Spot EurUsd: 1.0890
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0809,1.0777, 1.0709) Resistenze (1.0967, 1.0984, 1.1059)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1056
Take profit: 1.0500
Questa crediamo sia la domanda principale che sta attanagliando gli investitori. Da una parte la Fed ha ribadito la settimana scorsa la volontà di alzare i tassi ancora nel corso del 2016 seppur con gradualità. Dalla sponda opposta ci sono però utili aziendali in contrazione e dati macroeconomici che mostrano un rallentamento nei tassi di crescita. In alcuni casi (produzione industriale e ordini di beni durevoli) si registrano già variazioni percentuali negative. Il resto del mondo sembra invece aver già preso atto che sono necessarie ulteriori misure espansive. La Bank of Japan ha portato a tasso negativo il costo ufficiale del denaro e la BCE ha di fatto promesso che a marzo potrebbe spingere ancora più sull’acceleratore del Quantitative Easing. Situazione quindi di incertezza assoluta che si riflette in un andamento non direzionale da parte di EurUsd che, come vedremo di seguito, continua a muoversi all’interno di un trading range da diversi mesi. L’uscita da questo canale orizzontale probabilmente sancirà anche una maggiore chiarezza sulle prospettive dell’economia mondiale, nel bene o nel male.
Il primo grafico mostra in tutta la sua chiarezza come si sta muovendo ormai da un anno il rapporto di cambio EurUsd. Stiamo parlando di 10 figure di range che vede 1.15 come parete superiore e 1.05 come parete orizzontale. EurUsd si muove in modo piuttosto regolare passando dall’alto verso il basso e viceversa con una regolarità che esprime nient’altro che incertezza. Il quesito che si pongono tutti gli investitori è se quella in corso è una fase di accumulazione (quella che si registra alla fine di un ribasso) o di distribuzione (quindi preparatoria ad una nuova ondata ribassista). Ovviamente non possiamo sapere quale sarà la direzione futura, ma abbiamo la fortuna di conoscere i livelli oltre i quali lo scenario cambierà.
Grafico 1 – Rettangolo annuale in formazione su EurUsd.
Andando a fare uno zoom sullo stesso grafico e restringendo il campo agli ultimi quattro mesi notiamo come la recente salita da 1.05 ha trovato uno stop nel 50% di ritracciamento del precedente ribasso. Il mercato continua comunque a collezionare minimi crescenti e proprio venerdì scorso la trend line rialzista che unisce questi minimi è andata sotto pressione dopo l’ennesimo tentativo fallito di violare 1.10. A questo punto una reazione verso l’alto è doverosa. In caso contrario l’abbattimento definitivo di 1.08 proietterebbe il cambio verso l’area di 1.05. Per il momento preferiamo mantenere in essere il nostro trade short, ma una chiusura sopra la resistenza di 1.1059 creerà la condizione per uno stop and reverse nel trade in corso.
Grafico 2 – la sequenza di minimi crescenti sta andando avanti da dicembre, ma sotto 1.08 tutta la struttura rialzista salterà.
Spot EurUsd: 1.0840
Scala temporale Mensile: Supporti (1.0710,1.0521, 1.0460) Resistenze (1.1059, 1,1255, 1.1459)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1056
Take profit: 1.0500
Sarà questa la settimana in cui la Fed potrebbe chiarire le idee a mercati già gasati dalle parole di Mario Draghi. Ovviamente la signora Yellen non si sbilancerà visto anche il rischio di perdere credibilità. Il sentiero di normalizzazione della politica monetaria non è facile e ricco di ostacoli. Continuare ad alzare i tassi sarebbe preso con un certo effetto sorpresa alla luce del prevedibile rallentamento economico a cui sta andando incontro l’America; interrompere il percorso appena cominciato sarebbe un clamoroso dietrofront che il mercato potrebbe non prenderebene. Non è facile questa decisione, così come non lo è stata quella della BCE che non ha fatto altro che rimandare a marzo una scelta che appare inevitabile, ovvero aumentare la portata del QE. Il punto però è questo. I mercati visti in queste settimane concederanno ossigeno fino ad allora? Una bella domanda a cui crediamo il mese di febbraio fornirà una risposta adeguata. Le pressioni sui paesi emergenti (Russia, Brasile, Cina, Sud Africa) sono in costante aumento mentre sul mondo obbligazionario high yield, anche stimando un petrolio in ripresa, i danni sono ormai fatti con i default che dovrebbero presto cominciare ad ispessirsi. La volatilità dovrebbe continuare a regnare sovrana, magari non su EurUsd, anestetizzato nel suo range proprio dalle incerte prospettive delle due politiche monetarie.
