Spot EurUsd: 1.1400
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1142, 1.1055, 1.0820,) Resistenze (1.1466, 1.1495, 1,1711)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1505 (Nessun cambiamento dall’ultima analisi)
Take profit: 1.1142
Ancora le banche centrali al centro dell’attenzione. Nel bene o nel male Yellen e Draghi muovono i mercati con le loro parole e di questo bisogna sempre tenerne conto quando si fanno piano di trading. Il Presidente Bce ha allertato circa il rischio di tenuta dell’Unione Europea di fronte a nuovi shock; pesano le divisioni politiche nell’Eurozona ma anche la fragilità di un sistema bancario fiaccato dal mix di bassa ripresa e tassi negativi. La Yellen dal canto suo ha ribadito la necessità di procedere con cautela nel rialzo dei tassi di interesse e questo ha riacceso le speranze del mercato azionario di un prolungamento di una politica accomodante. Lo stesso comportamento si è visto con il Dollaro in netto calo sia su Yen che contro Euro.
Rimangono comunque aperte tante questioni, dal petrolio che attende il vertice di Doha tra paesi produttori, alla Cina fino a passare al rischio instabilità in Europa. La Brexit, la Grexit, la debolezza delle banche, la crisi migratoria, sono tutti fenomeni che lasciano aperte più di un’incognita rendendo inefficacie la politica Bce soprattutto con riferimento al tentativo di combattere la deflazione.
Venendo adesso all’analisi tecnica potremmo essere di fronte ad una fase ancora di debolezza del dollaro contro Euro, almeno nel breve periodo. La barriera di 1.15 potrebbe perciò essere nuovamente toccata se non addirittura superata e per questo manteniamo un rigido stop loss.
Il primo grafico mostra infatti l’andamento di EurUsd ben guidato dalla media mobile a 20 giorni (attualmente in transito da 1.1295), ma soprattutto mostra un Adx (indicatore di forza del trend) salito sopra quota 30. Questo segnale combinato al break bullish sopra la trend line rialzista segnala quanto meno che il rischio di accelerazione verso l’alto esiste ed è concreto.
Grafico 1 – L’Adx sopra quota 30 segnala come il trend bullish di EurUsd sta acquistando forza.
Per capire quante sono le probabilità che EurUsd sfondi 1.15 dobbiamo per forza guardare all’andamento del Dollar Index. E’ evidente come sull’indice che sintetizza l’andamento del Dollaro contro tutte le altre valute, tra 93.50 e 94 si ravvisano una serie di proiezioni di supporto critiche per lo stesso biglietto verde. Sfondare verso il basso vorrebbe dire chiudere un doppio massimo con potenzialità bearish notevoli che potrebbero spingere il Dollar Index fino a area 88. Tradotto su EurUsd il movimento significherebbe un cambio tra 1.18 e 1.20, scenario che come abbiamo già visto diventa probabile nel momento in cui verrà superato con convinzione 1.15. Ecco perché l’andamento del Dollar Index è tutto da seguire per poter stimare le conseguenze su EurUsd
Grafico 2 – In vista supporti molto importanti per il Dollar Index.
