Spot EurUsd: 1.0450

Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.0215, 1,0117, 1,0000) Resistenze (1,0540,1.0620,1.0660)

Strategia: Short solo al raggiungimento di 1.0540

Stop: 1.0670

Take profit: 1.0215

*Confermiamo l’idea presentata la settimana scorsa di apertura di posizione short EurUsd solo al raggiungimento della media mobile a 20 giorni, questa settimana scesa a 1.0540 dal precedente 1.0550. Abbassiamo anche lo stop loss a 1.0670 per avere un rapporto rendimento/rischio favorevole e superiore a 2.

Trump, Brexit, Unione Europea, tutti Temi che Ritroveremo nel 2017

L’anno volge al termine con un rafforzamento del Dollaro che tutto sommato non è così clamoroso. Il +5% realizzato contro Euro di fatto altro non è che il doppio del differenziale tassi tra Treasury e Bund a 10 anni. Il mercato è stato quindi guidato da uno spread piuttosto marcato che difficilmente nel corso del 2017 potrà allargare ancora di più la sua forbice. Ricordiamo a tal proposito che la differenza di rendimento tra un Treasury americano a 10 anni ed un Bund è superiore ai 220 punti base, un livello che non si vedeva dal 1989. Le attese di tre rialzi Fed nel corso del prossimo anno saranno da verificare sul campo e l’insediamento effettivo di Trump alla Casa Bianca dirà qualcosa di più circa le prospettive future del biglietto verde. Dati macro economici pressochè assenti in questa stagione natalizia dovrebbero essere accompagnati da volumi ridotti ed ovviamente questo potrebbe accendere un po’ la volatilità. Tante volte negli anni passati proprio l’ultima settimana dell’anno fu protagonista con massimi/minimi primari destinati a durare mesi.

Sponda europea il 2017 dovrà fornire risposte concrete sul fronte politico con le elezioni in Francia, Olanda e Germania (e forse Italia) che dovranno essere in grado di disinnescare la bomba populista che si sta annidando all’interno dell’Unione Europea. Anche le trattative per la Brexit saranno tema di incertezza nella prima parte dell’anno, mentre per quello che riguarda la BCE, la soluzione ad alcune criticità bancarie potrebbe rendere meno pressante l’aumento della portata del Quantitative Easing.

Attenzione alla Media Mobile a 20 Giorni

Andando all’analisi tecnica seguiamo con molta attenzione, per impostare un trade a basso rischio, la salita dell’indicatore di forza per eccellenza, l’ADX. Già presentata la settimana scorsa, questa tecnica la riprendiamo anche questa volta per seguirne l’importante evoluzione. Un superamento di 30 ci dice che il trend bearish su EurUsd è in accelerazione e che un rimbalzo nella direzione della media mobile di breve periodo (per convenzione si prende quella a 20 giorni) attualmente posizionata a 1.0540, verrà seguito con elevata probabilità da una nuova zampata verso il basso. La teoria dice che si può entrare short a contatto con la media mobile oppure attendere un ingresso più sicuro nel momento in cui viene violato al ribasso il minimo del giorno precedente dopo l’avvenuto test della media. Ribadiamo quindi come l’ìntervento short EurUsd si attiverà solamente se verrà testata la media mobile di cui sopra.

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Grafico 1 – attendiamo il test della media mobile a 20 giorni per entrare short.

Anche la tecnica delle Ichimoku cloud sembra suggerire l’imminenza di un rimbalzo nell’ultima settimana del 2016. Se la lagging line (spot ritardato di 26 periodi) dovesse seguire l’andamento del prezzo spot di 26 sedute fa , tra fine 2016 ed inizio 2017 dovemmo assistere ad un movimento verso le resistenze. Anche in questo caso gli indicatori di breve forniti da Ichimoku suggeriscono resistenze piuttosto importanti posizionate in area 1.06.

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Grafico 2 – la tecnica delle Ichimoku Cloud indica come probabile un rimbalzo per fine anno.

Spot EurUsd: 1.0440

Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.0215, 1,0117, 1,0000) Resistenze (1,0550,1.0620,1.0660)

Strategia: Short solo al raggiungimento di 1.0550

Stop: 1.0870

Take profit: 1.0215

*Chiuso in stop il trade long EurUsd della settimana precedente, decidiamo di entrare short su EurUsd solo al raggiungimento di livelli di prezzo superiori a 1.0550 dove il rapporto rischio rendimento presenta un profilo migliore.