Osservando il grafico mensile di EurUsd possiamo annotare come gennaio probabilmente chiuderà con una figura nota come tweezer bottom la doppia candela mensile con i minimi sostanzialmente identici che si è venuta a formare tra novembre e dicembre. Solitamente questo evento tecnico (come quello già visto a marzo ed aprile) prelude quanto meno ad una fase di stanca nel trend ribassista che potrebbe sfociare in lateralità (1.15?) o ad un movimento più ampio di return move verso i precedenti livelli di supporto (1.20?)
Grafico 1 – Tweezer bottom mensile su EurUsd.
Tendenzialmente dovremmo continuare a vedere una fase di trading range con addirittura la possibilità che si ritorni in zona 1.10 . A suggerircelo anche la tecnica grafica delle Ichimoku cloud . Il grafico settimanale mostra infatti la spessa nuvola che si para davanti a EurUsd che, con elevata probabilità, dovrebbe impedire un cambio di tendenza. Questo però non nega la possibilità che EurUsd si infili dentro la cloud arrivando anche in zona 1.15 con la lagging line (linea blu) che seguirebbe l’andamento dei prezzi di 26 settimane fa.
Grafico 2 – La consistente area di resistenza offerta dalle cloud dovrebbe arginare ogni tentativo di inversione nella tendenza bearish.
Spot EurUsd: 1.0870
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0710,1.0521, 1.0460) Resistenze (1.1059, 1,1150, 1,1285)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1056
Take profit: 1.0500
I movimenti di fortissima volatilità sui mercati azionari e delle materie prime hanno avuto riflessi molto importanti anche sul mercato forex. Tutte le valute oggetto di carry trade hanno subito massicce liquidazioni e la stessa Sterlina ha perso in un mese e mezzo il 10% contro Euro. Proprio la moneta unica europea e lo Yen sono state tra i principali beneficiari di un flight to quality planetario. Il mercato ha interpretato i pessimi dati americani di venerdì come un possibile campanello d’allarme per una Fed che dovrebbe aumentare nuovamente i tassi nel primo semestre 2016. Il ritorno in prossimità di 1.10 rappresenta però una minaccia per la BCE che si riunirà giovedì. Minaccia perché sarebbe una beffa veder vaporizzare tutto il lavoro di svalutazione dell’Euro dell’ultimo anno. Draghi dovrà quindi mettere mani a quelle armi che solo 1 mese fa aveva rimandato ritenendo prematuro il loro utilizzo. Non aumentare la portata del QE adesso rischia di scatenare una reazione negativa da parte di mercati già nervosi i quali potrebbero, come vedremo di seguito, abbattere livelli di resistenza molto importanti. La settimana successiva toccherà alla Federal Reserve e, se solo venisse fatta trapelare una qualche forma di stop nel processo di normalizzazione della politica monetaria, per l’Euro il rialzo sarebbe garantito.
Niente da fare EurUsd non si stacca da quella soglia di resistenza che potrebbe fare da delicato spartiacque per l’evoluzione di medio periodo. Osservando il primo grafico notiamo immediatamente come si stia preparando una chiara figura di testa e spalla rialzista con neck line posta a 1.0950. In caso di break rialzista l’obiettivo successivo sarebbe 1.1225 ma a quel punto si sarebbero aperte le porte di un rialzo di portata ben più ampia verso 1.14/1.15.
Grafico 1 – Testa e spalla rialzista in via di formazione su EurUsd.
Il secondo grafico ci mostra con chiarezza quanta importante è l’idea che il mercato si sta facendo sui tassi americani, soprattutto quelli a lunga scadenza. In parallelo abbiamo messo EurUsd e rendimento del TNote decennale (su scala inversa). Si nota come ad un ribasso dei tassi decennali corrisponde un rialzo di EurUsd e viceversa. Le tensioni finanziarie delle ultime settimane hanno favorito l’Euro proprio per questo tipo di correlazione. Una improvvisa virata di politica monetaria della Fed spingerebbe il cambio verso l’alto complici anche eccessivi posizionamenti long di Dollari da parte degli hedge fund.
