EurUsd outlook settimanale del 5 Febbraio 2024 – Fed, tassi giù ma non ora

  • La FED rimane ferma sui tassi confermando che nel 2024 i tagli ci saranno ma solo quando la percezione di avere sotto controllo l’inflazione sarà concreta. Delusi i mercati dalle parole di Powell che si è mostrato un po’ più hawkins e i numeri sullo stato dell’occupazione sembrano dargli ragione.
  • La BCE è candidata a ridurre il costo del denaro prima degli Stati Uniti dopo la pubblicazione di dati economici stagnanti e di inflazione ancora in moderato rallentamento.
  • EurUsd rimane sui supporti di area 1,08 sull’onda di un differenziale tassi in allargamento. La battaglia però ancora non ha concretizzato il tanto atteso segnale di sell.

La BCE taglierà i tassi prima della FED

Confermata dalla Federal Reserve la decisione di non muovere i tassi di interesse che rimangono, come da attese, nel range 5,25%/5,50%. Da luglio la FED ha stoppato i rialzi favorendo un ribasso generale della curva dei rendimenti e alimentando speranze nei mercati azionari che nel frattempo hanno raggiunto nuovi massimi.

Rimosso nel comunicato finale il riferimento a ogni nuova possibile stretta, ma non è detto che a marzo ci sarà il taglio tanto atteso. Powell ha gelato l’entusiasmo dei mercati dicendo che fino a quando l’inflazione non tornerà su un solido sentiero del 2% ogni ipotesi di riduzione del costo del denaro è prematura. Queste le righe del comunicato finale che hanno fatto storcere il naso ai mercati “Valutando ogni aggiustamento dei tassi, la Fed terrà conto attentamente dei dati economici, dell’evoluzione delle prospettive e della bilancia dei rischi. La Fed non prevede che sia appropriato ridurre i tassi fino a quando non avrà una maggiore fiducia sul fatto che l’inflazione si muove in modo sostenibile verso il target del 2%”.

Si farà ma ancora è presto per dire quando con i dati boom di gennaio sullo stato dell’occupazione (oltre 300 mila nuove buste paga emesse) che hanno stupito gli analisti mettendo in seria discussione la possibilità che a breve la FED intervenga sul costo del denaro in un momento di mercato del lavoro così teso.

Il dollaro si è avvantaggiato comunque in una settimana dove sono emersi anche importanti dati da Eurolandia che confermano il rallentamento economico, ma al tempo stesso un seppur modesto rigurgito dell’inflazione in Spagna e Italia. I mercati stimano comunque che Lagarde taglierà il costo del denaro alla luce anche della confermata recessione tedesca e della stagnazione nei dati di Pil del quarto trimestre. Già ad aprile il taglio dovrebbe essere di 25 punti base ed è questo il motivo per cui EurUsd continua a picchiare sui supporti importanti di area 1,08.

La dura battaglia di area 1,08

EurUsd torna nuovamente a premere sui supporti fondamentali di area 1,08. Per ora il mercato ci sta provando e indubbiamente la pressione sulla media mobile a 200 giorni si fa sempre più alta ed un cedimento aprirebbe le porte ad un allungo potenziale prima verso 1,05 e poi verso 1,02. Evidente a livello grafico come questa soglia tecnica rappresenti lo spartiacque critico di un movimento molto ondivago di EurUsd in questi mesi. Il mercato ha azzardato un allungo a dicembre quando sembrava che la BCE fosse più hawkins della FED sui tassi per poi ribaltare tutto nelle ultime settimane.

EurUsd (grafico daily) – 1,08 una linea di demarcazione fondamentale per l’euro

Il Dollar Index ha assunto una configurazione grafica da manuale dell’analisi tecnica. La precisione con cui il dollaro ha testato e poi rimbalzato sulla media mobile a 200 settimane fa comprendere quanto tecnico sia oggi il mercato. In luglio per due settimane consecutive DXY ha toccato la media mobile prima di risalire vigorosamente. La picchiata verso il basso nuovamente a fine 2023 prima che una figura di hammer settimanale risollevasse un biglietto verde che per stagionalità storica a febbraio rimane una valuta apprezzata dai trader e probabilmente destinata a salire ancora un poco prima dell’avvio di un periodo stagionalmente più complicato per il biglietto verde.

Dollar Index (grafico weekly) – esemplare la reazione del dollaro sulla media mobile

EurUsd outlook settimanale del 29 Gennaio 2024 – Una settimana tranquilla

  • Si raffreddano le attese per immediati tagli nei tassi americani in una settimana avara di dati e dove a tenere banco è stata la vittoria di Trump nelle primarie in New Hampshire.
  • La BCE rimane ferma sui tassi come da attese. Il mercato però guarda oltre e si attende i primi tagli nei tassi entro la primavera.
  • EurUsd tecnicamente ha raggiunto livelli tecnici di supporto cruciali. A questo punto la reazione dei compratori di euro è attesa anche se stagionalmente febbraio non è un mese favorevole alla moneta unica europea.

La BCE rimane in standby

Mentre Trump torna in auge vincendo anche le primarie repubblicane in New Hampshire e ponendosi a questo punto come l’unico vero serio candidato alla sfida di novembre con l’attuale presidente in carico Joe Biden, negli Stati Uniti gli investitori stanno ridimensionando le proprie attese sui tassi di interesse alla luce dei nuovi massimi storici sulle borse e di dati macro che certamente non inducono a pensare ad una recessione imminente. La FED potrebbe prendersi più tempo del previsto per vedere l’evoluzione dell’inflazione e questo, combinato ad un processo di easing monetario che potrebbe cominciare prima in Europa, avvantaggia il dollaro.