Il Dollaro nelle Mani della Fed

La mossa di rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve era attesa, ma una Yellen abbastanza aggressiva ha sparigliato le carte permettendo al Dollaro di rafforzarsi in modo deciso. Con la sua retorica la Fed ha così spinto i mercati a prendere atto che tre rialzi di tassi nel corso del 2017 non rappresentano uno scenario improbabile. In un mondo in cui tre banche centrali come quella europea, giapponese e inglese sono ancora impegnate con manovre di Quantitative Easing, la prospettiva di un differenziale tassi così ghiotto ha spinto gli investitori a muoversi in massa verso il biglietto verde.

Il Dollar Index torna così ai livelli del 2003 ed il differenziale tassi tra Stati Uniti e Germania sale sopra i 220 punti base, un livello che non si vedeva dal 1989, l’anno della caduta del Muro di Berlino. Il Dollaro forte rischia però di mettere in difficoltà il Giappone costretto a difendere a colpi di svalutazione dello Yen la linea di rendimento zero sul decennale, ma anche la Cina potrebbe presto andare in sofferenza. La macchina economica cinese si trova infatti ad avere rendimenti crescenti che la costringono a lavorare sulla svalutazione del cambio per impedire che le ultra indebitate corporate cinesi possano cominciare a veder peggiorare il loro già delicato equilibrio finanziario. Fuga di capitali e rischio di barriere doganali imposte dall’amministrazione Trump stanno creando tensione in tutto il mercato obbligazionario cinese costringendo Pechino ad attuare la settimana scorsa una mossa senza precedenti, bloccare le contrattazioni sui mercati futures legati ai bond.

Obiettivo Parità

Andando all’analisi tecnica la nostra posizione long è stata stoppata tutto sommato con danni limitati visto lo stop loss ravvicinato. Come era prevedibile, l’abbattimento dei supporti chiave di area 1.05 ha generato un movimento di ribasso piuttosto ampio portando il cambio anche sotto 1.04. I numerosi stop and reverse scattati alla rottura dei supporti hanno amplificato il calo nelle prime ore post Fed ed ora un ritorno verso le resistenze di breve periodo (il classico return move) potrà essere sfruttato per entrare short su EurUsd. Che il trend possa continuare a puntare verso il basso lo conferma anche il grafico dell’Adx. Quando questo indicatore sale sopra a 30, la tendenza sta assumendo forza e la regola indica nella media mobile a 20 giorni un buon punto di ingresso a basso rischio. Attualmente questo livello di resistenza dinamico si posiziona a 1.062 e tendenzialmente tra 1.055 e 1.062 riapriremo una posizione short con stop a 1.087.

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Grafico 1 – Adx sopra 30 significa un trend in accelerazione. Spazio quindi per nuovi ribassi di EurUsd.

Il ribasso di EurUsd potrebbe proseguire anche alla luce di un tasso di variazione annuo ancora non eccessivo. Come si può vedere dal secondo grafico, il Roc 12 mesi è stato in grado finora di anticipare bottom primari del cambio quando è sceso sotto quota 10%; evidente come da questo punto di vista siamo ancora in ritardo rispetto a questo livello (siamo a -4%). Di conseguenza ambire alla parità non appare in questo momento un obiettivo troppo ambizioso.

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Grafico 2 – il Roc a 12 mesi appare ancora lontano da quella soglia percentuale sulla quale in passato si sono formati bottom primari.

Spot EurUsd: 1.0620

Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.0503, 1,0490, 1,0430) Resistenze (1,0800,1.0872,1.0910)

Strategia: Long 1.0630

Stop: 1.0480

Take profit: 1.0870

*Rimane in essere la posizione indicata nell’analisi della settimana precedente, ma abbassiamo il livello di Take Profit potenziale.

