Spot EurUsd: 1.1340
Scala temporale Mensile: Supporti (1.0818, 1.0521, 1,0456) Resistenze (1.1460, 1.1690, 1,1880)
Strategia: Long EurUsd
Stop loss: 1.1050
Take profit: 1.1460
Non sembra che le trattative tra Grecia e creditori abbiano scosso più di tanto i mercati valutari, soprattutto EurUsd il quale continua a stazionare all’interno dell’arcinoto trading range 1.10-1.15. Peccato per il nostro take profit di 1.1460 solamente sfiorato dal mercato (1.1438) ma per il momento rimaniamo fiduciosi su un nuovo interessamento di area 1.15.
Sarà una settimana densa di appuntamenti soprattutto per capire quale soluzione si troverà alla vicenda greca. Sappiamo infatti che a fine mese il paese ellenico dovrà rimborsare le tranche di aiuti al Fondo Monetario per 1,6 miliardi e quindi la data ultima fissata per un accordo sarà il Consiglio Europeo del 25/26 giugno salvo accordi preventivi durante le prossime ore. Il clima che si respira è comunque più ottimista con Atene che sembra aver presentato un piano più credibile e realistico.
La settimana scorsa è stato però caratterizzata anche da un evento un po’ sottovalutato dai mercati. Stiamo parlando del dato di inflazione americano, uscito invariato ma soprattutto inferiore a quello europeo di maggio (+0,3%). Questa rilevazione porta a -30 punti base il differenziale di inflazione tra Stati Uniti ed Area Euro un evento che in passato (spread di inflazione negativo) ha sempre inaugurato una fase rialzista per EurUsd. Come si vede dal primo grafico le barre verticali ci segnalano i casi in cui questo evento si è verificato ed è abbastanza immediato capire come ben difficilmente il cambio EurUsd ha avuto la possibilità di scendere in modo aggressivo in presenza di questo contesto.
Grafico 1 – i differenziali di inflazione rendono complicato un ulteriore rafforzamento del Dollaro.
Presi dalla frenesia di liquidare le posizioni in Euro per l’effetto combinato Grecia e Qe della Bce, il sentiment attorno alla moneta unica è sceso ai minimi termini. Record di posizioni corte da parte degli hedge fund e oscillatori tecnici mensili largamente ipervenduti. Certamente questa situazione può andare avanti per settimane senza assistere ad una ripresa degna di nota, ma la nostra sensazione è quella di una possibile zampata rialzista dell’Euro. Osservando il grafico successivo balza all’occhio come il Macd mensile ha raggiunto il medesimo livello toccato nel 2000, solamente che in quel momento il valore dell’Euro era molto più basso. Lo scenario è ancora assolutamente bearish e lo sarà fino a quando la linea veloce si manterrà sotto quella del segnale, ma la forza del biglietto verde per un po’ dovrebbe risultare ancora frenata.

