Spot EurUsd: 1.1470
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1430, 1.1290,1.1145) Resistenze (1.1720,1.1815,1.1996)
Strategia: Long a 1.1530
Stop loss: 1.1430
Take profit: 1.1720
Mercati azionari sempre molto nervosi la settimana scorsa con i verbali dell’ultimo meeting Fed che hanno di fatto confermato come la Fed tirerà dritto sui tassi di interesse alzando probabilmente il costo del denaro già nel mese di dicembre.
I grandi investitori internazionali stanno cominciando ad approcciare le elezioni di mid terms americane in modalità volatilità, uno scenario che era possibile prevedere e che da tempo avevamo pronosticato su queste pagine. Inevitabile la domanda che si pongono i mercati circa la strada che potrebbero prendere in futuro qualora la linfa fornita da Trump in questi mesi dovesse venire meno a causa di un minore favore politico nel Congresso.
L’Asia a sua volta continua a rimanere debole sui timori che un rallentamento cinese possa frenare la crescita dell’intera area economica. I dazi americani sono realtà ed i dati macroeconomici modest,i soprattutto dei prezzi alla produzione cinesi, stanno testimoniando come l’easing monetario che sta cercando di adottare Pechino ha un suo fondamento visto che le tensioni inflattive si stanno affievolendo.
Poi c’è l’Europa, un continente che ha già vista partire una lunga campagna elettorale che culminerà con le elezioni europee di maggio. Il timore che i partiti più estremi possano guadagnare posizioni in Parlamento come in Italia, è tangibile e questo crea incertezza. In Italia le pressioni sui tassi di interesse permangono con lo scontro UE-Governo italiano che rimane alto e che è culminato venerdì con il taglio del rating italiano a Baa3 da parte di Moody’s seppur con outlook stabile. Siamo ad un gradino dal rating junk (spazzatura).
Lato analisi tecnica EurUsd continua a premere sui supporti di 1.143/1.15 senza per ora sfondare. Un nuovo affondo al di sotto di questo livello tecnico stavolta crediamo che potrebbe essere fatale per l’Euro, una situazione inevitabile dopo il lungo consolidamento di cui è protagonista EurUsd dalla primavera. Uno scenario che, visto il bassissimo livello di volatilità raggiunta, crediamo potrebbe prendere corpo all’improvviso con un movimento importante al di sopra o al di sotto dei supporti. Considerando che sono questi ultimi sotto pressione è proprio alla zona di 1.14 che guardiamo con attenzione. Il cedimento del minimo di inizio mese alimenterebbe un calo che possiamo a questo punto pronosticare fino a zona 1.10.
Rimaniamo lunghi di EurUsd confortati dal bullish engulfing pattern di venerdì.

EurUsd (grafico daily) – ancora una candela bullish su EurUsd, sarà la volta buona?
Volatilità bassa combinata a tassi di variazione annui ancora molto modesti (poco meno di -1%) rappresenterebbero in caso di rottura dei supporti un altro volano importante in grado di alimentare il ribasso. La storia di EurUsd infatti ci mostra come solo con variazioni annue inferiore a -10% un bottom primario del cambio sarebbe nell’aria. Questo è l’elevato di maggior rischio da monitorare con attenzione per la nostra attuale strategia long.

