Spot EurUsd: 1.1600
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1505, 1.1445) Resistenze (1.1800,1,1845,1.1968)
Strategia: Long a 1.1590
Stop loss: 1.1450
Take profit: 1.1800
Il meeting BCE della settimana scorsa è arrivato dopo la FED ed ha deluso chi si aspettava un cambio di passo da parte di Francoforte. Mario Draghi ha confermato come la ripresa è in corso, l’inflazione si sta normalizzando, ma il circuito economico europeo richiede ancora una politica monetaria accomodante. Probabilmente Draghi si è reso conto che i tanti dati macro anticipatori usciti questo mese (Zew e IFO tedeschi, indicatori Pmi) stanno preparando il terreno ad un nuovo rallentamento economico nel Vecchio Continente complici anche gli scontri commerciali in atto con gli Stati Uniti.
Nel dichiarare la riduzione del piano di stimolo di riacquisto di bond a 15 miliardi da settembre a dicembre per poi abbandonare definitivamente la strada del QE nel 2019, Draghi ha però anche abbinato la dichiarazione di una politica dei tassi zero (anzi sottozero) per tutta l’estate 2019. Chissà se il presidente italiano sarà il primo esponente nella giovane storia della BCE a non alzare i tassi di interesse durante il suo mandato.
Tutto questo ha deluso un mercato che è tornato sul Dollaro nonostante Trump faccia di tutto per evitarlo. Le dichiarazioni di nuovi dazi verso la Cina non dovrebbero essere bullish per il biglietto verde, ma ormai è chiaro che quando serve un flight to quality (e venerdì è stato molto negativo per il petrolio ed alcuni mercati azionari), il Dollaro funziona ancora da bene rifugio. Passate le banche centrali ora ci si tornerà a concentrare sui dati macro economici e vedremo se i differenziali di crescita tra Stati Uniti ed Europa giustificheranno nuove rivalutazioni del Dollaro.
Avevamo scritto la settimana scorsa “Il trend bearish è ancora vivo e proprio la prossima discesa verso i supporti di 1.15 dovrebbe fornire l’ideale punto di ingresso long su EurUsd” , ed ecco che il modello basato sull’ADX ha funzionato egregiamente. Riprendiamo quel grafico e cerchiamo di capire fino a dove il nostro nuovo trade long ha senso.
Confermiamo dal punto di vista tecnico lo stop loss a 1.1450 visto che pochi pips sopra troviamo il 50% di ritracciamaento dell’intero bull market. Quello dovrebbe essere il punto ideale per vedere un minimo di prezzo più basso di quello di fine maggio con un RSI che invece mostrerà una divergenza con minimi crescenti. In quel momento l’ADX dovrebbe essere a sua volta in divergenza e creare le premesse per un rialzo dell’Euro. Sotto il livello di supporto applicare lo stop loss sarà altamente consigliato per evitare un allargamento veloce delle perdite.
EurUsd (grafico daily) – alla ricerca delle divergenze oscillatori prezzi
Chiudiamo l’analisi di questa settimana con un grafico ciclico di EurUsd. Come si vede il cambio ogni 150 settimane tende a realizzare un punto di massimo o minimo primario. Considerando che a inizio 2017 è stato completato il ciclo con un minimo è presumibile pensare che siamo entrati in una fase bullish così come la fase bearish precedente è stata contraddistinta da tre massimi ciclici primari. Questo ci dice che ad ottobre 2019 EurUsd dovrebbe realizzare un minimo più alto di quello del 2017, ma fondamentale per chi vorrà comprare a prezzi convenienti l’Euro.
EurUsd (grafico monthly) – sequenza ciclica a 150 mesi
Spot EurUsd: 1.1780
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1600, 1.1505, 1.1460) Resistenze (1.1770,1,1845,1.1995)
Strategia: Entriamo long a 1.1590
Stop loss: 1.1450
Take profit: 1.1840
La settimana prossima crediamo sarà decisiva per definire il futuro di EurUsd.
I due meeeting di politica monetaria, il 13 giugno la Federal Reserve e il 14 la BCE, definiranno gli indirizzi per il resto del 2018.
