Spot EurUsd: 1.1150
Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.1043, 1.0951, 1.0820) Resistenze (1.1278, 1.1365, 1.1435)
Strategia: Short 1.1240
Stop: 1.1380
Take profit: 1.0950
La vicende del flash crash che ha colpito la Sterlina tra giovedì e venerdì ha rubato la scena agli importanti dati macro americani sulla disoccupazione. Effettivamente non ci sono state sorprese clamorose con il tasso di senza lavoro leggermente salito al 5% e i salari non agricoli che sono saliti di 156 mila unità, di poco sotto le attese. La salita dei rendimenti a stelle e strisce su tutti i tratti di curva (il 2 anni a 0.85%. il 10 anni sopra 1.75%) conferma come molto probabilmente a dicembre la stretta monetaria ci sarà aumentando esattamente un anno dopo i tassi di interesse. Questo ha permesso al Dollaro di posizionarsi su un livello tecnicamente delicato, come vedremo nella consueta sezione successiva dedicata all’analisi tecnica. Prima di questo però bisogna anche citare i rumors (poi smentiti dai verbali dell’ultimo meeting BCE e dallo stesso Draghi) che vorrebbero pronto un piano di tapering per ridurre gradualmente l’ammontare di titoli mensilmente riacquistati da Draghi e soci. Immediata la reazione dei tassi europei saliti anche sopra la linea dello zero di rendimento sui Bund a 10 anni. La realtà è che sono sempre meno i titoli di stato in circolazione riacquistabili da Francoforte e quindi, o si decide di variare il peso per stato che BCE può acquistare, oppure si deve deviare su altri strumenti. Escludendo queste scelte il tapering appare una scelta obbligata.
Indicavamo i supporti toccati venerdì come cruciali. Non ci vuole molto a capire il perché osservando il grafico di EurUsd a partire da dicembre 2015 in avanti. Colpiti i supporti legati ai minimi crescenti degli ultimi 10 mesi, ora serve uno sforzo ulteriore da parte del biglietto verde per tentare l’assalto a 1.08. Se così non sarà nei prossimi giorni proseguirà il trading range con baricentro 1.12 ed area cruciale di resistenza compresa tra 1.14 e 1.15.
Grafico 1 – l’ennesimo assalto fallito sui supporti del bull market in essere da dicembre.
Certamente stride con l’andamento attuale del cambio con quello che è il comportamento dello spread tra tassi swap europei ed americani. Questo differenziale di tasso tende infatti a muoversi in sintonia con EurUsd ma da qualche settimana non è più così. Come si vede dal grafico che riportiamo sotto, mentre i tassi europei continuano a perdere terreno verso quelli americani con attualmente 130 punti base di scarto, EurUsd si è mosso nella direzione opposta salendo verso l’alto. Chi sta raccontando una bugia? I tassi europei ed americani sono destinati a riavvicinarsi oppure è EurUsd che deve scendere per riallinearsi alle vecchie correlazioni. Staremo a vedere nelle prossime settimane, ma alla luce di questa divergenza al momento rimaniamo aperti con la posizione short EurUsd.
Grafico 2 – una divergenza tra tassi ed EurUsd da non sottovalutare
Spot EurUsd: 1.1250
Scala temporale Mensile: Supporti (1.0820, 1.0538, 1.0456) Resistenze (1.1711, 1.1950, 1.2045)
Strategia: Short 1.1240
Stop: 1.1380
Take profit: 1.0950
Entriamo in una settimana in cui i dati americani risulteranno molto interessanti in quanto saranno sostanzialmente gli ultimi di un mese che precede le elezioni presidenziali. Saranno soprattutto la disoccupazione e gli indici ISM americani a catalizzare l’attenzione. La crescita americana del secondo trimestre 2016 si è rivelata anemica (+1,4%) ed i dati usciti finora non fanno pensare a grandi miglioramenti nel terzo trimestre. Per questo motivo sarà fondamentale capire se indici anticipatori e mercato del lavoro confermeranno il nuovo messaggio della Yellen circa l’aumento dei tassi che la Fed apporterà prima della fine dell’anno, questo alla luce (secondo il Presidente Fed) delle migliorate condizioni economiche. In Europa rimane vivo il problema Deutsche Bank con le tensione del mondo bancario che si riflettono in un ulteriore riduzione dei tassi negativi soprattutto sulla curva dei rendimenti tedeschi. I periferici come Italia e Portogallo rimangono infatti più distaccati con un allargamento degli spread. Questo stato di tensione sul sistema finanziario europeo impedisce perciò all’Euro di allungare contro Dollaro con la soglia di 1.12 che si conferma baricentro tecnico.
