteriore inflazione impone misure decise. E così esponenti minori della FED con la loro retorica accompagna quasi quotidianamente un percorso che culminerà a metà marzo con un primo aumento dei tassi. Certi 25 punti base, alcuni speculano su 50. Al momento nel 2022 si stima con una probabilità del 80% addirittura cinque rialzi nei tassi.

L’inflazione nell’Eurozona è balzata a gennaio al 5,1%. Più del 5% atteso e più del 4,4% di dicembre. L’energia e i suoi prezzi è la grande responsabile come dimostra il tasso core al 2,3%.

La BCE ancora la sua politica monetaria proprio a questo mantenendo un atteggiamento prudente e tollerando un’inflazione core poco sopra il target del 2%. Il balzo in doppia cifra dei prezzi alla produzione fa pensare però ad ulteriori pressioni verso l’alto sui prezzi al consumo fino alla primavera.

Dopo il meeting BCE della settimana scorsa qualcosa è però cambiato. La corsa dei prezzi al rialzo per bocca di Madame Lagarde non è temporanea anche se attenuerà la sua pressione nella seconda parte dell’anno. Non sono esclusi adesso rialzi nei tassi nel 2022 anche superiori ai 25 punti base. Il programma pandemico Pepp terminerà a marzo e questo ha immediatamente fatto scattare delle tensioni sugli spread tra Bund tedesco e Btp italiani. I prossimi dati sull’inflazione saranno quindi decisivi ma intanto l’euro ha recuperato decisamente terreno.

L’euro ci riprova

L’euro è riuscito a riguadagnare qualche posizione dopo il dato shock sull’inflazione. Le attese del mercato vanno nella direzione di una maggiore proattività della BCE nei prossimi mesi nel tentativo di raffreddare i prezzi al consumo. Tecnicamente EurUsd ha formalizzato una trappola per orsi recuperando i minimi di novembre dopo averli perforati per qualche ora. La più classica delle divergenze tra Rsi e prezzi si è quindi risolta con favore per la moneta unica che trova adesso sulla sua strada due barriere importanti. La media mobile a 100 giorni che già a gennaio 2022 e settembre 2021 ha fermato il rialzo (in transito a 1,14) e poi la media mobile a 200 giorni che passa da zona 1,155). Il primo obiettivo è già stato raggiunto.

EurUsd (grafico daily): La divergenza oscillatori prezzi ha aiutato EurUsd

Parliamo sempre di Rsi, ma questa volta mensile. Come si può apprezzare dal grafico solamente quando questo indicatore scende nel territorio dell’ipervenduto su scala mensile allora si può ragionare su una possibile inversione di tendenza su EurUsd. In questo ciclo di ribasso dell’euro l’ipervenduto è stato per ora solo sfiorato. La prossima zampata del dollaro potrebbe essere quindi quella finale?

EurUsd (grafico monthly) – Rsi mensile manca poco all’ipervenduto

EurUsd outlook settimanale del 18 Gennaio 2022 – Maxi inflazione, mini dollaro

  • Con una crescita su base annua del 7% l’inflazione americana tocca il massimo incremento degli ultimi 40 anni
  • In Europa il neo banchiere centrale tedesco sprona la BCE ad una più veloce normalizzazione della politica monetaria
  • EurUsd rimbalza in modo deciso dai supporti complice anche un sentiment che era diventato eccessivamente ottimista verso il biglietto verde

Inflazione boom in America

Powell aveva già messo le mani avanti. Sapendo che quella dell’inflazione temporanea era una teoria che avrebbe sorpreso in negativo i mercati nel momento della presa di coscienza di una temporaneità che non sarà tale, il Presidente della FED già dalla fine dell’anno scorso aveva preparato i mercati. Prima indicando marzo come la data ultima della politica di QE sul mercato obbligazionario. Poi indicando sempre in marzo il mese utile per cominciare a ragionare sui tassi di interesse. In realtà marzo sarà il mese nel quale i tassi saliranno e secondo il mercato lo faranno in almeno altre due occasioni nel corso del 2022.

