Spot EurUsd: 1.0570
Scala temporale Mensile: Supporti (1.0521, 1.0460, 0.991) Resistenze (1.0750, 1.0808, 1.1095)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.0750
Take profit: 1.0460
Siamo finalmente arrivati alla vigilia dell’importante e forse decisivo per EurUsd, meeting della BCE. Draghi ha già detto molto nei giorni precedenti l’evento ed ora dovrà dimostrare con i fatti le reali intenzioni della Banca Centrale. Sarà QE2 di sicuro, l’economia rallenta stretta da mercati emergenti in fase congiunturale declinante e domanda interna in moderatissima ripresa, ma sono soprattutto le aspettative di inflazione che stanno pericolosamente ripiegando.
Il mercato si sta posizionando in modo da scontare tutto il possibile. Osservando i tassi governativi a 2 anni di paesi europei come Germania e Olanda, notiamo subito come il rendimento negativo di 40 punti base “prevede” un taglio dei tassi di deposito molto aggressivo da parte di Draghi.
Dall’altra parte c’è ormai unanime consenso attorno al rialzo dei tassi della Fed il 16 dicembre con i dati sulla disoccupazione che usciranno venerdì prossimo a fare da probabile semaforo verde a un evento che dopo oltre sei anni rimuoverà la politica del tasso zero negli Stati Uniti.
Tecnicamente EurUsd si avvicina sempre di più ai minimi del 2015 di 1.0460. Il differenziale tassi in deciso allargamento tra Euro e Stati Uniti sembra però suggerire un affondo ulteriore da parte di EurUsd, affondo che si materializzerà solo alla rottura definitiva del livello di supporto sopra citato. Siccome però a nostro modo di vedere il mercato è troppo ottimista circa le mosse che potrebbe portare avanti Draghi, preferiamo tutelarci abbassando ulteriormente lo stop loss sul trade short aperto alcune settimane fa. Siccome la nostra guida è rappresentata dalla media mobile a 20 giorni, adeguiamo lo stop al livello di 1.0750.
Grafico 1 – Il differenziale tassi Germania-Usa sembra anticipare un nuovo affondo ribassista per EurUsd.
Il grafico mensile di EurUsd basato sulle bande di Bollinger ci offre poi una prospettiva piuttosto interessante della mappa sulla quale ci stiamo muovendo. In termini di ampiezza della banda, ovvero differenza tra lower e upper band, siamo ai livelli massimi dal 2003. Questo non dice nulla sull’evoluzione futura del cambio, ma dice tanto circa il consenso unanime che si sta creando attorno all’Euro, ovvero quello di sfruttare ogni finestra favorevole per vendere sui rialzi. Quando potremo ragionare sulla formazione di un minimo definitivo per EurUsd? Potremo farlo solamente quando le due bande cominceranno insieme a convergere verso il centro. Al momento questo requisito non vale per la banda inferiore posizionata a 0.9770 senza segnali di inversione all’orizzonte. Altro elemento che contraddistinguerà un bottom primario sarà la realizzazione di un minimo inferiore a quello marzo, ma senza uscire dalla banda inferiore.
Grafico 2 – le Bande di Bollinger hanno livelli record di ampiezza.
Spot EurUsd: 1.0630
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0521, 1.0460, 0.991) Resistenze (1.0808, 1.1095, 1.1385)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.0850
Take profit: 1.0521
Entriamo nella settimana che precede l’attesissima riunione BCE del 3 dicembre in cui Mario Draghi dovrebbe annunciare ai mercati il piano di QE2. Vedremo quali saranno le armi che la Banca Centrale intenderà adottare. Si parla con certezza di un taglio del tasso sui depositi a -0,30% oltre che di un allungamento di tempi e perimetro di titoli acquistabili. Vedremo cosa succederà ma il mercato sta ampiamente scontando lo scenario più aggressivo come testimoniano i tassi negativi di alcuni paesi (Germania, Francia e Olanda) che sulla curva 2 anni offrono già rendimenti inferiori a -0,30%.