EurUsd (grafico monthly) – la variazione annua di EurUsd non appare ancora compatibile con un bottom primario
Spot EurUsd: 1.1580
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1430, 1.1290,1.1145) Resistenze (1.1720,1.1815,1.1996)
Strategia: Long a 1.1530
Stop loss: 1.1430
Take profit: 1.1720
I mercati finanziari all’improvviso si risvegliano da quella bassa volatilità che li aveva accompagnati, almeno in America, fino alla fine dell’estate. La drammatica seduta di mercoledì in cui il Nasdaq ha perso oltre il 4% ha evidenziato alcune crepe in uno dei bull market più longevi della storia. Le affermazioni piuttosto forti di Trump che ha definito “crazy” la Federal Reserve nel suo perseverare nel rialzo dei tassi di interesse, ha generato tensioni che hanno favorito beni rifugio come l’oro ma non hanno favorito il Dollaro statunitense. Stranamente il biglietto verde ha infatti mantenuto le posizioni nei confronti dell’Euro nonostante un ulteriore allargamento dello spread tra TBond e Bund oltre 265 punti base.
Le tensioni commerciali e politiche tra Cina e Stati Uniti hanno ulteriormente aumentato la volatilità con il Ministro del Tesoro statunitense che ha accusato i cinesi di applicare una svalutazione competitiva sul Renmimbi che ovviamente danneggia (e rende vani) i dazi imposti dall’amministrazione Trump. Non a caso il deficit con la Cina continua ad allargarsi.
In Europa prosegue la fase di incertezza legata alla situazione italiana. Il Governo giallo verde non sembra infatti intenzionato a fare marcia indietro sulla riduzione del rapporto deficit/Pil e questo continua a danneggiare i titoli di stato italiani con spread verso il Bund tedesco saliti sopra i 300 punti base. Bruxelles ha inviato una lettera a Roma intimando il Governo Conte a cambiare impostazione, ma se la risposta non sarà esaustiva le agenzie di rating probabilmente a fine mese procederanno con un taglio di rating che danneggerebbe inevitabilmente i tassi di interesse pagati dall’Italia. L’Euro tutto sommato regge a conferma che per ora il rischio Italia è considerato come locale e questo lo si percepisce dal mancato effetto contagio verso altri debiti come quello di Spagna e Portogallo.
Dal punto di vista tecnico EurUsd continua a fornire segnali contrastanti. In una fase in cui avremmo dovuto assistere ad una caduta dell’Euro per l’effetto combinato di flight to quality, allargamento del differenziale tassi Usa-Europa e tensioni italiane, nulla di tutto ciò si è verificato. Che il mercato stia fornendo dei segnali? Possibile ed è per questo che bisogna rimanere aperti ad ogni eventualità, bullish o bearish che sia. L’analisi tecnica classica sembra suggerire la formazione di un testa e spalla rialzista su EurUsd. L’ottima tenuta del supporto di 1.15 ha dimostrato la forza di questo importante livello tecnico ed ora con grande attenzione va guardata area 1.18, zona di transito della neck line.

EurUsd (grafico daily) – segnali bullish dagli oscillatori
Fino a quando le Ichimoku cloud su scala weekly non confermeranno la rottura ribassista del cuscinetto di supporto le nostre preferenze vanno per il lato bullish. Come si vede dal grafico i prezzi spot stanno tentando di violare al ribasso i supporti, ma la lagging line è ancora lontana da questo evento tecnico che confermerebbe la definitiva caduta dell’Euro nel medio periodo.

EurUsd (grafico weekly) – nessun segnale bearish dalla tecnica Ichimoku Cloud
Spot EurUsd: 1.1480
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1460, 1.1290,1.1145) Resistenze (1.1815,1.1996, 1.2155)
Strategia: Long sopra 1.1820 o short sotto 1.1450
Stop loss: 1.1730 (long) oppure 1.1550 (short)
Take profit: 1.1996 oppure 1.1290
Hanno preso di sorpresa i mercati le parole del Presidente della Fed Powell mercoledì scorso. In un evento a Washington Powell ha confermato l’opera di normalizzazione della politica monetaria tuttora in corso mettendo in evidenza le prospettive “incredibilmente positive” per l’economia americana. Powell ha poi aggiunto che non ci sono motivi per pensare che il corrente ciclo di espansione economica possa essere prossimo alla fine, anzi potrebbe proseguire per un periodo indefinito. Parole che hanno spinto in giù in modo pesante i prezzi dei bond americani sulla parte lunga della curva, ma anche riacceso le speculazioni su un inasprimento maggiore del previsto in termini di rialzo del costo del denaro nel 2019. Allargato ulteriormente lo spread tra TBond e Bund tedesco, il Dollaro ha così tentato di forzare 1.15 contro Euro.
Europa che a sua volta si trova in difficoltà per due problemi principali che proprio ad ottobre rischiano di appesantire il clima. Le trattative sulla Brexit appaiono ancora una volta in stallo, ma anche la situazione politica italiana sta mettendo di nuovo in evidenza la spaccatura che c’è tra Commissione Europea e Governo nazionale. La manovra di bilancio che verrà valutata da Bruxelles dopo la metà di ottobre rappresenterà un bel banco di prova, ma intanto il parere negativo è già stato esplicitato con una lettera ufficiale che rischia di rendere certo il taglio di rating a fine mese sul debito italiano.
Volatilità quindi che comincia ad alzarsi su EurUsd, una situazione che l’analisi tecnica aveva previsto e che richiederà molta attenzione nell’apertura di nuove posizioni di trading visto che le prospettive di guadagno saranno molto corpose, ma i falsi segnali saranno altrettanto pericolosi.
Le divergenze evidenziate la settimana scorsa stanno esplicando in pieno i loro effetti ma volutamente abbiamo posizionato il livello di ingresso short al di sotto del gettonatissimo (tra i trader) livello di supporto di 1.15. Il rischio di trappole per orsi è molto alto quando la volatilità è così compressa quindi meglio agire con prudenza rischiando di perdere qualche decina di pips di potenziale guadagno. Riprendiamo il grafico della settimana scorsa per due motivi. L’importanza della barriera di supporto di 1.15 che, salvo una parentesi ad agosto, sostiene EurUsd da oltre un anno, e poi l’andamento dell’oscillatore stocastico.
Tutti i casi di bottom registrati nell’ultimo anno avevano un oscillatore in ipervenduto. Sotto questo punto di vista ci siamo ma appare ancora prematuro pensare ad un long EurUsd; come sempre servono le conferme da parte dei prezzi per avvalorare una view bullish su EurUsd.