L’analisi tecnica di breve periodo non ci offre grandi cose e quindi concentriamoci sul lungo periodo per cercare di capire le macro tendenze. Uno di questi grafici riguarda ad esempio la tecnica Ichimoku abbinata ad un grafico mensile. Da questo punto di vista non ci sono dubbi circa il fatto che il bear market è ancora vivo e vegeto con le resistenze posizionate ben più in alto (idealmente 1.30) e la lagging line ancora saldamente sotto i prezzi di 26 mesi fa. Da questo punto di vista dovremmo perciò attenderci mesi di trading range senza alcun segnale particolare e con probabilità leggermente più alte di spunti verso l’alto piuttosto che verso il basso da parte di EurUsd
Grafico 1 – il grafico di Ichimoku di lungo periodo ci dice che il bear market di EurUsd è ancora vivo e vegeto.
Osservando però un altro grafico di lungo periodo ci accorgiamo che invece qualcosa di importante sta per succedere. Le due bande di Bollinger, superiore ed inferiore, non sono mai state così vicine sui grafici mensili. Mai state così vicine dalla nascita dell’Euro è un segno che la volatilità sta covando sotto la cenere. Tenersi pronti è l’unico messaggio che possiamo lanciare accontentandosi per ora di sfruttare il trading range di breve periodo per operazioni di trading di piccola portata.
Grafico 2 – mai state così vicine le due bande di Bollinger di lungo periodo. Volatilità in arrivo?
Spot EurUsd: 1.1250
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1124, 1.1043, 1.0950) Resistenze (1.1326, 1.1365, 1.1432)
Strategia: Short 1.1180
Stop: 1.1380
Take profit: 1.0950
La Federal Reserve conferma le sue incertezze sull’evoluzione della politica monetaria con l’ennesimo rinvio nel rialzo dei tassi. Pur confermando come ormai l’evento è prossimo alla realizzazione, pur confermando che il quadro economico è supportivo, la Yellen non è intervenuta ed anzi ben tre membri hanno votato in aperto dissenso con la decisione della maggioranza. Pensiamo comunque che se anche la probabilità di rialzo del 60% che il mercato stima oggi dovesse trovare realizzazione a dicembre, come nel 2015 sarà improbabile assistere a nuove strette prima di 9-12 mesi. Troppo fragile la crescita economica in questo momento. In effetti il quadro macro americano è in deterioramento e la stessa Fed ha rivisto al ribasso le stime di crescita portandole sotto al 2%. Alzare i tassi in modo consistente in questa situazione appare esercizio molto difficoltoso ed i mercati hanno accolto bene questa notizia comprando equity e bond nel post Fed. Prima di dicembre ci sono però le elezioni presidenziali con il testa a testa Trump – Clinton che potrebbe aumentare l’incertezza fino all’ultimo alimentando un proseguimento del trading range tra Euro e Dollaro.