Questo potrebbe rappresentare un boost notevole per un EurUsd che al momento si va posizionando sui minimi dell’anno complice anche l’aspettativa di una Fed che alzerà certamente i tassi di interesse nel FOMC di dicembre. Le politiche monetarie divergenti in teoria dovrebbero favorire il Dollaro, ma come l’esperienza insegna (e soprattutto il periodo marzo – ottobre 2015 insegna), quando arrivano gli annunci, se non sono clamorosamente diversi dalle attese degli operatori, il mercato si muove in direzione opposta a quella logicamente attesa.
Passando all’analisi tecnica il cambio ha raggiunto la stessa condizione di ipervenduto che era stata raggiunta a marzo di quest’anno. Il test della media mobile a 1 anno è stato fatale all’Euro che da quel momento ha cominciato a scendere senza soluzione di continuità ed ora punta con decisione 1.046, il minimo dell’anno. E’ possibile che ci si arrivi prima dell’appuntamento BCE, ma crediamo anche che oltre non si andrà salvo un Draghi clamorosamente aggressivo. Lo sfondamento di quel minimo proietterebbe EurUsd in zona parità, area di transito della linea di tendenza che unisce i minimi primari decrescenti del trend in essere dal 2011.
Grafico 1 – Sempre più vicino il supporto di 1.0460.
Il trend ribassista rimane comunque forte come testimoniato da un ADX sopra quota 30. Siamo perciò in accelerazione e la media mobile a 20 giorni rimane il livello di resistenza principale (1,0830) oltre il quale difficilmente il cambio potrà muoversi. Per questo motivo tuteliamo il nostro profitto sullo short abbassando ulteriormente lo stop loss a 1.0850. Per chi fosse rimasto fuori dal trade il test di questa zona di resistenza potrebbe rappresentare una nuova finestra di ingresso favorevole; d’altro canto bisogna tenere in dovuta considerazione anche che il rapporto rischio rendimento di un trade short si sta sempre più sbilanciando dal lato del rischio rendendo l’operazione potenzialmente sempre meno appetibile.
Grafico 2 –ADX sopra 30 segnala trend in accelerazione.
Spot EurUsd: 1.0680
Scala temporale Settimanale: Supporti (1.0521, 1.0460, 0.991) Resistenze (1.0808, 1.1095, 1.1385)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.0900
Take profit: 1.0521
Se i prossimi dati macro americani risulteranno estremamente positivi c’è il concreto rischio che il mercato cominci a scommettere su una Fed più aggressiva nel 2016 dando ormai per scontato che a dicembre un rialzo di 25 punti base ci sarà. Continuiamo ad essere perplessi circa i dati di inflazione (e l’andamento dei prezzi alla produzione della settimana scorsa confermano come da questo lato ancora non ci siamo), ma è ovvio che la Yellen ha scoperto talmente tanto le carte che una sorpresa intesa come non rialzo dei tassi sarebbe devastante per il biglietto verde, almeno nel breve periodo. Chi piuttosto potrebbe deludere i mercati è Mario Draghi con le attese degli analisti che appaiono eccessivamente orientate ad un QE aggressivo da parte della BCE. In realtà il cambio ha già fatto buona parte del lavoro “sporco” scendendo da 1.13 a 1.07 dall’ultimo meeting della Banca Centrale Europea. Questo movimento equivale ad un mossa espansiva di carattere monetario e per questo la BCE potrebbe limitarsi ad allungare i termini del QE senza incrementare la portata; tra le motivazioni che ci fanno pensare ad un Draghi meno aggressivo anche la necessità di far scendere l’Euro in modo ordinato mantenendo delle cartucce pronte per essere sparate nel corso del 2016 qualora crescita ed inflazione dovessero mostrare segni di cedimento.