EurUsd (grafico daily) – parola d’ordine abbattere 1.15
Qualche mese fa presentammo su queste pagine il grafico mensile di EurUsd abbinato alla variazione percentuale annuale (ROC a 12 mesi). Quella figura ci servì per mostrare come il test di area 1.25 rappresentava un evento cruciale tecnico, sia perché andava a testare la trend line ribassista di lungo periodo, sia perché coincideva con un tasso di variazione annuo superiore al 15%. Se vale il detto trend is your friend, quello si rivelò un eccezionale momento tecnico per shortare EurUsd visto che i casi precedenti di variazione superiore al 15% si tramutarono di lì a breve in un ribasso importante dell’Euro. Tutto si sta riproponendo ora e tendenzialmente, sulla base di questo modello, potremmo dire che non assisteremo ad un esaurimento della pressione ribassista fino a quando EurUsd non vanterà un bilancio annuo percentuale inferiore a -10%.

EurUsd (grafico monthly) – “trend is your friend” per il biglietto verde
Spot EurUsd: 1.1575
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1525, 1.1290,1.1145) Resistenze (1.1815,1.1996, 1.2155)
Strategia: Long sopra 1.1820 o short sotto 1.1410
Stop loss: 1.1560 (long) oppure 1.1815 (short)
Take profit: 1.2150 oppure 1.1290
Il meeting della Fed della scorsa settimana ha aumentato il costo del denaro di 25 punti base come previsto portando i tassi sopra il 2%. I mercati a questo punto si aspettano un altro aumento entro fine anno e due ritocchi all’insù nel 2019, prospettive che non piacciono a Trump il quale non ha esitato a dichiarare che non è per nulla contento della decisione del FOMC.
Powell però va avanti per la sua strada e la risposta agli attacchi di Trump è stata misurata e legata alle informazioni economiche di cui dispone attualmente la Fed. Piena occupazione, inflazione salariale in moderato rialzo, Pil allineato alle previsioni. Lo stesso Powell ha però ribadito che la politica dei dazi nel lungo termine potrebbe provocare problemi all’economia e che la traiettoria del debito è insostenibile. Se l’economia dovesse rallentare, tassi più bassi sono garantiti ha detto Powell.
In Europa intanto sorprende al rialzo l’inflazione tedesca e Draghi aveva effettivamente anticipato le sorprese positive in tal senso. Il 2,2% su base annua supera il 1.9% che si aspettavano i mercati ed innervosisce i tedeschi che ovviamente si ritrovano con risparmi remunerati ormai da tempo a tassi reali negativi. La situazione italiana rimane al centro dell’attenzione con la manovra di bilancio che mantiene uno stato di tensione e nervosismo attorno ai titoli di stato italiani e di conseguenza dell’Euro. Il governo giallo verde di maggioranza non ha seguito le linee guida indicate dal Ministro dell’Economia Tria con l’asticella del rapporto deficit / pil spostato al 2.4%.
Immediata la reazione negativa dei titoli di stato italiani con il deprezzamento dell’Euro.
Dal punto di vista tecnico il mancato superamento dell’area 1.18 non ha per ora fornito la conferma di quella figura di testa e spalla che proietterebbe EurUsd sopra 1.20. Tutto da rifare per i tori ed ipotesi trading range con base 1.15 ancora in piedi. Le divergenze oscillatori prezzi sembra aver risolto la questione a favore degli orsi con la questione italiana che dovrebbe favorire un riposizionamento del cambio nella parte bassa di questo range che va avanti da maggio.