Negli Stati Uniti un rialzo di 25 punti base porterà il costo del denaro al 2% allineandosi ad attese di mercato che comunque scontano altri due rialzi nei prossimi 12 mesi. L’economia americana sta continuando a crescere con i dati ISM e di disoccupazione che a maggio si sono ancora migliorati. Il rischio inflazione (soprattutto salariale) rappresenta la motivazione principale che spinge la FED ad agire sui tassi, ma la curva dei rendimenti in costante appiattimento sta lanciando segnali precisi a Powell. Lo spread tra 10 e 2 anni è sceso a 42 punti base, quello tra 5 e 10 anni a 15 punti base. Il rischio è quello di essere troppo frettolosi nell’alzare l’asticella impattando sulla futura crescita economica.
Altro rischio è quello pronunciato dal governatore della banca centrale indiana durante il recente rialzo del costo del denaro. Se l’America continuerà a drenare denaro dagli emergenti il rischio di una crisi è forte.
Nell’area Euro rimane aperta la questione italiana, probabilmente la più vulnerabile nel momento in cui la BCE rimuoverà definitivamente il piano di riacquisto titoli. Il rendimento a 2 anni italiano dopo l’insediamento del nuovo Governo rimane a livelli elevati e ben al di sopra di quello pagato da altri periferici. Portogallo e Spagna infatti sulla stessa scadenza offrono ancora un rendimento negativo. Sarà interessante capire da Draghi se le parole pronunciate la settimana scorsa dal capo economista BCE Praet (il QE si sta avvicinando alla fine e la riunione di giugno sarà decisiva), avranno un effetto immediato nel 2018, oppure verranno ulteriormente dilazionate al 2019, data nella quale lo stesso Draghi dovrà lasciare posto ad un nuovo inquilino.
Nella zona Euro l’inflazione sta lentamente salendo, ma ancora non rappresenta un problema, mentre molto più delicata potrebbe essere la situazione italiana qualora dovesse più avanti nell’anno cominciare ad essere messa in discussione la tenuta dei conti italiani di bilancio o addirittura l’uscita dall’Euro. Dal punto di vista economico anche in Germania comunque il rallentamento economico sembra cominciato come hanno dimostrato i recenti dati negativi su ordini e produzione industriale e le dichiarazioni di Trump alla fine di un G7 fallimentare circa la possibilità di nuovi dazi sulle automobili fa tremare Berlino.
Per quello che riguarda l’analisi tecnica la vigorosa reazione di EurUsd è arrivata proprio nel momento in cui è stato formalizzato il cosiddetto “death cross”, ovvero il taglio della media mobile a 50 giorni dall’alto verso il basso rispetto alla media a 200 giorni. Se il rimbalzo era prevedibile anche alla luce dell’interessamento della trend line che sostiene il rialzo dal 2016, ora per l’Euro arriva il difficile con la resistenza che verrà opposta dalle due medie mobili in transito a 1.1930 alla vigilia del meeting BCE.
Più distante la media mobile a 12 mesi, ma è un dato di fatto che fatta eccezione per 3 casi (quelli cerchiati) nella storia di EurUsd questo evento ha sempre anticipato ulteriori pressioni in vendita per l’Euro.
EUR
EurUsd (grafico daily) – death cross formalizzato
Ragionando più in ottica di breve periodo è stata confermata la regola che vede la media mobile a 20 giorni come barriera tecnica importante quando l’ADX è sopra 30. Il trend bearish è ancora vivo e proprio la prossima discesa verso i supporti di 1.15 dovrebbe fornire l’ideale punto di ingresso long su EurUsd.
EurUsd (grafico daily) – la regola dell’ADX è stata rispettato, attendere il test dei supporti per aprire posizioni long
Spot EurUsd: 1.1690
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1505, 1.1460, 1,1445) Resistenze (1.1770,1,1845,1.1995)
Strategia: Entriamo long a 1.1590
Stop loss: 1.1450
Take profit: 1.1840
Ovviamente la situazione politica italiana ha tenuto banco la settimana passata con dapprima un vero e proprio panic selling sui titoli di stato italiani nel momento in cui sembrava che nessun Governo potesse essere formato, poi una ripresa fulminante quando i due partiti di maggioranza sono riusciti a formare un nuovo esecutivo che potrà finalmente provare a dare un Governo all’Italia dopo ben 3 mesi dall’appuntamento elettorale di marzo. Elezioni che dovrebbe aver evitato la Spagna dopo la sfiducia a Rajoy e l’avvento del socialista Sanchez come primo ministro.