La nostra entrata short su EurUsd rimane in una specie di posizione intermedia che ovviamente lascia molto indecisione circa la direzione futura. Restiamo quindi short con target i minimi del 2015, ma obiettivamente restare appesi ai livelli attuali non ci soddisfa granchè e quindi abbassiamo lo stop sui massimi del 5 e 6 novembre a 1.09. Preferiamo ridurre il rischio visto che la situazione appare incerta ed un sintomo di questa incertezza viene dal confronto con l’andamento delle commodity. Il grafico 1 mostra infatti come a fronte di un indice Bloomberg Commodity Index ampiamente sotto i minimi dell’anno, EurUsd appare in ritardo. Una divergenza che segnala quindi un’anomalia. Commodity scese troppo o Dollaro ancora con il freno a mano tirato? Questo lo scopriremo nei prossimi mesi ma questa situazione è da monitorare.
Grafico 1 – Mentre le commodity sono ampiamente sotto i minimi del 2015 per EurUsd questo ancora non è successo.
Riproponiamo il grafico di lungo periodo di EurUsd che sembra però mostrare come la direzione dell’Euro potrebbe essere segnata. Rotte al ribasso le fan line di Fibonacci, la teoria ci dice che EurUsd a questo punto dovrebbe scendere direttamente verso i supporti indicati nel grafico 2. Area 1.02 e poi 0.99 rappresentano da questo punto di vista i livelli più probabili qualora 1.05 (minimo del 2015) dovesse essere perforato al ribasso.
Grafico 2 –Area 1.02 e 0.99 sembrerebbero essere gli obiettivi più probabili per i prossimi mesi.
Spot EurUsd: 1.0760
Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.0521, 1.0460, 0.991) Resistenze (1.0808, 1.1095, 1.1385)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1095
Take profit: 1.0521
Le parole della Yellen e di Draghi della settimana scorsa hanno offerte ulteriori conferme circa la volontà delle due banche centrali più importanti del mondo di procedere in direzione opposta. Quasi certo il rialzo della Fed a dicembre, quasi certa la variazione in senso espansivo del QE della Bce sempre a dicembre.
Come vedremo successivamente questo comportamento ha avuto dei riflessi dal lato tecnico, ma quello che in questo momento bisogna capire è quale sarà il passo che verrà adottato dalla Yellen in questa nuova fase di rimozione degli stimoli monetari. Presumibilmente sarà un passo molto lento ma crediamo non isolato pena la perdita di credibilità.
I fortissimi dati del mercato del lavoro americano di venerdì (il trigger che aspettava la Yellen) hanno prodotto un innalzamento delle aspettative di mercato con i tassi a 2 anni dei titoli di stato americani arrivati vicino al 1%. Nello stesso tempo però il tutto dovrà essere calibrato anche sulla base di quelle che saranno le scelte della BCE. Draghi ha lasciato intendere che tra le opzioni ci sono il taglio dei tassi sui depositi (già negativi a -0,20%), l’allungamento dei tempi di attuazione del QE o l’aumento della portata dello stesso. Il Presidente BCE ha sempre stupito i mercati e non è escluso lo faccia anche stavolta, ma gli impatti su EurUsd potrebbero risultare decisamente importanti ed inasprire ulteriormente la politica monetaria Fed o rendere ancora più espansiva quella BCE. Siamo di fronte a passaggi chiave e molto delicati.
Dal punto di vista tecnico il nostro stop loss è stato toccato di fatto allontanando l’ipotesi del rimbalzo ed aprendo le porte ad un retest dei minimi del 2005 in area 1.05. A questo punto diventa probabile uno spostamento del range futuro di movimento del cambio verso il basso. Siamo passati da 1.08 -1.15 ad un più probabile 1.05-1.12.
Grafico 1 – Il nuovo range di EurUsd potrebbe essere compreso tra 1.05 e 1.12.
La storia degli ultimi 5 casi di rialzo dei tassi in America va però nella direzione di un Dollaro che fa segnare il suo apice un mese prima dell’evento (cioè in queste settimane) per poi scendere a distanza di 3 mesi in modo anche considerevole tra il 5% e il 10%. I giochi sono più aperti che mai.