Il Dollaro nelle Mani della Fed

Dopo la riunione Bce di giovedì scorso, questa settimana toccherà alla Fed decidere sui tassi di interesse. Probabilmente assisteremo ad una stretta di 25 punti base, ma il mercato già guarda al 2017 e comincia a stimare al 25% di probabilità un rialzo entro marzo. Dati macro e curva dei rendimenti sembrano supportare l’idea di una Fed più aggressiva, bisognerà però capire quali effetti collaterali potrebbe sortire un Dollaro troppo forte e soprattutto quale supporto monetario vorrà Trump a supporto della sua politica espansiva. La Bce infatti ha deciso di prolungare il Quantitative Easing fino a dicembre 2017 seppur riducendo a 60 miliardi gli acquisti mensili di titoli. Allargata però la platea dei titoli consegnabili dalle banche in Bce (anche scadenze 1 anno con rendimenti inferiori al -0,4%) comprendendo il contante. Questa decisione di Draghi ha spinto EurUsd nuovamente a ridosso dei supporti di area 1.05. Il differenziale tassi a 2 anni tra Stati Uniti e Europa continua a dilatarsi e questo rappresenta un ottimo motivo di acquisto di biglietti verdi. Peccato per il nostro trade long che ha sfiorato il target di profitto prima di invertire nettamente la rotta. Rimane comunque in piedi l’idea long con rigido stop loss poco sotto i minimi 2014 di 1.0480.

I Compratori di Euro Devono Mostrare la Loro Forza

Abbastanza evidente come la Bce ha deluso chi scommetteva su un tapering più aggressivo nei prossimi mesi con un mercato che in modo chirurgico è andato a toccare le resistenze posizionate tra 1.08 e 1.09 per poi svoltare in modo deciso verso il basso. Tecnicamente abbiamo assistito al più classico dei movimenti di return move verso il supporto diventato resistenza con successiva nuova zampata degli orsi.

Non si può ignorare questo messaggio così come non si può ignorare la tendenza degli oscillatori ad essere ora nella parte alta del range, quindi supportivi per un ribasso di EurUsd. Considerata però l’importanza di livelli tecnici che da diversi mesi tengono in piedi questa estrema lateralità riteniamo doveroso rimanere long su EurUsd ma ribadendo la necessità di fissare un rigoroso stop loss.

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Grafico 1 – gli oscillatori sembrano supportare l’idea di ulteriore pressione verso il basso per EurUsd.

Quello a cui si sta assistendo è comunque un momento critico e la chiusura del mese di dicembre potrebbe fornire segnali tecnici molto importanti. Se ad esempio prendiamo il grafico mensile di EurUsd notiamo come il Macd sta ripiegando verso il basso nel tentativo di fornire un segnale bearish che in altre occasioni ha inaugurato momenti di duratura forza per il biglietto verde. La battaglia è in corso, ma è chiaro che una chiusura di dicembre sotto ai supporti di area 1.04/1.05 preluderebbe ad un ritorno sotto la parità per il cambio.

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Grafico 2 – il Macd mensile sta pericolosamente puntando verso il basso.

Spot EurUsd: 1.0740

Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.0520, 1,0490, 1,0430) Resistenze (1,0823,1.0850,1.0910)

Strategia: Long 1.0630

Stop: 1.0480

Take profit: 1.0910

* Rimane in essere la posizione indicata nell’analisi della settimana precedente.

Il Primo Colpo Arriverà da Draghi

Passato senza grandi danni il referendum italiano sarà la BCE a tenere banco con una riunione, quella dell’ 8 dicembre, che potrebbe fare la differenza in termini di prospettive 2017. Il mercato si aspetta qualche parola chiarificatrice circa l’evoluzione del Quantitative Easing attuale in scadenza a marzo. Draghi dovrà fornire indicazioni sui tempi e sugli strumenti utilizzabili tramite il QE nel 2017. Un prolungamento, o un aumento della portata, potrebbero avere effetti negativi sull’Euro. Un accenno di possibile stop nel 2017 potrebbe invece agevolare un consistente rimbalzo della moneta unica europea. Un rimbalzo che proprio a partire da ieri sembra prendere sempre più consistenza andando nella direzione da noi auspicata la settimana passata.

Nell’ottava successiva toccherà poi alla Federal Reserve decidere sui tassi (ed il mercato sconta un aumento al 100% di probabilità), ma anche qui saranno le prospettive sul 2017 a fare la differenza. Le aspettative di inflazione sono salite velocemente dopo l’elezione di Trump e questa accelerazione combinata ad una crescita economica che appare più vigorosa, potrebbe spingere la Yellen a ravvicinare i tempi di un ulteriore stretta. Anche in questo caso i riflessi sul cambio sarebbero facilmente preventivabili in forza di Dollaro qualora i falchi dovessero prevalere all’interno del FOMC.