Grafico 2 – Se i tassi americani a 10 anni scendono EurUsd è destinato a salire.
Spot EurUsd: 1.0880
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0710,1.0521, 1.0460) Resistenze (1.1059, 1,1150, 1,1285)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1056
Take profit: 1.0500
Monta l’attesa degli operatori per capire come si muoveranno le banche centrali americana ed europea nella seconda parte di gennaio. Evidente che il clima non è dei migliori. La delusione per il mancato allargamento del QE in termini quantitativi da parte della BCE, sommata al rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve, sembra aver creato un corto circuito di liquidità sfociato nel pesante calo azionario di inizio 2016, la peggior striscia negativa per Wall Street da oltre 100 anni. La Cina continua a rappresentare una seria minaccia per mercati finanziari che vedono sbriciolarsi ogni giorno che passa le quotazioni di molte materie prime, in primis il petrolio.
A questo punto sarà interessante capire come i mercati si muoveranno sulle attese e poi sulle notizie arriveranno da Washington e Francoforte. Le date del 21 gennaio (meeting BCE) e del 28 gennaio (FOMC) saranno decisive per almeno la prima parte dell’anno e questo sembra preludere a volatilità intensa fino ad allora. La settimana corrente è sostanzialmente priva di dati di rilievo ed avvalora l’idea di movimenti erratici senza direzionalità.
Dal punto di vista tecnico EurUsd come previsto è andato a colpire il nostro stop loss fortunatamente adeguato al livello di ingresso permettendoci così di evitare perdite. La rottura di 1.08 si è rivelata falsa e questo segnale conferma la grande incertezza. I due grafici successivi ci mostrano certamente l’importanza di 1.10 come barriera oltre la quale gli scenari potrebbero cambiare.
Il primo grafico è basato sulle Ichimoku cloud e rende perfettamente l’idea come i ripetuti test della “nuvola” da parte del cambio si sono rivelati inefficaci finora. Uno sfondamento verso l’alto sarebbe perciò da interpretare in modo estremamente bullish con gli obiettivi che a quel punto dovrebbe spostarsi verso la zona di 1.12/1.15.
Grafico 1 – La resistenza di 1.10 per il momento contiene ogni velleità rialzista di EurUsd.
La conferma di questo scenario arriva anche dal secondo grafico. L’affidabile media mobile a 1 anno (assieme a quella a 200 giorni) passa proprio dalle parti di 1.10/1.12 ed un movimento al di sopra di questo livello preluderebbe un cambio di scenario da non trascurare in ottica di medio periodo che metterebbe inevitabilmente sotto pressione Draghi e la BCE. Per questo motivo, pur in un clima estremamente incerto, torniamo short su EurUsd con stop loss posizionato a 1.1060.
Grafico 2 – le medie mobili a 1 anno e a 200 giorni dovrebbero impedire all’Euro di salire verso i massimi dell’estate 2015.
Spot EurUsd: 1.0970
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0794,1.0521, 1.0460) Resistenze (1.1009,1.1059, 1,1170)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.0900
Take profit: 1.0500
Il 2016 comincia con un EurUsd poco sopra ai minimi del 2015 di 1.0460 dopo aver risposto egregiamente ai test delle prime resistenze di area 1.10. Il mercato attende di capire cosa succederà sia sul fronte macroeconomico che su quello di politica monetaria. Il divario dei tassi di interesse verrebbe infatti amplificato da ampliamenti nei differenziali di crescita se i dati di gennaio dovessero confermare una rinnovata debolezza in Eurolandia a fronte di un’accelerazione negli Stati Uniti. I primi dati usciti nella giornata di ieri non sembrano però andare in tal senso con l’indice ISM manifatturiero peggiorato ed ancora sceso sotto quota 50 punti. Tornando al legame tassi di interesse – EurUsd, il primo grafico mostra chiaramente quanto il cambio EurUsd è dipendente dall’andamento dei tassi a 10 anni americani (qui riportati su scala inversa)
Grafico 1 – Tassi americani a 10 anni (scala inversa linea rossa) ed EurUsd (linea nera) hanno lo stesso andamento.
Attenzione perciò agli importanti dati macroeconomici della settimana. In particolare negli Stati Uniti attenzione al 6 gennaio (ISM servizi, bilancia commerciale e verbali ultimo FOMC di dicembre) e al 8 gennaio (disoccupazione). Sulla sponda europea attenzione in data odierna al dato sull’inflazione.