Il secondo grafico ci dice che su base annua EurUsd è ancora in calo del 12% con gli eccessi dei mesi scorsi che stanno gradualmente rientrando ma che ancora appaiono insufficienti per assistere ad una ripartenza solida nella forza del biglietto verde.
Grafico 2 –Su base annua il ribasso di EurUsd appare ancora eccessivo e questa potrebbe frenare al forza.
Spot EurUsd: 1.1020
Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.0847, 1.0808, 1.0521) Resistenze (1.1103, 1.1195, 1.1385)
Strategia: Long EurUsd
Stop loss: 1.0808
Take profit: 1.1385
Alla fine le due banche centrali protagoniste la settimana passata, Stati Uniti e Giappone, hanno sorpreso a modo loro i mercati. La Fed, con un atteggiamento particolarmente convinto circa il fatto che a dicembre il rialzo dei tassi ci sarà, ha spostato la probabilità che i mercati danno all’evento ad un livello superiore al 50% nel mese di dicembre. La Bank of Japan invece, pur proseguendo il suo QE, ha deciso di non espandere il proprio piano di acquisti. Chiaramente è stata la banca centrale americana la principale protagonista con una Yellen che ha deciso di essere coerente con le sue ultime dichiarazioni offrendo in pasto agli investitori una quasi certezza di inasprimento del costo del denaro nell’ultimo mese dell’anno. Questo comportamento, sommato all’atteggiamento al contrario molto più espansivo della BCE la settimana scorsa, ha spostato il baricentro di EurUsd verso il basso con una temporanea rottura di 1.10 poi riparata in chiusura venerdì.
Torneremo a breve sul lato tecnico, ma quello che vale la pena sottolineare è come questa atteggiamento della Fed è arrivato con dati macroeconomici poco esaltanti e con attese di inflazione a 5 anni che permangono di poco superiori al 1%. Il punto è proprio questo, possono macroeconomia e utili aziendali in rallentamento (causa dollaro) sopportare un rialzo dei tassi adesso? Il gioco d’anticipo che la Fed vuole portare avanti non rischia di far deragliare la ripresa in atto?
Quesiti a cui avremo risposta nei prossimi mesi ma intanto possiamo apprezzare come in chiusura di settimana sul Dollar Index (il paniere delle valute principali contro dollaro) è stata di fatto realizzata una falsa rottura bullish. O il mercato trova lo slancio in questo inizio di settimana per ripartire dai supporti di 96.50/96.70 oppure questa bull trap si potrebbe risolvere con un ritorno del Dollar Index almeno verso la media mobile a 1 anno di 94.75, di fatto smentendo chi vedeva il biglietto verde in rally per effetto dell’annuncio Fed.
Grafico 1 – Bull trap scattata sul Dollar Index.
Il danno in chiusura di settimana è stato in parte anche riparato da EurUsd il quale però si è rifiutato ancora una volta di scendere sotto i minimi di 1.0808. Come si vede dal grafico settimanale le “cloud” proteggono molto bene da ogni assalto rialzista da parte di EurUsd, ma nello stesso la settimana scorsa non ha visto la tanto attesa rottura ribassista della trend line rialzista in essere da marzo.
Grafico 2 – Sarà questa la settimana decisiva per assistere alla rottura ribassista del bull market in essere da marzo?
Spot EurUsd: 1.1050
Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.0847, 1.0808, 1.0521) Resistenze (1.1495, 1.1525, 1711)
Strategia: Long EurUsd
Stop loss: 1.0808
Take profit: 1.1440
La BCE spara la prima cannonata tra le Banche Centrali e la Cina risponde immediatamente. Questa la sintesi degli ultimi due giorni di una settimana frizzante che in 24 ore ha visto Draghi promettere al mercato una riedizione del QE (forme e modi da decidere) e la Cina affiancarsi con un ulteriore mossa espansiva di taglio dei tassi che segue la svalutazione di questa estate dello Yuan. Non finisce qui visto che questa settimana toccherà alla Fed il 28 ottobre e alla Bank of Japan il 30 ottobre. Di certo la BCE ha tolto un po’ di imbarazzo alla Fed il cui atteggiamento indeciso aveva preoccupato i mercati. Il rialzo dei tassi non ci sarà per il semplice fatto che EurUsd è sceso a 1.10 generando di fatto in una manovra restrittiva sull’economia americana. Questo potrebbe da una parte rappresentare un problema visto che a più riprese la Fed aveva allertato dei rischi generati da un dollaro troppo forte, dall’altro però esenterà per diversi mesi la Yellen da commenti imbarazzanti come quelli di un mese fa circa l’elevata probabilità di un inasprimento nel costo del denaro nel 2015.
