EurUsd outlook settimanale del 13 Marzo 2023 – La FED comincia a fare danni

  • La FED non fa sconti e per bocca di Powell riaccende le polveri sui tassi di interesse in attesa del meeting di marzo. Sotto la lente la resilienza del mercato del lavoro ma il fattore fallimento Silvergate e SVB entra pesantemente in campo
  • BCE attesa ad un nuovo rialzo dei tassi ma soprattutto si guarda con interesse a quella che sarà la forward guidance di Francoforte per futuri sviluppi anche di differenziale di rendimento con gli Stati Uniti
  • EurUsd che ritorna sui propri passi andando all’attacco dei supporti chiave di area 1,05. Momento tecnico particolarmente interessante in chiave strategica.

I falchi volano alto sui cieli di Washington

Un Powell decisamente falco mette la parola fine alla speculazione su un possibile taglio dei tassi in America nel 2023 e sorprende i mercati rilanciando. L’economia è ancora troppo forte e questa resistenza renderà opportuni nuovi aumenti nel costo del denaro, anche più forti del previsto se necessario. Immediato l’aggiustamento sul mercato con le previsioni per la riunione di fine marzo che non escludevano un aumento di 50 punti base, ma poi ci ha pensato la crisi bancaria a rimettere tutto in discussione fin quasi ad azzerare le previsioni sull’intervento.
A complicare il tutto (e questo potrebbe rallentare la FED), il caso dei due fallimenti bancari negli Stati Uniti. Silvergate e Silicon Valley Bank. Due società vittime del crash delle criptovalute e del rialzo dei tassi della FED che ha prosciugato la liquidità di molte società di private equity. Costringendo queste aziende a ritirare i fondi da banche incapaci di subire la pressione dei prelievi si è scatenato il cosiddetto bank run, la fuga dagli sportelli che ha costretto governo e banca centrale ad intervenire per spegnare un incendio che rischia di propagarsi all’intero sistema finanziario.
Il dollaro americano si è mosso in maniera scomposta. Prima favorito dalle parole di Powell, poi indebolito dalla crisi bancaria con contestuale ribasso dei rendimenti a lunga scadenza dei Treasury.
La BCE questa settimana deciderà sui tassi di interesse. Non è in discussione il rialzo da 50 punti base, quanto piuttosto la forward guidance. I falchi di Francoforte cominciano a parlare anche di un possibile arrivo dei tassi in zona 4% e questo ha impatti notevoli sui cambi.
Nonostante buoni dati dalla Germania, i nuovi ordini arrivati in Eurolandia hanno mostrato una caduta del 2,9% nel mercato interno mentre è andata meglio negli ordini extra UE saliti del 5,5%.

Il rialzo dell’euro non è ancora completo

Dopo un temporaneo allontanamento da zona 1,055 EurUsd ha attaccato nuovamente la media mobile a 100 giorni ora anche neck line di un potenziale testa e spalla ribassista. Il ritorno alla parità passa da qui, ma attenzione anche al movimento opposto, quello che guarda in alto qualora la FED deponesse le armi sui tassi di interesse. Quindi tiene la media mobile più veloce a 50 giorni, ora resistenza, ma sotto pressione quella più lunga. L’incertezza regna sovrana.
L’affare dei fallimenti bancari ha evitato per il momento l’inversione di tendenza, ma stiamo vivendo un momento particolarmente critico.
Se EurUsd scenderà sotto la soglia di supporto la parità sarà l’obiettivo di questa inaspettata giravolta di un biglietto verde nuovamente supportato da differenziali tassi e fuga dal rischio. Il momento è cruciale.

EurUsd (grafico daily) – medie mobili decisive per il futuro dell’euro

Osservando le bande di Bollinger su scala settimanale ci rendiamo conto di quanto fondamentale sia la tenuta di area 1,05/1,055 per EurUsd. Tutta la discesa del cambio si sta andando ad appoggiare sulla media mobile a 20 settimane che nel 2021 aveva arginato ogni velleità di rialzo. Poi a fine 2022 lo strappo verso l’alto che ha sancito l’inversione di tendenza. Clamoroso sarebbe un ritorno sotto i supporti che invaliderebbe tutta la struttura grafica che sembrava avere la strada spianata per portare l’euro stabilmente sopra 1.10/1.12.