Powell ha mandato chiari segnali anche davanti al Congresso. La sua missione di questo secondo mandato sarà abbattere un’inflazione capace di arrivare al 7% a fine 2021. Leggendo i dati nel dettaglio i veicoli usati sono cresciuti su base annua addirittura del 37%, il prezzo della benzina ancora di più. I consumatori cominciano a diventare insofferenti.

L’economia è prossima alla piena occupazione, la pandemia spaventa meno grazie ai vaccini, non c’è tempo da perdere. E il mercato obbligazionario se ne è reso conto con pesanti sell off soprattutto sulla parte più lunga della curva dei rendimenti.

Intanto in Europa si festeggia il ritorno del Bund tedesco al rendimento decennale zero. In concomitanza con l’insediamento del neo governatore centrale, che ovviamente ha ribadito che la Germania si aspetta, con questi tassi di inflazione, una BCE più veloce e attiva nella normalizzazione del costo del denaro, il rendimento del Bund è salito in sintonia con quello dei paesi mediterranei.

Soprattutto i BTP italiani hanno ritrovato un rendimento decennale del 1,3% sul nervosismo legato all’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Dovesse essere Mario Draghi l’inquilino del Quirinale per i prossimi sette anni i mercati potrebbe allargare ulteriormente lo spread tra BTP e Bund, in questo caso zavorrando un euro che per il momento sembra aver ritrovato un po’ di tono.

Le prime resistenze decisive

EurUsd rimbalza così dai supporti di 1.12 e lo fa andando ad insidiare le prime resistenze più critiche in ottica di breve termine. Se il nostro riferimento dovesse essere solo la down trend line che scende dai massimi di maggio 2021, allora sarebbe in corso un vero e proprio break rialzista che saprebbe di inversione di tendenza. In realtà, per filtrare i falsi segnali, è sempre opportuno gettare uno sguardo alle bande di Ichimoku per capire se siamo di fronte ad una trappola per tori. Ed in effetti vediamo come sono proprio questi i livelli che contano. Tra 1.145 e 1.15 i compratori di dollaro sono tornati. Lasciando un’apertura di credito fino a 1.16 (anche media mobile a 200 giorni) dove si posiziona il 38.2% di ritracciamento dell’intero bear market, solo sopra questi livelli per il dollaro si chiuderà la parentesi bullish.

EurUsd (grafico daily) – resistenze chiave sotto pressione

E’ però guardando il grafico del Dollar Index che ci rendiamo conto di quanto sia stato importante il dato di inflazione americano al 7%.
Dopo aver sfondato verso l’alto per pochi pips la parete superiore del canale rialzista, il Dollar Index ha ritracciato e minaccia ora di abbattere la trend line di supporto rialzista nonché media mobile a 100 giorni. Tutto da seguire l’andamento del dollaro nelle prossime sedute con il bull market che a sorprese viene messo a questo punto in discussione. La prima reazione dei compratori di biglietti verdi è stata molto positiva.

Dollar Index (grafico daily): bull market a rischio

EurUsd outlook settimanale del 11 Gennaio 2022 – Tre rialzi nei tassi basteranno in America

  • I verbali della FED aumentano le probabilità di rialzo dei tassi in America già a marzo con la banca centrale che comincerà a ridurre il suo bilancio titoli in portafoglio
  • In Europa l’inflazione sfiora il 5% e questo costringerà la BCE a rivedere la sua strategia di politica monetaria
  • EurUsd vive una delle fasi meno volatili dell’ultimo anno. Qualcosa sta per accadere e quindi attenzione ai livelli tecnici di supporto e resistenza

Sarà un 2022 con banche centrali hawkins

La FED ufficializza ciò che già il mercato sapeva, ma tramite la pubblicazione dei verbali del precedente FOMC lo fa sorprendendo in negativo. Dopo la pubblicazione delle minute il mercato è andato a prezzare quasi al 80% la probabilità di un rialzo dei tassi americani già a marzo. Un mese fa questo dato di fermava al 25%.
Ma cosa è uscito da questi verbali?