Grafico 2 – Macd mensile nelle stesse condizioni del 2000.
Spot EurUsd: 1.1290
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1107,1.0810, 1.0521) Resistenze (1.1460, 1.1532, 1.1690)
Strategia: Long EurUsd
Stop loss: 1.1050
Take profit: 1.1460
Gli appuntamenti che riguarderanno da vicino la Grecia nei prossimi giorni sono molto serrati soprattutto alla luce del fallimento degli ultimi tentativi di accordo con la Germania la quale ha apertamente detto che non si farà ricattare dai greci. Siamo quindi ai nervi tesissimi e dopo l’audizione di Draghi di lunedì gli sherpa cominceranno il loro lavoro diplomatico in vista dell’Eurogruppo di giovedì e l’Ecofin di venerdì. A quel punto rimarrebbe solo il Consiglio Europeo del 25 e 26 giugno per permettere ai greci di ottenere i soldi necessari a saldare le somme in scadenza (1,6 miliardi al Fmi e 6,8 miliardi alla Bce). Ma questa sarà anche la settimana della Fed. Il 17 giugno Miss Yellen potrebbe dare una svolta alla politica monetaria americana scandendo dei tempi più precisi del prevedibile rialzo dei tassi che il mercato (ed il costo) del lavoro sembrerebbero imporre entro fine 2015.
Partiamo da una considerazione squisitamente tecnica. La volatilità su EurUsd si sta drasticamente abbassando; anche la forza di un qualsiasi trend, rialzista o ribassista che sia, è praticamente evaporata. Ce lo dice un particolare indicatore come l’ADX. Quando questo indice misuratore della forza di una tendenza scende sotto quota 15 è un classico segnale di come le forze in campo si equivalgono e che prima o poi qualcuno prenderà il controllo della situazione, tori o orsi. Come vediamo dal primo grafico l’ADX ha toccato livelli già rilevati ad aprile 2015 e poi dicembre 2014 e aprile 2014. In tutti e tre i casi precedenti di lì a poco una tendenza ha preso il sopravvento ed è per questo che diciamo che la volatilità è in arrivo.
Grafico 1 – ADX sotto quota 15 segnalano equilibrio tra rialzisti e ribassisti, volatilità in arrivo.
Il secondo grafico invece ci fornisce un quadro d’insieme dell’evoluzione del cambio basando l’analisi sulle due classiche medie mobili, quella a 50 e quella a 200 giorni. Il cosiddetto “golden cross” si verifica quando la media più veloce incrocia quella più lenta generando solitamente un’inversione di tendenza. Non è sempre così ma per EurUsd sembra che funzioni abbastanza bene (vedi barre verticali). Ecco perché vale la pena monitorare con attenzione queste due variabili. Ancora molto spazio le separa, ma la media a 50 ha virato verso l’alto (1.1107) mentre quella a 200 sta scendendo al ritmo di circa 4/5 pips al giorno ed ora si trova a 1.1690. Nessuna inversione di tendenza ma giusta allerta.