La BCE nel suo primo meeting del 2024 non ha concesso spazio a grandi sorprese.
Qualche buona notizia è arrivata dagli indici Pmi manifatturieri mentre quelli legati ai servizi hanno limato qualche decimale verso il basso. Entrambi gli indicatori rimangono però sotto quota 50.
Nella conferenza stampa a margine della decisione di mantenere invariati i tassi Lagarde ha confermato che l’inflazione sta tornando sotto controllo e convergendo verso il 2% entro fine 2024. Questo, abbinato alla previsione di una modesta ripresa economica nella prima parte dell’anno, ha convinto gli investitori che la BCE taglierà i tassi in aprile. Al momento le probabilità di un primo intervento sul costo del denaro sfiorano il 90%.

Peggio di inizio anno, meglio di quattro mesi fa

EurUsd potrebbe aver terminato la sua correzione avviata sul finire del 2023 in corrispondenza di una media mobile a 200 giorni che bene ha fatto nell’ultimo anno a contenere prima i tentativi di risalita e poi di discesa del cambio.
Sapevamo che la zona di supporto di area 1,08/1,085 sarebbe stata decisiva e si sta dimostrando tale.
A questo punto i compratori di euro, forti della sequenza rialzista dei minimi di EurUsd, possono tentare di rilanciare l’azione. Stagionalmente però ancora non ci siamo. Il dollaro anche nel mese di febbraio storicamente perde poco terreno e quindi l’idea è che presto il mercato andrà a “saggiare” la forza dei compratori di euro per verificare quanto desiderio di riportare in auge l’euro c’è veramente sul mercato.

EurUsd (grafico daily) – quel supporto che dovrebbe contenere gli ardori del dollaro

In assenza di temi rilevanti lato macro e banchieri centrali (fatta eccezione per la scontata decisione BCE), i mercati hanno vissuto una fase di stanca che ci permette di fare qualche valutazione aggiuntiva sulle tendenze tecniche di lungo periodo.
Per quello che riguarda il Dollar Index è abbastanza evidente quanto il dollaro sia coriaceo da diversi mesi a questa parte nell’evitare di bucare verso il basso un livello di supporto cruciale e coincidente con i massimi del 2017. Area 102/103 di DXY è quindi uno spartiacque fondamentale essendo reduci dal test della parete superiore del canalone rialzista.
Il Macd continua a puntare verso il basso e questo ci fa capire che difficilmente il dollaro farà sfracelli nei prossimi mesi, ma più il tempo passa e più il potenziale di debolezza del biglietto verde si ridimensiona ovviamente dando per scontato che il trend bullish di lungo termine non si esaurirà nei prossimi anni.

Dollar Index (grafico monthly) – il dollaro non ha intenzione di abdicare

EurUsd outlook settimanale del 22 Gennaio 2024 – Esattamente Come un Anno fa

  • Comincia la campagna elettorale negli Stati Uniti con Trump sempre sugli scudi. Ma il mercato è ottimista e proprio la carta Trump sembra rendere gli investitori consapevoli che la Fed taglierà il costo del denaro nonostante un’economia pimpante.
  • Dati macro tedeschi ancora incerti e aspettative di inflazione ai minimi dal 2022 in Eurolandia sembrano confermare che la BCE agirà sui tassi a fine primavera.
  • EurUsd torna sui valori di inizio 2023, una variazione del cambio praticamente inesistente nonostante politiche monetarie molto diverse tra Usa e Europa. Mercato che guarda con attenzione a supporti e resistenze.

I banchieri centrali nicchiano e Trump ritorna

Trump ritorna a calcare la scena dando il via alla sua campagna elettorale dall’Iowa. Con le pendenze legali in corso, Biden dovrà riguadagnare consensi in un’America ancora attratta dal tycoon che però potrebbe vedersi vietato l’accesso elettorale ad alcuni stati dell’Unione.
Intanto i rendimenti decennali Usa tornano a salire dopo la correzione di fine anno, ma la borsa rimane ottimista sull’immediato futuro.
Non sembrano cambiate le aspettative degli operatori che comunque si attendono cinque tagli nel costo del denaro nel 2024. La crescita economica appare destinata ancora ad essere robusta come prevede la FED di Atlanta che indica in 2,5% la ripresa del Pil nel primo trimestre. Un elemento che ovviamente potrebbe disturbare le decisioni di un FED che non avrebbe bisogno di riduzioni nel costo del denaro per rilanciare la congiuntura.
Dopo aver ascoltato una Lagarde molto ottimista sul rientro dell’inflazione, alcuni esponenti della BCE hanno cominciato a mettere le mani avanti indicando come non certo un taglio nei tassi. Le aspettative di inflazione in realtà continuano a scendere velocemente confermando ciò che Lagarde ha espresso nei giorni scorsi. Dal 4% di ottobre, oggi le aspettative degli operatori a 1 anno si sono posizionate al 3,2%. Scendono al 2,2% dal 2,4% anche quelle a 3 anni.
La BCE non potrà che prendere atto di questo anche alla luce di dati macro non esaltanti soprattutto provenienti dalla Germania. Nonostante il costante calo nel prezzo del gas in Europa, l’indice ZEW che misura il sentiment corrente e futuro degli operatori economici, è sceso nella versione corrente e leggermente migliorato in quella prospettica.
Un segnale quindi ancora di prudenza nel breve termine.