A questo va poi aggiunta la difficoltà ulteriore in cui si potrebbero imbarcare gli emergenti, notoriamente fragili di fronte ad un biglietto verde troppo forte. In questo senso si può inquadrare la svalutazione della Cina infastidita dall’apprezzamento recente dello Yuan (agganciato seppur con flessibilità al Dollaro) che sta vanificando gli sforzi fatti in estate.
Dal punto di vista tecnico il primo grafico fotografa chiaramente la situazione ambigua di EurUsd. Il nostro short ha portato a casa un bel profitto ed ora chi volesse giocare sul trading range comprando sui supporti dovrebbe tornare lungo. Il rischio però è notevole. Il cambio si posiziona esattamente sulla trend line rialzista in essere da marzo 2015, ma nello stesso tempo il rifiuto di salire per l’ennesima volta sopra la media mobile a 250 giorni mette in evidenza quanto forte sia la presenza dei venditori su queste finestre di resistenza. In ognuno degli ultimi tre mesi il mercato ha tentato lo strappo e puntualmente è stato ricacciato indietro. Poi è arrivata la BCE ed ha risolto la questione con il sell off di giovedì e venerdì.
Grafico 1 – Rottura definitiva del trend rialzista in essere da marzo o trappola per ribassisti?
Proprio mentre su EurUsd sembrano arrivare rotture tecniche molto importanti, il Roc a 9 mesi sul Dollar Index continua a fornirci messaggi ambigui circa la possibilità di un ulteriore rafforzamento del Dollaro. Come si vede dal primo grafico, quando il tasso di variazione del cambio supera quota +10% in 9 mesi, un picco di prezzo del biglietto verde è da mettere in preventivo ed in seguito una fase correttiva o di trading range è altamente probabile. Fino a quando va avanti questa fase? Osservando i casi degli ultimi 25 anni, fino a quando lo stesso Roc a 9 mesi non si è resettato almeno a quota -5%. Considerando che allo stato attuale il Dollar Index vanta un bilancio a 9 mesi di +2% potremmo concludere che le probabilità di assistere ad un dollaro stabile se non tendenzialmente calante è ancora elevata per le prossime settimane.
Grafico 2 – Il Roc a 9 mesi sembra suggerire che è prematuro prevedere un Dollaro più forte
spot EurUsd: 1.1330
Scala temporale Settimanale: Supporti (1.1103, 1.1086, 1.0808) Resistenze (1.1495, 1.1532, 1711)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1532
Take profit: 1.1103
Entriamo in due settimane che saranno decisive per i mercati e per questo motivo riteniamo opportuno un’analisi puntuale sul trend di breve periodo (daily) abbinata ad un’analisi più allargata di medio periodo (weekly) di EurUsd. Come detto entriamo in un periodo decisivo perché le due più importanti banche centrali del mondo, quella americana e quella europea, si riuniranno per decidere sui tassi di interesse. Il mercato sconta con un certo ottimismo la volontà di BCE e FED di mantenere aperti i rubinetti della liquidità se non addirittura aumentare il flusso. In particolare il riferimento è alla sponda BCE con Mario Draghi che giovedì 22 potrebbe annunciare un ampliamento del Quantitative Easing. Le condizioni economiche, soprattutto della Germania, potrebbero anche rendere giustificabile l’ipotesi, ma attenzione che stavolta si arriva a questo meeting con le economie periferiche della zona Euro che mostrano concreti segnali di miglioramento. Altro problema evidente che rischia di peggiorare è la deflazione, ma anche in questo caso il rischio è quello di scatenare una reazione a catena. Aumentare infatti la portata del QE produrrebbe l’effetto di indebolire EurUsd, scenario non gradito agli americani che a loro volta potrebbero reagire rimandando a data da destinarsi il rialzo dei tassi, spingendo così il cambio verso 1,20 e di fatto annullando ogni effetto prodotto dalla BCE. Assisteremo, almeno crediamo, a messaggi ancora ambigui come ambiguo è il quadro tecnico di EurUsd.