Spot EurUsd: 1.1390
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1140, 1.1055, 1.0820,) Resistenze (1.1466, 1.1495, 1,1711)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1505
Take profit: 1.1140
Indubbiamente Mario Draghi non sarà molto felice di vedere quali effetti ha scatenato il 10 marzo scorso la sua decisione di tagliare i tassi ampliando la portata del QE. Euro in netta salita e borse in caduta libera è un risultato che di fatto vanifica ogni sforzo di espansione monetaria importando invece nuova deflazione che ora rischia di essere amplificata dalla discesa nel prezzo del petrolio che sembra essere ricominciata. La colomba Yellen ci ha messo del suo nello stravolgere lo scenario che la Bce aveva preparato con cura e lo ha fatto in modo abbastanza sfacciato. I mercati hanno colto la palla al balzo e si sono liberati dei dollari in portafoglio spingendo il cambio verso la solita fascia di resistenza compresa tra 1.14 e 1.15. La sensazione è che siamo ad uno snodo critico ma di questo parleremo dopo nella sezione dedicata all’analisi tecnica. E’ invece evidente come le aspettative di rialzo nei tassi americani sono state ulteriormente spostate avanti e questo rende meno appetibile il biglietto verde. Il rischio è che il mercato trovi adesso campo aperto fino al prossimo meeting Bce del 21 aprile spingendo ancora sull’acceleratore e mettendo così alle corde le borse europee. I dati macro americani confermano però che la recessione è ancora lontana. Rimane sopra le 200 mila unità il tasso di incremento mensile dell’occcupazione e l’Ism manifatturiero è risalito sopra quota 50. Quindi che sta aspettando la Yellen?
Come avevamo sottolineato la settimana scorsa il rischio di una violenta inversione di tendenza c’era tutto ed il nostro stop loss ha limitato fortunatamente le perdite. Ora la situazione diventa semplice e complicata nello stesso momento. Semplice perché chi vuole giocare sul trading range non deve fare altro che andare short adesso fissando uno stop loss sopra 1.1495. In questo scenario ci sono le numerose resistenze statiche offerte dai massimi del 2015 che teoricamente dovrebbero proteggere coloro che andranno corti di EurUsd. Come si vede chiaramente dal primo grafico è dal 16 gennaio 2015 che non si vede una chiusura settimanale sopra 1.15 e questo nonostante le tante escursioni intra week.
Grafico 1 – Da gennaio 2015 EurUsd non chiude la settimana sopra 1.15.
La situazione però rischia di complicarsi terribilmente se invece queste soglie tecniche dovessero cedere. Gli stop loss che verrebbero applicati al superamento delle resistenze amplificherebbero un movimento che proietterebbe in area 1.18/1.20 il cambio. Questa probabilità appare ancora minore ed a dimostrazione di ciò il secondo grafico può essere di aiuto. Come si vede l’oscillatore Relative Momentum Index ha raggiunto un livello di ipercomprato che nel recente passato ha sempre favorito la formazione di un top primario. Vedremo se sarà cosi anche stavolta.
Grafico 2 – Il Relative Mometum Index suggerisce che un top primario è in vista.
Spot EurUsd: 1.1250
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1055, 1.0820, 1.0809) Resistenze (1.1342, 1.1375, 1.1475)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1342
Take profit: 1.1055
La settimana che si presenta davanti a noi è ricca di appuntamenti macro soprattutto nella sua fase finale. I dati relativi all’Ism manifatturiero e alla disoccupazione americana offriranno tanti spunti di riflessione ad un mercato che cerva di trovare visibilità sulla politica monetaria americana ed europea. I dati di aprile provenienti dagli Stati Uniti saranno infatti cruciale per calibrare le attese sui tassi Usa in prospettiva giugno, quando presumibilmente la Yellen alzerà di altri 25 punti base il costo del denaro. Pesano le incertezza globali con Cina e petrolio a rappresentare incognite piuttosto importanti. Tuttavia il dato sul Pil del quarto trimestre ha fornito numeri incoraggianti che hanno contribuito ad allontanare un po’ di pessimismo. Ed ecco allora che questa incertezza di riflette anche sul cambio Euro Dollaro, sempre più stretto all’interno di un range che offre poche potenzialità di trading se non con margini di profitto risicati. Si vende sulle resistenze e si compra sui supporti consapevoli che prima o poi questa fase laterale terminerà ed ecco perché è importante usare stop loss piuttosto rigidi e ravvicinati. Elemento singolare che possiamo considerare della settimana scorsa sono state le giornate consecutive di ribasso che hanno prevalso su EurUsd, praticamente tutte. Manteniamo in essere il nostro trade short tenendo ben presente che siamo vicino al potenziale take profit di area 1.10.