Dal punto di vista tecnico ancora una volta non abbiamo novità da segnalare. Il sussulto post Fed dell’Euro è stato molto fiacco con il cambio che non è riuscito nemmeno a raggiungere 1.13. Segno di incertezza assoluta con il grafico settimanale che mostra come nell’ultimo mese il range tra massimo e minimo è stato compreso tra 1.1123 e 1.1328, 200 pips sono niente per il rapporto valutario più scambiato del pianeta. Assenza di volatilità significa anche rischio di continui falsi segnali con operazioni che si aprono e chiudono ripetutamente diventando un onere per il trader. Nello stesso tempo una volatilità più contenuta non può durare in eterno e solitamente il passo successivo è una spike di prezzo, da una parte o dall’altra. Per questo è opportuno continuare ad adottare rigidi stop loss nell’operatività quotidiana. Alla luce di quello detto sopra riteniamo doveroso mantenere in piedi l’indicazione short, consapevoli di un rischio di chiusura in stop molto elevato alla luce della scarsissima volatilità presente e spesso foriera di falsi segnali.
Grafico 1 – Compressione massima della volatilità nell’ultimo mese.
Per definire quali saranno le soglie critiche crediamo che un buon strumento è rappresentato dalle bande di Bollinger. Tra 1.1279 e 1.1124 troviamo la banda superiore ed inferiore che dal 19 agosto non vengono testate. Il superamento di uno di questi livelli crediamo potrà accentuare una volatilità assolutamente inesistente finora fornendo direzionalità al mercato. Quindi l’indicazione operativa che si può dare è entrare long sopra 1.13 e short sotto 1.11 (oppure incrementare le posizioni long/short qualora già aperte in precedenza). Qualche pips di prudenza sopra le resistenze o sotto i supporti appare una misura di giusta prudenza alla luce dell’attuale contesto di mercato.
Grafico 2 – al primo superamento di una delle bande di Bollinger sarà opportuno cavalcare la volatilità.
Spot EurUsd: 1.1210
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1121, 1.1043, 1.0950) Resistenze (1.1326, 1.1365, 1.1432)
Strategia: Short 1.1180
Stop: 1.1380
Take profit: 1.0950
Toccherà alla Fed ristabilire un po’ di ordine sui mercati questa settimana. Certamente Yellen e soci hanno le loro colpe, soprattutto per effetto delle numerose dichiarazioni contradditorie di queste ultime settimane. I dati economici deludenti sembrerebbero spingere verso un nulla di fatto nel FOMC di settembre, ma i falchi del braccio operativo di politica monetaria continuano ad insistere timorosi che una vittoria di Trump possa legare le mani alla Fed stessa nel 2017. Il mercato verrebbe comunque preso di sorpresa da una decisione di rialzo dei tassi e di questo bisogna tenerne conto anche e soprattutto per l’evoluzione futura di EurUsd. Nello stesso giorno della Fed si riunirà poi anche la Bank of Japan la quale potrebbe all’opposto dare il via ad operazioni di helicopter money per scongiurare nuova recessione e nuoa deflazione.
Veramente difficile fare previsioni e trading su EurUsd. Come detto la settimana scorsa i movimenti si fanno sempre meno volatili ed il range di operatività è troppo ristretto per poter ambire a utili consistenti. Quello visto venerdì scorso potrebbe essere uno dei tanti segnali lanciati nelle ultime settimane destinati a naufragare nel giro di poche sedute. La figura di testa e spalla ribassista venutasi a formalizzare venerdì avrebbe come target teorico proprio quella zona di 1.09 dove a giugno e luglio EurUsd aveva trovato un valido supporto. Vedremo se anche stavolta andrà così. Per questo motivo abbiamo deciso di abbassare il nostro target price di una figura a 1.0950.
Grafico 1 – Testa e Spalla Ribassista Formalizzato?