Grafico 2 – Ancora lontano il Golden Cross che sancirebbe l’inversione di tendenza rialzista.
Spot EurUsd: 1.1250
Scala temporale Settimanale: Supporti (1.0810, 1.0521, 1.0460) Resistenze (1.1460, 1.1532, 1.1825)
Strategia: Long EurUsd
Stop loss: 1.1050
Take profit: 1.1460
I dati del mercato del lavoro americano con la creazione di 280 mila nuovi posti di lavoro rimescolano le carte per un EurUsd che fino a pochi minuti prima sembrava nuovamente lanciato verso 1.15. La ripresa nelle assunzioni da parte delle corporate Usa abbinate al crescente costo del lavoro (la paga oraria è salita del 2,3% a maggio) hanno innescato la convinzione che il rialzo dei tassi di interesse in America si avvicina. I Treasury decennali sono saliti sopra il 2,40%, il massimo da ottobre 2014, ed il dollaro ha reagito prima con forza riportandosi sotto 1.11 contro Euro e sopra 125 contro Yen, per poi riprendere 1.12 dopo i rumors che vorrebbero un Obama preoccupato della forza attuale del biglietto verde. A pesare sul cambio ancora le aspettative negative dei mercati sulla vicenda greca. I tassi di interesse a 2 anni sono nuovamente schizzati verso l’alto e l’impasse politica appare disarmante. Tsipras non ha rimborsato venerdì la tranche di debito di 300 milioni verso il FMI rimandando a fine mese il pagamento di un una tantum condizionato dall’andamento delle trattative politiche dei prossimi giorni. Appare prevedibile a questo punto un periodo di una ventina di giorni caratterizzato da quella volatilità che lo stesso Draghi ha indicato come probabile dopo il meeting Bce di mercoledì.
EurUsd dal punto di vista tecnico ha seguito le indicazioni fornite la settimana scorsa permettendoci di centrare un buon profit a 1.1187. Il mercato è andato oltre e quindi assecondiamo la direzione con un nuovo long e target 1.1460. Al momento le probabilità più alte di evoluzione futura le attribuiamo all’interessamento della resistenza di 1.15, rocciosa resistenza rappresentata dai massimi di febbraio e maggio, ma soprattutto dalla Upper Band di Bollinger, una resistenza dinamica mai superata da maggio 2014.
Grafico 1 – La parete superiore delle Bande di Bollinger settimanali non è toccata da maggio 2014.
Permane al momento un eccesso di ribasso da parte dell’Euro che deve essere ripianato dal mercato. In questo caso il Roc (tasso di variazione a 12 mesi) è una buona misura per verificare questa situazione. Come si vede dal grafico in passato cali superiori al 10% hanno intercettato dei minimi primari dai quali l’Euro si è risollevato. Lo scenario da noi preferito è quello di un prolungato trading range che potrà arrivare tra 1.15 e 1.20 nelle prossime settimane.
Grafico 2 – Il Roc a 12 mesi ancora eccessivamente negativo suggerisce come improbabile una prova di forza del dollaro adesso.
Spot EurUsd: 1.0930
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0810, 1.0521, 1.0460) Resistenze (1.1187, 1.1460, 1.1532)
Strategia: Mantenere long EurUsd
Stop loss: 1.0810
Take profit: 1.1187
Il mercato come prevedibile non ha sfondato al ribasso il delicatissimo supporto di 1.09/1.10 e questo fa riflettere sull’evoluzione della prossima settimana del cambio. Saranno tantissimi gli elementi capaci di generare volatilità su EurUsd ed in grado di spostare gli equilibri. Sulla sponda europea tutta l’attenzione sarà chiaramente focalizzata sul meeting Bce del 4 giugno. Draghi in questo caso non dovrà solamente rendicontare l’andamento del QE, ma anche indicare cosa intenderà fare la BCE con le banche greche e con la liquidità di emergenza contenuta nel fondo ELA finora generosamente dispensata alla banche elleniche per evitare il crac del sistema creditizio locale. Anche gli Stati Uniti forniranno però tante indicazioni collegate al tema della ripresa. Dopo l’ISM manifatturiero di ieri usciti solidamente sopra 52 ed al di sopra delle attese, attenzione particolare andrà rivolta a bilancia commerciale (tema dollaro forte) e ISM servizi il 3 giugno e soprattutto al dato sulla disoccupazione del 5 giugno. I mercati al momento appaiono fiduciosi su una ripresa economica nel secondo trimestre dopo la gelata del primo. Indicazioni contradditorie andrebbero a discapito del dollaro che in quel caso potrebbe perdere valore per effetto di un allontanamento del rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed nel corso del 2015.
Dal punto di vista tecnico molto interessante il grafico settimanale. EurUsd è uscito ormai da un mese dall’ ipervenduto su scala settimanale, una condizione che per diversi mesi aveva spinto la moneta unica ad un avvitamento culminato con il minimo di 1.0462. Come si può vedere dal grafico questa situazione ha spinto il cambio sotto le due deviazioni standard della retta di regressione ribassista, fenomeno già visto nel 2008 e nel 2010. Anche in questi due casi l’Rsi settimanale entrò in ipervenduto, evento confermato (come stavolta) anche da un RSI smussato con media mobile a 10 settimane (linea rossa). Negli altri due casi il rimbalzo dell’Euro che si generò da questa situazione terminò solamente con un ritorno del RSI weekly sopra 70, ovvero in ipercomprato.

Grafico 1 – Su scala settimanale gli eccessi di ipervenduto devono ancora essere smaltiti.
Andando a cercare segnali anticipatori di una fase più favorevole all’Euro un buon metro di giudizio può essere rappresentato dalle Ichimoku cloud. Il segnale bullish scatta quando prezzi spot e lagging line salgono sopra la nuvola. Per quello che riguarda i primi ci siamo, ma manca ancora il segnale generato dall’inversione verso l’alto della cloud stessa. Per quello che riguarda la lagging line servirà una chiusura sopra 1.1187 per attivare un set up bullish. A quel punto la spinta verso 1.15 sarebbe piuttosto agevole con il banco di prova del grafico settimanale commentato sopra che farà da spartiacque per lo scenario dei prossimi mesi.