Andando sul primo grafico non sfugge come lo stesso comportamento (6 giornate di trading consecutive di calo) si è registrato l’ultima volta a febbraio (allora le giornate consecutive di calo furono 5) preludio ad un affondo in area 1.08. Possibile che anche stavolta il comportamento sia analogo tenendo in considerazione che la posizione dell’oscillatore stocastico è la medesima di quella di febbraio.
Grafico 1 – Cinque giornate consecutive per EurUsd non si vedevano da febbraio e lo stocastica sembra preparare a nuove discese.
Il contesto di lungo periodo sembra però destinato a non variare. Analizzando il grafico basato sulle bande di Bollinger mensili notiamo come la superiore e la inferiore hanno cominciato solo adesso a convergere, segno di un trend assente, ma anche della necessità del mercato di digerire per altre settimane il fortissimo ribasso del 2014. La classica “squeeze” su una valuta (ovvero l’esplosione di volatilità) si verifica quando le due bande, quella superiore e quella inferiore cominciano a mostrare segni stabilizzazione e di appiattimento, cosa che ancora non vediamo all’orizzonte.
Grafico 2 – Le bande di Bollinger mensili solo ora cominciano il processo di convergenza, segno che per la volatilità ci sarà da attendere ancora un pò.
Spot EurUsd: 1.1250
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1055, 1.0820, 1.0809) Resistenze (1.1342, 1.1375, 1.1475)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1342
Take profit: 1.1055
Miss Yellen non ha esitato un attimo nell’infilarsi dentro l’insperata forza dell’Euro creata da Mario Draghi e la Bce. Facendo capire che potremmo essere alla fine di una politica monetaria ultraespansiva (o quanto meno che i tassi più negativi di così non lo potranno diventare) la Bce ha dato la prima spinta all’Euro. Poi è arrivata la Fed “colomba” che ha fatto il resto. Facendo diventare due i rialzi previsti per il 2016 (ad inizio anno erano quattro) la Yellen ha ovviamente deluso le attese di chi aveva fatto carry trade vendendo Euro e comprando Usd. Oltretutto anche la certezza di un rialzo a giugno è stata messa in discussione da parole soft da parte della Fed stessa. Dipende dai dati economici è stato detto, eppure inflazione core e disoccupazione sono già oltre i numeri previsti come critici dalla Banca Centrale americana. Il rischio è quello di un’inflazione che, sotto i colpi ripetuti del rialzo nel prezzo del petrolio, possa infiammarsi; a quel punto correre dietro a prezzi al consumo che potrebbero esplodere per la marea di liquidità presente sul mercato, non sarà facile oltre che pericoloso.
Come era stato sfiorato lo stop loss due settimane fa, il mercato per un soffio non è andato a colpire il livello di take profit che avevamo fissato a 1.1375. Poco male prendiamo comunque un buon profitto su questi livelli e ci rimettiamo short EurUsd con l’obiettivo di tornare in area 1.10. Poco ambizioso, ma questo è quello che passa il mercato di questi tempi. Abbiamo visto bene nella lettura del grafico di settimana scorsa quando interpretammo la temporanea rottura di 1.10 come una trappola per orsi e così è stato. Adesso però l’Euro deve mostrare tutta la sua forza visto che si trova di fronte a livelli di resistenza molto importanti. Il primo grafico ci mostra la sequenza ravvicinata di resistenze che si troverà di fronte il cambio nei prossimi giorni. Superare quei livelli avrebbe riflessi innegabili sull’ampio trading range in essere da settimane.
Grafico 1 – Aggredite le resistenze che delimitano il trading range di EurUsd da settimane.
EurUsd non chiude sopra la banda superiore di Bollinger settimanale dal marzo 2014. Allora cominciò il ribasso del cambio con quell’ultimo sussulto che di fatto coincise con un massimo primario. Stavolta ci troviamo in una fase diversa con EurUsd incapace da settimane di prendere una direzione precisa. Una chiusura settimanale al di sopra della Banda superiore di Bollinger (non avvenuta per pochi pips la settimana scorsa) sarebbe un segnale bullish importante e da non sottovalutare.