EurUsd (grafico daily) – la trappola per tori si è completata
Continuiamo però a battere il tema della volatilità di EurUsd che sta per arrivare e questo spiega la nostra strategia long short al superamento di certi livelli tecnici. Riproponiamo il grafico basato sulle bande di Bollinger. La distanza tra upper e lower band è arrivata ai minimi da settembre 2016, poco più di 300 pips. Ha senso quindi piazzare un ingresso long sopra la upper band e short sotto la lower. Nei tre casi precedenti di compressione della volatilità il seguito ha visto un range del movimento successivo compreso tra gli 800 pips di dicembre 2017 – febbraio 2018 ai 1500 del periodo aprile-settembre 2017. Il bearish engulfing pattern settimanale sembra spostate la bilancia dalla parte dei tori, ma ovviamente molto importante sarà la gestione degli stop loss per evitare falsi segnali.

EurUsd (grafico weekly) – volatilità in contrazione, opportunità in arrivo
Spot EurUsd: 1.1680
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1640, 1.1525, 1.1290) Resistenze (1.1810,1.1996, 1.2155)
Strategia: Long sopra 1.1810
Stop loss: 1,1640
Take profit: 1.2000
Salgono le attese per il meeting della FED di questa settimana con i mercati che mettono sotto pressione i tassi americani innalzando tutta la curva dei rendimenti. Le scadenze brevi e quelle lunghe hanno infatti visto un’accelerazione di pari intensità con il TNote decennale che ha toccato il 3.10%.
I motivi sono certamente legati all’aumento anche delle aspettative di inflazione complice un prezzo del petrolio che tocca nuovi massimi sulle rinnovate tensioni in Medio Oriente. Wall Street intanto festeggia ancora ritoccando i massimi storici e Trump non perde l’occasione con un tweet “congratulantions America” che dovrebbe alimentare ulteriormente la fiducia di consumatori ed imprese americane.
Il Dollaro non sembra però aver beneficiato di questo aumento dei rendimenti rispetto alle altre aree del mondo, un segnale di debolezza di cui prendiamo atto e che grazie all’applicazione di uno stop loss ravvicinato ha impedito una eccessiva dilatazione della perdita sul trade della settimana scorsa.
Aumentano intanto le pressioni sul commercio mondiale dopo la notizia del WSJ che vedrebbe la Cina pronta a rompere le trattative con gli Stati Uniti sui dazi.
In Europa i mercati si sono tranquillizzati con una contrazione dello spread tra BTP e Bund dopo le rassicurazione arrivate dal Ministro del Tesoro italiano Tria circa il rispetto degli obblighi di bilancio imposti dall’Unione Europea. Il differenziale tra Italia e Germania è sceso così sotto i 250 punti base favorendo per l’appunto la ripresa dell’Euro non solo contro Dollaro, ma anche contro Yen con la netta rottura della resistenza di 131 commentata la settimana scorsa.
Draghi ha però stupito i mercati dicendo che l’inflazione core in Europa salirà in modo vigoroso, rilanciando in un colpo solo la speculazione su un rialzo anticipato dei tassi ed un aumento di valore dell’Euro.
Dal punto di vista tecnico il superamento delle resistenze ha generato un allungo che sembra aver chiuso la figura di testa e spalla rialzista. A questo punto la chiusura sopra le neck line preluderebbe ad un ritorno verso 1.21, obiettivo teorico di figura che però crediamo debba vedere il contestuale superamento della solida resistenza di 1.18 prima di avere la certezza che la debolezza del Dollaro si farà più accentuata nelle prossime settimane. A questo punto può avere senso azzardare il long alla rotture delle resistenze con uno stop sotto 1.1650.

EurUsd (grafico daily) – Testa e spalla rialzista formalizzato
A supporto di questo scenario bullish ci sarebbe anche l’analisi tecnica su base mensile. Ad agosto è stata foramlizzata sul Dollar Index una shooting star e se settembre dovesse chiudere su questi livelli verrebbe completata anche una figura di bearish engulfing pattern.
Prima di chiamare un sell Dollar più convinto servirebbe però la violazione definitiva dei supporti di 94 (1.18 su EurUsd). Vedremo se la decisione della Federal Reserve sui tassi di questa settimana influenzerà in modo decisivo l’andamento del cambio.