Confermata la fine del tapering per marzo ma confermata anche la volontà di aumentare i Fed Funds già a marzo. Quello che però ha colpito il mercato è la discussione in seno al FOMC dell’avvio anche della riduzione degli attivi di bilancio. In pratica non solo stop alla creazione di nuova liquidità tramite l’acquisto di titoli o in assenza di questo il semplice reinvestimento di cedole e scadenze, ma addirittura l’avvio di una fase di drenaggio della liquidità stessa. Il tutto avverrà in tempi piuttosto rapidi.

Non stupisce la reazione negativa dell’oro e delle criptovalute dopo l’annuncio. Il mandato di Powell a questo punto è chiaro. Combattere l’inflazione che sta impoverendo la classe media americana.

Male anche i bond in discesa con rendimenti che toccano quota 1,8% sui titoli decennali con relativo recupero dei tassi reali ai livelli più alti da giugno con aspettative di inflazione ferme al 2,5%. In salita anche i tassi a 2 anni ormai vicini al 1% con allargamento ulteriore del differenziale tassi verso Europa e Giappone rispettivamente a 150 e 100 punti base sulle scadenze brevi.

I dati sull’occupazione giustificano questo atteggiamento della FED. A dicembre sono stati creati quasi 200 mila posti di lavoro. Vero che il dato ha deluse le attese del mercato, ma rimane sempre un numero consistente che testimonia l’inerzia del mercato del lavoro americano.

In Europa intanto i dati di inflazione fanno registrare numeri in salita. In Germania i dati preliminari di dicembre rimangono sopra al 5% dopo il 6% di novembre. L’intera Eurozona chiuderebbe l’anno al 4,8% di variazione annuale dei prezzi al consumo con prezzi alla produzione in crescita del 23%. Il rischio è che anche nel 2022 l’inflazione rimanga sostenuta e questo costringe la BCE a prendere posizione.

Perché il dollaro non guadagna di più

Proprio per questo l’euro non perde terreno contro dollaro. Se fosse solo per il lato americano crediamo infatti che sarebbe già saltato il supporto di 1.13, ma il mercato si aspetta qualcosa a sorpresa dalla BCE e per questo rimane attendista.

L’ADX a livelli così infimi non si vedeva da marzo 2021 ed in quella occasione non si fece attendere una ripartenza della tendenza. Quale non lo sappiamo, ma quando l’indicatore di forza scende così in basso la volatilità è pronta a riprendere vigore e anche velocemente.

EurUsd (grafico daily) – ADX a livelli infimi

La stessa sentenza arriva dalle bande di Bollinger. Mai così vicine da dicembre 2020 quando EurUsd stazionava un paio di figure sotto ai livelli attuali. In quel caso la zampata ribassista arrivò poco dopo facendo scivolare in area 1.06. Occhio quindi alla lower e alla upper band. Per ora ci sono stati tentativi di perforare verso l’alto e verso il basso ma senza chiusure definitive sopra i livelli di supporto e resistenza.


Quello che possiamo dire è che chiusure di giornata sopra 1.1380 oppure sotto 1.1230 aprirebbero le porte ad una nuova tendenza. I trader sono allertati.

EurUsd (grafico daily): le bande di Bollinger ci dicono volatilità in arrivo

EurUsd outlook settimanale del 4 Gennaio 2022 – Il Re Dollaro è tornato

  • Sarà un inizio 2022 di speculazione da parte del mercato. Speculazione che si accenderà su tempi e modi con cui la FED uscirà dalla politica monetaria ultra espansiva
  • Il 2022 della BCE sarà invece improntato ad una certa prudenza visto il dilagare della variante Omicron. Con un occhio sempre attento all’inflazione.
  • L’analisi di un particolare tasso di variazione su EurUsd ci permette di stimare il momento nel quale verrà realizzato un bottom primario sul cambio

La grande divergenza nelle politiche monetarie

Il dollaro è il re valutario, assieme alla divisa cinese, del 2021. Con un guadagno sull’euro di circa il 7% il biglietto verde ha fatto valere il vigore di una maggiore crescita economica, di maggiori tassi di interesse, di maggior forza relativa della borsa. Lo S&P500 nel 2021 ha realizzato ben 70 sedute con nuovi massimi storici. Non il record assoluto che appartiene al 1995, ma una misura della forza sottostante l’economia a stelle e strisce che ancora conserva un certo vantaggio su quella europea.