I grafici daily hanno mostrato la formalizzazione di una figura ribassista di bullish engulfing pattern mercoledì e giovedì scorso con un doppio massimo a 1,1495 che ci porterebbe diretti a 1.1250 qualora 1.1360 fosse abbattuto definitivamente. In questo caso abbiamo perciò assistito all’ennesima risposta del mercato a ridosso delle resistenze di area 1.15, risposta oltretutto arrivata in un momento in cui diversi oscillatori sono ritornati a battere la terra dell’ipercomprato. Da questo lato quindi sappiamo con certezza che uno sfondamento definitivo di 1.15 sarebbe stavolta fatale al Dollaro ma nello stesso tempo crediamo più probabile un rientro verso 1.1150/1.12.
(Grafico 1 – Formalizzata sui grafici daily figura di inversione ribassista bullish engulfing pattern)
Poi ci sono i grafici settimanali. Qui l’illusione di una rottura rialzista della neck line del potenziale testa e spalla in formazione da gennaio è durata solo qualche giorno. Come si vede dal secondo grafico settimanale la neck line che passa attorno a 1.1450 è stata prima violata e poi rimessa in discussione con il ritorno del cambio EurUsd al di sotto della linea di resistenza. Quello che fa più pensare è come questo movimento si è sviluppato. Secondo la tecnica delle Ichimoku cloud abbiamo infatti assistito alla formazione di una gravestone doji, pattern di prezzo che gli amanti delle candele giapponesi chiamano anche “pietra tombale” del rialzo. Interessante notare l’effetto su EurUsd che la stessa figura di gravestone doji produsse nel mese di febbraio. Nelle 5 settimane successive assistemmo a 4 settimane di cali che portarono il cambio al minimo di 1.05. Evidente quindi la portata tecnica dell’evento, così come è chiaro che uno sfondamento definitivo di 1.15 accenderà stavolta definitivamente la luce verde del rialzo di EurUsd verso 1.20.
(Grafico 2 – Gravestone doji sui grafici settimanali segnala pressioni ribassiste su EurUsd)
Spot EurUsd: 1.1370
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1133, 1.1103, 1,1086) Resistenze (1.1392, 1.1459, 1470)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1470
Take profit: 1.1100
Ci pensa ancora una volta la Fed a rimescolare le carte sul fronte valutario con la pubblicazione dei verbali del precedente meeting di settembre. Un nulla di fatto motivato dalla necessità di verificare le reali condizioni dell’economia mondiale, ma anche da aspettative di inflazione troppo basse e dollaro troppo forte; tutti elemento che non permettono al momento di decidere con serenità per un rialzo dei tassi. La realtà è che la Fed si è cacciata nei guai non alzando il costo del denaro questa primavera ed ora sta continuando a cercare motivazioni per una mossa che appare ormai in ritardo. Il cambio e l’allargamento degli spread creditizi hanno già ristretto le condizioni monetarie americane con il rallentamento economico degli emergenti che sta facendo il resto.