Un anno senza cambiare nulla

È passato un anno ma per il cambio tra euro e dollaro non è cambiato molto. La chiusura della terza settimana 2023 arrivò allora in area 1,085 e di nuovo siamo su quei livelli 12 mesi dopo.
Eppure, di acqua sotto i ponti ne è passata. Allora eravamo in modalità banche centrali hawkins con corpose previsioni di rialzi nei tassi. Oggi, pur rimanendo sul picco della politica monetaria, il mercato prevede generosi tagli nel corso del 2024 già a partire dalla primavera.
Chi ha fatto semplicemente carry finanziandosi in euro e comprando attivi in dollari ha portato a casa il differenziale di tasso. Chi ha coperto il rischio cambio ha pagato un premio quantificabile in poco più di 150 punti base, tanto considerando che il beneficio di una minore volatilità è stato quasi irrilevante.
Le bande di Bollinger esprimono molto bene il momento nel quale ci troviamo.
Una parete superiore poco sopra 1,10 dalla quale non si passa e una inferiore attorno a 1,05 che potrebbe rappresentare il supporto oltre il quale sarà difficile andare per il biglietto verde. Momento di riflessione che impone comunque il mantenimento di posizioni lunghe di dollari fino a quando non ci saranno segnali bullish di un certo spessore su EurUsd.

EurUsd (grafico daily) – bassa volatilità e nessuna direzione precisa

Un grafico che da tempo ci accompagna è quello che racconta di un dollaro che sta tentando di forzare quei supporti che finora ne avevano contenuto le velleità. C’è però una media mobile a 1,08 da abbattere per puntare con maggior convinzione verso quella zona di 1,05 che, come visto poco fa, rappresenta la base inferiore delle bande di Bollinger. Violare 1,08 sarebbe un segnale da assecondare con un trade tattico short su EurUsd. Rottura formalmente ancora non confermata.

EurUsd (grafico daily) – il dollaro ci prova

EurUsd outlook settimanale del 15 Gennaio 2024 – Se la Lagarde stoppa l’euro

  • Mercato che aspettava il dato sull’inflazione per poter cominciare a ragionare con maggiore certezza sul cambio di politica monetaria della FED nel 2024. Inflazione leggermente salita ma mercati convinti del taglio imminente.
  • Dati macro che confermano il rallentamento economico di Eurolandia e la prospettiva di una massiccia dose di taglio nei tassi di interesse da parte della BCE. Lagarde conferma che siamo vicini al momento del “cut”.
  • EurUsd continua a rimanere poco sotto le resistenze chiave per assistere ad un rally più convinto nei prossimi mesi. Lo scoglio rimane 1,10/1,12.

Due economie diverse eppure l’euro tiene

Il 2024 è partito sull’onda dell’incertezza per i mercati azionari e valutari. L’eccessivo ottimismo sul rientro veloce dell’inflazione (e quindi sul taglio dei tassi della FED) è stato smorzato dai dati sul mercato del lavoro americani seguiti questa settimana dagli attesissimi dati sull’inflazione di dicembre. Il dato generale era atteso in leggero rialzo al 3.2% e quello core in ribasso al 3.8%. Invece i prezzi al consumo sono saliti oltre le previsioni, rispettivamente al 3.4% e al 3.9%.

Il mercato attende a questo punto le prime parole della FED per comprendere meglio la direzione che prenderanno quei tassi di interesse che sulle scadenze decennali hanno fermato il loro calo in zona 4%. A questo si aggiunge il tam tam mediatico che comincia lentamente a prendere corpo in America in vista delle elezioni di novembre dove i due “grandi vecchi”, Trump e Biden sembrano essere gli antagonisti designati. Lo scenario geopolitica oltretutto sembra incrinarsi ancora di più.

In Europa intanto fioccano i dati macro che confermano il rallentamento congiunturale. Le vendite al dettaglio hanno ripiegato a novembre dello 0.3%. Gli ordini di fabbrica tedeschi si sono ridimensionati del 4.4%, debole anche la produzione industriale di novembre scesa dello 0.7%. Il mercato si aspetta un primo taglio nei tassi ad aprile e a seguire altre sei manovre sul costo del denaro entro fine 2024. Lagarde ha confermato che l’inflazione sta rientrando verso il 2% come da previsioni e che la politica monetaria a quel punto cambierà.

Le divergenze economiche si stanno ispessendo tra America ed Europa eppure l’euro tiene. Va sempre ricordato che in Europa quest’anno si terranno le importanti elezioni di rinnovo del Parlamento Europeo che potrebbero spostare la politica economica dell’intero continente più a destra secondo i sondaggi.

Stato di attesa

Non ci sono grandi novità sul fronte di EurUsd con un mercato che si posiziona poco sopra i supporti che contano di 1,085, ma nemmeno lontano da quelle resistenze di area 1,11/1,12 oltre le quali scatterebbero segnali bullish importanti sull’euro. La sensazione è che il mercato debba ancora smaltire un po’ di lungo euro e corto dollari prima di prendere con più decisioni la strada del rialzo. L’attesa per i primi interventi verbali delle banche centrali è alto. Lagarde sembra aver messo la parola stop al rialzo dell’euro.