Dollar Index (grafico monthly) – figure di inversione di tendenza in formazione
Spot EurUsd: 1.1615
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1520, 1.1290, 1.1120) Resistenze (1.1720, 1.1790,1.1850)
Strategia: Entriamo short a 1.17
Stop loss: 1,1790
Take profit: 1.1520
Riprendiamo le nostre consuete analisi di EurUsd da un punto di poco superiore a quella zona di 1.15 che avevamo individuato come cruciale per sancire l’inversione di tendenza definitiva del rapporto di cambio più scambiato al mondo. Il Dollaro americano ha mancato per ora il colpo del K.O. verso l’Euro grazie alla colomba Powell che in quel di Jackson Hole è apparso decisamente più cauto sul passo da tenere sul rialzo dei tassi americani, quasi in linea con il Presidente Trump che aveva auspicato una minor aggressività nell’inasprimento del costo del denaro.
Se infatti il Presidente della Fed si è vestito per un attimo da Draghi annunciando che verrà fatto tutto quello che serve per frenare l’inflazione, dall’altra ha gelato la speculazione annunciando rialzi graduali dei tassi con la Fed che cercherà di evitare di muoversi troppo in fretta strozzando la ripresa o troppo lentamente lasciando scappare l’inflazione.
In realtà il movimento di EurUsd ha una forte connotazione tecnica di cui parleremo tra poco nella sezione dedicata.
L’impressione è quella di una valuta unica europea che ha il potenziale di muoversi al rialzo ma che risulta bloccata nelle sue ambiziosi dalle divisioni politiche che si stanno creando all’interno dell’Eurozona con l’Italia che rischia di essere il classico guastafeste. Lo spread italiano verso la Germania continua ad aumentare ed i 300 punti base appaiono un livello che il mercato potrebbe andare a toccare prima della presentazione della manovra di bilancio autunnale del Governo italiano. Se la BCE avesse voluto voglia di normalizzare la politica economica prima della fine del mandato di Draghi, l’andamento dei BTP italiani sembrerebbe sconsigliare una scelta troppo rapida su questo fronte.
Ad agosto EurUsd è sceso fino al supporto di 1.13 prima di riprendere con vigore la marcia rialzista andando a chiudere sopra 1.15. Questo era il livello che serviva per evitare una pericolosa rottura bearish. I supporti che avevamo segnalato nei precedenti articoli hanno quindi retto, le divergenze tra prezzo ed Rsi hanno fatto il loro lavoro, la sequenza ribassista partita da 1.25 ad inizio 2018 si è esaurita in 5 sotto onde.
A questo punto lo scenario più probabile a nostro modo di vedere è quello di uno stop temporaneo nel rialzo poco sopra quel 1.17 che rappresenta il 38.2% del ribasso nonché il limite della quarta onda ribassista. L’Rsi ancora lontano dall’ipercomprato sembra suggerire l’eventualità di uno scenario di Euro ben comprato ancora per diverse sedute.

EurUsd (grafico daily) – soffiano venti italiani sull’Euro
E che per EurUsd i livelli di resistenza raggiunti nell’ultima parte di agosto sono cruciali lo si capisce anche osservando il grafico del cambio su scala daily basato sulla tecnica di Ichimoku. La cloud o nuvola è statainteressata proprio in questi giorni e vista la rapidità del rimbalzo appare plausibile pensare quanto meno ad una fase di riflessione che in effetti sta prendendo corpo. Tenteremo un ingresso short EurUsd sul nuovo retest di 1.17.