Che il mercato ancora non si sente pronto per salire verso l’alto lo possiamo capire anche da una semplice coppia di medie mobili che usiamo da tempo e sempre in grado di fornire ottimi segnali di tendenza di medio periodo. Le due medie a 100 e 250 giorni da settimana stanno correndo quasi parallele, ma quella veloce a 100 giorni ancora non è stata in grado di fornire un segnale che in passato aveva avallato i bull market. Il taglio dal basso verso l’alto è infatti condizione essenziale per questo tipo di scenario, ma come vediamo bene dal secondo grafico c’è per il momento un rifiuto da parte del mercato a fornire questo tipo di risposta. Stando così le cose non possiamo fare altro che riconfermare la presenza di un bear market la cui tenacia suggerisce anche una elevata di possibilità che nelle prossime settimane EurUsd riprenda la strada del ribasso.
Grafico 2 – Fino a quando la media mobile a 100 giorni non taglierà dal basso verso l’alto quella a 250 giorni, nessun segnale bullish potrà essere preso sul serio.
Spot EurUsd: 1.1210
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1121, 1.1043, 1.0950) Resistenze (1.1326, 1.1365, 1.1432)
Strategia: Short 1.1210
Stop: 1.1380
Take profit: 1.105
Il deludente meeting della Bce non ha portato novità sul fronte del Quantitative Easing con Draghi che ha un po’ gelato le aspettative dicendo addirittura che nessun tipo di discussione circa la modifica del piano è stata portata avanti in questa riunione. Ecco allora che i mercati hanno venduto bond risollevando un pochino i tassi di interesse. Sul fronte valutario invece non si è visto granchè se non un apprezzamento dell’Euro verso le valute più esposte al carry trade come le emergenti o le commodity currency. Dall’altro lato dell’Oceano si aspetta di vedere cosa farà la Fed nel meeting di settembre. Le aspettative erano per un nulla di fatto almeno fino a dicembre, ma poi venerdì due “falchi” della Fed hanno messo le mani avanti indicando come necessaria la stretta se non si vuole portare gli States verso un terreno particolarmente insidioso. La Yellen continua a confondere le idee con i dati macro che puntualmente smentiscono il suo ottimismo sulla crescita. Vedremo se quello di Janet è un bluff oppure no. Sia in Europa che negli Stati Uniti nella settimana corrente verranno pubblicati i dati di inflazione e questo parametro potrebbe spostare l’equilibrio di EurUsd, rapporto di cambio dove ormai la volatilità è assente da tempo.
L’Average True Range (ATR) a 200 giorni mostra chiaramente come il fenomeno della volatilità su EurUsd sta lentamente ma inesorabilmente evaporando. La tendenza dell’indicatore è ribassista ed ormai sui minimi da aprile 2015. Segno questo che sull’arco temporale classico dei 200 giorni la differenza tra massimi e minimi è sempre meno consistente.
Grafico 1 – l’Average True Range segnala una volatilità sempre più bassa sul cambio.
Non ci sono quindi particolare novità strategiche con supporti e resistenze di area 1.09 e area 1.15 che non lasciano grande spazio ai trader se non per manovre di modesta misura. Questa settimana, la figura di shooting star emersa giovedì post conferenza stampa di Draghi potrebbe favorire un’opportunità short sul cambio. La mossa non può avere grandissime ambizioni (tra 1.1050 e 1.11), ma la vicinanza dello stop loss (1.1380) potrebbe favorire un trade con un rapporto rendimento rischio un pochino favorevole. Sopra il livello di resistenza segnalato (e poi a seguire 1.15) i rischi per il Dollaro comincerebbero a farsi più consistenti con un’accelerazione che potrebbe addirittura arrivare fino a 1.20.
Grafico 2 – la candela ribassista shooting star di giovedì potrebbe indirizzare verso il basso la direzione della settimana.
spot EurUsd: 1.1170
Scala temporale Mensile: Supporti (1.0950, 1.0909, 1.0823) Resistenze (1.1365, 1.1432 1.1450)
Strategia: Neutral
Visto il posizionamento incerto della maggior parte degli oscillatori preferiamo per il momento mantenere una strategia neutrale in attesa di aprire un trade a condizioni di rischio rendimento più favorevoli.