EurUsd (grafico daily) – tra supporti e resistenze

Il grafico successivo è molto intrigante visto che ci prospetta un appuntamento ciclico di assoluto rilievo per il 2025 quando un massimo o un minimo su EurUsd prenderà corpo. Non possiamo saperlo adesso, ma è evidente che se dovessero essere colpite l’anno prossime le resistenze posizionate in area 1,18 (dove le due gambe di rialzo che partono dai minimi di 0,95 di eguagliano in ampiezza oltre a essere zona di transito di una down trend line di lungo periodo a 1,16) ecco che l’opportunità di andare lunghi sul biglietto verde sarebbe clamorosa.

Ovviamente potrebbe anche accadere il contrario, quindi assistere nei prossimi mesi ad una picchiata del cambio verso i supporti posizionati sotto la parità e allora quello del 2025 sarebbe non più da interpretare come una massimo, ma piuttosto un minimi ciclico sul quale ragionare in ottica inversa.

EurUsd (grafico monthly) – se dovessimo tornare a 1.18 prima del 2025 ottima occasione bearish

EurUsd outlook settimanale del 8 Gennaio 2024 – L’anno nuovo comincia con incertezza

  • Mercato del lavoro e ISM manifatturiero confermano il rallentamento in atto negli Stati Uniti che entrano adesso nell’anno elettorale. Se taglio dei tassi sarà, allora la prima parte del 2024 sarà determinante.
  • La BCE osserva i dati di inflazione con il mercato che arriva addirittura a stimare un taglio nei tassi che si ripeterà sei volte nel corso del 2024. Forse una visione un po’ aggressiva.
  • EurUsd ritraccia ma non abbandona quelle resistenze che fanno da spartiacque tra semplice correzione di un bear market e un cambio di tendenza.

Taglio dei tassi inevitabile, ma quando?

Il mercato del lavoro non sembra avere grande intenzione di raffreddarsi negli Stati Uniti facendo storcere il naso quelle che sembravano finora essere le idee dominanti di mercati e FED, ovvero una consistente riduzione dei tassi di interesse in un anno elettorale come il 2024. Tagli nel costo del denaro che probabilmente riguarderanno la prima parte dell’anno anche per non interferire con una campagna presidenziale che si presenta difficile con Trump ancora in dubbio e un Biden in netto calo di popolarità.

L’economia non sembra quindi essere pronta ad entrare in recessione. A dicembre sono stati creati 216 mila posti di lavoro con gli analisti che se ne aspettavano 175 mila. Resta in contrazione l’Ism manifatturiero, l’indice che misura l’andamento del settore industriale negli Stati Uniti. A dicembre, è salito a 47,4 punti, meglio delle attese, dai 46,7 di novembre. L’indice ISM ha registrato il quattordicesimo mese consecutivo al di sotto dei 50 punti, il periodo più lungo dalla Grande recessione del 2008-2009. L’indice sui nuovi ordini è sceso da 48,3 a 47,1, quello sulla produzione è salito da 48,5 a 50,3, quello sull’occupazione è risultato in aumento da 45,8 a 48,1.

In Europa, intanto, il mercato stima addirittura sei tagli nei tassi di interesse grazie ad un’inflazione in rallentamento (ma meno del previsto) e un’economia in stagnazione. I recenti dati preliminari sui prezzi al consumo europei confermano il rallentamento ma la permanenza sopra il target del 2% nella maggior parte dei paesi (fa eccezione l’Italia) è un qualcosa che farà riflettere la BCE. E l’euro non a caso approfitta di questa situazione. A dicembre l’inflazione europeo è infatti risultata del 2,9% in rialzo rispetto al 2,4% di novembre ma con il dato core in contrazione al 3,4% rispetto al 3,6%. Siamo ai livelli, comunque, più bassi da marzo 2022.

L’euro non perde posizioni ma neanche le guadagna

Dopo una rapida ascesa nella parte terminale del 2023 e che ha spinto EurUsd nuovamente a ridosso delle resistenze di area 1,11/1,12 per quello che riguarda il cambio più seguito del pianeta si è assistito ad un rapido ritracciamento che ancora una volta ha confermato la valenza di certi livelli di resistenza che fanno da spartiacque tra una correzione all’interno di un bear market e la nascita di un nuovo trend sfavorevole al dollaro.

La stagionalità dei primi due mesi dell’anno è dalla parte del dollaro, ma i supporti di area 1,08 dove passa anche la media mobile a 200 giorni, sembrano rafforzare l’idea di un nuovo tentativo di attacco alle resistenze che l’euro potrebbe portare nelle prossime settimane.

EurUsd (grafico daily) – le resistenze hanno fatto il loro lavoro

La parete superiore delle bande di Bollinger rappresentate nel grafico su scala settimanale, confermano la valenza della resistenza e soprattutto la possibilità che le prossime settimane siano contraddistinte da un ritorno del cambio nella parte centrale di un range posizionato tra 1,07 e 1,08. Il mercato dovrebbe muoversi in questo spazio laterale anche in attesa di nuovi dati macro, delle prime riunioni dell’anno delle banche centrali e delle tensioni geopolitiche che solitamente favoriscono il biglietto verde. Ancora prematuro dare per finito il bull market del dollaro quindi.