EurUsd (grafico weekly) – dalle bande di Bollinger la conferma che il supporto di 1.055 è decisivo

EurUsd outlook settimanale del 6 Marzo 2023 – Nel 2023 i tassi non scenderanno

  • Salgono ancora i tassi di interesse americani su tutti i tratti di curva. Il mercato abbandona definitivamente l’idea di un taglio del costo del denaro da parte della FED nel 2023
  • I dati relativi all’inflazione europea tornano a mostrare una certa resistenza a scendere spostando in alto l’asticella del punto massimo che potrebbero raggiungere i tassi di interesse BCE
  • EurUsd conferma la sua volontà di tentare l’assalto ai primi supporti nel tentativo di invertire tendenza. Per il momento l’euro sembra reggere

Quell’inflazione che rialza la testa in Eurolandia

I rendimenti dei titoli di stato americani, anche quelli sui tratti di curva più lunghi, tornano a salire sull’onda di un’aspettativa di inflazione più elevata e quindi di una FED che non ridurrà il costo del denaro nel 2023. Ferme le aspettative di un picco al 5/5.25% il mercato sembra ormai essere rassegnato a Fed Funds che non verranno tagliati prima del 2024 con la curva dei rendimenti che segnale un concreto rischio di recessione. Il male minore e soprattutto necessario secondo Powell. Con i tassi a 2 anni al 4,9%, il massimo dal 2007, l’Ism manifatturiero di febbraio è stato confermato sotto i 50 punti (altro indizio di recessione).
A preoccupare soprattutto è stata la sottocomponente prezzi passata da 44 a 51, un altro segnale di inflazione che non molla la presa a monte della catena produttiva.
I dati di inflazione europei di Francia e Spagna hanno certificato prezzi al consumo nuovamente in accelerazione, ma è soprattutto la Germania che ha dato un boost notevole all’euro. I prezzi al consumo a febbraio sono saliti del 8.7%, invariato rispetto a gennaio ma ben superiore rispetto al 5.8% atteso dai mercati. Il dato aggregato in Eurolandia ha fatto segnare una percentuale superiore alle attese (8,5% il dato globale, 5,6% quello core), ma qualche segnale incoraggiante arriva dai prezzi alla produzione scesi del 2,8% su base mensile.
I mercati hanno preso atto che il picco nei tassi di interesse europei potrebbe addirittura essere fissato al 4% con un ultimo marginale rialzo tra fine 2023 e inizio 2024. Parola alla BCE, ma se dovesse deludere in tal senso per l’euro il ritorno alla parità sarebbe un fattore da considerare per i prossimi mesi.

Il rialzo dell’euro non è ancora completo

Come avevamo previsto la media mobile a 200 giorni ha fornito un’ottima sponda di supporto ai tentativi del dollaro di riprendere la sua marcia bullish.
Il primo grafico dimostra chiaramente che ancora una volta il supporto dinamico (linea verde) in questo 2023 ha retto all’urto dei ribassisti con un rimbalzo che riaccende le speranze dell’euro di ritornare in zona 1.10 come vedremo dal secondo grafico. Fondamentale per EurUsd non chiudere la settimana sotto 1.055 per mantenere vivo l’uptrend. Per il momento la missione è stata compiuta.

EurUsd (grafico daily) – la media mobile a 200 giorni ha retto all’assalto del dollaro

Per trader e investitori la condizione ideale a questo punto sarebbe un ripetersi di ciò che nel 2017-2018 e nel 2020-2021 ha già fatto vedere EurUsd. Un primo segnale ribassista proveniente dal Macd seguito però da un comportamento divergente del cambio.
Prima giù, assecondando l’oscillatore, ma poi su con un nuovo massimo relativo in aperta divergenza con il Macd.
Questo è lo scenario al momento preferito che richiederebbe quindi un nuovo test di area 1.10/1.12 prima della definitiva ripresa del ribasso di EurUsd nel corso dei mesi successivi.
Tatticamente al momento ci sentiremmo di considerare come opportuna qualche forma di copertura parziale degli attivi in dollari tramite strumenti eur hedged.
Il contesto è particolarmente incerto e fino a quando non emergeranno segnali concreti di direzionalità del mercato una strategia più bilanciata appare quella meglio sostenibile in questa fase.