Veramente ambigua la politica monetaria della Federal Reserve. Da una parte è evidente la voglia di alzare il prima possibile i tassi di interesse, dall’altra però ogni volta che la Yellen si scopre su questo fronte i dati macro deludono. E’ stato così per i dati sull’occupazione e sull’Ism i quali hanno seguito un atteggiamento da falco dello stesso Presidente del braccio operativo di politica monetaria in quel di Jackson Hole. La confusione prevale ovviamente su EurUsd come vedremo di seguito nella consueta analisi tecnica. Il range in cui è attanagliato il cambio da mesi impedisce di fatto l’esplicarsi di strategie operative capaci di portare ai trader profitti consistenti e molto spesso i falsi segnali si presentano sul mercato. Vedremo nei prossimi giorni se l’avvicinarsi al prossimo meeting di politica monetaria di metà settembre segnerà una svolta negli equilibri; temiamo però che per il momento la lateralità tenderà a prevalere.
Ogni tentativo di EurUsd di forzare le pareti superiori o inferiori del proprio range tecnico si sono rivelate per ora infruttuose.
Il primo grafico ci mostra infatti come da marzo 2016 lo scalino tecnico di supporti/resistenze è rappresentato da 1.09 – 1.15. Su questi livelli (considerando accettabili dei modesti sforamenti), il trader che gioca sul trading range ha potuto adottare strategie long e short con una dose di rischio contenuta.
Al momento però il mercato si posiziona nella parte medio bassa di questo range di fatto rendendo accettabile un ingresso long solamente da 1.11 in giù.
Grafico 1 – prosegue il trading range.
Un buon metodo per cercare di catturare il momento buono di ingresso long o short su EurUsd è quello basato sull’analisi del Relative Momentum Index. Come possiamo vedere dal secondo grafico andare long quando l’Rmi scende sotto 30 e short quando sale sopra 70 non si è rivelata una cattiva idea di trading negli ultimi mesi.
Il top di metà agosto avrebbe essere ben sfruttato con questa tecnica anche per la vicinanza della resistenza di area 1.15. Alla stessa maniera entrare long EurUsd a fine luglio con l’indicatore in ipervenduto in area 1.10 avrebbe fornito un bel trade.
Allo stato attuale è evidente che siamo nella cosiddetta terra di mezzo, con l’oscillatore in fase neutrale che in teoria dovrebbe continuare a sostenere lo short almeno fino al raggiungimento dell’ipervenduto. Non sempre però il mercato tocca l’estremo opposto e questo richiede un’attenta opera di money management per evitare di incappare in rovinose perdite. Come indicato all’inizio, visto lo stato attuale di prezzi ed oscillatori preferiamo rimanere neutrali evitando di aprire posizioni long o short.
Grafico 2 – il Relative Momentum Index offre una buona prospettiva di ingresso per i trader che vogliono sfruttare il trading range.
Spot EurUsd: 1.1200
Scala temporale Settimanale: Supporti (1.0909, 1.0823, 1.0538) Resistenze (1.1250, 1.1421, 1.1450)
Strategia: Short EurUsd
Stop: 1.1250
Take profit: 1.0823
Lo stop loss di 1.1250 è stato per ora solamente sfiorato non annullando per il momento la strategia short EurUsd. Siccome però tecnicamente siamo in una condizione border line con diverse ambiguità come descritto di seguito, siamo pronti allo stop and reverse (aprendo posizione long) con chiusura EurUsd sopra 1.1250.