EurUsd (grafico weekly) – le bande di Bollinger confermano lateralità in vista

EurUsd outlook settimanale del 18 Dicembre 2023 – Arrivano i tagli dei tassi nel 2024

  • Powell certifica la fine del ciclo di rialzo dei tassi di interesse e anticipa futuri tagli nel costo del denaro man mano che il tasso di inflazione convergerà verso il 2%. Festeggiano il mercato azionario e obbligazionario sull’onda di una politica monetaria più distensiva.
  • La BCE non si allinea alla FED confermando che c’è ancora la necessità di mantenere alta la guardia verso l’inflazione e questo richiederà un periodo prolungato di tassi di interesse elevati.
  • EurUsd ritorno a ridosso della resistenza di area 1,10 (ma non sfonda) dopo la decisione della FED. La possibilità di tagli nel costo del denaro negli Stati Uniti indebolisce il dollaro sulla prospettiva di minori rendimenti offerti dalla carta americana.

Ottimo lavoro Powell

I tassi di interesse americani rimangono fermi al 5,5%, ai massimi degli ultimi 22 anni, ma si aprono le prospettive di più tagli nel costo del denaro nel corso del 2024. L’analisi dei “dot plots” rivela che i vari governatori della FED che esprimono le loro previsioni sui tassi, hanno messo in cantiere almeno due tagli nel costo del denaro nel 2024 arrivando a prevedere percentuali al 4,5%/4,75% alla fine dell’anno. Nel 2025 i tassi dovrebbero scendere di un altro punto percentuale, anno nel quale l’inflazione dovrebbe rientrare al 2%. Chi dovrebbe rimanere su livelli più contenuti è la crescita economica prevista sotto al 2% nel 2024 e nel 2025. Tornando ai dati pubblicati in settimana da segnalare quello sull’inflazione americana che è rimasta come da attese nell’intorno del 4% sul dato core e del 3,1% per quello headline.

La BCE non accontenta i mercati utilizzando toni meno dovish del previsto e che avrebbero completato la due giorni delle banche centrali con grandi feste sui mercati. La Lagarde ha preferito rimanere vaga sull’evoluzione della futura politica monetaria ribadendo che il percorso per riportare l’inflazione al 2% è ancora lungo e che soprattutto le pressioni salariali potrebbero non rendere così agevole il percorso di rientro. La stessa BCE ha fatto notare che nella prima parte dell’anno, per motivi stagionali, l’inflazione tornerà temporaneamente a prendere vigore. Riviste comunque al ribasso tutte le stime di variazione dei prezzi al consumo nel 2024 al 2.7% e al 2.1% nel 2025. Non si è parlato di taglio nei tassi di interesse e i prossimi dati saranno fondamentali per disegnare il percorso dei tassi BCE nel nuovo anno. Anche il PEPP, il piano di iniezione di liquidità avviato durante la pandemia, si chiuderà nel 2024.

EurUsd ritorna ad attaccare le resistenze

Dopo una breve escursione al di sotto della media mobile a 200 giorni, EurUsd ha riguadagnato quella che era diventata una resistenza e poi ha ha eseguito il più classico dei pullback ripartendo di slancio dopo la riunione della FED. Comincia a prendere corpo l’idea di una fase di consolidamento cominciata un anno fa e che potrebbe essere giunta al termine con la ripartenza dell’euro che metterebbe nel mirino area 1,15 (il 61,8% di proiezione della prima gamba rialzista) e addirittura 1,22 (le due gambe rialziste qui si eguaglierebbero) nella migliore delle ipotesi per la moneta unica europea.

EurUsd (grafico daily) – il bull market dell’euro torna a scalpitare

Il vero scoglio che separa EurUsd da un ritrovato bull market è però la media mobile a 200 settimane. Come si può apprezzare dal secondo grafico per tutto il 2023 EurUsd si è scontrato con questa resistenza dinamica con una breve escursione verso l’alto poi rientrata. Attualmente rimane 1,10 il livello di prezzo oltre il quale ci sarebbe la conferma che EurUsd avrebbe tutte le intenzioni di ripartire verso l’alto. Anche questa volta l’attacco pare non aver sortito gli effetti sperati.

EurUsd (grafico weekly) – media mobile a 200 settimane, l’ultimo scoglio per gli aspiranti rialzisti

EurUsd outlook settimanale del 11 Dicembre 2023 – In arrivo gli auguri delle banche centrali

  • Mercati entusiasti nella previsione di tagli anche massicci sui tassi di interesse nel 2024. La prossima settimana scopriremo se le banche centrali hanno intenzione di assecondare questa visione nonostante un’economia americana ancora pimpante.
  • Europa che si avvicina alla fine dell’anno con l’inflazione che sta tornando sotto controllo ma al costo di una economia in deciso rallentamento. La BCE è attesa alle prime sforbiciate sui tassi già in primavera.
  • EurUsd che testa le prime resistenze per poi ripiegare. Per ora nessuna inversione di tendenza favorevole all’euro.

L’ottimismo che si respira sul mercato

Le riunioni delle banche centrali pre natalizie saranno decisive per verificare se le aspettative dei mercati su tassi di interesse e valute sono corrette. La BCE scenderà in campo il 14 dicembre, la FED il 18 dicembre. Mercati che sembrano al momento molto ottimisti sull’evoluzione 2024 dei tassi spingendosi addirittura a pronosticare tagli già in primavera, addirittura per ben 5 volte in Europa e Stati Uniti. I tassi americani continuano a scendere, quelli europei pure.