Grafico 2 – Dal 2014 non si verificano chiusure di EurUsd al di sopra della banda di Bollinger superiore. Una eventuale rottura verso l’alto sarebbe una significativa novità tecnica.
Spot EurUsd: 1.1110
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0809, 1.0787, 1.0709) Resistenze (1.1220, 1.1375, 1.1435)
Strategia: Long EurUsd
Stop loss: 1.1005
Take profit: 1.1375 (Nessun cambiamento dall’ultima analisi)
E finalmente arrivò Mario Draghi che con il nuovo Quantitative Easing della Bce ha impresso quella volatilità necessaria e per certi versi inattesa su EurUsd. Andiamo con ordine. La Bce ha sorpreso i mercati, questo è fuori discussione. Portato a zero il tasso di rifinanziamento, abbassato a -0,4% il tasso sui depositi, riaperti i rubinetti del TLTRO, ma soprattutto aumentato la portata del QE a 80 miliardi mensile allargando il paniere ai corporate non finanziari investment grade. La reazione del mercato è stata dapprima molto vigorosa per il Dollaro con un minimo a 1.0822 (fortunatamente sopra il nostro stop ora adeguato al livello di ingresso della settimana scorsa) e poi improvvisamente la virata dopo che Draghi ha fatto capire che potrebbe essere l’ultima occasione per vedere manovre così espansive. I mercati sono stati colpiti negativamente anche dalle previsioni sul tasso di inflazione riviste a +0,1% per il 2016. Questo è un segnale non solo che la Bce non ha più intenzione di intervenire, ma anche che la stessa efficacia delle misure messe in campo è prevista piuttosto blanda almeno nella sua fase iniziale. E così l’Euro è balzato sopra i precedenti supporti recuperando l’uptrend line. Manca però ancora la Fed. La prossima settimana la Banca Centrale americana dovrà chiarire le sue idee sulla politica monetaria futura con il rialzo dei rendimenti 2 anni americani (prossimi al 1%) che torna a segnalare un aumento delle probabilità di rialzo del costo del denaro entro l’estate. Ma la domanda è ovvia, perché il Dollaro non guadagna terreno sull’Euro nonostante la grande divergenza di politica monetaria?
Dal punto di vista tecnico in un colpo solo EurUsd ha recuperato la trend line e la media mobile a 200 giorni. A volte queste rotture verso il basso poi negate dal mercato racchiudono il rischio di un reverse dalla parte opposta. Ecco quindi che non è da escludere un allungo fino alla zona di resistenza di 1.15 se la Fed dovesse mostrarsi attendista nel FOMC di questa settimana.
Grafico 1 – Trappola per orsi e tenuta del supporto di 1.08, questo ha sancito la settimana scorsa.
A volte è necessario filtrare i prezzi da tutto il rumore che caratterizza ogni giornata di trading. Crediamo che il grafico settimanale basato sulle chiusure esprima piuttosto bene il concetto. Come si vede chiaramente EurUsd sta vivendo la più classica delle fasi di congestione dopo una corposa discesa, quella del 2014. Solitamente questo tipo di figure viene considerato tra quelle di continuazione del trend. Lecito sarebbe vendere Euro sulla parete superiore (1.1375) e ricomprare su quella inferiore (1.08). E’ quello che finora abbiamo fatto noi, consapevoli che da un momento all’altro questa fase si spezzerà. La teoria dell’analisi tecnica ci dice che ciò succede a circa tre quarti di cammino all’interno del triangolo in formazione. Temporalmente ancora qualche mese a disposizione sembra esserci.
Grafico 2 – Le chiusure settimanali ci stanno chiaramente indicando una figura di continuazione del trend ribassista in formazione.