Nel pieno della tempesta (per ora temporanea) italiana si è poi inserita la conferma da parte di Trump che i dazi su acciaio ed alluminio dal primo giugno sono ufficialmente partiti e saranno anche contro l’Europa. Le conseguenze sul commercio internazionali le vedremo più avanti ma questo non contribuisce a rasserenare un clima che non troverà un punto fermo di politica monetaria in Europa fino al 14 giugno (il giorno prima toccherà alla FED). Proprio la BCE potrebbe fare da ago della bilancia per l’andamento futuro di EurUsd. Il rischio che si sta sviluppando sui paesi periferici (soprattutto l’Italia) di pulsioni anti Euro non è escluso nei prossimi mesi e questo dovrebbe indurre la BCE a prorogare la sua politica di riacquisto dei titoli di Stato. D’altro canto Mario Draghi è ormai prossimo ad entrare nell’ultimo anno di mandato e chiaramente la sua influenza sul board è inferiore rispetto al 2011-2012 con i tedeschi sempre più nervosi a causa di un’inflazione domestica sopra al 2% ed un atteggiamento troppo amichevole nei confronti dei dati di spesa pubblica italiani.
Dal punto di vista tecnico EurUsd è andato a toccare i supporti di area 1.15 prima di rimbalzare sul clima più sereno in Italia. Movimento sul quale avevamo confidenza e che è arrivato esattamente sul supporto che sostiene il bull market partito nel 2017. Crediamo che la partenza non sia definitiva e la nostra guida è l’ADX. L’indicatore di forza del trend è salito sopra 30 e solitamente nelle fasi di rimbalzo tende a convergere verso la media mobile a 20 giorni prima di una nuova zampata degli orsi. La resistenza è posizionata a 1.1780, ma crediamo che un ritorno in area 1.155/1.16 possa essere stavolta sfruttato per andare long.
EurUsd (grafico daily) – attesa un’ultima zampata ribassista prima della ripartenza dell’Euro
AItro elemento interessante dal punto di vista tecnico è quello che associa il Roc a 5 settimane con l’evoluzione del cambio. Quando il tasso di variazione a 5 settimane scende sotto il -5% nell’ultimo lustro abbiamo sempre visto un rilancio dell’Euro. Unica eccezione il 2014, quando proprio la violazione della media mobile a 18 mesi anticipò il tracollo della moneta europea. Inutile negare che questo movimento correttivo di EurUsd non potrà andare oltre i minimi di maggio. In caso contrario sarà opportuno ricoprirsi di biglietti verdi.
EurUsd (grafico weekly) – correzioni a 5 settimane superiori al 5% segnalano elevate possibilità di bottom
Spot EurUsd: 1.1640
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1,1578, 1.1460, 1,1445) Resistenze (1,1845,1.1995,1.2150)
Strategia: Flat in attesa di segnali
Sarà molto difficile (se non impossibile) per Draghi chiudere il suo mandato ad ottobre del 2019 con un rialzo dei tassi. Passerà probabilmente alla storia come uno dei mandati presidenziali privi di movimenti al rialzo del costo del denaro. La situazione di instabilità politica in Italia, a cui nelle ultime ore si è sommata quella spagnola, stanno zavorrando un Euro che oltretutto ha visto pubblicati dati PMI non certamente esaltanti. A questo punto la BCE dovrà prendere atto di un ciclo che rischia nuovamente di andare in stallo oltretutto aggravato dalla sfiducia che potrebbe innescare negli investitori esteri la situazione italiana. Prevedibile lo scontro che all’interno della stessa BCE ci sarà tra Draghi e i tedeschi. Se da una parte questo esclude un riallargamento dei cordoni del QE, dall’altra esclude anche un suo termine anticipato. Non sappiamo quanto il movimento di rafforzamento del Dollaro possa essere gradito ad un Trump che finora è rimasto ai margini della politica monetaria. Non è però escluso che prima di novembre, data delle elezioni di mid term, Trump cominci a sollecitare la FED ad un atteggiamento più morbido che eviti eccessive rivalutazioni del biglietto verde. La notizia di dazi che potrebbero essere introdotti nel settore auto non rappresentano certamente un segnale distensivo per le sorti del commercio mondiale sempre più timoroso di una guerra commerciale che non farebbe ovviamente bene agli utili delle società private.
Dal punto di vista tecnico però è innegabile come la chiusura di venerdì vede il cambio EurUsd entrare definitivamente dentro quella zona di supporto sulla quale appare quanto meno doverosa una reazione dell’Euro per evitare l’inversione di tendenza.