Proprio i numerosi richiami al cambio hanno spinto il mercato a vendere dollari ed ora questa condizione rischia di spostare la palla nel campo della BCE. Draghi nel meeting del 22 ottobre dovrà infatti non deludere mercati sempre più ingolositi da un ampliamento del QE. Le dichiarazioni del Presidente BCE all’ultimo G20 vanno sembrano assecondare il mercato. L’Euro che ha smesso di scendere, il rallentamento marcato della locomotiva economica tedesca, la deflazione che torna a mostrare i muscoli; le condizioni ci sarebbero tutte per ampliare il campo d’azione della politica monetaria europea. Anche gli altri mercati finanziari sembrano essere convinti del fatto che le banche centrali non faranno mancare il loro supporto. Valute emergenti e commodity in ripresa confermano una situazione di maggiore tranquillità, quiete prima della tempesta?
Il cambio EurUsd, dopo i verbali della Fed, ha mostrato un atteggiamento completamento diverso rispetto alle settimane precedenti. Come si vede dal grafico il cambio ha svoltato decisamente verso l’alto rompendo la trend line ribassista che univa i massimi di agosto e settembre. La situazione rimane comunque ambigua visto che la salita si è fermata proprio sotto la media mobile a 200 giorni di 1.1390 di fatto non rientrando all’interno del canale rialzista partito ad agosto.
Grafico 1 – EurUsd torna a premere contro la media mobile a 200 giorni.
Prima però di proclamare con un certo grado di sicurezza l’avvio del bull market di EurUsd c’è una barriera di resistenza molto forte da superare. La zona compresa tra 1.1450 e 1.15 in diverse occasioni ha sempre respinto i tentativi di inversione di tendenza da parte dell’Euro ed evidentemente non è da sottovalutare. Salire sopra questi livelli proietterebbe il cambio verso area 1.20 favorendo anche tutto il mondo delle materie prime, oro e petrolio in primis.
Grafico 2 – Uno strappo sopra 1.1450/1.1500 sposterebbe l’obiettivo rialzista in area 1.20.
Spot EurUsd: 1.1180
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1133, 1.1103, 1,1086) Resistenze (1.1317, 1.1400, 1.1459)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1450
Take profit: 1.1086
Il dato della disoccupazione americana di venerdì ha confermato come anche gli Stati Uniti non sono esenti da un rallentamento economico che dal mondo emergente si sta trasferendo anche in America. La Fed adesso appare in evidente difficoltà anche alla luce di quello che da mesi sta dicendo. Alzare i tassi di interesse in un momento in cui l’economia rallenta appare un controsenso e Miss Yellen dovrà trovare un metodo di comunicazione efficace per spiegare ai mercati la sua decisione, qualunque essa sia. Alzare il costo del denaro appare assurdo, mantenerlo fermo uno smacco alla credibilità della Fed stessa. Non saranno tantissimi i dati che verranno pubblicati la prossima settimana, ma l’appuntamento chiave sarà l’8 ottobre quando verranno pubblicati i verbali dell’ultimo FOMC. Dalle parole pronunciate dagli esponenti Fed forse capiremo qualcosa di più circa l’evoluzione futura della politica monetaria americana di fine 2015.
Ovviamente si guarderà anche alla sponda europea con la BCE che sembra essere sempre più stretta nella morsa di mercati che hanno preso atto di un tasso di inflazione che torna pericolosamente a convergere verso lo zero. Se c’è un momento per ampliare la portata del QE allora forse ci siamo e questo potrebbe rappresentare una zavorra per l’Euro.
A livello grafico lo stallo su EurUsd è evidente. Prendiamo infatti il primo grafico daily. Come si vede chiaramente venerdì i prezzi sono saliti oltre 1.13 prima di ripiegare e chiudere a 1.12. Con questo comportamento di fatto non si sono staccati granché dalla parte centrale del trading range in essere da maggio 2015. Nella stessa giornata però il mini trend bullish in essere da agosto ha subito un doppio smacco.
Prima il tentativo fallito di salire sopra la trend line rialzista che univa i recenti minimi crescenti e poi lo stop contro la trend line ribassista che univa i massimi decrescenti di agosto e settembre. Insomma, in una giornata poco direzionale abbiamo avuto una doppia risposta da parte dei ribassisti i quali ci hanno fatto capire quanto importante potrebbe essere in prospettiva bullish lo sfondamento verso l’alto di 1.13/1.135.