L’ipotesi di un’annata di consolidamento per EurUsd è da prendere in considerazione. EurUsd ha perso per due anni consecutivi in doppia cifra percentuale e questo renderebbe necessaria una fase di stasi, almeno per buona parte del 2016. Lo suggerisce la storia ma anche alcuni indicatori di analisi tecnica che hanno bisogno di essere resettati per avere più benzina da spendere nei prossimi mesi. Già commentata nelle settimane scorsa la necessità delle Bande di Bollinger su scansione mensile di cominciare a ridurre la distanza tra le bande superiori ed inferiori. Forse però non sarà il mese di gennaio quello più indicato per assistere ad un ritorno verso la parete superiore del trading range 1.05-1.12. Come ci suggerisce il grafico daily, l’indicatore Relative Momentum Index ha resettato gli eccessi di ipervenduto di inizio dicembre ed ora ricomincia a puntare verso il basso. Lo sfondamento verso il basso del supporto di 1.08 di fatto favorirebbe un nuovo tentativo di andare ad insidiare il supportone di area 1.05. Per questo motivo adeguiamo il nostro stop loss al punto di ingresso di 1.09 assumendo come target di take profit 1.05.
Grafico 2 – Il Relative Momentum Index sembra suggerire la possibilità che EurUsd tenti nuovamente l’assalto ai supporti di area 1.05.
EurUsd chiude il 2015 in calo di circa il 10%, una performance che segue il -12% del 2014. Il mercato ha scontato in modo corretto la divergenza nelle politiche monetarie delle due più importanti banche centrali del mondo, la FED e la BCE. La prima ha deciso a dicembre di alzare i tassi di interesse di 25 punti base dopo anni di Zero Interest Rate Policy (ZIRP). La seconda invece ha avviato una strada completamente opposta cercando di combattere una deflazione che fatica a lasciare Eurolandia a colpi di Quantitative Easing. Il calo nel prezzo delle materie prime che ha accompagnato tutto il 2015 è stato un altro di quei fattori che ha inciso sulle quotazioni di EurUsd.
Come vediamo dal primo grafico l’andamento negativo del Bloomberg Commodity Index è perfettamente sovrapponibile a quello negativo di EurUsd. Difficile perciò pensare ad un’inversione del trend ribassista del cambio fino a quando avremo una direzione opposta nei tassi di interesse unita ad una pressione verso il basso nei prezzi delle materie prime.
I flussi verso il biglietto verde sono stati favoriti anche dallo smantellamento di operazioni di carry trade da parte degli speculatori. Con la prospettiva di pagare interessi più elevati sui dollari presi in prestito di fatto si riduce il margine di potenziale guadagno derivante dall’acquisto di valute ad alto rendimento. Questo fenomeno, unito ad un contrarsi della disponibilità di dollari per effetto della politica monetaria della FED, spiega in parte i forti ribassi nelle valute emergenti degli ultimi mesi.
Politiche monetarie divergenti, tensioni geopolitiche, possibili crisi finanziarie di paesi emergenti e persistere del calo nei prezzi delle materie prime. Questi i temi che continueranno a tenere banco nella prima parte del 2016. A questi deve necessariamente aggiungersi l’elezione del nuovo presidente americano che si terrà nel mese di novembre.
Dal punto di vista dell’analisi tecnica la discesa di EurUsd sembra però aver raggiunto un livello di supporto piuttosto delicato che potrebbe incidere sulle prospettive del 2016.
Come vediamo dal secondo grafico a candele mensili il doppio minimo di area 1.05 è stato realizzato su livelli che, tra il 1988 e il 1999, agirono da sostegno ad un cambio EurUsd rettificato per tenere conto della non esistenza fisica del cambio stesso in quel momento storico.
Grafico 2: l’importanza di 1.05 come supporto e la risalita del ROC a 1 anno sono due fattori tecnici rilevanti in ottica 2016.