Il Dollar Index segue l’andamento dei tassi USA ma quando quelli europei si muovono verso il basso in maniera più marcata l’euro soffre più del dollaro. Come nell’ultima settimana.

Lo spread di rendimento tra Stati Uniti e Germania a 2 anni risalito sopra i 200 punti base sulle prospettive di inflazione nell’Eurozona in raffreddamento più rapido anche a causa di una congiuntura economica tuttora critica.

La contrazione del differenziale dei tassi europei rispetto al resto del mondo si è fatta molto intensa con gli investitori precipitatosi a comprare tasso fisso in vista di un taglio dei tassi BCE.

EurUsd si è così allontanato dai massimi di 1.10 di fine novembre per riposizionarsi sopra le precedenti resistenze ora supporti come vedremo tra poco.

Le aspettative di inflazione emerse nel Vecchio Continente indicano in 2.5% il valore previsto a 3 anni, sopra il target BCE ma che rendono decisamente meno urgente l’utilizzo di misure di emergenza sui tassi. L’economia americana continua, intanto, a marciare su un sentiero ancora solido. I dati Pmi hanno confermato ulteriori miglioramenti. Lo stato dell’occupazione di novembre ha fatto registrare un calo della disoccupazione e quasi 200 mila nuove buste paga emesse a testimonianza del fatto che forse è ancora prematuro festeggiare la fine della politica restrittiva della FED.

La barriera di EurUsd del 2023 non si piega

Fatta eccezione per una fiammata estiva, nel corso del 2023 la resistenza di 1,10 su EurUsd si è confermata ancora una volta imbattibile per chi confidava in un dollaro più debole.

Il mercato si deve quindi piegare di fronte a un livello che testimonia quanto denaro pronto ad entrare sul biglietto verde aspetta ogni minimo segno di debolezza per incrementare le posizioni. Del resto anche dalla stessa analisi dei posizionamenti degli hedge fund sui mercati futures non si percepiscono per ora clamorosi eccessi. Anzi, sembra essere proprio l’euro quello ancora troppo apprezzato dagli investitori. La sensazione è quella di un equilibrio destinato a permanere con la media mobile a 200 giorni che occasionalmente fa da sponda superiore o inferiore ai vari movimenti del cambio.

EurUsd (grafico daily) – da 1,10 non si passa

Torna a funzionare la correlazione tra differenziale di tasso Stati Uniti-Germania e EurUsd. L’avvicinamento di uno spread di rendimento tra titoli a 10 anni americani e tedeschi verso quota 200 punti base, ha favorito la vigorosa reazione del dollaro, con EurUsd ritornato sui livelli di supporto che contano e che probabilmente rappresenteranno la soglia tecnica sulla quale il mercato stazionerà fino ai prossimi meeting delle banche centrali.

EurUsd (scala invertita linea nera) vs spread di rendimento 10 anni Stati Uniti – Germania (grafico daily) –

lo spread tra bond americani e tedeschi sale e il dollaro guadagna

EurUsd outlook settimanale del 4 Dicembre 2023 – Inflazione sempre più “fredda”

  • Mercati in stand by in attesa delle banche centrali in un mese come quello di dicembre tradizionalmente sfavorevole al dollaro. Intanto la revisione del Pil americano stupisce in positivo e Powell si mostra ancora neutrale.
  • Europa che continua a migliorare sul fronte inflazione. In ridimensionamento i dati preliminari di novembre, ma rallenta anche la crescita economica e questo fa pensare ad una BCE pronta a ridurre il costo del denaro nel primo semestre 2024.
  • EurUsd che rimane in prossimità delle prime decisive resistenze che con i favori della stagionalità potrebbero essere presto abbattute.

Sentiment estremi (ma non su euro e dollaro)

Ormai il mercato guarda alle riunioni delle banche centrali, BCE e FED, per cominciare a prendere posizione. Paradossalmente sia l’euro che il dollaro vantano sul mercato futures dei saldi positivi presso gli speculatori. Questo significa che potrebbero essere altre le currency sulle quali si andrebbero a concentrare movimenti importanti (Aud, Nzd, Jpy) perché esasperati da eccessivi posizionamenti corti da parte di chi specula sulle tendenze dominanti.

Sia l’euro che il dollaro hanno al momento dei saldi net long, ovvero i traders non stanno scommettendo contro la moneta unica europea e questo rende meno ambiziosa l’idea di un EurUsd decisamente più in alto rispetto ai livelli attuali nel 2024. Ne riparliamo a breve.

In una settimana poco interessante anche a livello di dati macro non possiamo evidenziale come il mese di dicembre rappresenti un punto stagionale decisamente a favore di EurUsd. La moneta unica è infatti salita nel 70% dei casi rilevati negli ultimi 20 anni contro dollaro Usa.

Statisticamente non c’è mese migliore dell’anno per l’euro salito mediamente del 1.1% in 14 degli ultimi due decenni. Il ritorno migliore nel 2008 quando la moneta unica riuscì a salire di oltre il 10%.
Un mese che effettivamente si presenta con le migliori carte in regola per l’euro come vedremo tra poco.
Dopo il dato rivisto al rialzo del Pil statunitense del terzo trimestre (+5,2%), in America si procede verso il FOMC di metà dicembre con la convinzione che la FED rimarrà in stand by sui tassi in attesa di conoscere i dati su occupazione e inflazione, in Eurolandia la lettura di novembre del dato di inflazione conferma il rallentamento in corso.