I supporti statici sono diversi e la presenza della “cloud” settimanale dovrebbe intimorire coloro che finora sono stati lunghi di Dollari. L’ultimo affondo, quello utile a costringere chi finora è stato bearish sul Dollaro ad invertire le posizioni, potrebbe spingere EurUsd fin o a 1.146 zona di transito del 50% di ritracciamento di Fibonacci dell’intero rialzo e livello di chiusura dei massimi del 2015 e del 2016.
EurUsd (grafico weekly) – momento critico per il bull market di EurUsd
Al momento la tendenza appare comunque ben delineata e ben difficilmente assisteremo questa settimana ad un’inversione di tendenza. L’ADX è abbondantemente sopra la soglia dei 30 punti senza alcuna divergenza, un segnale che sembra confermare come ancora per un po’ la pressione dei venditori di Euro dovrebbe prevalere. L’unica cosa che può fare un trader in questo momento è quella di andare short nel momento in cui EurUsd si avvicinerà alla media mobile a 20 giorni attualmente in transito a 1.1860. Solo a quel punto (e sul movimento discendente successivo) si potrà cominciare a ragionare di potenziale esaurimento del bear market che dal 19 aprile ha fatto scendere EurUsd da 1.24 a 1.16.
EurUsd (grafico daily) – una correzione di quasi 800 pips in poco più di un mese che non accenna a fermarsi
Spot EurUsd: 1.1770
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1,1716, 1.1712, 1,1580) Resistenze (1,1996,1.2050,1.2186)
Strategia: Flat in attesa di segnali
Le tensioni politiche all’interno dell’Eurozona stanno alimentando il ribasso dell’Euro tornato sotto quota 1.18 per la prima volta da dicembre 2017. Un governo italiano che certamente non attirerebbe le simpatie dei burocrati europei sta prendendo forma ed è bastato lasciar trapelare una bozza di progetto che prevedeva un’abbattimento del 10% di debito pubblico tramite riacquisto dello stesso da parte della BCE, per scatenare la speculazione. Borsa italiana giù, titoli di stato con rendimenti in deciso rialzo ed ovviamente anche Euro in calo verso Dollaro. Biglietto verde che ha beneficiato anche di un ulteriore allungo dei tassi di interesse a causa di aspettative di inflazione in rialzo per effetto di nuovi massimi sul prezzo del petrolio.
Il T-Bond al 3,25% sta scatenando le prime reazioni negative anche sul mondo emergente dove alle situazione critiche di Argentina e Turchia si aggiungono le massicce svalutazioni sulle divise locali. Chiaramente i paesi maggiormente indebitati in Dollari sono sotto pressione, ma il rischio è quello di superare la cosiddetta linea della sabbia trasformando l’instabilità in crisi.
Il problema italiano potrebbe persistere fino a metà giugno, data in cui si terrà il meeting BCE. Fino a quando la rete di protezione di Francoforte rimarrà in piedi per i titoli italiani i motivi di preoccupazione dovrebbero essere limitati, ma non dimentichiamo che Draghi l’anno prossimo lascerà l’incarico e che i tedeschi non vedrebbero di buon occhio un prolungamento degli stimoli monetari per effetto di un nuovo ritorno della crisi italiana.
Sul fronte valutario EurUsd dovrebbe essere in procinto di raggiungere l’importante target di 1.1710 che avevamo segnalato la settimana passata. Qui troviamo il 38.2% di ritracciamento del rialzo 1.034-1.255 con la corposa rete di protezione di area 1.16 che dovrebbe reggere all’urto. L’ipervenduto misurato dal Rsi è a livelli simili a quelli di novembre 2016 ed anche questo dovrebbe frenare l’esuberanza del biglietto verde.
E
EurUsd (grafico daily) – ipervenduto raggiunto come a fine 2016
Se quest’area di supporto di 1.17 rappresenta a nostro modo di vedere un solido sostegno di medio periodo per l’Euro non possiamo ignorare come la valuta unica europea tenda a realizzare un top dal 2008 in avanti quando il tasso di variazione annua supera il 15% ed un bottom primario non prima di aver perso il 10% nello stesso arco temporale. Proprio a marzo è stato raggiunto un eccesso di rialzo che puntualmente il mercato sta ripianando spostando il suo baricentro verso il basso. Essere contrarian ha ancora una volta pagato. Chiaramente se il cambio scivolerà fino ad avere un tasso di variazione annuo di almeno -10% dipenderà anche da quale tipo di trend stiamo vivendo. Se siamo nella fase di ripartenza del trend bearish allora è lecito attendersi altre prove di forza del Dollaro, se invece siamo agli albori di un bull market, per lo stesso tasso di variazione annuo già un ritorno al livello i zero potrebbe essere sufficiente per chiudere questo momento negativo per la moneta unica europea.