Spot EurUsd: 1.1005
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0809, 1.0787, 1.0709) Resistenze (1.1375, 1.1435, 1,1473)
Strategia: Long EurUsd
Stop loss: 1.0809
Take profit: 1.1375
E finalmente arrivò la settimana della Bce. Mario Draghi dovrà dimostrare ai mercati di essere ancora in grado di guidare la politica monetaria e valutaria senza farsi guidare e condizionare dai mercati. Il rischio è ancora una volta una soluzione di ripiego tra le volontà tedesche di farla finita con il QE e chi invece vorrebbe misure più aggressive per allontanare la deflazione. Il punto è proprio, i risultati di questo primo anno di politica espansiva sono stati deprimenti. L’Euro non si è indebolito e l’inflazione non è tornata. I dubbi sull’efficacia rimangono tutti e queste perplessità sono riflesse in un mercato che non prende una direzionalità precisa e che appare molto ambiguo dal punto di vista tecnico come vedremo nel paragrafo seguente. Comincia comunque il mese delle Banche Centrali, un marzo che dopo la Bce vedrà all’opera anche Federal Reserve e Bank of Japan e vedremo se usciremo con le idee un po’ più chiare.
Peccato che il mercato non ci abbia permesso di andare a prendere il take profit di 1.0809 fermandosi pochi pips sopra, ma il money management ancora una volta ha confermato la sua importanza. Adeguando lo stop al livello di ingresso le perdite dello short EurUsd sono state nulle. Tecnicamente comunque rimaniamo all’interno di una fase confusa ed incerta ed ancora di trading range. La rottura della trend line rialzista in essere da dicembre 2015 si è rivelata per il momento falsa con il rientro al di sopra della linea stessa. Il mercato cercherà di vedere cosa deciderà la Bce ma è altrettanto evidente come la linea di supporto di 1.08 è veramente forte e va per il momento presa come zona di chiusura delle posizioni short.
Grafico 1 – L’area di 1.08 si conferma ancora una volta un forte supporto.
Un altro punto di osservazione privilegiato per capire che la situazione è molto incerta è l’indicatore Adx. Questa misura particolare della forza del trend sopra 30 mostra tendenza bullish o bearish in accelerazione mentre sotto 15 una fase di potenziale fase di boost della volatilità. Le barre verticali mostrano proprio quest’ultima casistica. Gli ultimi casi risalgono a settembre mentre da allora l’Adx si è solo avvicinato a 15 senza mai scendere sotto questo livello, favorendo poi in seguito una direzionalità del mercato. Allo stato attuale (siamo ancora sopra 20) attendiamo ancora una fase di stanca prima di entrare in una zona di potenziale boost di volatilità per EurUsd.
Considerando la risposta del mercato ai supporti di 1.08 rientriamo quindi long fissando uno stretto stop loss sul supporto critico tenendo in dovuto conto dell’effetto BCE che si potrebbe registrare a partire dal pomeriggio di giovedì 10.
Grafico 2 – L’ADX a 14 periodi rappresenta un buon indicatore per capire la forza del trend ma anche per comprendere quanto è vicino l’aumento della volatilità su EurUsd.
Spot EurUsd: 1.0880
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0809, 1.0787, 1.0709) Resistenze (1.1375, 1.1459, 1,1495)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1150
Take profit: 1.0809
E’ un mercato confuso, smarrito, che attende di sapere dalle banche centrali cosa hanno intenzione di fare sui tassi di interesse e sulle politiche monetarie. Stanno urlando alla Fed che non conviene alzare i tassi, stanno urlando alla Bce che deve abbassare i tassi e lo stesso stanno dicendo al Giappone. Il dazio da pagare in caso contrario è la forza della valuta. Forza di Yen dirompente e dannosa per il deficit commerciale, forza di Usd dannosa per la competitività ed i margini delle aziende americane, ma anche non debolezza di Euro capace di imbarcare deflazione in Eurolandia. Marzo sarà il mese delle banche centrali ma la settimana prossima avremo informazioni aggiornate sul grado di rallentamento che sta subendo l’economia americana. I dati di Ism (manifattura e servizi) oltre a quelli di deficit commerciale e disoccupazione saranno cruciali per capire in che direzione si sta muovendo la congiuntura anche mondiale. Quello che si è visto la settimana scorsa è comunque un’economia americana meno peggio del previsto (Pil +1% nel quarto trimestre 2015), ma anche inflazione in crescita e sussidi alla disoccupazione in calo. Se solamente i prezzi delle materie prime dovessero virare verso l’alto la Yellen non potrebbe non intervenire ancora sui tassi.