EurUsd (grafico daily) – Ichimoku conferma l’importanza di area 1.17/1.18
Spot EurUsd: 1.1400
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1300, 1.1190, 1.1120) Resistenze (1.1500, 1.1630,1.1750)
Strategia: Flat in attesa di segnali
La tempesta che sta investendo paesi emergenti come la Turchia ha un minimo comune denominatore che si chiama Trump e la sua politica delle sanzioni. Nuove contro la Russia per la spy story di qualche mese fa, possibili per la Turchia sulla quale girano ormai da giorni rumors di misure che metterebbero in ginocchio l’economia turca. Intanto Trump ha provveduto ad assestare un primo colpo con l’introduzione di dazi su acciaio ed alluminio turchi. Questa volatilità sui mercati emergenti era altamente probabile considerato che l’ottavo mese dell’anno è uno dei più negativi dal punto di vista stagionale.
In America intanto comincia la lunga campagna elettorale che ci porterà alle elezioni di mid terms e che, c’è da scommetterci, vedrà Trump ancora protagonista con attacchi a quelli che erano i suoi nemici nella campagna elettorale presidenziale. Gli sbilanci nei deficit commerciali stanno sfociando in una guerra che costringe paesi come la Cina a rispondere nell’immediato con nuovi dazi contro gli Stati Uniti in una spirale che rischia di diventare pericolosa anche perché sta contagiando l’intera panorama valutario. La recente debolezza della Sterlina e la forza del Franco svizzero chiariscono ad esempio come si muovono i capitali sull’onda del nervosismo, per non parlare poi del mondo emergente da sempre assetato di capitali occidentali.
Il calo del prezzo del petrolio (e delle materie prime in genere) dovrebbe permettere all’inflazione di raffreddarsi e questo potrebbe rappresentare un punto a favore della politica monetaria americana che, al di là del rialzo ormai scontato al 90% di settembre, potrebbe rallentare il passo alleggerendo anche la pressione in acquisto sul Dollaro americano.
In Europa la situazione appare abbastanza fluida dal punto di vista macro economico con la locomotiva tedesca in rallentamento evidente e la politica italiana sempre in grado di mantenere sotto pressione l’Euro. I problemi però potrebbero venire da fuori all’Unione. L’incertezza legata alla Brexit ma soprattutto l’esposizione degli istituti bancari europei verso la Turchia rendono incerta la situazione. La debolezza della fine della settimana scorsa è esemplificativa. L’esposizione del sistema bancario europeo verso la Turchia è importante (soprattutto in Spagna) ed un blocco dei capitali o addirittura il default metterebbero ancora sotto pressione la moneta unica europea. Stavolta però Draghi sarebbe impotente.
L’analisi tecnica sembra proprio dirci che la rottura del triangolo ribassista accennata la settimana scorsa ha trovato un seguito con il break prima di 1.15 e poi successivamente del 50% di ritracciamento dell’intero rialzo cominciato nel 2017 a 1.145. Ora si aprono le prospettive per un allungo fino all’obiettivo teorico della figura tecnica di continuazione, ovvero 1.13. Qui saremo di fronte ad un crocevia tecnico importantissimo per il futuro di EurUsd.

EurUsd (grafico daily) – rottura ribassista formalizzata
Non è detto però che la forza del Dollaro sia destinata ed esaurirsi a breve. Come vediamo dal secondo grafico Il tasso di variazione di EurUsd a 12 mesi è sì negativo ma ancora non al di sopra di quel -10% che durante questo bear market di EurUsd ha intercettato o anticipato dei bottom primari. Difficile quindi assistere ad una ripartenza dell’Euro nell’immediato.

EurUsd (grafico monthly) – per il Dollaro ancora margini di rialzo
Spot EurUsd: 1.1560
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1505, 1.1450, 1.1300) Resistenze (1.1745,1.1800,1,1850)
Strategia: Flat in attesa di segnali
Stop loss: /
Take profit: /
Nemmeno la Federal Reserve ha sbrogliato la matassa di quale direzione prenderà EurUsd nei prossimi mesi anche se dal punto di vista tecnico il baricentro si è adesso spostato nella parte basse del trading range con supporti molto delicati che cominciano ad essere interessati, ma ne parleremo in seguito.
La settimana è stata caratterizzata dalle solite manovre verbali sui dazi di Trump con obiettivo soprattutto la Cina, e dal meeting di una Fed che sembra aver intenzione di proseguire dritta per la strada di un nuovo rialzo a settembre.
Powell è forte di una crescita del 4% del Pil, ma anche di un tasso di inflazione sopra al 2% ed una sostanziale piena occupazione che rischia di innescare un po’ di pressione sui salari. La Fed non vuole rischiare di farsi trovare impreparata in caso di accelerazione dell’inflazione magari causata dagli stessi dazi ed allo stesso tempo vuole preparare le munizioni per la prossima recessione economica. Mentre BCE e BOJ, per citare due esempi, con i loro tassi a zero non potrebbero fare molto per fronteggiare una nuova crisi economica (se non riportare in auge il QE), la Fed può cominciare a ragionare su una manovra di riduzione del costo del denaro se l’economia richiedesse tale manovra. Il mercato immobiliare sta cominciando a subire la pressione di tassi sui mutui più elevati, ma è sempre e soprattutto la curva dei rendimenti a mostrare un’inclinazione sempre minore, segno di un mercato che segnala alla banca centrale come ogni rialzo, da adesso in avanti, rischia di danneggiare la crescita.
Attenzione anche al mese di agosto, tradizionalmente volatile per il mondo forex, ma non solo. La battaglia sui dazi tra USA e Cina assomiglia sempre più ad un’escalation (anche i cinesi hanno dichiarato di essere pronti ad inserire aggravi di prezzo sulle merci americane) ed è probabile che prima delle elezioni statunitensi di mid terms di novembre i toni possano inasprirsi ancora generando tensione e volatilità.
Forte della volontà di Powell di proseguire con il rialzo dei tassi, a questo punto su EurUsd non resta che attendere il comportamento del mercato nei prossimi giorni con la chiusura di questa fase triangolare verso il basso che potrebbe adesso generare uno scalino immediato verso 1.12/1.13, zona di transito del 61.8% di ritracciamento dell’intero rialzo cominciato nel 2017 a 1.034.