Divergenze e Rimbalzo

In analisi tecnica una delle prime cose che si imparano è quella di riconoscere le divergenze tra prezzi ed oscillatori. Quando i due indicatori non vanno nella medesima direzione è sempre opportuno drizzare le antenne e prendere le dovute precauzioni. Nel nostro caso specifico il nostro long EurUsd era motivato da diverse settimane da una evidente divergenza tra prezzi ed un tipico oscillatore di ipercomprato/ipervenduto come il CCI. Il Commodity Channel Index tra ottobre e novembre segnalava dei minimi crescenti che non trovavano riscontro nell’andamento del cambio spot di EurUsd. Situazioni analoghe le avevamo già viste a fine 2015 e nell’estate 2016; in entrambi i casi la risalita era solo questione di tempo. Se a questo aggiungiamo anche il test di un fortissimo supporto come quello di 1.05 le probabilità di un rimbalzo erano consistenti e cosi è stato.

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Grafico 1 – divergenze evidenti tra oscillatore e prezzo “chiamavano” un rimbalzo.

Ovviamente manteniamo in piedi la nostra strategia long, ma quale può essere l’obiettivo se questa tendenza proseguirà? In questo caso ci facciamo aiutare dalle Bande di Bollinger che proprio la settimana scorsa hanno cominciato a convergere l’una verso l’altra, segno che per ora la tendenza bearish di breve dovrebbe essere esaurita. Il superamento della linea centrale di 1.07 dovrebbe alimentare una nuova spinta bullish verso quelli che stimiamo essere i veri target del movimenti compresi tra 1.0850 e 1.0910. I ripetuti minimi del 2016 prima dello sfondamento verso il basso dovrebbe esercitare a quel punto una discreta resistenza alla salita.

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Grafico 2 – le bande di Bollinger convergenti segnalano l’esaurimento del ribasso, per ora.

Spot EurUsd: 1.0600

Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.0520, 1,0490, 1,0430) Resistenze (1,0823,1.0850,1.0950)

Strategia: Long 1.0630

Stop: 1.0480

Take profit: 1.0950

* Rimane in essere la posizione indicata nell’analisi della settimana precedente.

Nelle Mani delle Banche Centrali

Il mercato a questo punto non può fare altro che aspettare le Banche Centrali. Dopo l’effetto Trump sarà il momento di vedere un effetto Fed? Le prossime settimane saranno molto intense lato autorità monetarie con gli appuntamenti del 6 dicembre in Australia, a cui seguirà il Canada il giorno 7 dicembre, la zona Euro l’8 dicembre, la Federal Reserve il 14 dicembre ed infine la Bank of England il 15 dicembre. Tutti appuntamenti piuttosto delicati per le rispettive valute, ma è evidente che Draghi il giorno 8 e la Yellen il giorno 14 chiuderanno un cerchio che inevitabilmente sposterà gli equilibri. Dal punto di vista tecnico vedremo in seguito come importanti livelli sono stati toccati, ma prima di questi due eventi ce n’è un altro potenzialmente destabilizzante, il referendum costituzionale italiano. Il Governo Renzi si gioca tutto confidando nella vittoria del Sì, ma chiaramente un esito opposto potrebbe mettere sotto pressione i titoli di stato italiani e quindi l’Euro. I veri problemi potrebbero però arrivare da una situazione di incertezza qualora la Bce dovesse annunciare una non proroga nell’attività di Quantitative Easing che per ora vede fissata la scadenza nel 31 marzo. Lato Stati Uniti, la fiammata dei rendimenti a lunga scadenza generata da maggiori aspettative di inflazione permette alla Fed di alzare i tassi ufficiali a dicembre con maggiore serenità. Ovviamente quello che farà la differenza sarà la prospettiva 2017. Un dollaro troppo forte potrebbe infatti mettere sotto pressione, oltre agli utili delle multinazionali americane, anche i paesi emergenti già alle prese con crescita in rallentamento e debiti in aumento.

Ancora 1.05 a fare da Barriera

Andando all’analisi tecnica, come abbiamo detto nel titolo di apertura, siamo tornati esattamente ai livelli di un anno fa. Il grafico giornaliero mostra la precisione con cui EurUsd ha centrato in pieno il supporto di 1.052, soglia tecnica che delimitò il minimo di fine novembre 2015 e che precedette la potentissima gamba di rialzo generata dall’annuncio del QE europeo. Il cambio ha raggiunto una situazione di ipervenduto che potrebbe essere compatibile con un minimo ed anche stavolta saranno le Banche Centrali a fare la differenza.