La settimana scorsa la direzione di EurUsd è stata quella da noi auspicata ma su questi livelli è opportuno adeguare a livello di ingresso lo stop loss consapevoli che la volatilità potrebbe esplodere da un momento all’altro. Come si vede dal primo grafico, EurUsd si è appoggiato sulla trend line crescente in essere da dicembre, livello che rappresenta anche la precedente resistenza della figure triangolare di gennaio 2016. Siamo ad un bivio e le attesa per gli interventi espansivi della Bce potrebbero fare molto. Gli oscillatori sono in posizione di evidente ipervenduto e questo potrebbe complicato, almeno per ora, un tentativo di sfondare immediatamente verso il basso l’area di 1.08.
Grafico 1 – le decisioni della Bce potrebbero rivelarsi decisive nel sancire la fine della correzione verso l’alto di EurUsd.
Per un cambio di passo da parte dell’Euro servirebbe di più e gli ultimi giorni hanno confermato l’allontanamento della media mobile a 50 giorni rispetto a quella a 250 giorni. Come si vede dal secondo grafico questa è una condizione essenziale per assistere ad una fase più convinta e duratura di rialzo dell’Euro. Come ad ottobre, anche adesso c’è stato un avvicinamento della media mobile a 250 giorni da parte della media più breve e reattiva, ma non il taglio dal basso verso l’alto, evento che non si registra dall’inizio del bear market nel 2014. Anche questo conferma quindi la necessità di seguire il trend rimanendo short di EurUsd.
Grafico 2 – per invertire la tendenza ribassista la media mobile a 50 giorni deve tagliare dall’alto verso il basso quella e 250.
Spot EurUsd: 1.1025
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0967, 1.0809, 1.0777) Resistenze (1.1375, 1.1459, 1,1495)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1150
Take profit: 1.0809
Un’inflazione core al di sopra delle aspettative e soprattutto al di sopra del 2% rimescola nuovamente le carte sui tassi di interesse americani. La Fed e la Yellen non possono temporeggiare troppo con i prezzi al consumo che potrebbero subire un’accelerazione improvvisa qualora i prezzi delle commodity e del petrolio in particolare dovessero ricominciare a salire (e le ultime sedute del WTI sembrano indicare una fase di maggior distensione sulle quotazioni). Le probabilità di rialzo a giugno rimangono basse, ma è ovvio che se il tenore dei dati macro dovesse essere migliore del previsto nei prossimi mesi l’ipotesi di rialzo si potrebbe fare più consistente. Questo alimenterebbe ulteriormente quella divergenza di politica monetaria con una BCE ormai nell’angolo e costretta dal mercato ad adottare atteggiamenti ultraespansivi. La debolezza dell’Euro verso tutte le valute (fatta eccezione per la Sterlina) evidenzia un netto posizionamento del mercato verso l’ipotesi di un ribasso aggressivo dei tassi sui depositi magari combinato ad un allargamento del piano di acquisto titoli (QE). Marzo sarà quindi un mese decisivo con anche la Bank of Japan che potrebbe mettere in campo armi importanti dal punto di vista dell’espansione ulteriore di liquidità.