EurUsd (grafico weekly) – manca ancora qualcosa alla ripresa del dollaro

EurUsd outlook settimanale del 27 Febbraio 2023 – La riscoperta del dollaro

  • L’inflazione non è ancora vinta, questo quello che emerge dai verbali dell’ultimo meeting FED dove non tutti i membri sono stati d’accordo nell’aumentare il costo del denaro di soli 25 punti base. Preoccupa la resistenza del mercato del lavoro americano che rischia di ridare vigori all’inflazione.
  • I dati di Pmi europei certificano la perdita di inerzia nella ripresa europea soprattutto a causa dell’aumento nei tassi applicato dalla BCE. La rivalutazione dell’euro in parte ha annacquato i benefici riducendo la competitività.
  • EurUsd chiude il mese di febbraio con una figura tecnica importante che mette in dubbio il recente trend rialzista dell’euro. Focus sulla media mobile a 200 giorni ora sotto pressione.

Tanto lavoro per nulla sull’inflazione

La rivelazione shock arrivata dalla FED di San Francisco la scorsa settimana è che il ribasso dell’inflazione è per lo più da attribuire a fenomeni non sotto il diretto controllo della banca centrale, quindi componenti acicliche. La banca centrale dovrà quindi fare di più per piegare l’inflazione.
E infatti gli ultimi verbali del FOMC hanno evidenziato la preoccupazione dei membri del board soprattutto con riferimento ad un mercato del lavoro che non vuole piegarsi all’aumento ripetuto nel costo del denaro. Almeno un paio di membri della FED si sono poi espressi a favore di un aumento più corposo sui tassi di interesse nell’ultima riunione di gennaio.
Il mercato intanto continua a prezzare tre aumenti di 25 punti base a marzo, maggio e giugno con un picco nella politica monetaria al 5,25%/5,5% e tanti saluti all’auspicato ribasso del costo del denaro a fine 2023.
Gelata in Europa almeno per quello che riguarda i dati Pmi. Nell’Eurozona a febbraio l’attività manifatturiera si è leggermente contratta incapace di risalire come da previsione sopra i 49 punti. Diversa invece la dinamica del Pmi servizi che ha dimostrato una reazione ben più vigorosa arrivando a 53 punti. Bene il dato Zew tedesco che continua la sua risalita nella componente aspettative, miste le considerazioni sull’Ifo uscito leggermente più basso del previsto ma in aumento rispetto a gennaio.
Con i dati macro che non hanno supportato l’euro la questione tecnica si fa sempre più intrigante lato biglietto verde.

E se il dollaro ci facesse una bella sorpresa?

Il primo grafico di oggi mostra il comportamento tipico del cambio dopo un death (o golden se rialzista) cross.
Quando la media mobile a 200 giorni è tagliata sopra o sotto dalla media a 50 giorni il trend è destinato a durare più di qualche mese. Quello che non è mai accaduto negli ultimi anni è un ripensamento del dollaro, tradotto un ritorno sopra o sotto la media mobile di lungo periodo. In questo caso si parlerebbe di un ritorno, poche settimane dopo il death cross, sopra la media mobile a 200 giorni. Siccome la stessa media è sotto pressione proprio in queste ore un attento monitoraggio è consigliato.
Un Dollar Index che chiude il mese di febbraio sopra 105 (ci siamo ora) sarebbe un primo campanello di allarme, probabilmente un segnale di una FED che non ha nessuna intenzione di deporre l’arma dei tassi. E a quel punto anche un segnale di ritorno clamoroso di interesse degli operatori di mercato sul biglietto verde.