EurUsd (grafico monthly) – ancora prematura una ripartenza definitiva dell’Euro verso l’alto
Spot EurUsd: 1.1940
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1820, 1,1716, 1.1712) Resistenze (1.2050,1.2186,1.2220)
Strategia: Long a 1.1940
Stop loss: 1.1810
Take profit: 1.2220
*Siamo entrati long a 1.1940.
Un dato di inflazione più soft del previsto abbinato ad uno stallo nella volatilità sui mercati azionari hanno contribuito ad arrestare la caduta di EurUsd. Peccato per il trade long aperto due settimane fa e che è stato chiuso in seguito all’affondo di EurUsd fino a 1.1820 nella seduta di mercoledì scorso. Poco male, crediamo che si ripresenterà l’opportunità di entrare long ma di questo parleremo nella consueta parte dedicata all’analisi tecnica. A tenere banco in queste settimane soprattutto le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti ed Iran con Trump che di fatto ha stracciato l’accordo sul nucleare dividendo ancora una volta l’Occidente. Se quanto meno le tensioni in Nord Corea sembrano ridimensionarsi, la forza del Dollaro (visto in queste settimane come bene rifugio) ed il rialzo dei tassi americani sopra al 3% sulle scadenze decennali, hanno alimentato molti deflussi dal mondo emergente. Turchia ed Argentina i due paesi maggiormente colpiti dalla speculazione. La prima attende le elezioni di giugno con Erdogan che non intende alzare i tassi per difendere la Lira turca, la seconda ha portato i tassi al 40% nel tentativo di frenare la caduta della valuta locale. Tutti segnali di tensione che possono essere considerati come effetti collaterali di una politica di normalizzazione del costo del denaro americano ancora non completata e che promette di portare nuova volatilità nei mesi a venire. In Europa la moneta unica paga anche la situazione di assoluta incertezza politica in Italia. L’accordo di Governo tra due fazioni populiste rischia infatti di creare tensioni sui titoli di stato italiani e di conseguenza sull’Euro. Il mandato di Draghi scadrà l’anno prossimo e questo potrebbe essere una fonte di instabilità in prospettiva se il sostituto risulterà essere una figura inizialmente non apprezzata dal mercato.
L’Adx superiore a 30 è un buon indicatore, non solo della forza di un trend bearish di breve tuttora formalmente in essere, ma anche di una possibile opportunità di andare short su EurUsd nel momento in cui verrà testata la media mobile a 20 giorni attualmente in transito a 1.205. Una tecnica di trading utilizzata in questi casi prevede di andare short dopo che il sottostante ha toccato la resistenza dinamica e sotto il minimo di quella seduta. Vedremo quando si registrerà questo evento che a nostro modo di vedere dovrebbe riavvicinare il cambio a quell’area di 1.18 dalla quale EurUsd dovrebbe definitivamente ripartire. Preferiamo comunque essere già posizionati dal lato long fissando uno stop sul minimo della settimana scorsa.
EurUsd (grafico daily) – l’Adx segnala ancora forza ribassista
Ribadiamo la nostra view che un bottom di EurUsd è nell’aria soprattutto osservando il grafico a scala settimanale basato sulle Ichimoku cloud. Come si vede dal secondo grafico, la chiusura di settimana è arrivata con una figura che somiglia molto ad un hammer. In perfetta sintonia con la lagging line da qui dovrebbe ripartire l’Euro magari dopo un ultimo tentativo ribassista da parte di un mercato che mantiene la sua impostazione bullish con un corposo cuscinetto di supporto a protezione.
EurUsd (grafico weekly) – comincia il lavoro di costruzione di un bottom primario
Spot EurUsd: 1.2080
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.2053,1.1960,1.1914) Resistenze (1.2238,1.2255,1.2413)
Strategia: Entriamo long solamente a 1.1970
Stop loss: 1.1905
Take profit: 1.2230
*Entreremo long solamente qualora EurUsd dovesse toccare 1.1970.