EurUsd (grafico daily) – rottura ribassista in corso
Un aspetto intermarket che potrebbe farci pensare ad una difficoltà del Dollaro, almeno in questa fase, a rompere i livelli di supporto chiave nel rapporto di cambio EurUsd (qui presentato su scala inversa) è l’andamento divergente con l’oro. Normale correlazione negativa tra Dollaro e Oro, ma il metallo giallo si trova su supporti degni di nota in area 1200 con l’esposizione net long degli hegde fund che continua ad assottigliarsi ed ormai prossima a livelli che negli ultimi 10 anni hanno favorito la formazione di un bottom primario. Siamo forse all’ultima chiamata per l’oro. Se area 1200 non dovesse tenere il trend diventerebbe inevitabilmente bearish e specularmente bullish per il Dollaro.

EurUsd e Oro (grafico daily) – oro e dollaro perfetta correlazione negativa
Spot EurUsd: 1.1600
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1505, 1.1445) Resistenze (1.1800,1,1845,1.1968)
Strategia: Long a 1.1590
Stop loss: 1.1450
Take profit: 1.1800
Il meeting BCE della settimana scorsa è arrivato dopo la FED ed ha deluso chi si aspettava un cambio di passo da parte di Francoforte. Mario Draghi ha confermato come la ripresa è in corso, l’inflazione si sta normalizzando, ma il circuito economico europeo richiede ancora una politica monetaria accomodante. Probabilmente Draghi si è reso conto che i tanti dati macro anticipatori usciti questo mese (Zew e IFO tedeschi, indicatori Pmi) stanno preparando il terreno ad un nuovo rallentamento economico nel Vecchio Continente complici anche gli scontri commerciali in atto con gli Stati Uniti.
Nel dichiarare la riduzione del piano di stimolo di riacquisto di bond a 15 miliardi da settembre a dicembre per poi abbandonare definitivamente la strada del QE nel 2019, Draghi ha però anche abbinato la dichiarazione di una politica dei tassi zero (anzi sottozero) per tutta l’estate 2019. Chissà se il presidente italiano sarà il primo esponente nella giovane storia della BCE a non alzare i tassi di interesse durante il suo mandato.
Tutto questo ha deluso un mercato che è tornato sul Dollaro nonostante Trump faccia di tutto per evitarlo. Le dichiarazioni di nuovi dazi verso la Cina non dovrebbero essere bullish per il biglietto verde, ma ormai è chiaro che quando serve un flight to quality (e venerdì è stato molto negativo per il petrolio ed alcuni mercati azionari), il Dollaro funziona ancora da bene rifugio. Passate le banche centrali ora ci si tornerà a concentrare sui dati macro economici e vedremo se i differenziali di crescita tra Stati Uniti ed Europa giustificheranno nuove rivalutazioni del Dollaro.
Avevamo scritto la settimana scorsa “Il trend bearish è ancora vivo e proprio la prossima discesa verso i supporti di 1.15 dovrebbe fornire l’ideale punto di ingresso long su EurUsd” , ed ecco che il modello basato sull’ADX ha funzionato egregiamente. Riprendiamo quel grafico e cerchiamo di capire fino a dove il nostro nuovo trade long ha senso.
Confermiamo dal punto di vista tecnico lo stop loss a 1.1450 visto che pochi pips sopra troviamo il 50% di ritracciamaento dell’intero bull market. Quello dovrebbe essere il punto ideale per vedere un minimo di prezzo più basso di quello di fine maggio con un RSI che invece mostrerà una divergenza con minimi crescenti. In quel momento l’ADX dovrebbe essere a sua volta in divergenza e creare le premesse per un rialzo dell’Euro. Sotto il livello di supporto applicare lo stop loss sarà altamente consigliato per evitare un allargamento veloce delle perdite.

EurUsd (grafico daily) – alla ricerca delle divergenze oscillatori prezzi
Chiudiamo l’analisi di questa settimana con un grafico ciclico di EurUsd. Come si vede il cambio ogni 150 settimane tende a realizzare un punto di massimo o minimo primario. Considerando che a inizio 2017 è stato completato il ciclo con un minimo è presumibile pensare che siamo entrati in una fase bullish così come la fase bearish precedente è stata contraddistinta da tre massimi ciclici primari. Questo ci dice che ad ottobre 2019 EurUsd dovrebbe realizzare un minimo più alto di quello del 2017, ma fondamentale per chi vorrà comprare a prezzi convenienti l’Euro.