Grafico 2 – Per la tecnica delle Ichimoku cloud mancano ancora chiari segnali di inversione di tendenza.
Spot EurUsd: 1.0990
Scala temporale Settimanale: Supporti (1.0810, 1.0521, 1.0460) Resistenze (1.1460, 1.1532, 1.1760)
Strategia: Long EurUsd
Stop loss: 1.0810
Take profit: 1.1460
Mentre la Federal Reserve continua a professare ottimismo sulla ripresa economica nella seconda metà del 2014 (a condizione che il dollaro non si apprezzi aggiungiamo noi) anche per avere la scusa buona per aumentare il costo del denaro da ormai troppo tempo inchiodato a zero, in Europa si cerca di contrastare una fuga in avanti dell’Euro. Le dichiarazioni da parte di esponenti primari come Draghi e Coeure hanno di fatto ribadito come il Quantitative Easing sarà rinforzato prima dell’estate per supportare le potenzialità di ripresa dell’economia, ma soprattutto (e questo ovviamente non è stato detto) per contrastare i rialzi di tassi ed Euro che potrebbero smorzare sul nascere la ripresa. Interessante poi notare come dal punto di vista macroeconomico si è di fatto chiuso il differenziale di inflazione tra Euro e Stati Uniti, non certamente per merito della dinamica dei prezzi europei quanto per demerito di quelli americani scemati a livello di deflazione. A tutto questo si sono poi aggiunti nel week end i timori sull’ormai famoso Grexit oltre che gli esiti elettorali anti europeisti di Spagna e Polonia che han no visto affermarsi i partiti anti Euro.
Andando sull’analisi tecnica di medio periodo i grafici che mostriamo questa settimana possono aiutarci a capire quale potrebbe essere l’evoluzione del cambio. Risulta sempre utile in casi come questo verificare lo stato del sentiment degli operatori. Per quello che rigurda l’Euro siamo reduci dal record di posizioni corte aperte dagli speculatori sul mercato dei futures. Questa situazione è ben sintetizzata dal grafico che nella parte bassa mostra la differenza tra posizioni aperta dai non commercials sul CBOT di Chicago. Solitamente situazioni così estreme come quella che si è appena venuta a verificare innescano uno stop nel ribasso proprio per mancanza di antagonisti. Se tutti scommettono dallo stesso lato (in questo caso short) diventa molto complicato trovare altri attori capaci di unirsi al gruppo dominante.

Grafico 1 – Ancora eccessivo il posizionamento net short da parte degli speculatori sul mercato dei futures.
Un forte trend discendente può fermarsi con una tipica V (veloce risalita dei prezzi) oppure semplicemente con un lungo trading range. Questo ultimo scenario al momento ci sembra da preferire con le resistenze comprese tra 1.15 e 1.18 che sapranno arginare le velleità di EurUsd.
Il secondo grafico ci viene in aiuto. Le bande di Bollinger su scala settimanali ci mostrano il passo incerto con cui il cambio ha tentato di superare la resistenza di 1.12 (linea centrale) prima di scendere nuovamente sui supporti di area 1.10. Questa incertezza verrà pagata dal cambio in termini di potenzialità rialzista. EurUsd infatti non tocca la Bollinger Band superiore (due deviazioni standard dalla media mobile a 20 settimane) da maggio 2014; questa banda si posiziona al momento a 1.1770 e questo livello di fatto crediamo rappresenti il massimo che la moneta europea sarà in grado di esprimere per le prossime settimane dal lato bullish.