La riunione della BCE ha di fatto avallato ciò che il mercato stava già scontando da diverse sedute, ovvero un atteggiamento più prudente da parte di Draghi. Le parole del Governatore centrale circa una crescita economica che sta perdendo slancio, unite ad un’inflazione che non ne vuole sapere di rialzare la testa, impongono ancora scelte di tassi bassi (e sottozero) per un prolungato periodo di tempo. Il Bund tedesco, risalito sopra lo 0,60% di rendimento decennale sulla scia del 3% toccato dai decennali Usa, ha immediatamente preso atto di questa nuova condizione con rendimenti in discesa e spread sui titoli americani che sale a quota 240 punti base. Il clima di fiducia nel mantenimento dell’easing monetario nella zona Euro ha poi permesso allo spread tra Bund e periferici di contrarsi ulteriormente (tra Btp italiani e Bund tedeschi siamo a 115 punti base) e soprattutto ad EurUsd di violare il supporto di 1.22. Ne riparleremo di seguito.
In America i tassi continuano a salire arrivando a livelli critici in ottica di medio lungo periodo. Un 10 anni sopra al 3% cambierebbe molti equilibri. A questo punto l’appuntamento con la FED del 2 maggio potrebbe essere determinante per l’evoluzione estiva dei mercati.
L’analisi tecnica di questa settimana vogliamo svolgerla su due scansioni temporali differenti ma con la stessa tecnica, quella di Ichimoku utile perché depura i falsi segnali.
Il grafico giornaliero non ha grandi dubbi sul fatto che il trend rialzista per ora si chiude qui. Sono state bene sette le sedute consecutive con un minimo più basso di quelle precedente dal picco del 19 aprile a 1.24.
Prezzi e lagging line sono scesi sotto la cloud e questo dovrebbe preludere ad una fase meno direzionale e che potrebbe spingere il cambio fino a 1.17/1.20. Perché questo livello? Perché da queste parti troviamo i massimi di settembre ed il 38.2% di ritracciamento del rialzo cominciato a dicembre 2016.
EurUsd (grafico daily) – Forzati i supporti di breve periodo
La stessa tecnica la utilizziamo su una scansione temporale che diventa settimanale. Come si può vedere dal grafico EurUsd ha fermato il suo ribasso esattamente sul primo supporto utile, lo stesso che a novembre 2017 aveva fermato in area 1.15 la correzione. Anche scendendo sotto questo livello posizionato in area 1.20, il cuscinetto di supporto che si troverebbe EurUsd sarebbe talmente consistente da escludere possibili movimenti oltre 1.171, il 38.2% di tutto il rialzo cominciato nel corso del 2017.
EurUsd (grafico weekly) – … ma non quelli di lungo
Spot EurUsd: 1.2210
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.2163,1.2153,1.2090) Resistenze (1.2413,1.2476,1.2522)
Strategia: Flat in attesa di segnali tecnici più chiari
Stop loss: /
Take profit: /
Continua la stancante fase di trading range che ormai va avanti dalla metà di gennaio senza trovare un vero e proprio sbocco. Il 2 maggio la Federal Reserve deciderà sui tassi che probabilmente rimarranno invariati, ma il vero tema sta diventando l’inflazione. Le decisioni di Trump sui dazi ed i rischi geopolitici hanno infiammato le materie prime. Il petrolio WTI ha accelerato fin sotto i 70 $ al barile, un guadagno superiore al 10% da inizio anno ed addirittura del 30% negli ultimi 12 mesi. Anche il mondo dei metalli sta performando bene con alluminio, nickel ed altre materie prime industriali che vivono una fase id tensione non tanto legata a prospettive di crescita tumultuosa quanto al doppio rischio dazi-geopolitica.
Tutto questo si è tradotto in attese di inflazione in America che hanno superato il 2.2%, il massimo dal 2014 e chiaramente questo ha spinto al rialzo i tassi di interesse americani che hanno fatto registrare un nuovo spread rispetto ai titoli europei. Un bond a 2 anni americano rende quanto un titolo a 30 anni spagnolo e oltre 10 volte di più di un titolo a 7 anni tedesco.