L’elemento tecnico degno di nota di questo grafico è rappresentato dal fatto che, quando il cambio perde più del 10% in un anno, il successivo rientro al si sopra di questa soglia segnala l’avvio di una fase meno direzionale se non addirittura più favorevole alla moneta unica europea. Il fenomeno va avanti fino a quando il ROC a 1 anno risale almeno sopra la linea dello zero. Considerando anche il recente test della parte bassa del canale ribassista questo significherebbe un’elevata probabilità di EurUsd compreso tra 1.12 e 1.20 nel corso del 2016, un movimento che appare quasi necessario per smaltire gli eccessi del ribasso 2014-2015.
In base alle informazioni di cui disponiamo in questo inizio di 2016 l’ipotesi che appare quindi più probabile è quella di un consolidamento che troverebbe nella media a 1 anno e nella parete superiore del triangolo in formazione, la resistenza più importante. Quindi area 1.12/1.13 con la consapevolezza che sopra questo livello lo scatto verso 1.20 potrebbe essere piuttosto veloce.
Viceversa l’abbattimento definitivo di 1.05 sancirebbe la ripartenza del bear market dell’Euro con la parità che a quel punto sarebbe solamente un passaggio intermedio di un ribasso ben più profondo.
Grafico 3: I livelli di 1.12 e 1.05 rappresentano i punti di possibile svolta per il 2016.
Spot EurUsd: 1.0970
Scala temporale Mensile: Supporti (1.0800,1.0521, 1.0460) Resistenze (1.1059, 1,1495, 1.1710)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1150
Take profit: 1.0800
Un 2015 molto piatto per indici azionari e rendimenti obbligazionari a lunga scadenza e che si va a chiudere con una perdita di EurUsd che si aggira attorno al 10%. E’ stata un’annata contraddistinta soprattutto dal rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve la quale ha formalmente avviato un periodo di divergenza di politiche monetarie rispetto ad Eurolandia, divergenza che però si registra ma anche verso tutto il resto del mondo. Nel 2016 sarà interessante capire come questo movimento dei tassi impatterà su diversi paesi emergenti anche alla luce del forte calo nei prezzi delle materie prime che ne appesantisce le economie. Potrebbe anche essere l’anno in cui la BCE aumenterà la portata del suo Quantitative Easing qualora le condizioni di deflazione e bassa crescita economica dovessero persistere. Draghi a più riprese ha sostenuto di essere pronto a tutto.
I dati macroeconomici di gennaio 2016 potrebbero portare una prima ondata di volatilità con il cambio EurUsd che subirà logicamente le speculazioni del mercato circa i futuri movimenti di tassi e crescita. Draghi e la Yellen saranno ancora protagonisti, ma sarà anche e soprattutto l’anno elettorale negli Stati Uniti con Obama che passerà il testimone ad un nuovo inquilino. Cina ed emergenti in generale, petrolio e geopolitica, rialzo dei tassi in America, saranno solo alcuni dei temi che terranno banco nei prossimi mesi e che indubbiamente accompagneranno i movimenti dei mercati finanziari.
Andando all’analisi tecnica pura la prima cosa che balza all’occhio osservando i grafici a candele mensili è quella di una formazione nota come outside bar reversal. In pratica la barra del mese di dicembre è, comprendendo corpo e code, più ampia di quella del mese di novembre, segno che il mercato ha completamente ricoperto il calo precedente ritornando sui suoi passi. Incertezza totale. Se poi il cambio EurUsd dovesse andare a chiudere il 31 dicembre con un livello superiore a 1.1036 allora avremmo formalizzato in pieno quello che i giapponesi chiamano bullish engulfing pattern. Figura già vista ad aprile che ebbe come conseguenza diversi mesi di debolezza del dollaro prima della nuova zampata invernale.
Grafico 1 – Chiusura di mese con una tipica figura di inversione come il bullish engulfing pattern?
Se questo movimento si svilupperà nella prima parte del 2016 avremo probabilmente un buon presupposto per veder compattare verso la linea centrale della banda di Bollinger mensile il cambio EurUsd. Abbiamo infatti toccato di recente la massima distanza degli ultimi 15 anni tra lower ed upper band e questa situazione di eccesso richiede un po’ di tempo per essere normalizzata. Difficile pensare ad una forza dirompente del biglietto verde con condizioni di eccesso come quelle attuali. Molto più probabile uno spostamento nella parte alta del range idealmente da posizionare tra 1.12 e 1.15.
Grafico 2 – comincia a restringersi l’ampio divario tra lower ed upper band di Bollinger.