Dollar Index (grafico daily) – se il dollaro ritorna sopra la media mobile a 200 giorni

E se avessimo sbagliato tutto? Questa è la domanda che serpeggia tra operatori forex e analisti tecnici dopo la chiusura di un mese di febbraio che gli amanti delle candele giapponesi definiscono bearish engulfing pattern.
Una candela nera che si rimangia quella bianca rialzista precedente dopo quattro mesi di rialzo consecutivo accende più di qualche dubbio nella mente degli operatori.
Oltretutto questa reazione del biglietto verde è stata registrata a ridosso della vecchia linea di tendenza ch univa i minimi del 2016 e del 2020. Urge una reazione vigorosa dell’euro pena il ripristino clamoroso e inaspettato del bear market su EurUsd.

EurUsd (grafico monthly) – bearish engulfing pattern su EurUsd

EurUsd outlook settimanale del 20 Febbraio 2023 – Una doverosa riflessione di mercato

  • L’inflazione americana non delude e non esalta uscendo il leggero rallentamento ma inferiore al previsto. La FED non abbasserà quindi i tassi di interesse nel 2024 e la curva dei rendimenti continua a rimanere pesantemente invertita.
  • Primi segnali di rallentamento economico in Europa dopo i rialzi dei tassi BCE. Costo del denaro che aumenterà anche a marzo nel tentativo di frenare prezzi al consumo ancora troppo altri nonostante il calo dei prezzi energetici.
  • EurUsd si mantiene sopra i primi supporti utili di una correzione ancora molto blanda. Siamo in un bull market ciclico all’interno di un bear market di lungo periodo.

Inflazione in calo ma non troppo

Il mercato ha acquisito il dato sull’inflazione americana consolidando il recupero del dollaro. Nulla di inatteso, anzi un rientro dei prezzi al consumo ad un passo leggermente inferiore alle aspettative degli economisti.
Con un tasso di variazione annuale del 6,4%, in calo rispetto al 6,5% di dicembre ma più alto del 6,2% atteso, l’inflazione americana di gennaio sembra allontanare l’ipotesi di un taglio nel costo del denaro entro fine 2023 da parte della FED. Anche il dato core ha limato solo leggermente il dato di dicembre (5,7% rispetto al 5,6%).
I prezzi alla produzione pubblicati giovedì scorso hanno confermato la tendenza. Incremento a gennaio del 6%, inferiore al 6.5% di dicembre ma ben oltre le attese di +5.4%.
Il mercato mantiene così le sue aspettative di aumento nei tassi di 25 punti base a marzo e altri 25 a maggio prima di una fase di stallo destinata a durare per tutto il 2023.
I rendimenti delle obbligazioni americane a 2 anni non sono lontani dai massimi del 4,8% di novembre con una curva dei rendimenti sempre invertita che segnala la necessità di una politica monetaria più lasca per rilanciare la crescita.
Il dollaro beneficia nel breve periodo di questo vantaggio di differenziale di tasso rispetto alle altre economie del mondo, anche se questo spread è in costante diminuzione accompagnando la progressiva debolezza del dollaro.
In Europa l’economia risente del rialzo dei tassi da parte della BCE. La produzione industriale in calo del 1,1% a dicembre non potrà migliorare a breve viste le aspettative di ulteriore aumento nei tassi di 50 punti base a marzo. I rendimenti sulla parte lunga della curva dei rendimenti europea continuano intanto a salire ma con spread tra periferici e core in modesta contrazione, un segnale che sotto questo punto di vista il QT della BCE non dovrebbe provocare traumi interni all’Unione Europea.

La correzione soft di EurUsd

Per il momento la correzione di EurUsd si mantiene entro i canoni di un ritracciamento blando all’interno di un trend di crescita.
La media mobile a 50 giorni sta arginando gli ardori del dollaro e lo stesso sta facendo il ritracciamento del 23.6% di Fibonacci. Anche uno sfondamento definitivo dei supporti di area 1,065 non dovrebbe comunque andare oltre il 38.2% di ritracciamento posizionato a 1,045, il minimo indispensabile per permettere all’euro di riprendere fiato senza veder interrotta la tendenza di fondo.