Se le banche centrali americana e giapponese potevano offrire in pasto ai mercati delle buone motivazioni per far esplodere la volatilità possiamo dire che l’esperimento è fallito. Lato Stati Uniti la Fed ha mostrato un atteggiamento ancora possibilista, ma cauto circa un rialzo dei tassi nel 2016. Certificati i miglioramenti dell’economia e del mercato del lavoro, appurato che i rischi Brexit per ora non esistono, la Yellen avrebbe potuto concludere che da adesso in avanti si ragionava su una nuova stretta, ma poi è arrivata una gelata dal dato sul Pil. L’America non è riuscita a crescere di più del 2% nel primo semestre del 2016, un grosso problema. L’indeciso Presidente del FOMC, ha lasciato i mercati nell’incertezza, una sorta di bastone e carota per comunicare ai mercati che la tensione deve essere alta ma che per ora non faremo troppo male alzando il costo del denaro. Il Giappone è un altro esempio di politica monetaria ambigua. Un mese passato a sognare l’helicopter money e poi delusione; la Boj non solo si tiene i soldi a bordo, ma decide anche di non espandere la sua base monetaria. Immediata la reazione dello Yen che si è decisamente rafforzato venerdì. A questo punto sarà interessante verificare i dati macro americani che usciranno in settimana. Soprattutto il mercato del lavoro americano alimentare una volatilità, solita compagna di viaggio nel mese di agosto.
L’analisi tecnica conferma le difficoltà del Dollaro di sfondare i supporti di 1.10 e questo in prospettiva potrebbe segnalare un periodo bearish per il Dollaro.
Osservando ad esempio il grafico settimanale basato sulle Ichimoku cloud, molto affidabile negli ultimi mesi nel respingere gli assalti dei rialzisti, notiamo come EurUsd ora sta cercando di rompere al rialzo un ghiaccio sempre più sottile. Se infatti la sfiancante lateralità degli ultimi mesi ha di fatto assottigliato fino ad esaurimento lo spessore della banda, sappiamo fin da ora che una linea ritardataria (lagging line) che riuscirà a valicare 1.15 fornirà un segnale bullish sull’Euro di cui tenere conto.
Grafico 1 – il grafico settimanale mostra un tentativo da parte di EurUsd di invertire la tendenza di lungo periodo.
Il secondo grafico conferma la possibilità che EurUsd, dopo diversi tentativi di sfondare in basso, viri verso l’alto. Il Macd settimanale, come nel 2013, sta tentando un ritorno sotto la linea dello zero dopo una poco convinta salita nelle settimane precedenti. Come nel 2013, l’incapacità di scendere sotto il livello tecnico chiave di questo indicatore, di fatto anticipò una nuova gamba rialzista. Sarà così anche stavolta?
Grafico 2 – il Macd settimanale sta assumendo un comportamento simile al 2013.
Spot EurUsd: 1.1070
Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.0909, 1.0823, 1.0538) Resistenze (1.1186, 1.1421, 1.1450)
Strategia: Short EurUsd
Stop: 1.1200
Take profit: 1.0823
Dopo la riunione poco propositiva della BCE e prima dell’importante riunione della Fed di mercoledì (seguita venerdì da quella della Bank of Japan) il mercato entra nell’ultima settimana estiva, quella che dovrebbe permettere ai mercati di guardare con più fiducia al resto del 2016. Questo in teoria poiché storicamente è proprio il mese di agosto uno dei più volatili e incerti della storia valutaria. Le valute emergenti vanno sotto pressione e lo Yen si rafforza, ma anche il Dollaro dice la sua. Vedremo se anche quest’anno andrà così.
Prima di passare all’analisi tecnica però vogliamo rimarcare come per la Yellen sarà un esercizio molto complicato spiegare ai mercati che le turbolenze legate alla Brexit (per ora inesistenti) costringono la Banca Centrale ad adottare un atteggiamento cauto sui tassi, quando però nello stesso tempo l’economia mostra segni di vitalità e siamo prossimi alla piena occupazione. Staremo a vedere come la Fed si districherà da questa incertezza, di certo il mercato per ora non prezza rialzi in percentuali superiori al 50% di probabilità almeno fino all’inizio del 2017. Considerando che ci sono le elezioni presidenziali di mezzo, la stima appare attendibile, ma in terreni inesplorati come quelli attuale le sorprese possono sempre essere dietro l’angolo.