Il mese di maggio potrà fornire nuovi stimoli a mercati finanziari che rimangono comunque incerti e senza grande visibilità. Equity e bond non stanno fornendo nessun contributo di rendimento finora e questo accresce il nervosismo proprio alla vigilia di maggio, il tipico periodo in cui si cominciano a tirare i primi bilanci sull’andamento del primo semestre. Crediamo valga la pena anche fare un piccolo focus su quelli che saranno i dati macro che potranno fare da market movers per EurUsd nel mese di maggio. Oltre al FOMC il 2 maggio, attenzione a bilancia commerciale il 3, disoccupazione il 4 ed inflazione il 10. Il 23 maggio cruciale la pubblicazione dei verbali del FOMC di maggio da parte della FED.
Dal punto di vista tecnico non c’è molto da dire. Il mercato è letteralmente congelato con EurUsd che si muove in uno stretto range 1.21-1.24 ed anche il Dollar Index esprime bene il concetto dal punto di vista grafico.
Il tentativo di break ribassista di febbraio è rientrato, ma il Dollaro non è mai riuscito ad andare oltre quella zona di 91 che alimenterebbe attese bullish di breve periodo più consistenti; a quel punto infatti la tendenza ribassista in essere da inizio 2017 sarebbe violata con inevitabili ripercussioni anche su EurUsd che potrebbe andare a parare in area 1.19/1.20.
Dollar Index (grafico daily) – Superare 91 rilancerebbe il bull market
Per quello che riguarda EurUsd abbiamo visto un tentativo di affondo al di sotto della trend line rialzista che guida da aprile 2017 proprio sul finire della settimana. Lo spessore delle Ichimoku cloud e l’assenza di analogo segnale da parte della lagging line ci fanno propendere per un tentativo destinato a non avere successo. Ovviamente la zona critica è quella rappresentata da 1.22-1.215 al di sotto della quale potremmo avere un inaspettato rally del Dollaro fino a 1.20. Fino a quel momento la lateralità dovrebbe rimanere lo scenario da preferire.
EurUsd (grafico daily) – tentativo di inversione di tendenza in corso
Spot EurUsd: 1.2300
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.2240,1.2153,1.2090) Resistenze (1.2476,1.2522,1.2536)
Strategia: Long a 1.2210
Stop loss: 1.2240
Take profit: 1.2500
*Manteniamo stop loss a 1.2240
Settimana che sarà come sempre ricca di dati macro economici provenienti dagli Stati Uniti. Il dato sulla disoccupazione sarà certamente quello più importante ed in grado di movimentare il mercato dei cambi. Le attenzioni degli investitori sono sempre rivolte alle decisioni di Trump relativamente all’imposizione di barriere doganali all’import. Leggermente più morbido rispetto alle dichiarazioni iniziale, Trump sta comunque turbando gli equilibri dei mercati azionari mentre nel mondo valutario permane una certa tranquillità. La Cina intanto ha risposto all’America imponendo decine di dazi sui prodotti made in USA.
EurUsd continua così a navigare a vista all’interno di un range piuttosto ristretto tra 1.22 e 1.25. I dati su bilancia commerciale ed inflazione crediamo influenzeranno certamente l’andamento di un rapporto di cambio che con il passare del tempo è diventato sempre più insensibile alle decisioni di politica monetaria della Fed. Nonostante la certezza che ha il mercato di tre rialzi nel costo del denaro americano, i movimenti di EurUsd sono stati quasi impercettibili, segno che gli investitori guardano ad altro prima di posizionare i loro trade.
Dall’Europa continuano intanto ad arrivare segnali contrastanti. I dati economici sono positivi, ma gli indici CESI (Citigroup Economic Surprise Index) continuano a deludere le aspettative degli economisti. In parole povere l’economia cresce ma ad un passo minore del previsto e questo potrebbe influenzare la politica monetaria della BCE. Non è un caso che il rendimento del Bund decennale tedesco in poche settimane è scivolato da 0,80% a 0,50%. Meno aspettative inflazionistiche, meno aspettative di rialzo dei tassi da parte della BCE.
La settimana scorsa abbiamo parlato di Adx ed aggiorniamo quindi il valore di questo indicatore di forza del trend scivolato sotto quota 10. Qualcosa sta per succedere sulla volatilità di EurUsd e crediamo che non dovremo aspettare nemmeno tanto. Le bande di Bollinger sono un altro modo per misurare il nervosismo del mercato ed ancora una volta capiamo come la struttura tecnica orizzontale del trading range presto dovrà fare i conti con la bullish trend line. Manteniamo fermo il nostro stop loss (che ha già consolidato qualche pips di profit) pronti ad incrementare il long sopra 1.25.