Spot EurUsd: 1.0900
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0800,1.0521, 1.0460) Resistenze (1.1059, 1,1103, 1.1200)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1150
Take profit: 1.0800
La decisione della Federal Reserve mercoledì scorso di alzare il costo del denaro di fatto sancisce la politica del tasso zero di questi ultimi anni, almeno lato Stati Uniti. Si completa così il puzzle di eventi che doveva fare da market movers nel mese di dicembre. La BCE ad inizio mese con il suo QE2 un po’ zoppicante e la FED con le promesse mantenute di rialzo nel costo del denaro di 25 punti base. Siamo partiti con EurUsd a 1.05 e siamo arrivati con EurUsd a 1.08, parrebbe di capire che è stata più forte la delusione per la decisione di Draghi rispetto a quella presa da Miss Yellen. E’ un dato di fatto che comunque la grande divergenza nella politica monetaria di Eurolandia e Stati Uniti è cominciata.
A questo punto i mercati guarderanno con ancora maggiore attenzione ai dati macroeconomici americani di gennaio per capire non tante se la Fed alzerà ancora il costo del denaro (perché ovviamente lo farà) ma quando lo farà e sarà proprio questo elemento a guidare la speculazione sui movimenti futuri di EurUsd.
Dal punto di vista tecnico appare ancora possibile un proseguimento della correzione verso il basso da parte del cambio. Il minino della settimana a 1.0798 ci ha consentito ancora una volta di prendere profitto. Gli oscillatori sono ancora impostati favorevolmente per il biglietto verde con un po’ di tossine legate al rialzo post BCE da smaltire. Precisa in tal senso la capacità della Ichimoku cloud di arginare il tentativo dell’Euro di salire sopra le resistenze di 1.10/1.11. La correzione in corso trova tra 1.08 e 1.076 i supporti chiave per veder rilanciata l’azione di EurUsd, in caso contrario sarebbe inevitabile un nuovo interessamento di minimi di area 1.05. A questo punto ritentiamo lo short fissando come target di breve sempre 1.0800.
Grafico 1 – le prime resistenze di area 1.10 hanno arginato le velleità dell’Euro.
Aspetto convincente ed a favore di dollaro rimane il grafico del Dollar Index. Come si vede, dopo aver testato il supporto di 97.50, c’è stata una pronta reazione dei mercati che hanno approfittato per ricomprare dollari. Abbiamo assistito al più classico dei return move verso la precedente linea di supporto, ma non bisogna farsi prendere da facili entusiasmi. In area 100 abbiamo infatti visto un doppio massimo a sua volta intervallato da un doppio minimo interno. Un chiaro segnale di incertezza che solamente una direzionalità precisa sopra 100 spezzerà.
Grafico 2 – per il Dollar Index doppio massimo con doppio minimo interno.
Spot EurUsd: 1.1000
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0828,1.0521, 1.0460) Resistenze (1.1072, 1,1150, 1.1350)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1150
Take profit: 1.0800
Finalmente arriviamo all’appuntamento tanto atteso del meeting della Federal Reserve. Verrà rimosso quel residuo alone di incertezza che avvolge ancora la possibilità di una Yellen attendista. I tassi saliranno presumibilmente di 25 punti base e questo metterà la parola fine ad una politica di ZIRP (Zero Interest Rate Policy) durata fin troppo. E’ ora di normalizzare il costo del denaro, ripristinare normalità soprattutto nelle attese di rendimento insite nella mente di investitori, imprenditori e traders. La reazione dei mercati non dovrebbe essere scomposta visto che l’evento è stato ormai annunciato da tempo andandosi ad incastrare in un momento che dovrebbe rivelarsi particolarmente felice in termini di stagionalità.
La divergenza di politica monetaria potrà così prendere corpo con l’Europa che allenta e la Fed che stringe. Proprio il rapporto tra bilanci delle banche centrali (FED e BCE) dovrebbe fare da guida per i prossimi mesi al rapporto EurUsd. Il problema è però che nei punti di svolta si notano delle divergenze e questa considerazione è valida in queste settimane. Come si vede dal grafico 1 che mette a confronto il rapporto tra attivi di bilancio FED/BCE e EurUsd, mentre il primo indicatore continua a scendere, il cambio si è rifiutato di abbattere il minimo di 1.046. Una divergenza da non sottovalutare poiché anche nel 2012 e nel 2014 EurUsd anticipò inversione nel Balance Sheet FED/BCE.