Dal punto di vista tecnico EurUsd è incerto. Non trova la forza di spingersi con decisione sotto 1.08 e questo anche complice una politica monetaria europea che al momento sembra avere le armi spuntate incapace di incidere su crescita e deflazione. Tornando ai grafici però, oltre all’incapacità di EurUsd di sfondare verso il basso 1.08, notiamo anche una forte compressione della volatilità. Il primo grafico segnala l’assenza di tendenza con un tipico indicatore di forza del trend, l’ADX su scala settimanale. Il valore di questo indicatore da tempo staziona su livelli modesti, segnalando appunto incertezza direzionale.
Grafico 1 – l’Adx settimanale indica una chiara assenza di direzionalità da parte di EurUsd.
Il secondo grafico chiarisce ancora meglio il concetto grazie alla tecnica delle Bande di Bollinger. La convergenza della banda superiore verso quella inferiore sta procedendo da settimane portando l’ampiezza delle stesse a livelli simili a quelli di maggio e febbraio 2016 quando poi la volatilità esplose rispettivamente di 600 pips (verso l’alto) e di 500 pips (verso il basso). Volatilità appunto.
Il rischio quindi di assistere ad un movimento importante nei primi giorni di agosto sembra essere sempre più presente sul mercato. Prudentemente abbassiamo lo stop loss a 1.12 pronti ad un stop and reverse al superamento di questo livello di resistenza.
Grafico 2 – anche le Bande di Bollinger segnalano il rischio di un’esplosione della volatilità a breve.
Spot EurUsd: 1.1070
Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.0909, 1.0823, 1.0538) Resistenze (1.1186, 1.1421, 1.1450)
Strategia: Short EurUsd
Stop: 1.1450
Take profit: 1.0823
Le voci sull’adozione di misure monetarie ancora più decise da parte del Giappone si fanno più insistenti dopo che il Governo Abe ha ottenuto la maggioranza assoluta. A questo punto la stampa di moneta potrebbe addirittura arrivare a valle nel disperato tentativo di rivitalizzare economia ed inflazione. Misure mai viste per territori inesplorati verrebbe da dire.
Potrebbe succedere lo stesso in Europa? Questa settimana la riunione della Bce chiarirà qualche cosa anche se Draghi avrà a che fare anche con i problemi di un settore bancario in enorme difficoltà a causa dei tassi negativi. A questo si aggiungono poi gli impatti deflattivi legati alla Brexit.
Se la BCE (e la Bank of Japan) stamperanno ancora, la FED potrebbe aver già interrotto il suo ciclo restrittivo. Il FOMC di fine luglio chiarirà anche in questo caso il concetto, ma è evidente che le valute oggetto di nuove operazioni straordinarie di politica monetaria saranno penalizzate. Quindi EurUsd dovrebbe teoricamente indebolirsi, ma come sempre sarà la rottura di certi livelli tecnici chiave a sancire con certezza questo concetto e di seguito vediamo quali sono queste soglie rilevanti.
Due settimane fa, nel consueto commento tecnico, avevamo indicato come potenzialmente esaurita la fase di return move di EurUsd dopo la rottura ribassista post Brexit. Riprendiamo quello stesso grafico e notiamo un altro elemento interessante. Per due volte il cambio ha tentato di risalire sopra 1.12 e quindi ritornare all’interno della trend line rialzista. Per due volte (l’ultima giovedì scorso) però il tentativo è fallito. Un segnale di come i ribassisti potrebbero avere il controllo delle operazione e che conferma come la barriera tecnica di 1.12 fa da spartiacque tra uno scenario pro Dollaro e contro Dollaro. A questo punto per EurUsd non resta che tentare l’assalto definitivo a 1.10. In caso di sfondamento rimane sempre 1.0823 come ultimo baluardo di supporto prima dei minimi di area 1.05. Per questo motivo rimaniamo ancora short su EurUsd.