Grafico 2 – Le prime resistenze di 1.15 hanno impedito a EurUsd di andare oltre.
Spot EurUsd: 1.1310
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1065, 1.1036, 1.0521) Resistenze (1.1532, 1.1675, 1.1800)
Strategia: Short EurUsd
Stop loss: 1.1532
Take profit: 1.1065
Il rimbalzo di EurUsd sembra per il momento aver esaurito la sua spinta esattamente a ridosso delle resistenze di area 1.15 che già in diverse occasioni avevamo citato come critiche anche in ottica di medio periodo. Prima di affrontare il capitolo analisi tecnica vale la pena di annotare come questa forza della moneta unica europea trova le sue origini nel dato del Pil del primo trimestre ed è stata accompagnata in modo fedele da un analogo innalzamento dei rendimenti sulla parte lunga della curva dei rendimenti. Il T-Bond trentennale sopra il 3% e la maggiore inclinazione della curva dei rendimenti segnalano una maggiore fiducia dei mercati sulla ripresa economica grazie anche alla debolezza ritrovata del Dollaro. I deludenti dati delle vendite al dettaglio combinati a quelli poco esaltanti della bilancia commerciale di marzo (e nello specifico delle esportazioni) rendono sempre più necessario lavorare sulla valuta per rilanciare la competitività delle merci americane anche per compensare una fiacchezza della domanda interna.
La Fed avrà maggiori margini di manovra nel momento in cui dovesse decidere di aumentare i tassi di interesse; farlo con un cambio EurUsd compreso tra 1,15 e 1,20 è ovviamente meno restrittivo rispetto ad un cambio 1,05-1,10. Come già indicato nelle settimane scorse saranno quindi i dati macroeconomici delle prossime settimane (attenzione ad esempio all’importante numero sull’inflazione del 22 maggio) a determinare un po’ di volatilità sul forex.
Passando all’analisi tecnica l’importanza della barriera di resistenza di 1,15 è spiegata molto bene dal grafico basato sulle Ichimoku cloud. Questo livello tecnico rappresenta il massimo di febbraio, ma anche l’obiettivo teorico del doppio minimo di marzo aprile in area 1,05 ed infine anche la parete superiore della cloud che accompagna il ribasso da maggio 2014. In questo caso facciamo riferimento però non ai prezzi spot ma alla cosiddetta lagging line, ovvero le quotazioni spot arretrate di 26 giorni (vedi linea blu). La regola teorica delle Ichimoku indica nel superamento della cloud da parte della lagging line (ovviamente in coincidenza con prezzi spot già al di sopra della stessa) il requisito tecnico per sancire l’avvio di una nuova tendenza.

Grafico 1 – Solo una chiusura della lagging line sopra la cloud formalizzerà l’inversione di tendenza per EurUsd.
Anche dagli oscillatori di ipercomprato abbiamo comunque delle indicazioni importanti circa i movimenti di breve del cambio. Osservando l’Rsi notiamo come sui grafici daily è stato toccato per la prima volta un livello di ipercomprato, un evento che in una tendenza di medio periodo bearish dovrebbe essere preso come punto di ingresso per tornare short di EurUsd. Se osserviamo il comportamento del cambio nella fase bearish del 2011-2012 possiamo vedere come due fasi di ipercomprato aprirono delle interessanti opportunità ribassiste prima di un terzo evento che di fatto archiviò lo scenario discendente per diversi mesi.