Grafico 1 – Divergenza in atto tra cambio e rapporto di bilancio Fed/Bce.
Se prendiamo per buono questo messaggio del cambio , potremmo trovarci di fronte a due scenari. O la Fed sta bleffando ed i tassi nel 2016 non arriveranno al 1%, oppure il QE della BCE non verrà più ampliato.
Dal punto di vista tecnico il mercato sembra avere tutte le intenzioni di puntare la media mobile a 200 giorni di 1.115 prima di ritornare a muoversi verso il basso. Ce lo dicono gli oscillatori e ce lo dice la tecnica delle Ichimoku cloud. Come vediamo dal secondo grafico il cambio sta entrando in pieno dentro la “cloud” il cui spessore sembrerebbe rendere poco probabile uno sfondamento verso l’alto, almeno per ora.
Il trade long messo in piedi la settimana scorsa ha fruttato un altro profitto dopo il trade short delle settimane precedenti. Come detto sopra i livelli di resistenza cominciano a farsi consistenti e perciò giriamo nuovamente la posizione entrando short e posizionando un rigido stop loss in prossimità della media mobile a 200 giorni.
Grafico 2 – si avvicinano le prime importanti resistenze tecniche per EurUsd.
Spot EurUsd: 1.0850
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0828,1.0521, 1.0460) Resistenze (1.1025,1072, 1,1140)
Strategia: Long EurUsd
Stop loss: 1.0521
Take profit: 1.1025
Draghi ha rovinato la festa a tutti coloro che nelle ultime settimane avevano cercato di spingere al massimo la speculazione sull’Euro. Tutti short di EurUsd e tutti colti impreparati ad una BCE meno aggressiva del previsto. Il taglio sul tasso di deposito è stato pari alla metà di quello atteso, ma soprattutto non è stata ampliata la portata del QE che rimane ferma a 60 miliardi di euro mensili. La reazione del cambio è stata violentissima con un’escursione di giornata che entra di diritto nella storia di EurUsd, ma di questo ne parliamo dopo. La BCE ha scontentato il mercato, ma forse ha fatto felice una Fed che non avrebbe gradito un cambio vicino alla parità soprattutto ora che comincia la manovra di rialzo del costo del denaro. Spento il motore della speculazione lato BCE rimane acceso il motore speculazione lato Fed. I dati macro che usciranno nelle prossime settimane potrebbero infatti alterare gli umori degli investitori. Crescita che prende vigore significherebbe tassi che salgono più velocemente e quindi dollaro che torna all’attacco di 1.05, dati deboli invece minerebbero la stessa credibilità Fed creando le premesse per un Dollaro più debole.
Dal punto di vista tecnico, come detto prima, il movimento di giovedì da parte di EurUsd entra di diritto nella storia della valuta. Sono molto rari i casi di escursione superiore ai 400 pips in una sola giornata anche se l’ultima è relativamente recente ed è riferita al mese di marzo quando partì il QE1 della BCE.
Evidente quindi che l’avvicinamento dei supporti da parte di EurUsd, unito a questo pattern, sembrerebbe favorire una fase di ulteriore rialzo per il cambio magari verso quel fascio di medie mobili che bene sta facendo in termini di contenimento dei rialzi. Saggiamente abbiamo abbassato la settimana scorsa lo stop loss sul nostro trade short cogliendo un bell’utile. Al momento preferiamo rimanere long EurUsd con margini di utile che appaiono però piuttosto limitati rendendo non eccellente il rapporto rischio rendimento.
Grafico 1 – Un movimento di oltre 400 pips in un giorno rappresenta un evento piuttosto raro nella storia di EurUsd.
Il secondo grafico ci mostra, tramite il Macd, come la fase di ripresa dell’Euro non sarà limitata a questo rimbalzo. Il taglio della linea del segnale da parte dell’oscillatore Macd rimane di per sé un indizio di una possibile inversione di tendenza, indizio che diventa prova quando il Macd supera la linea dello zero. Ancora non ci siamo da questo punto di vista ma linea del segnale e Macd si stanno allontanando segno che la pressione in acquisto è più forte e tendenzialmente rimarrà tale fino a quando non si verificherà un cambio di rotta come quello ad esempio del mese di febbraio 2015.
Grafico 2 – il Macd segnale un proseguimento del trend bullish.