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Grafico 1 – supporti ed ipervenduto con divergenze, momento ideale per un rimbalzo?

Il secondo grafico ha un orizzonte temporale più lungo. Infatti i prezzi sono rappresentati con candele mensili ed oltre al consueto trading range possiamo visualizzare un’informazione che potrebbe anticipare la tendenza dei prossimi mesi. L’Rsi mensile sta infatti forzando la trend line rialzista che guidava il rimbalzo dal 2015. Siamo alla vigilia di un break ribassista da parte di EurUsd? Se così dovesse essere allora sarà opportuno cambiare strategia. Per ora continuiamo a giocare sul trading range, ma sotto 1.0480 il lato short risulterà essere quello più indicato.

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Grafico 2 – l’Rsi mensile sta anticipando il ribasso di EurUsd del 2017?

Spot EurUsd: 1.0630

Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.0538, 1,0490, 1,0430) Resistenze (1,0823,1.0850,1.0950)

Strategia: Long 1.0630

Stop: 1.0480

Take profit: 1.0950

Si Allarga il Differenziale tassi Usa-Europa

Il ciclone dollaro non si ferma travolgendo con decisione anche i supporti intermedi di 1.07 andandosi ad appoggiare così su quello che potenzialmente potrebbe essere la soglia più critica per la fine di questo 2016. Ma di analisi tecnica parleremo dopo. Quello che è interessante considerare è l’ormai 100% di probabilità che il mercato dà ad un rialzo dei tassi della Federal Reserve nel mese di dicembre. Le dichiarazioni della Yellen hanno avallato una possibilità che i mercati avevano già considerato dopo i positivi dati su occupazione e vendite al dettaglio. Se a questo aggiungiamo l’effetto Trump sulle aspettative di inflazione il gioco è fatto. Ecco così che il differenziale tassi di un Treasury rispetto ad un Bund tedesco sale a quasi 200 punti base, un valore che non può non pesare sulle valutazioni dell’Euro. La moneta unica europea comincia poi a guardare con preoccupazione al referendum italiano del 4 dicembre, un’appuntamento che, in caso di vittoria del NO, metterebbe a rischio il Governo in carica di Matteo Renzi. Diventa anche cruciale, pochi giorni dopo, il meeting Bce in cui Draghi dovrà dare indicazioni su cosa succederà al QE in scadenza nel 2017. Certo le eventuali turbolenze sul debito italiano potrebbero incidere, ma anche le mosse della Fed del 14 dicembre potrebbero costringere Draghi ad un parziale cambio di rotta.

Giocare la Carta del Supporto

Dal punto di vista tecnico abbiamo subito lo stop loss sulla nostra operazione long EurUsd della settimana scorsa, ma gli eccessi di posizioni lunghe di Dollari presenti sul mercato futures supportano la nostra convinzione che un rimbalzo è nell’aria. Per questo ritentiamo il long posizionando lo stop loss qualche pips sotto i minimi di marzo 2015 di 1.0490. Il rapporto rendimento per unità di rischio ci pare accettabile con ritorno in area 1.0900/1.0950 che imporrebbe il take profit.

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Grafico 1 – siamo sui supporti, ora da EurUsd è attesa una reazione.

Bisogna comunque stare all’erta. Non è solo il differenziale tassi in ampliamento a dircelo ma anche un tasso di variazione di EurUsd a 1 anno ancora non estremo. Come vediamo dal secondo grafico solo quando questo indicatore scende sotto la linea del -10% a distanza di 1 anno possiamo cominciare a pensare ad un bottom primario in vista. Al momento siamo appena sotto la linea dello zero e questo rende potenzialmente possibile l’interruzione del trading range in essere dal 2015 con lo sfondamento della base inferiore di supporto. Per questo motivo lo stop loss sul trade long deve essere ravvicinato.

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Grafico 2 – il ROC a 12 mesi segnala come ancora non siamo di fronte ad una situazione estrema di forza del Dollaro.

Spot EurUsd: 1.0770

Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.0710, 1.0670,1.0550) Resistenze (1.1130, 1.1290, 1.1365)

Strategia: Long 1.0770

Stop: 1.0670

Take profit: 1.1130

EurUsd ritorna in prossimità dei supporti chiave del trading range in essere dal 2015. Per questo motivo chiudiamo in profitto il trade short e giriamo la posizione lato short.