Con un’inflazione che galoppa al 6% la FED ha deciso, dopo la riconferma di Powell, di agire per raffreddare gli entusiasmi che la marea di liquidità degli ultimi mesi aveva provocato.

Il tapering terminerà a marzo e da quel momento in avanti le lancette sui tassi di interesse cominceranno a girare per andare a colpire il primo rialzo del costo del denaro dopo un lungo periodo di tassi a zero.

Lancette che non gireranno per Eurolandia. La BCE starà ancora a guardare in attesa di veder scivolare via l’ondata di Covid che ha travolto per il secondo inverno consecutivo il Vecchio Continente. L’inflazione ancora non è un problema anche se dovrà essere monitorata con attenzione la sua evoluzione soprattutto lato salari e stipendi.

Il differenziale tassi dovrebbe quindi continuare a rivestire un ruolo importante nelle scelte degli investitori con il dollaro favorito. A questo si aggiunge anche la natura prettamente difensiva del biglietto verde che nel corso del 2022 potrebbe essere rispolverata qualora i mercati tornassero in fibrillazione.

Come prevedere il prossimo minimo su EurUsd

L’andamento di fine anno di EurUsd con un range piuttosto stretto che ha sempre trovato area 1.138 come resistenza, ci conferma cosa potrebbe succedere nella prima parte del nuovo anno. Un lento tentativo di rialzo dell’euro che va a convergere verso la media mobile a 100 giorni di 1.145 dove presumibilmente torneranno a farsi notare i compratori di biglietti verdi in attesa della manovra FED sui tassi. Da quelle parti troviamo anche la down trend line che scende dai massimi di settembre e che rende la resistenza piuttosto importante in chiave tattica.

EurUsd (grafico daily) – un rimbalzo verso area 1.4/1.15 e nulla più

Uno modello piuttosto interessante e utile per comprendere quando EurUsd è arrivato in prossimità di un bottom primario di mercato è quello che si basa sui tassi di variazione di EurUsd su scala mensile. Il ROC a 14 mesi si è dimostrato affidabile nel corso degli ultimi 15 anni nell’intercettare o anticipare di poco quei minimi primari sui quali il cambio ha poi effettivamente svoltato verso l’alto.

Se EurUsd perde più del 10% in 14 mesi ecco che qualche presa di profitto andrebbe studiata. Ad oggi siamo ancora lontani da questo punto di circa il 7%. Se 1.05 rappresenta il target di oggi, a fine gennaio spostando la scadenza sulla base della chiusura di novembre, l’obiettivo risulta raggiunto a 1.07. A febbraio il target diventa 1.10 partendo dai massimi di 1.22 del dicembre 2020. Tutti livelli che possono essere considerati obiettivi di rafforzamento massimo del dollaro 2022.

EurUsd (grafico monthly): attenzione al ROC a 14 mesi per prevedere il minimo di EurUsd

EurUsd outlook settimanale del 28 Dicembre 2021 – La FED va avanti, la BCE no

  • La FED da marzo 2022 in avanti comincerà ad alzare i tassi di interesse come previsto. Il tapering finirà a marzo 2022
  • L’euro dovrebbe rimanere sotto pressione a causa di una pandemia che rischia di rallentare il processo di normalizzazione della politica monetaria BCE
  • Un interessante grafico di lungo periodo ci mostra come il minimo di EurUsd è ancora lontano in termini temporali

La view 2022 su EurUsd

Viene messo in archivio un 2022 ricco di spunti non solo sul mercato valutario. Gli indici azionari globali hanno fatto registrare performance in doppia cifra particolarmente positive grazie ad una ripresa economica che solo nell’ultima parte dell’anno registrerà un rallentamento causa nuova ondata pandemica.