Il dato headline era atteso a +2.7% su base annua e quello core a +3.9% confermando il progressivo avvicinamento verso il target del 2%. In Italia addirittura l’inflazione è scesa sotto l’1%.
I primi tagli nei prezzi sono prezzati a partire da aprile 2024 in avanti.

Stagione sfavorevole al dollaro

Da sempre indicatore principe per chi cerca di capire quanto forte sia una tendenza dominante, l’ADX solo ora comincia a mostrare segni di incertezza su EurUsd ma ancora non abbiamo di fronte divergenze e questo sembra certificare che il trend sta acquisendo spinta da compratori invogliati ad entrare.
Solo in presenza di divergenza tra Adx e prezzi si potrà cominciare a ragionare su un potenziale top del cambio EurUsd, un pattern che ancora non si intravede all’orizzonte. Le medie mobili di breve periodo dovranno però supportare il rialzo.

EurUsd (grafico daily) – il trend bullish è ancora solido

Ci piace ritornare su un grafico che mette in parallelo EurUsd (su scala invertita) e il prezzo del gas naturale europeo di nuovo in ribasso dopo la fiammata di novembre. L’inverno poco rigido in Europa ma soprattutto le scorte strategiche ai livelli massimi, hanno alleggerito la pressione sui prezzi del gas e questo consentirà costi minori per le bollette dei consumatori. Ma anche un euro un po’ più forte. Come si vede dal grafico su scala settimanale, infatti, il parallelo tra le due grandezze è impressionante, almeno a partire dalla guerra in Ucraina in avanti. E il ripiegamento recente del gas sta favorendo la ripresa di EurUsd.

EurUsd vs TTF Natural Gas (grafico weekly) – ancora sintonia tra prezzo del gas naturale europeo e euro

EurUsd outlook settimanale del 28 Novembre 2023 – Il capolavoro di Powell

  • Il capolavoro di Powell sembra prendere sempre più corpo con un soft landing economico che ha evitato una recessione favorendo una dinamica di inflazione in costante rientro dai livelli record del 2022.
  • Europa che ha guardato con più attenzione agli esiti elettorali in Olanda rispetto ai pochi dati macro. Europa che sembra spostarsi sempre più a destra e l’anno prossimo l’elezione per il rinnovo del Parlamento europeo sarà un bel banco di prova.
  • EurUsd rimane in prossimità di resistenze importanti allontanandosi dalla media mobile a 200 giorni che agirà ora da supporto. Area 1,10 prossimo scoglio.

L’Europa si sposta a destra

Il mercato attende i prossimi decisivi eventi delle riunioni di dicembre delle due più importanti banche centrali del mondo, FED e BCE.

I rendimenti delle obbligazioni a lunga scadenza sono scesi in zona 4.5% per i bond decennali con il mercato azionario che si mantiene sui massimi mensili.

La fiducia in una FED più dovish circola sul mercato, con il tasso di crescita del PIL previsto dalla FED di Atlanta per il quarto trimestre sopra al 2%. Apparentemente un capolavoro del criticatissimo Powell che sta giostrando quello che a tutti gli effetti è un soft landing ben architettato.

Anche da Eurolandia non arrivano grandi novità. I toni hawkins degli esponenti BCE si alternano a quelli dovish. Risultato zero attese di aumenti del costo del denaro oppure tagli fino a marzo. Primi segnali di scommessa su eventuali riduzioni dei tassi da maggio in avanti.

Intanto l’Europa è scossa dall’affermazione del partito di estrema destra nelle elezioni olandesi che, assieme al successo del partito di destra in Italia nel 2022, certifica un graduale spostamento politico di alcuni paesi chiave dell’Euro. E questo sarà fondamentale in vista delle elezioni europee del 2024 che potrebbero alterare la politica economica della UE.

Stagione sfavorevole al dollaro

La stagionalità invitava ad attendersi un po’ di debolezza del dollaro e così sta andando con l’ultima parte dell’anno che contribuisce ad alimentare un rialzo dell’euro che presto potrebbe andare ad insidiare anche zone di resistenza comprese tra 1,12 e 1,13.

Il Dollar Index prosegue nella sua fase correttiva dopo aver completato un rialzo in 5 onde. Tipicamente il seguito è una correzione che, se assumerà la classica forma a zig zag, preluderebbe a un ulteriore calo di almeno il 5% per il biglietto verde, a quel punto destinato ad andare a sollecitare la base inferiore del canalone rialzista di lungo periodo.

L’oscillatore stocastico, eccellente nel segnalare il top precedente, ci aiuterà a definire meglio i contorni e i tempi di un bottom per il momento ancora non vicino. Fase di correzione del dollaro ancora non terminata quindi.

Dollar Index (grafico weekly) – correzione non ancora esaurita sul dollaro

Dai verbali del meeting FED di novembre è emersa una banca centrale tendenzialmente orientata a mantenere alta la guardia sui tassi, non escludendo nuove manovre (se il miglioramento dell’inflazione dovesse rivelarsi insufficiente), ma proattiva verso l’andamento dei futuri dati macro. La crescita economica americana rimane robusta, ma evidentemente non a sufficienza secondo il mercato che continua a vendere dollari.