Fed e Bce a Dicembre Eventi clou

E’ innegabile che quello che ha colpito il mercato valutario è un vero e proprio ciclone con aspettative che non sono state assolutamente centrate ed un effetto sorpresa che ha creato scossoni soprattutto sul mercato obbligazionario. Trump potrebbe aprire il portafoglio della spesa pubblica aumentando così le aspettative di inflazione addirittura a livello mondiale togliendo le castagne dal fuoco alla Bce in primis. I rendimenti trentennali americani ad un passo da quota 3% dimostrano come il cambio di scenario sui tassi si è concretizzato e crediamo che almeno fino alla riunione Fed di dicembre difficilmente cambierà. Proprio gli appuntamenti di dicembre con Fed e Bce rappresentano, a nostro modo di vedere, gli eventi clou da qui a fine anno. Certo i rumors sulla nuova squadra governativa di Trump e sui primi 100 giorni da Presidente imperverseranno nei prossimi giorni, ma è evidente che un eventuale cambio di passo delle Banche Centrali altererebbe gli equilibri che fino ad ora avevano retto il mercato obbligazionario e valutario. Sul fronte forex i primi giorni post Trump sembrano essere una sentenza a favore del Dollaro e a sfavore delle valute emergenti. Il rialzo dei tassi comincia a mietere le prime vittime a quanto pare.

Dollaro Super, ma non Basta Ancora

Il ciclone Trump ha creato scompiglio sul mercato, ma se osserviamo EurUsd notiamo come il cambio rimane ingabbiato all’interno del suo range solito. Certamente la volatilità è stata forte mercoledì (poco meno di 400 pips tra min e max), ma nulla di paragonabile alla Brexit quando sfondammo quota 500 pips. Incapacità perciò di superare le resistenze nella parte alta del range, ma ancora incapacità Per EurUsd di scendere con decisione sotto 1.07 e poi a seguire sotto la fatidica soglia di 1.04/1.05, il vero scoglio per l’inversione di tendenza. Per un soffio il nostro stop non è stato colpito la settimana scorsa ed a questo punto la posizione short può essere chiusa confidando sull’ennesimo rimbalzo. Lo stop loss potrà essere posizionato a questo punto sulla trend line rialzista che unisce i minimi marzo e dicembre 2015.

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Grafico 1 – volatilità di poco inferiore a quella post Brexit, ma nessun cambio di tendenza per ora.

A fine novembre EurUsd chiuderà un ciclo di 44 settimane che ha intercettato con un discreto successo i due precedenti minimi ed il massimo del 2014 dal quale è partito il bear market della moneta unica. Vedremo se anche questa volta questo appuntamento rappresenterà un catalizzatore tecnico di rilievo in grado di intercettare l’ennesimo bottom di un trading range sempre più sfiancante.

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Grafico 2 – ciclo temporale in chiusura su EurUsd, nuovo bottom primario in vista?

Spot EurUsd: 1.0960

Scala temporale Giornaliero: Supporti ( 1.0823, 1.0710, 1.0550) Resistenze (1.1128, 1,1240, 1.1365)

Strategia*: Short 1.1240

Stop: 1.1045

Take profit: 1.0710

* Rimane in essere la posizione indicata nell’analisi della settimana precedente.

Una Ricca Settimana di Dati Macroeconomici

Si avvicina la riunione della Fed del 2 novembre, ma soprattutto si avvicinano le elezioni presidenziali del 8 dicembre che per l’appunto sono distanti 7 giorni a partire da oggi. Il mercato fino a venerdì dava per scontata una vittoria della Clinton, ma il caso della mail sospette riaperto dall’FBI rimescola di nuovo le carte fornendo a Trump un bell’asso prima della data elettorale. A questo si affianca un mercato che sconta con certezza un rialzo dei tassi della Fed a dicembre, situazione uscita rafforzata dall’eccellente dato del Pil americano del terzo trimestre uscito venerdì. Sarà interessante vedere a dicembre come gli investitori reagiranno alle mosse della Yellen. Se nel modo scomposto di inizio 2016 oppure nel modo ordinato che solitamente segue una fase per l’appunto già scontata. La settimana entrante sarà però molto intensa anche lato dati macro Usa. Ism servizi e manifattura ed occupazione terranno banco e potranno fornire indicazioni preziose ai mercati circa la traiettoria futura dei tassi di interesse e soprattutto di potenziale crescita economica.