EurUsd (grafico daily) – il dollaro attacca i supporti per ora senza successo

Quello che ogni investitore o trader deve comunque tenere presente in questa fase di mercato è che l’attuale rimbalzo di EurUsd si incastra all’interno di un bear market di lungo periodo.
L’attuale ripresa dell’euro si incastra in un processo di progressivo indebolimento della moneta unica che va avanti dalla fine della crisi finanziaria del 2008.
Un ritorno in area 1,17 rappresenterebbe una ghiottà opportunità per andare short di EurUsd con orizzonte temporale 2-3 anni.

EurUsd (grafico weekly) – un rimbalzo necessario all’interno di un bear market di lungo periodo

EurUsd outlook settimanale del 13 Febbraio 2023 – Powell rallenta la debolezza del dollaro

  • Powell fa sentire la sua voce arrestando la caduta del dollaro. Il mercato del lavoro è ancora troppo esuberante e questo richiederà nuove manovre sui tassi rimandando probabilmente al 2024 eventuali tagli nel costo del denaro
  • Per il momento mantiene valide le attese di un ulteriore aumento di 50 punti base in Europa a marzo prima di un rallentamento come anticipato da Lagarde nell’ultimo meeting. Sorprese potrebbero arrivare se i dati macro non saranno allineati alle attese
  • EurUsd si appoggia sui primi supporti utili che stanno caratterizzando la fase bullish degli ultimi mesi. I precedenti ci dicono che una ripartenza dell’euro dovrebbe essere probabile.

Il mercato del lavoro è troppo esuberante

Paradossalmente è l’eccessiva tonicità del mercato del lavoro il problema delle banche centrali. O meglio la continua riduzione del tasso di disoccupazione accompagnata ovviamente da pressioni salariali. La testimonianza di Powell ha legato la necessità di nuovi rialzi nei tassi alla sorpresa che arriva dallo stato dell’occupazione. La banca centrale australiana ad esempio ha in programma almeno altri due rialzi proprio perché l’incapacità delle aziende di trovare forza lavoro rischia di alimentare una spirale inflazionistica. Norvegia, Svezia e Messico hanno fatto registrare dati di inflazione superiori alle attese.
Questo lega i prossimi dati macroeconomici in uscita alle aspettative sui tassi di interesse che creeranno i mercati. Al momento negli Stati Uniti il mercato sconta entro giugno un costo del denaro al 5%/5,25% con le speranze di un immediato taglio entro la fine dell’anno che appaiono un po’ eccessive.
Una recente analisi ha indicato che dal 1974 i cicli di easing monetario negli USA sono stati 10 e il numero medio di mesi tra l’ultimo rialzo e il primo ribasso è stato di 5 e mezzo. Tolta l’eccezione del 2006-2007, quando di mesi ne passarono quasi 15, al massimo tra l’ultimo ritocco all’insù e il primo ribasso sono passati poco più di 7 mesi.
Questo farebbero scattare il conto alla rovescia per un taglio dei tassi, fissando l’evento probabilmente nel primo trimestre 2024.
In Europa, intanto, si attende l’uscita dei prossimi dati economici per capire se il rialzo di marzo di 50 punti base è effettivamente scontato oppure ci potrà essere un rallentamento precoce da parte della BCE. Al momento la risalita dell’euro sta facendo un buon lavoro di ridimensionamento dell’inflazione importata e non è escluso che aumenti ulteriori della valuta europea mettano meno pressione alla BCE nel muoversi rapidamente sui tassi.

I supporti contengono gli ardori del dollaro per ora

Diversi segnali di sentiment eccessivamente benigno e una stagionalità che sapevamo essere positiva nei primi due mesi dell’anno hanno favorito un rientro del biglietto verde. Sarebbe stato un segnale inquietante sfondare immediatamente 1.10 senza indugio.
Il cambio è andato a colpire quella media mobile a 50 giorni posizionata in area 1,067 che, se il trend è genuino, dovrebbe contenere le velleità ribassiste di EurUsd.
Anche nei precedenti casi di golden cross del 2017 e del 2020 durante la fase iniziale e più propulsiva proprio la media mobile a 50 giorni ha rappresentato il supporto dinamico che ha accompagnato l’arrampicata di EurUsd. I trader già ora possono cominciare a ragionare sul ritornare lunghi di euro.