Grafico 2 – EurUsd raggiunge per la prima volta da maggio 2014 la soglia dell’ipercomprato.
Spot EurUsd: 1.1160
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1036, 1.0950, 1.0048) Resistenze (1.1260, 1.1532, 1.1675)
Strategia: Mantenere long EurUsd
Stop loss: 1.1000
Take profit: 1.1532
La disoccupazione in costante calo (5,4% il dato di aprile) combinata alla creazione di nuovi posti di lavoro superiori alle 200.000 unità, frenano la discesa del dollaro (ed il rialzo dei rendimenti sui titoli di stato americani) sulla convinzione che quello del primo trimestre è stato un semplice incidente di percorso dovuto a cause esterne e che presto la ripresa a stelle e strisce riprenderà vigore. Questo porta direttamente alla Fed ed alla possibilità che entro l’anno si rimuova la politica del tasso zero; per farlo serve crescita ma anche inflazione e la salita delle aspettative da parte del mercato sembrerebbe tornare in questa direzione con la Yellen che potrebbe annunciare un rialzo nel costo del denaro entro la fine del 2015.
Quello che appare evidente da quanto è partito il bear market di EurUsd è la stretta correlazione che lega il cambio ai tassi decennali americani. In rosso il cambio, in nero i tassi; il grafico ci mostra come i rendimenti decennali hanno mostrato nel corso dell’ultimo anno un andamento analogo a EurUsd con l’unica eccezione legata alla capacità anticipatrice dei tassi sui punti di inversione. I massimi di EurUsd del 2014 furono anticipati da una divergenza con i tassi che allora erano già in parabola discendente. La stessa cosa sta accadendo ora con la divergenza tassi – cambio che ha saputo anticipare il rimbalzo di EurUsd.

Grafico 1 – Esiste una chiara correlazione positiva tra tassi di interesse decennali americani ed EurUsd con i primi che tendono ad anticipare l’evoluzione del secondo.
L’analisi tecnica giornaliera mostra come il cambio ha arrestato la sua corsa esattamente in prossimità di quei livelli tecnici di 1.1260 che avevamo indicato come spartiacque la settimana scorsa prendendo come riferimento le bande di Bollinger settimanali. Da 1.1260 passa la linea centrale di queste bande e qui si trova anche il primo livello di resistenza offerto dalle cloud di Ichimoku. Questa tecnica permette, soprattutto sul forex, di identificare supporti e resistenze, ma anche la solidità delle stesse in base allo spessore. Per quanto riguarda nello specifico EurUsd notiamo come questa “cloud” ha uno spessore piuttosto consistente non tanto per i prezzi spot correnti che hanno già valicato le resistenze (comprese tra 1,09 e 1,11), quanto per la cosiddetta “lagging line” ovvero quella linea blu nel grafico che si riferisce ai prezzi attuali arretrati di 26 giorni e compresa tra 1,13 e 1,18. Da qui potrebbe arrivare il segnale tecnico rialzista per EurUsd; la teoria indica infatti nella rottura contemporanea delle cloud da parte del prezzo spot e della lagging line la condizione essenziale per dichiarare avviata una nuova tendenza. Allo stato attuale possiamo quindi dire che fino a 1,18 per EurUsd quella in corso è da catalogare come semplice correzione tecnica.

Grafico 2 – Secondo la teoria delle Ichimoku cloud non assisteremo ad inversione di tendenza fino a quando prezzi spot e lagging line non avranno fatto registrare prezzi in chiusura al di sopra della cloud.
Spot EurUsd: 1.1140
Scala temporale Mensile: Supporti (1.1036, 1.0521, 1.0456) Resistenze (1.1260, 1.1532, 1.2210)
Strategia: Rimanere long di EurUsd
Stop loss: 1.1000
Take profit: 1.1532
Lo stavamo scrivendo da diverse settimane che i margini di rafforzamento per il Dollaro americano erano molto ristretti e che il trading range 1.05/1.10 rappresentava l’ipotesi meno volatile per il cambio EurUsd nelle settimane a venire. Ci hanno pensato però il deludente dato sul Pil del primo trimestre americano (+0,2%) ed a seguire una Federal Reserve ambigua sul fronte dei tassi di interesse per convincere i mercati che con questo dollaro forte l’economia americana rischia di fermarsi. Ecco allora che il rallentamento inaspettato, condito da una Yellen ancora attendista, ha spinto i mercati a vendere dollari favorendo la rottura definitiva della delicata soglia di resistenza di 1.10. Questo fenomeno è stato generalizzato e non solamente concentrato su EurUsd. Il grafico mensile di EurUsd ci mostra come il rapporto di cambio ha formalizzato a fine aprile una figura tecnica nota come engulfing pattern, ovvero una lunga candela nera che ingloba completamente quella rialzista bianca precedente. Di fatto annullato tutto l’effetto Draghi – Qe di marzo.