EurUsd (grafico monthly) – sequenza ciclica a 150 mesi
Spot EurUsd: 1.1780
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1600, 1.1505, 1.1460) Resistenze (1.1770,1,1845,1.1995)
Strategia: Entriamo long a 1.1590
Stop loss: 1.1450
Take profit: 1.1840
La settimana prossima crediamo sarà decisiva per definire il futuro di EurUsd.
I due meeeting di politica monetaria, il 13 giugno la Federal Reserve e il 14 la BCE, definiranno gli indirizzi per il resto del 2018.
Negli Stati Uniti un rialzo di 25 punti base porterà il costo del denaro al 2% allineandosi ad attese di mercato che comunque scontano altri due rialzi nei prossimi 12 mesi. L’economia americana sta continuando a crescere con i dati ISM e di disoccupazione che a maggio si sono ancora migliorati. Il rischio inflazione (soprattutto salariale) rappresenta la motivazione principale che spinge la FED ad agire sui tassi, ma la curva dei rendimenti in costante appiattimento sta lanciando segnali precisi a Powell. Lo spread tra 10 e 2 anni è sceso a 42 punti base, quello tra 5 e 10 anni a 15 punti base. Il rischio è quello di essere troppo frettolosi nell’alzare l’asticella impattando sulla futura crescita economica.
Altro rischio è quello pronunciato dal governatore della banca centrale indiana durante il recente rialzo del costo del denaro. Se l’America continuerà a drenare denaro dagli emergenti il rischio di una crisi è forte.
Nell’area Euro rimane aperta la questione italiana, probabilmente la più vulnerabile nel momento in cui la BCE rimuoverà definitivamente il piano di riacquisto titoli. Il rendimento a 2 anni italiano dopo l’insediamento del nuovo Governo rimane a livelli elevati e ben al di sopra di quello pagato da altri periferici. Portogallo e Spagna infatti sulla stessa scadenza offrono ancora un rendimento negativo. Sarà interessante capire da Draghi se le parole pronunciate la settimana scorsa dal capo economista BCE Praet (il QE si sta avvicinando alla fine e la riunione di giugno sarà decisiva), avranno un effetto immediato nel 2018, oppure verranno ulteriormente dilazionate al 2019, data nella quale lo stesso Draghi dovrà lasciare posto ad un nuovo inquilino.
Nella zona Euro l’inflazione sta lentamente salendo, ma ancora non rappresenta un problema, mentre molto più delicata potrebbe essere la situazione italiana qualora dovesse più avanti nell’anno cominciare ad essere messa in discussione la tenuta dei conti italiani di bilancio o addirittura l’uscita dall’Euro. Dal punto di vista economico anche in Germania comunque il rallentamento economico sembra cominciato come hanno dimostrato i recenti dati negativi su ordini e produzione industriale e le dichiarazioni di Trump alla fine di un G7 fallimentare circa la possibilità di nuovi dazi sulle automobili fa tremare Berlino.
Per quello che riguarda l’analisi tecnica la vigorosa reazione di EurUsd è arrivata proprio nel momento in cui è stato formalizzato il cosiddetto “death cross”, ovvero il taglio della media mobile a 50 giorni dall’alto verso il basso rispetto alla media a 200 giorni. Se il rimbalzo era prevedibile anche alla luce dell’interessamento della trend line che sostiene il rialzo dal 2016, ora per l’Euro arriva il difficile con la resistenza che verrà opposta dalle due medie mobili in transito a 1.1930 alla vigilia del meeting BCE.
Più distante la media mobile a 12 mesi, ma è un dato di fatto che fatta eccezione per 3 casi (quelli cerchiati) nella storia di EurUsd questo evento ha sempre anticipato ulteriori pressioni in vendita per l’Euro.
EUR
EurUsd (grafico daily) – death cross formalizzato
Ragionando più in ottica di breve periodo è stata confermata la regola che vede la media mobile a 20 giorni come barriera tecnica importante quando l’ADX è sopra 30. Il trend bearish è ancora vivo e proprio la prossima discesa verso i supporti di 1.15 dovrebbe fornire l’ideale punto di ingresso long su EurUsd.

EurUsd (grafico daily) – la regola dell’ADX è stata rispettato, attendere il test dei supporti per aprire posizioni long