Comportamento Simile a quello di Ottobre 2015

Dal punto di vista dell’analisi tecnica non riesce EurUsd a raggiungere il target di area 1.07 segnalato la settimana passata, ma rimane corretta l’impostazione di rimanere short proteggendo il guadagno finora accumulato. Gli oscillatori mostrano un certo ipervenduto ma in questo caso è l’Adx (indicatore di forza della trend) la nostra guida. L’Adx è infatti salito sopra i 30 punti, segno che la tendenza ribassista sta accelerando. La teoria a questo punto prevederebbe una fase di rimbalzo contenuta dalla media mobile a 20 giorni con successivo nuovo affondo ribassista. Considerando che la media passa attualmente da 1.10 quello potrebbe essere considerato un livello sul quale valutare l’incremento di posizioni short su EurUsd.

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Grafico 1 – il trend ribassista sta accelerando come conferma l’Adx.

Potrebbe però essere l’ultima zampata bearish per EurUsd. Ora vi mostriamo lo stesso grafico precedente arricchito di un altro indicatore, il Relative Momentum Index. Come possiamo vedere dalla linea verticale, lo scenario attuale assomiglia tremendamente a quello di novembre 2015. Una corposa discesa di EurUsd con il Relative Momentum Index che entra in una zona di pesante ipervenduto. L’Adx però sfiorava in quel momento quota 40 e questo consentì al biglietto verde di effettuare un ultimo ulteriore affondo prima di una fase tremendamente bullish per l’Euro il quale fu capace di salire di oltre 10 figure nei 4 mesi successivi. Considerando che l’RMI si trova in analoga posizione di ipervenduto oggi, potremmo quindi essere di fronte ad un ultimo sussulto del biglietto verde prima di una fase di forza per la moneta unica europea più convinta.

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Grafico 2 – RMI in pesante ipervenduto come a novembre 2015; il rimbalzo dell’Euro non è lontano.

Spot EurUsd: 1.0880

Scala temporale Giornaliero: Supporti ( 1.0823, 1.0710, 1.0550) Resistenze (1.1128, 1,1240, 1.1365)

Strategia*: Short 1.1240

Stop: 1.1045

Take profit: 1.0710

* Rimane in essere la posizione indicata nell’analisi della settimana precedente. Abbassiamo lo stop loss per proteggere parte del profitto già maturato.

Si Passa dalla Fed si Arriva a Trump-Clinton

Ormai ci siamo con gli eventi americani di novembre alle porte. Entro l’8 di novembre conosceremo le decisioni della Federal Reserve in termini di politica monetaria e quindi l’esito della corsa elettorale per la Casa Bianca. Per un paio di settimane la macroeconomia probabilmente si prenderà una vacanza con i mercati impegnati a guardare altrove. Anche in Europa le incertezze aumentano dopo il meeting Bce. Da quando Draghi ha lasciato intendere che non cambierà nulla fino a dicembre nella politica monetaria europea, l’Euro è solo sceso. Questo calo è stato aiutato anche da un differenziale tassi verso gli Stati Uniti in allargamento, con i mercati che danno ormai per scontato un nuovo inasprimento nel costo del denaro americano a dicembre, esattamente un anno dopo il precedente rialzo di 25 punti base.

Comportamento Simile a quello di Ottobre 2015

La settimana scorsa avevamo segnalato come il movimento dei prezzi sulle lower band di Bollinger indicasse una elevata probabilità di forza del Dollaro nell’ottava entrante e così è stato. Confermato assolutamente il break di 1.11 a questo punto sembrerebbe logico pensare ad un cambio EurUsd che quanto meno dovrebbe andare a testare area 1.07, base inferiore di quel range di consolidamento che va avanti da marzo 2015.

Come si può vedere dal primo grafico settimanale gli stessi oscillatori hanno svoltato verso il basso e questo dovrebbe quanto meno scongiurare un prepotente ritorno di forza del Dollaro.

EurUsd doveva smaltire gli eccessi della discesa precedente capaci di creare un calo annuo del 25%. Questo evento necessitava però di un classica fase di normalizzazione, di fatto esaurita già tra marzo ed aprile quando la variazione annua (ROC) è diventata positiva.