(Grafico 1 – Formalizzata una figura rialzista mensile per EurUsd nota come bullish engulfing pattern)
A questo punto saranno molto importanti e delicati i dati macroeconomici che usciranno nelle prossime settimane a partire da quello sulla disoccupazione di venerdì 8 maggio. Delusioni su questo fronte aprirebbero le porte a nuova debolezza di dollaro anche perché il mercato comincerebbe a spostare al 2016 il previsto rialzo dei tassi di interesse.
Se la settimana scorsa avevamo indicato nelle bande di Bollinger giornaliere la vera chiave per interpretare i movimenti di breve periodo, questa settimana ci concentriamo sempre sull’analisi delle bande ma su scala settimanale. Dall’avvio del bear market le candele settimanali non sono mai riuscite a valicare la media centrale delle bande e, come nel caso del time frame giornaliero, anche in questo caso una violazione al rialzo cambierebbe lo scenario. Non è un caso infatti che il mercato ha fermato la sua corsa proprio in prossimità di questa resistenza dinamica a 1.1260. Superare questa soglia di resistenza tecnica imprimerebbe una ulteriore accelerazione al rialzo ponendosi come primo obiettivo 1.1532, massimo di febbraio. In quel caso però assisteremmo non solo ad una crepa nel bear market piuttosto importante, ma anche una figura in cui ad un doppio massimo si contrapporrebbe un doppio minimo interno. Solitamente questo è un segnale bullish piuttosto importante e quindi potremmo indicare proprio nel massimo di venerdì il livello tecnico oltre il quale non è consigliabile andare per EurUsd se non si vorrà vedere compromessa una buona fetta del down trend. Il superamento di 1.1532 implicherebbe infatti una salita fino all’area di 1.20/1.22, zona di transito della Upper Band.

(Grafico 2 – La chiusura settimanale sopra la linea intermedia delle Bande di Bollinger anticiperebbe una più consistente debolezza estiva per il dollaro)
Spot EurUsd: 1.0885
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0521, 1.0456, 1.0215) Resistenze (1.0899 1.0970, 1.1036)
Strategia: Andare long in caso di chiusura giornaliera sopra 1.1036, nel durante continuare a preferire lo short con target area 1.05
Stop loss: 1.0450
Take profit:1.1000 con reverse long sopra 1.1036
La settimana passata ha rafforzato l’idea che per il momento l’area di 1.05 di EurUsd è destinata a reggere l’urto spostando il baricentro dell’azione verso la parte superiore del range di 1.10. Di questo aspetto tecnico parleremo dopo, ma la settimana entrante sarà importante almeno per tre motivi. La Federal Reserve si riunirà per decidere se e quando aumentare i tassi di interesse; come sempre le parole dei comunicati ufficiali faranno la differenza e se sarà settembre, dicembre o il 2016 per EurUsd la volatilità è assicurata. A questo primo aspetto è legato anche il fattore ripresa economica; il dato sul Pil americano del primo trimestre probabilmente deluderà le attese, sarà importante vedere di quanto lo farà. Il secondo aspetto importante è quello legato alla Grecia. Il governo ellenico non sembra proprio volersi piegare alla Commissione Europea, ma le scadenze si avvicinano quanto il default di Atene. Terzo ed ultimo aspetto che potrebbe influenzare l’andamento di EurUsd sono le materie prime. Il petrolio (ma anche il rame) hanno mostrato una certa reattività nelle ultime settimane e questo per ora è servito ad allontanare la moneta unica europea dai supporti di lungo periodo. Una ulteriore accelerazione delle commodities potrebbe rappresentare l’elemento in grado di spingere il cambio sopra 1.10.