Grafico 1 – Le resistenze di 1.13 hanno fermato la corsa dei rialzisti.
Il secondo grafico ci ripropone lo stesso grafico daily sotto un altro punto di vista e facendoci capire quanto incerta risulta la situazione attuale. In questo caso i rialzisti trovano conforto dalla media mobile a 50 giorni che da agosto supporta in chiusura di giornata il mini rally di EurUsd. Venerdì scorso la chiusura è stata superiore al supporto dinamico e fino a quando non avremo una chiusura inferiore a 1.1103 la tendenza bullish non potrà considerarsi archiviata.
Grafico 2 – La media mobile a 50 giorni supporta il rialzo in essere da agosto.
Spot EurUsd: 1.1220
Scala temporale Settimanale: Supporti (1.1085, 1.0847, 1,0808) Resistenze (1.1405, 1.1440, 1.1711)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1450
Take profit: 1.0808
Miss Yellen deve essersi resa conto che l’ultimo meeting della Federal Reserve di giovedì 17 non era stato perfetto dal punto di vista della comunicazione al mercato ed una settimana dopo ha pensato di correre ai ripari. Davanti agli studenti dell’università del Massachussets il Presidente della Fed ha ribadito con una certa forza che lei stessa si aspetta un rialzo dei tassi nel 2015; piena occupazione ormai raggiunta ed inflazione che tenderà a salire rimossi gli effetti temporanei di petrolio basso e dollaro forte, rappresentano le convinzioni su cui si poggia l’assioma della Yellen. Peccato che il mondo circostante sta rallentando e di certo il Diesel Gate che ha coinvolto Volkswagen non aiuterà la ripresa, tutt’altro. Proprio le aree economiche più fragili rischiano ora di trovarsi un settore auto che sottrarrà linfa vitale per investimenti e consumi anche solo semplicemente per lo stand by in cui potrebbero entrare consumatori dubbiosi. Questa vale sia per l’Europa che per i Paesi emergenti, due aree dove gli stabilimenti automobilistici sono presenti in grandi quantità.
Ed ecco allora che la Yellen coglie la balla al balzo lanciando un messaggio chiaro sui tassi. Saliranno ma servono altre aree del mondo (Europa in primis) che saranno costrette ad adottare a loro volta misure espansive ben più incisive di quelle attuali.
Rimane da capire qual è la strategia di fondo della Yellen visto che l’effetto collaterale si chiama forza di dollaro.
EurUsd ha infatti mostrato un atteggiamento piuttosto lineare. Rialzo dei tassi in America + nuovo QE in Europa = discesa di EurUsd.
Nella giornata di venerdì il cambio è arrivato fino a 1.111 dopo aver toccato il giorno precedente la vecchia linea di supporto che univa i minimi di agosto ed inizio settembre posizionata in area 1.13. Un classico return move che sembra voler confermare la volontà dell’Euro di scendere almeno fino a 1.10, zona di transito di quella che reputiamo essere la linea di supporto principale anche in ottica di medio periodo. Qui i minimi crescenti in essere da aprile creano la base di questa lunga fase triangolare del mercato.
Grafico 1 – Assoluta incertezza con EurUsd posizionato a metà del trading range.
Ma cosa potrebbe sconvolgere questo scenario? Dal punto di vista fondamentale un BCE che rimanda gli interventi o una FED che non tocca i tassi o ancora mercati azionari che cominciano a cadere ben più pesantemente di quello visto finora. Non sfuggirà infatti come a mercati calanti da mesi corrisponde un EurUsd crescente. Dal punto di vista tecnico il “trigger” potrebbe essere la formalizzazione di un golden cross, ovvero di una media mobile a 50 giorni che taglia verso l’alto la media a 200 giorni…e non ci siamo lontani.
Grafico 2 – Il golden cross formalizzerebbe un segnale bullish per EurUsd.