I mercati obbligazionari hanno invece fatto registrare uno dei peggiori anni del ventunesimo secolo per effetto di un rialzo dai minimi storici dei tassi di interesse a lunga scadenza combinato ad una ripresa nella crescita ma soprattutto dell’inflazione. L’inflazione è stato il tema scottante della seconda parte del 2021 con numeri superiori al 6% negli Stati Uniti e aspettative che, seppur in raffreddamento, indicano un livello medio per i prossimi 10 anni superiore al 2,5%. Queste condizioni hanno costretto molte banche centrali a muoversi al rialzo sul costo del denaro. In Europa la Gran Bretagna e la Norvegia per esempio si sono già mosse in tal senso, nel mondo emergente tutte le banche centrali hanno ritoccato i tassi con la sola eccezione della Turchia.

Anche gli Stati Uniti, sull’onda di un’inflazione non considerata più temporanea, hanno ormai tracciato per bocca di Powell il percorso di uscita da questa fase di politica monetaria straordinaria. Il tapering si esaurirà a marzo e a questo farà seguito un aumento del costo del denaro che il mercato prezza nei prossimi anni nell’ordine di 1,5%/1,75%. Se l’inflazione, come da attese, rimarrà sopra al 2% questo significa tassi reali ancora negativi, ma sempre meno di quello che si dovrebbe vedere in Europa.

Dalle parti di Francoforte infatti il tapering sarà un affare che verrà preso in considerazione dalla primavera 2022 con l’ondata pandemica in corso che rischia di rallentare ulteriormente il processo. I tassi di interesse non si muoveranno fino al 2024 rendendo ancora decisamente negativo il rendimento reale di un investimento su carta europea.

Condizioni di fondo ovviamente condite da una buona dose di incertezza causate da una pandemia che compirà i due anni di vita tra qualche settimana.

Ancora l’orso a dominare EurUsd

Su EurUsd la tendenza grafica appare però chiara. Il bear market cominciato a maggio dovrebbe continuare a dominare la scena. Partendo da 1.226 la trend line ribassista ha incontrato durante il suo percorso una serie di massimi decrescenti che ne hanno rafforzato l’autorità come resistenza al pari della media mobile a 50 giorni. In questo modo possiamo stimare come punto di arrivo di un eventuale rimbalzo la zona di 1.145/1.155. Qui sarebbe opportuno, per chi è fuori dal dollaro entrare. In alternativa per chi ha posizioni già aperte incrementare sempre con l’accuratezza di impostare uno stop sopra 1.155 che dovrebbe essere il punto di maggior criticità per l’euro nel tentare di invertire la tendenza ribassista.

EurUsd (grafico daily) – trend line e media mobile a 50 giorni resistenze principali

Il secondo grafico che andiamo ad analizzare riguarda invece la versione trimestrale di EurUsd. Quello che si andrà a chiudere sarà il terzo dei quattro trimestri del 2021 in ribasso per EurUsd. Una chiara tendenza ribassista confermata anche dall’oscillatore stocastico. Indicatore questo che si muove da inizio anno in maniera decisamente orientata al ribasso e che tendenzialmente dovrebbe continuare a farlo anche nel corso della prima parte del 2022. I punti di minimo primari solitamente non arrivano prima di un oscillatore che scende sotto la soglia dell’ipervenduto trimestrale. Ancora non ci siamo e quindi spazio ancora al dollaro americano.