Osservando il primo grafico di EurUsd abbinato al tasso di variazione annuo notiamo come il percorso di normalizzazione dagli eccessi di ribasso 2014-2015 è sulla buona strada per un completamento. Ancora non possiamo dire che ci siamo, ma di certo per la moneta unica europea questa finestra di possibile rimbalzo non è stata sfruttata per ora granché bene. L’ipotesi di vedere 1.15/1.20 nel corso del 2016 rimane, ma obiettivamente più passa il tempo e più sarà la parte bassa di questo range quella che al massimo potrà essere interessata nel corso del 2016.
Grafico 1 – prosegue il processo di normalizzazione di EurUsd con il tasso di variazione a 1 anno ormai pari a zero.
Che EurUsd a questo punto non possa avere grandi ambizioni lo notiamo anche dal secondo grafico, quello settimanale basato sulle Bande di Bollinger. Dal momento dello stop nella caduta nel cambio da fine 2015 si nota un chiaro appiattimento delle due bande, con quella superiore che in tante occasioni ha arginato ogni velleità bullish dell’Euro. Non è improbabile assistere ad uno spostamento nella parte bassa di questo range anche se vediamo più probabile questo scenario nella seconda parte dell’anno. Difficile perciò aprire trade tattici in questo momento. Si potrà andare lunghi sul supporto di area 1.10, ma rimane ancora la sensazione che fino al 10 marzo, data del meeting Bce, il mercato metterà sotto pressione l’Euro. Tanto vale a questo punto azzardare uno short con target 1.0809 fissando comunque uno stop loss molto stretto.
Grafico 2 – fallito per l’ennesima volta il tentativo di EurUsd di sfondare verso l’alto la barriera di resistenza geenrata dalla parete superiore della Banda di Bollinger.
Spot EurUsd: 1.1150
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1084, 1.1041, 1,0967) Resistenze (1.1459, 1,1495. 1,1711)
Strategia: Long EurUsd
Stop loss: 1.1084
Take profit: 1.1459
Il terzo mese del 2016 sarà fondamentale per le tre Banche Centrali più importanti al mondo. Bce, Fed e Boj rispettivamente dovranno contrastare con mosse concrete e parole rassicuranti tutto il pessimismo che si è scatenato negli ultimi mesi. A questo aggiungiamo anche la Cina, incognita vagante dalla cui Banca Centrale potrebbero sempre sfociare delle sorprese. La Yellen non ha contribuito a schiarire le nubi di credibilità che si stanno concentrando sulla Federal Reserve. Parlare prima di rialzo moderato nei tassi e poi di eventuali tassi negativi da non escludere non fa bene ad un mercato che ha bisogno di certezze. Si guarda anche alla Bce e alle mosse che inevitabilmente Draghi metterà in campo anche per risollevare quel clima di sfiducia che aleggia attorno alle banche europee; le banche europee sono in affanno e non c’è tempo da perdere per mettere di nuovo in sicurezza il sistema finanziario. E’ un momento complicato con un sentiment molto depresso che richiede azioni energiche ed ovviamente questo potrebbe avere dei riflessi importanti sulle valute.
Per quello che riguarda EurUsd è innegabile come lo strappo sopra 1.10 ha spinto il mercato verso il polo di attrazione successivo di 1.15. Prima di andare a vedere cosa potrebbe succedere ad EurUsd riteniamo utile analizzare il Dollar Index. Come si vede dal primo grafico area 100 ha stoppato ogni velleità del biglietto verde alimentando a questo punto aspettative di una formazione “rettangolare” che vedrebbe come base inferiore area 93. Chiaro come il mercato sia alla ricerca di certezze da parte delle politiche monetarie delle banche centrali. Possibile che fino a marzo prevalga perciò una fase non direzionale.
Grafico 1 – Dollar Index in modalità rettangolo con range 93-100.