Grafico 1 – due return move sulla precedente up trend line non sono serviti a riportare EurUsd sopra 1.12.
Il secondo grafico mostra come, utilizzando una semplice tecnica di incrocio tra medie mobili a 100 e 250 giorni, il cambio EurUsd rimane in down trend. Il segnale bearish arrivato nel 2014 quando la media mobile a 100 giorni tagliò dall’alto verso il basso quella a 250 giorni rimane in piedi. Negli ultimi mesi la media a 100 giorni ha tentato un riavvicinamento a quella più lunga ma senza riuscire a tagliarla dal basso verso l’alto. Considerando che l’inclinazione della media a 100 giorni sta di nuovo diventando ribassista, ciò conferma un’elevata probablità che EurUsd riprenda a breve una strada ribassista.
Grafico 2 – il segnale ribassista del 2014 dettato dall’incroci delle medie mobili non è ancora stato negato.
Spot EurUsd: 1.1020
Scala temporale Giornaliero: Supporti (1.0909, 1.0823, 1.0538) Resistenze (1.1186, 1.1421, 1.1450)
Strategia: Short EurUsd
Stop: 1.1450
Take profit: 1.0823
Se la Brexit ha messo tanta paura senza produrre per il momento effetti così devastanti (debolezza della Sterlina a parte), deve essere il ribasso dei tassi a preoccupare i mercati. Intanto perché non è stato previsto da nessuno e poi perché potrebbe zavorrare ulteriormente i bilanci bancari fino ad arrivare a situazioni di vero e proprio problema esistenziale per alcune istituzioni finanziarie particolarmente fragili. Vedremo cosa penserà di fare la Bce. Certamente un maggior QE amplificherebbe i problemi, mentre una rimodulazione dello stesso potrebbe contribuire a risollevare le quotazioni di un azionario europeo sempre imballato. In America ci troviamo di fronte a nuovi minimi storici sui tassi a lunga scadenza, movimento che rende la curva dei rendimenti sempre più piatta e segno che la Fed non potrà alzare i tassi nel 2016. Salvo clamorose sorprese nei dati di venerdì sulla disoccupazione la Yellen si trova ora a gestire una situazione complicata dopo aver distribuito a destra e a sinistra dichiarazioni pro rialzo dei tassi nel corso di quest’anno. Su EurUsd pesa anche questa incertezza con oscillazioni contenute comprese tra 1.15 e 1.10, ma senza direzionalità. Crediamo che i dati macroeconomici che precederanno il meeting della Fed di luglio saranno fonte di estrema volatilità qualora particolarmente diversi dalle attese.
Dal punto di vista tecnico questo si ripercuote in una situazione molto ambigua. Permane la rottura tecnica di 1.12 che in questa ultima settimana non è stata negata, ma presto potrebbe essere messa in discussione. Come si vede dal grafico, rientrare all’interno del canale rialzista avrebbe il sapore della beffa per chi ha scommesso sulla ripartenza del bear market, ma evidentemente la situazione è molto incerta. Tornare sopra 1.12 negherebbe anche il doppio massimo di giugno con implicazione di nuovo bullish verso 1.15. Fino a quel momento non possiamo però che rimanere short confidando in un nuovo affondo verso area 1.08.
Grafico 1 – per il momento la rottura ribassista è confermata, ma manca poco per annullare il segnale.
L’andamento del Dollar Index conferma come una risalita del Dollaro dovrebbe essere messa in preventivo per le prossime settimane. Raggiunta la perfetta equivalenza in termine di ampiezza tra i due più recenti segmenti ribassisti, superata la trend line ribassista, a questo punto l’allungo verso area 98 appare probabile confermato anche da oscillatori settimanali in posizione intermedia ed un Rsi che sta cercando di anticipare una clamorosa rottura rialzista.
Grafico 2 – l’Rsi settimanale sta anticipando una nuova gamba bullish per il Dollar Index?