Dollar Index (grafico quarterly): l’oscillatore stocastico consiglia di mantenere il long dollaro

EurUsd outlook settimanale del 21 Dicembre 2021 – USA e Europa sempre più lontane sui tassi

  • La Federal Reserve anticipa il tapering che terminerà a fine marzo. Da quel momento i tassi di interesse potranno cominciare a salire. Salta intanto il piano Biden per le infrastrutture
  • La BCE rimane ancora prudente e fino al 2024 non vede inflazione in salita sopra al 2% fino al 2024. Peggiora la situazione sanitaria con il dilagare della variante Omicron
  • EurUsd sempre compresso sotto 1.13 sulla spinta legata alla maggiore volatilità sui mercati azionari

Non c’è ancora troppa euforia sul dollaro

La Federal Reserve ha sciolto le sue riserve sui tassi di interesse nell’ultimo meeting del 2021. La politica monetaria accelererà sul fronte del tapering riducendo gli acquisti di asset obbligazionari a 30 miliardi al mese. La variante Omicron sullo sfondo potrebbe rimodulare la politica, ma dalle parole di Powell si è compreso come il rialzo dei tassi arriverà solo al termine del tapering, quindi da marzo 2022. Non ci sarà necessità di attendere la piena occupazione per dare un giro di vite al costo del denaro. Dalla primavera in avanti ogni momento sarà buono per assistere al rialzo con i mercati che già oggi scontano due manovre da 25 punti base nel 2022.

Le previsioni per il 2021 indicano in 5,5% il Pil americano che dovrebbe essere raggiunto con una disoccupazione al 4,3%. In costante calo le attese di inflazione. Il dato medio a 5 anni al momento si posiziona a 2,7%. Da capire se queste previsioni rimarranno tali alla luce della messa in discussione del piano Biden legato alle infrastrutture. Tutto da rifare a causa di un senatore democratico che ora rischia di alterare molti equilibri politici.

La reazione dei mercati azionari alle notizie provenienti dall’America sono state contrastate con il dollaro riuscito a mantenersi in zona 1.13 contro euro. Nulla di trascendentale ma la colpa è soprattutto della moneta unica europea.
La BCE nelle sue previsioni di fine anno ha indicato nel 2023 e nel 2024 due anni nei quali ancora il tasso medio dei prezzi al consumo rimarranno sotto al 2%. Questo significa che i tassi difficilmente saliranno prima del 2025. La rapida diffusione della variante Omicron sta causando un nuovo rallentamento economico in Europa, soprattutto in quella del Nord, e questo impatterà inevitabilmente anche sulle decisioni di rimodulazione della politica monetaria. Il programma di tapering comincerà probabilmente a marzo ma ogni manovra sul costo del denaro nel 2022 è stata esclusa dalla Lagarde.

Per quello che riguarda EurUsd continuiamo a notare una certa difficoltà da parte degli hedge fund nel prendere posizioni fortemente ribassiste contro la moneta unica europea. Il net short euro sul mercato dei futures è modesto e questo garantirebbe al biglietto verde ancora benzina per spingere più in basso la valuta europea.

Trend di breve e di medio periodo ancora bearish per l’euro

Nel breve periodo non sono ovviamente esclusi movimenti tecnici di rimbalzo. Il crocevia è la media mobile a 20 giorni da inizio mese sollecitata diverse volte. Uno sfondamento verso l’alto di 1.132 cambierebbe la view di breve periodo. Area 1.142 e 1.154 gli obiettivi rialzisti sui quali incrementare il lungo di dollaro. Come però abbiamo potuto verificare venerdì scorso questa resistenza rappresenta un vero e proprio muro tecnico per ora invalicabile.

EurUsd (grafico daily) – la media mobile a 20 giorni contiene la forza dell’euro

Il Dollar Index a sua volta mostra le sue difficoltà nel superare quell’area 97 che già a novembre ha ha arginato le velleità dei compratori di biglietto verde. La media mobile a 50 giorni rappresenta un supporto dinamico che potrebbe essere in grado di contenere il ribasso dei prossimi giorni e sul quale valutare eventuali ingressi sul biglietto verde.