EurUsd (grafico daily) – volatilità sempre in contrazione
Un segnale bullish di lungo periodo, questo quello che è emerso dalla metà del 2017 su EurUsd. Un grafico a candele trimestrali abbinato ad un Macd a 6 mesi ed il gioco sembra fatto. Impressionante la somiglianza con il 2002-2003 quando il mercato realizzò come ora quattro trimestri consecutivi di massimi crescenti andando addirittura oltre (seguirono infatti altri quattro trimestri di rialzo). EurUsd era reduce dal minimo storico di 0.82 e come nel 2016-2017 servirono diversi trimestri prima di una ripartenza definitiva. Dal punto di vista tecnico sembra proprio che EurUsd sia in rampa di lancio anche se, tra 1.23 e 1.26, si presentano davanti al cambio una serie impressionante di resistenze che metteranno a dura prova la forza dei compratori.
EurUsd (grafico quarterly) – segnale bullish di lungo periodo
Spot EurUsd: 1.2330
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.2204,1.2153,1.2090) Resistenze (1.2446,1.2555, 1,2569)
Strategia: Long a 1.2210
Stop loss: 1.2210
Take profit: 1.2500
*Confermata la strategia long
Una settimana interlocutoria sta accompagnando i mercati valutari verso il FOMC previsto per il 21 marzo. L’attesa non è tanto legata allo scontato rialzo del costo del denaro che passerà da 1.50% a 1.75%, quanto piuttosto per la cosiddetta forward guidance che Powell intende dare alla politica monetaria americana per i prossimi mesi. Inutile negare che le sorti del Dollaro passeranno anche da qui senza dimenticare che dal punto di vista tecnico il cambio EurUsd si sta trovando davanti resistenze di lungo periodo molto importanti come quelle disegnate tra 1.25 e 1.28.
Prima però di parlare di analisi tecnica non possiamo non sottolineare come lo scenario politico americano e geopolitico mondiale è soggetto a forti oscillazioni e tensioni.
In Asia il Presidente cinese è riuscito a modificare gli statuti governativi per assicurarsi una carica a vita e questo renderà ancora più monolitiche e direzionali le scelte politiche ed economiche di Pechino.
Negli Stati Uniti ormai non passa mese in cui Trump mette mano a qualche modifica all’interno del suo staff. La settimana scorsa prima Tillerson e poi il consigliere per la sicurezza nazionale il Generale McMaster hanno dovuto ascoltare da Trump la nota parola “Fired”. Se queste scelte danno instabilità alla guida politica americana, le nuove tensioni (e sanzioni) che Stati Uniti, probabilmente con l’appoggio della Gran Bretagna, vorranno andare ad applicare alla Russia per la colpevolezza su cyberattacchi e avvelenamento di ex spie, non contribuiscono certo ad allentare la tensione.
In Europa da segnalare un dato inferiore alle attese del tasso di inflazione, un evento che rischia di allontanare l’esaurimento del piano di riacquisto titoli (QE) ed il conseguente rialzo dei tassi di interesse da parte della BCE.
L’analisi tecnica conferma lo stato di attesa dei mercati. EurUsd che, come previsto sta ritrovando una fase di trading range utile soprattutto agli scalpers intraday. Manteniamo fermo lo stop protettivo del nostro trade long anche perché gli scenari al momento sono assolutamente aperti ad ambo le direzioni e sarà probabilmente la Fed a definire la direzione futura. Continuiamo a non escludere una discesa in area 1.20/1.21 dove si posizionano diverse importanti proiezioni di supporto come la bullish trend line e la linea che unisce i recenti minimi di febbraio. Nel caso dovesse essere colpito il nostro stop fisseremmo comunque una soglia di re ingresso long a 1.2050.
EurUsd (grafico daily) – prosegue il trading range
Le bande di Bollinger confermano comunque che fino al 21 marzo difficilmente assisteremo ad una direzionalità più decisa. Tra upper e lower band la distanza è di poco superiore ai 200 pips, ma come si vede dall’indicatore storico di ampiezza della banda potremmo assistere ad un ulteriore restringimento prima di un po’ di volatilità. Stesso discorso per l’indicatore di forza Adx in calo costante da inizio febbraio ma ancora sopra i 20 punti. Solitamente serve una discesa fin sotto a 15 per ristabilire le condizioni ideali per una fase direzionale di EurUsd.
Dollar Index (daily) – volatilità ancora in calo