EurUsd (grafico daily) – gli ultimi casi di golden cross hanno visto la media a 50 giorni ottimo supporto

Chi confida in una ripresa del dollaro sta osservando con molta attenzione l’andamento el Dollar Index. Dopo uno sfondamento della up trend line rialzista in essere dal 2021, il biglietto verde ha messo a segno una reazione in linea con quello che abbiamo visto su EurUsd. Il tentativo del dollaro di riprendersi quella tendenza bullish che lo aveva accompagnato è evidente ed un ritorno al di sopra della up trend line (quindi un ritorno sopra 105) favorirebbe uno scenario favorevole per la moneta americana. Al contrario un ripiegamento all’ingiù qualificherebbe la fase attuale come il “bacio della morte” con conseguenti nuove ondate di ribasso da attendersi nelle prossime settimane per il dollaro.

Dollar Index (grafico daily) – una bear trap sul dollar index?

EurUsd outlook settimanale del 6 Febbraio 2023 – Il mercato non crede a Powell

  • La FED continua ad alzare i tassi ma rallenta l’intensità con soli 25 punti base di ritocco. Powell annuncia un altro paio di rialzi prima di un lungo stop. Il mercato crede invece che a fine anno ci sarà un taglio del costo del denaro. Sorprende in positivo il dato sulla disoccupazione
  • Anche la BCE alza i tassi ma lo fa ad un’intensità maggiore favorendo il restringimento dello spread USA-Euro sui tassi di interesse. Lagarde apre però ad un rallentamento nel processo di rialzo
  • EurUsd si riprende anche 1,10 entrando in una zona di resistenza molto importante in ottica di medio periodo. Andare oltre 1,12 aprirebbe porte rialziste insperate per l’euro. Il ritracciamento di venerdì conferma la bontà della resistenza

L’asincronia tra FED e BCE

La Federal Reserve fa quello che era previsto dal mercato, ovvero alza i tassi di 25 punti base portandoli al 4,75%. Ma il mercato legge nelle parole di Powell qualcosa che conferma la possibilità concreta che entro fine anno addirittura ci possa essere una riduzione nel costo del denaro. Risposta positiva dai mercati azionari, soprattutto dalle azioni tecnologiche, da quelli obbligazionari con la riduzione dei tassi a lunga, e dell’oro in salita sulla prospettiva di una politica monetaria più morbida. Ovviamente penalizzato il dollaro che sta vedendo erodere sempre più velocemente il vantaggio di rendimento sull’euro. I dati di venerdì sulla disoccupazione hanno però rimesso tutto in discussione. In calo i senza lavoro, ma soprattutto molto oltre le attese la creazione di nuove buste paga.
Ma casa ha detto Powell a margine dell’ultimo meeting di politica monetaria. Intanto che c’è ancora del lavoro da fare per riportare l’inflazione sui binari del 2%. Un paio di rialzi saranno necessari per avere una politica restrittiva per diverso tempo. Quindi in primavera ci sarà lo stop e il “non sarà probabilmente appropriato un taglio dei tassi nel 2023” ha fatto pensare ai mercati che invece la mossa espansiva ci sarà. La curva dei rendimenti lo richiede.
Il costo del denaro ai livelli più alti dal 2007 dovrebbe servire a contenere gli ardori di un’economia ancora surriscaldata lato salari e quindi inflazione. Non aiuta però lo stato dell’occupazione dopo il boom di neo assunti di gennaio.
Diverso l’approccio della BCE che, alzando i tassi di 50 punti base, ha confermato la volontà di raffreddare con maggiore decisione nei prossimi mesi un’inflazione ancora vicina, se non superiore, al 10% in alcuni paesi della zona Euro. Lagarde ha però dato un’apertura ad un possibile rallentamento nel passo di rialzo dopo il mese di marzo.
Questa asincronia tra FED che rallenta il passo e presto lo stopperà e BCE ancora in accelerazione riduce ovviamente il differenziale di tasso di interesse tra USA e Eurolandia andando a favorire la ripresa dell’euro.