Dollar Index (grafico daily): area 97 resistenza chiave

EurUsd outlook settimanale del 14 Dicembre 2021 – I tassi di interesse premiano ancora il dollaro

  • La FED cambia strategia dopo la riconferma di Powell. Tapering più veloce e tassi in rialzo nel primo semestre 2022
  • In Europa l’inflazione sorprende al rialzo e il 16 dicembre da capire se anche la Lagarde cambierà opinione sulla politica monetaria dell’anno prossimo
  • EurUsd attutisce il colpo legato alla notizia di una FED più aggressiva. Area 1.12 rimane per ora un baluardo insormontabile

Lo stop and go delle banche centrali

I mercati sembrano ritornare a prezzare la variabile Covid nelle loro aspettative future e questo si riverbera sia sui prezzi obbligazionari che sulle valute. Omicron non spaventa più come qualche giorno fa, ma ormai è evidente che il virus circola e che la quarta ondata in Europa e probabilmente in America costringerà i Governi a nuove restrizioni in attesa di una copertura vaccinale ancora più ampia e riscontri scientifici più chiari sugli effetti della nuova variante.
Il cambio di atteggiamento si nota già nelle banche centrali che si sono fatte più caute. Non tanto la BCE che aggressiva non lo è mai stata, quanto piuttosto quelle autorità monetarie che di recente si erano mostrate particolarmente vivaci nelle dichiarazioni hawkins. Parliamo ad esempio della Gran Bretagna e del Canada. Per gli inglesi l’avvento di nuove restrizioni alla vita sociale significa minor spinta ad alzare i tassi. E infatti le curve forward non pronosticano più per certo il ritocco di febbraio 2022.

Stesso discorso per il Canada che nel meeting della scorsa settimana si è mostrato prudente. Anche qui il mercato prezzo per certo un rialzo solo nel mese di marzo 2022.

Il dollaro così ha smesso di rafforzarsi contro le altre divise. Da una parte Powell si professa sempre più convinto che una normalizzazione dovrà essere messa a terra nella politica monetaria americana a causa di un’inflazione diventata improvvisamente più strutturale. Dall’altra il ritorno alla crescita dei casi di Covid imporrà prudenza nel muoversi verso il terreno dell’irrigidimento monetario.

Il differenziale tassi consente comunque al dollaro americano di mantenersi tonico contro euro. Il differenziale con l’equivalente titolo di stato tedesco a 2 anni è ai massimi da marzo 2020. Stesso discorso per lo spread contro il titolo governativo giapponese.

Il trend bearish acquisisce sempre più forza

EurUsd si muove all’interno di un canale discendente che non lascia per ora grandi speranze di ripresa alla moneta unica sulla quale continua ad aleggiare il rischio di una discesa fino a 1.10.
Le bande di Ichimoku ci aiutano a capire fin dove potrebbe spingersi un eventuale rimbalzo dell’euro. In questo momento il potenziale massimo è quello di un cambio che si spinge fino a 1.16 incrociando i massimi di ottobre e la nuvola di resistenze. Quale l’evento tecnico che potrebbe scatenare questa fase? La formalizzazione di un doppio minimo in area 1.12 con baricentro 1.138 sarebbe perfetta per generare la risalita di fine anno dell’euro.

EurUsd (grafico daily) – i livelli di resistenza principali si posizionano in area 1.16

Intanto su scala settimanale segnaliamo un evento tecnico piuttosto interessante. Prendendo l’ADX a 14 periodi notiamo come l’indicatore di forza del trend è salito sopra i 30 punti. Cosa significa questo? Significa che la tendenza dominante sta acquisendo inerzia.

Sono stati solo tre i casi di ADX settimanale sopra a 30 dal 2014 a oggi, due bull market e un bear market. Il grafico mostra con chiarezza cosa aspettarsi in questi casi. Il trend dominante continua la sua corsa ancora per settimane prima di invertire tendenza. Quindi ogni rimbalzo su EurUsd dovrà essere preso per aumentare l’esposizione short.

EurUsd (grafico weekly): l’ADX settimanale fornisce un pattern chiaro sul futuro di EurUsd