Grafico 1 – Un’ulteriore salita dei prezzi delle materie prime servirà ad EurUsd per tentare l’assalto alla resistenza di 1.10
Torniamo all’analisi tecnica. La volatilità del cambio, ben misurata dalle Bande di Bollinger, si sta abbassando drasticamente. Circa 400 pips sono quelli che separano la Upper Band dalla Lower Band e dopo aver toccato il 13 aprile la parete inferiore ci attendiamo a questo punto uno spostamento verso quella zona di 1.10 che appare molto delicata in ottica futura. Per arrivarci serve una chiusura daily sopra i massimi di venerdì di 1.0899 abbattendo quella trend line che unisce i massimi di febbraio a quelli di aprile.
Chiaramente la soglia di resistenza di 1.10 è molto corposa come si vede dalle diverse resistenze grafiche che abbiamo tracciato, però abbiamo un misuratore molto affidabile che ci dirà se questa volta vedremo qualcosa di più oppure no. Da quando è partito il bear market di EurUsd, mai il cambio ha chiuso sopra la Upper Band attualmente posizionata 1.0970. Già una rottura di questa resistenza sarebbe un indizio importante di quello che potremmo vedere in seguito.

Grafico 2 – La chiusura giornaliera sopra la Upper Band di Bollinger sarebbe un primo segnale che la fascia di resistenze su EurUsd si sta sgretolando.
Data analisi: Spot EurUsd: 1.0730
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.0521, 1.0456, 1.0215) Resistenze (1.1036, 1.1210, 1532)
Strategia: Preferire lo short sulla parte superiore del trading range (1.10) e il long su quella inferiore (1.05). Al momenton rimanere long fino alla resistenza superiore.
Stop loss: 1.0450
Take profit:1.1000
L’affare greco si complica sempre di più con la soluzione che sembra allontanarsi ulteriormente con parti in gioco che sembra non vedano l’ora di divorziare. E’ evidente che il fenomeno greco non preoccupa granchè e questo alla luce di un effetto contagio molto limitato tra gli altri periferici, ma anche dalla scarsa copertura mediatica di cui si stanno occupando gli specialisti finanziari. Un brutto segnale che potrebbe sfociare nel terzo default greco e quindi con una nuova ristrutturazione del debito. La settimana entrare fornirà alcune interessanti indicazioni sull’economia tedesca con gli indici Ifo e Zew che potranno fornire volatilità al cambio EurUsd. La sensazione è che dopo l’ultimo meeting della Fed la corsa del dollaro debba necessariamente passare per un periodo di consolidamento e questo fa aumentare le quotazioni di un trading range 1.05-1.10 per i prossimi giorni.
Il grafico giornaliero basato sulle Ichimoku cloud ci offre una prospettiva piuttosto chiara di quella che potrebbe essere la tendenza del mercato nei prossimi giorni. Ci sono due alternative; o i due minimi di area 1,05 rappresentano un classico double bottom che verrà formalizzato con una chiusura sopra 1,10 di fatto neutralizzando quella tendenza fortissima che guida il cambio da maggio 2014, oppure ancora una volta la soglia di resistenza di 1.10 agirà da resistenza (sarebbe il settimo tentativo fallito di violazione al rialzo) confermando comunque come questo livello risulta cruciale per lo scenario estivo di EurUsd. Salire sopra 1.10 aprirebbe le porte verso quello che riteniamo essere un livello piuttosto interessante per tornare short in maniera più decisa su EurUsd, ovvero 1.15.

Grafico 1 – Potrebbe essersi formato un potenziale doppio minimo in area 1.05.
Vogliamo porre l’attenzione anche al grafico di lungo periodo abbinato all’esposizione net short dei non commercials sul mercato dei futures di Chicago. Toccato un nuovo minimo di posizioni nette short aperte dagli speculatori in un momento in cui EurUsd testava la trend line che univa i minimi del 2008 e del 2010. Uno sfondamento settimanale della trend line poi recuperato e nuovamente testato la settimana scorsa. La chiusura di venerdì scorso sopra il supporto è un bel segnale a supporto del rialzo di breve periodo.

Grafico 2 – La chiusura weekly sopra la linea di tendenza che univa i minimi decrescenti è un segnale incoraggiante per l’Euro.