Tecnicamente siamo di fronte a una resistenza molto interessante. Dopo il netto break rialzista della media mobile, EurUsd ha puntato come prevedibile area 1,10. Qui troviamo una resistenza importante. Unendo i recenti minimi crescenti la linea di tendenza passa proprio da queste parti. Il pull back non è da escludere (e la media mobile di nuovo fungerà da supporto), ma il sentiment non appare così confortante nell’alimentare attese fortemente bullish sull’euro, ma nemmeno sul dollaro. Il mercato entrerà in range da qui ai prossimi meeting di BCE e FED e valuterà a posteriori se aggredire area 1,12/1,13 oppure ritornare sui passi di area 1,075.

EurUsd (grafico daily) – area 1.095 e 1.075 i due livelli da monitorare prima dei meeting FED e BCE

EurUsd outlook settimanale del 20 Novembre 2023 – Festa finita per il dollaro?

  • I dati dell’inflazione americana hanno sorpreso in positivo con un dato core al 4% che riaccende le speranze di tagli nei tassi da parte della FED già nella primavera 2024
  • L’euro risale sulle prospettive di raffreddamento dell’inflazione in Eurolandia e recessione che forse sarà evitata nel quarto trimestre. Intanto le agenzie di rating promuovono l’Italia riducendo gli spread con il bund tedesco.
  • EurUsd in un colpo solo ribalta il trend risalendo sopra la media mobile a 200 giorni. Siamo di fronte ad una inversione di tendenza?

Una reazione forse eccessiva

Il mercato ha reagito in modo incredibilmente forte e ottimista al dato dell’inflazione americana. Forse troppo. Dopo la pubblicazione dei numeri relativi alla variazione dei prezzi al consumo americani nel mese di ottobre, azioni e obbligazioni sono salite fortemente, il dollaro è crollato. Ma è tutto oro quello che luccica? No.

L’inflazione americana a ottobre è salita meno delle attese (3,2%) con il dato core che si è posizionato al 4%. Ancora troppo alto ma quanto basta per far credere ai mercati che nel 2024 ci saranno diversi tagli nei tassi di interesse. Vero, ma solo se l’economia comincerà a mostrare segnali di rallentamento soprattutto su quel mercato del lavoro che la banca centrale continua ad osservare con molta attenzione e potenziale detonatore di una nuova fiammata nei prezzi al consumo.

Poi ci sarebbe da fare un’analisi un po’ più approfondita del tasso di inflazione. Vero che ha rallentato il passo, ma il merito va ad alcune componenti come i trasporti che hanno inciso parecchio nel mese di ottobre, mentre casa e alimentari hanno continuato ad avere una crescita mensile molto solida (+0.3%). Comunque sia le attese di rialzo dei tassi da parte della FED sono evaporate con un primo taglio dei tassi scontato dal mercato già a maggio 2024. Forse eccessivo ottimismo.

Le vendite al dettaglio americane sono scese per la prima volta in sette mesi dello 0,1%, meglio anche in questo caso delle previsioni di -0,3%. Ma sempre ritornando a parlare di inflazione una buona notizia è arrivata dai prezzi alla produzione scesi a ottobre.

Un generale ridimensionamento dei prezzi al consumo al quale si assiste anche in Europa. In Gran Bretagna dal 6,7% di settembre si è passati al 4,6% di inflazione in ottobre e lo stesso ci si attende dai prossimi dati dell’Eurozona. Europa dove si potrebbe evitare la recessione nel 2023 con le previsioni della Commissione di un Pil in crescita nel terzo quarto dello 0,2%. Intanto le agenzie di rating hanno promosso l’Italia che esce pur dall’outlook negativo. Buona notizia per i titoli di stato italiani che riducono lo spread con il Bund.

Intanto le prospettive di taglio dei tassi negli Stati Uniti riaccendono l’euro.

EurUsd è vera inversione di tendenza?

In un colpo solo EurUsd recupera la media mobile a 200 giorni in un allungo che di fatto torna a riaccendere le speranze per un finale di anno dell’euro in rally. Il movimento è stato esplosivo e inaspettato riportando il cambio sopra livelli tecnici che bene avevano fatto finora nel delimitare le tendenze bullish/bearish.
A questo punto non ci sentiamo di escludere uno scenario di ritorno in quello che rappresenta, in ottica di lungo periodo, forse il livello tecnico di resistenza più delicato e posizionato in area 1.12/1.13. Tutto dipenderà dalle decisioni delle banche centrali di dicembre.

EurUsd (grafico daily) – recuperata la media mobile a 200 giorni

La divergenza che si era aperta tra EurUsd (che stava già cominciando a scendere) e spread tra Treasury a 10 anni americano e Bund (che saliva), si è risolta con la netta discesa del differenziale tassi che si allinea adesso all’andamento del cambio.

Il rimbalzo di EurUsd ha vissuto una pausa trovando nella retta di regressione ribassista di lungo termine un buon punto di sostegno dal quale ha rilanciato recentemente l’azione.

Azione che potrebbe avere spazio, nell’ambito di un processo di ribasso secolare dell’euro, fino a 1.17, zona di transito delle due deviazioni standard che delimitano la parete superiore del bear market.

EurUsd (grafico weekly) – una correzione all’interno di un trend ribassista secolare