Dovesse saltare anche 1.07 nelle prossime settimane allora il 2017 potrebbe essere un altro anno molto positivo per il biglietto verde.

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Grafico 1 – saltati i supporti l’obiettivo più probabile al ribasso appare quello di area 1.07.

Il parallelo rispetto a quello che è successo esattamente un anno fa appare scontato. Come vediamo dal secondo grafico proprio ad ottobre del 2015 EurUsd sfondò verso il basso i supporti di 1.11 dopo aver toccato nei mesi precedenti 1.16. Il mercato era in ipervenduto ma questo non impedì al cambio di scendere ancora più in basso. Come una goccia d’acqua anche nel 2016 EurUsd sta ripetendo la stessa parabola. Toccato 1.16, rottura della trend line passante da area 1.11 con contestuale ipervenduto e successiva discesa. Nel 2015 ci fu un ulteriore ribasso di ad area 1.05 prima di assistere ad un rimbalzo, vedremo se anche stavolta andrà in questa maniera.

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Grafico 2 – ipervenduto simile a quello di ottobre 2015?

Spot EurUsd: 1.1000

Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.0909, 1.0823, 1.0709) Resistenze (1.1128, 1,1240, 1.1365)

Strategia: Short 1.1240 (rimane in essere la posizione indicata nell’analisi precedente)

Stop: 1.1240

Take profit: 1.0823

Se Draghi Decidesse di Assecondare la Rottura Ribassista…

Tiene banco la prospettiva di un rialzo quasi certo dei tassi di interesse americani nel mese di dicembre, evento che il mercato sconta ormai al 70%. In mezzo ci sono però le elezioni con il duello Clinton-Trump che potrebbe sparigliare le carte. Staremo a vedere quali novità ci porterà una settimana comunque ricca di dati macroeconomici in grado di aumentare o diminuire la certezza con cui i mercati si stanno avviando al Fomc di dicembre (ovviamente dando per scontato che la riunione del 2 novembre non porterà a nulla). La Fed non potrà invertire una retorica che ormai ha preparato la stretta per tutta la seconda parte del 2016 e solo un incidente di percorso potrebbe costringerla ad invertire clamorosamente rotta. I rendimenti obbligazionari statali americani a 2 anni e 10 anni sono costantemente saliti in queste ultime settimane mentre il mercato azionario appare imballato, quasi impaurito dagli eventi che ne potrebbero disturbare il percorso di crescita. Chi invece timidamente sta cercando di affermare la sua supremazia è il Dollaro americano che come dimostra di seguito l’analisi tecnica, sta offrendo qualche segnale incoraggiante. C’è poi la questione Bce che nella settimana in corso si riunirà per decidere sui tassi. Ciò su cui i mercati si focalizzano di più è come Draghi si muoverà in vista della scadenza di marzo 2017, quando l’attuale politica di QE arriverà a scadenza. La rimodulazione del piano di acquisti appare probabile e questo potrà fare da market mover per EurUsd.

Dalle Bollinger Band Segnali Interessanti

Se la settimana scorsa avevamo già raccontato dall’anomalia di un differenziale tra tassi a 2 anni favorevole agli Stati Uniti e finora non assecondato da EurUsd, questa volta ci focalizziamo sull’analisi delle Bande di Bollinger. Come si vede dal primo grafico infatti EurUsd per la prima volta da marzo 2015 si è mosso sulla lower band per due sedute consecutive. Questo comportamento nel 2015 avviò una fase molto direzionale verso il basso per la moneta unica europea e staremo a vedere se anche stavolta sarà così. La volatilità a livelli infimi sembrava “anticipare” questo evento ed ora che le due bande, lower ed upper, si sono divaricate la possibilità che si assista ad un movimento più importante nei prossimi giorni si alzano.

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Grafico 1 – doppia seduta consecutiva con chiusura a ridosso della lower band, l’ultima volta a marzo 2015.

Continuiamo perciò a sostenere il nostro posizionamento short convinti che il biglietto verde potrebbe tentare una incursione verso area 1.08. Ovviamente abbassiamo lo stop per proteggere il guadagno, ma la frattura della trend line rialzista in essere da dicembre è un qualcosa da tenere in debita considerazione. Se il down trend di EurUsd sta per ripartire, quelli che stiamo vedendo sono gli albori.

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Grafico 2 – occasione autunnale per il Dollaro?