Il nostro stop and reverse su EurUsd alla rottura della resistenza di 1.10 è stato opportuno ed ora appare ancora più opportuno proteggere il trade fissando uno stop a 1.1084, ovvero il minimo del 8 febbraio dal quale è partita l’onda rialzista. Sappiamo che a 1.1250 le due gambe di rialzo partite a dicembre si equivalgono, ma il mercato ha tentato di andare anche oltre per ora senza successo. L’andamento del Dollar Index sembra suggerire un proseguimento della debolezza del biglietto verde, ma in un mercato così volatile preferiamo evitare di dover subire un ritorno sui propri passi da parte di EurUsd. Rimane comunque ancora assolutamente aperta la possibilità di vedere 1.15/1.17 nel corso delle prossime settimane.
Grafico 2 – avrà EurUsd la forza di allontanarsi definitivamente dalla resistenza di 1.1250?
Spot EurUsd: 1.1190
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1041, 1.10, 1,0967) Resistenze (1.1250, 1,1495. 1,1711)
Strategia: Long EurUsd
Stop loss: 1.0800
Take profit: 1.1495
Mancano ancora tanti giorni prima dei meeting di BCE e FED e questo alimenta una confusione nella quale sembra trovarsi il mercato. Poca chiarezza sulle politiche monetarie, rischi geopolitici, dati macro contrastanti, utili in calo. Un mix che, in assenza di interventi delle Banche Centrali, alimenta la volatilità. Dal 2009 in avanti l’interventismo delle autorità monetaria aveva anestetizzato i mercati con una visione ottimistica del futuro che sembra gradualmente stia svanendo quasi consapevoli che quel periodo di liquidità a costo zero, almeno in America, è finito. La decisione della Bank of Japan di portare i tassi in negativo ha inciso per pochi giorni con lo Yen ritornato di prepotenza a ridosso di 116 contro Dollaro, forza non gradita ovviamente dai giapponesi. In Europa Draghi sta continuando a dire al mercato che le forze deflattive verranno contrastate in ogni maniera, ma i mercati sanno che abbassare ancora i tassi di interesse non sarà una misura sufficiente, serve allargare la base del QE. Poi c’è la Fed con una Yellen in difficoltà. I salari stanno salendo così come l’inflazione core e questo andrebbe a favore di un nuovo rialzo dei tassi; i dati macroeconomici e la situazione congiunturale mondiale confermano però un rallentamento che dai paesi emergenti si sta propagando anche ai paesi occidentali. Un 2016 cominciato male che rischia di diventare molto più complicato per l’assenza di leadership politica negli Stati Uniti visto che Obama a novembre lascerà la Casa Bianca.
La fase laterale che caratterizza EurUsd da tempo è ancora lontana dall’essere esaurita con il mercato che sembra adesso avere tutte le intenzioni di spostarsi nella parte alta di questo rettangolo, ovvero quella compresa tra 1.15/1.17. Il primo grafico ci fa apprezzare come la rottura di 1.10 ha rilanciato un’azione che era comunque caratterizzata da minimi crescenti. Immediato l’allungo fino a 1.1250, punto in cui le due gambe rialziste partite a dicembre si equivalgono in ampiezza. Da queste parti passa anche la media mobile a 1 anno e quindi possiamo immaginare la consistenza della resistenza
Grafico 1 – 1.1250 zona di resistenza molto importante.
Osservando però il secondo grafico notiamo come una frattura nella tendenza ribassista si è consumata. Superando la spessa cloud generata con la tecnica delle Ichimoku, il prezzo spot di EurUsd ha fornito un primo segnale bullish. Questa indicazione esce rafforzata poi dalla perforazione della resistenza anche da parte della lagging line (linea blu). Se tendenza di breve bullish sarà si possono delineare due scenari. O il più classico dei return move verso la precedente resistenza ora supporto (1.10) prima di un nuovo spunto verso l’alto, oppure una tirata diretta fino a 1.15/1.17.
Grafico 2 – segnale bullish di breve periodo formalizzato dalla tecnica delle Ichimoku cloud.