EurUsd entra in zona 1,10 prima del ritracciamento

Una delle cause del rapido deteriorarsi delle valutazioni del dollaro è il restringimento del differenziale di rendimento tra bond decennali americani e tedeschi. Dai 200 punti base di novembre ai poco più di 100 di metà settimana prima di un rimbalzo causato dal mercato del lavoro americano. Questo fattore spiega il passaggio di EurUsd da un valore inferiore alla parità all’attuale 1,10.
Lo spread non è lontano dai minimi toccati ai tempi della pandemia. Questo potrebbe avallare l’idea che tra 1,10 e 1,12 per EurUsd si registrerà un top primario destinato a durare qualche settimana.

EurUsd (grafico daily) vs spread bond 10 anni Usa/10 anni Germania
EurUsd (grafico daily) vs spread bond 10 anni Usa/10 anni Germania – il differenziale tassi guida il cambio

Le bande di Bollinger su scala mensile ci offrono una interessante prospettiva di cosa sta accadendo. Quando le bande superiore e inferiore si sono avvicinanate in passato per una percentuale inferiore al 10%, la volatilità su EurUsd è ritornata alimentando una nuova tendenza. Il cambio è adesso a ridosso della linea centrale dell’intervallo creato da John Bollinger. Andare oltre aprirebbe le porte ad un ritorno in area 1.20. La piega all’ingiù delle bande stesse (che significa volatilità che comincia a diminuire e ovviamente bande ad avvicinarsi) è un primo segnale che nell’ipotesi di sell off ulteriore sul biglietto verde. Per ora il primo test di resistenza ha fermato l’euforia dell’euro.

EurUsd (grafico monthly) – le bande di Bollinger di lungo periodo cominciano a convergere
EurUsd (grafico monthly) – le bande di Bollinger di lungo periodo cominciano a convergere

EurUsd outlook settimanale del 30 Gennaio 2023 – Ricomincia il lavoro delle banche centrali

  • La Fed alzerà di 25 punti base i tassi proseguendo quel sentiero di incremento a marce ridotte cominciato a dicembre e che tanto è piaciuto ai mercati soprattutto azionari. Meno al dollaro.
  • Anche la BCE metterà mano ai tassi con un incremento più corposo della FED. Primi segnali di rallentamento dell’economia sono arrivati dall’IFO tedesco.
  • EurUsd è ormai arrivato in prossimità di livelli tecnici degni di nota come 1,10/1,12. La salita da questo punto in avanti sarà meno tumultuosa.

Un ritocco poi si vedrà

La FED ricomincia da dove aveva finito. Con i 25 punti base di rialzo nei tassi di interesse previsti il primo febbraio Powell prosegue nella sua marcia con obiettivo lotta ad un’inflazione che probabilmente terminerà solo quando i tassi saranno superiori ai prezzi al consumo core.
La dinamica ribassista degli ultimi tempi nell’inflazione e la decisione del Canada di stoppare i rialzi dei tassi per verificarne gli effetti, fanno pensare al massimo ad altri due rialzi in questo 2023 prima di un lungo periodo di stasi.
Le notizie che arrivano da Australia e Nuova Zelanda, dove i dati di Pil sono stati superiori alle attese e l’inflazione pure, invitano alla prudenza perché potremmo trovarci di fronte ad un second round di inflazione.
Il mercato, dopo aver preso per qualche tempo bene dati macro negativi che avrebbero frenato l’azione della FED, ricomincia adesso a guardare ai fondamentali e agli utili aziendali.
Rimane comunque una convinzione di fondo che entro fine anno il costo del denaro verrà ridimensionato per rilanciare una crescita che sta già battendo in testa sul mercato immobiliare. Una eventualità, quella del ribasso dei tassi, che zavorra un dollaro debolissimo contro euro.
Frena intanto l’IFO tedesco che esprime lo stato dell’economia germanica. Leggermente superiore al dato del mese precedente, l’IFO ha però deluso in parte le aspettative. Questo segnala un rischio di sorprese negative in Germania nei prossimi mesi quando gli effetti dei rialzi dei tassi BCE si faranno sentire. Il 2 febbraio Francoforte dovrebbe alzare il costo del denaro di 50 punti base con una buona probabilità di aumento analogo il 16 marzo. Il mercato si aspetta un picco di politica monetaria nella zona Euro nel 2023 al 3,25%.

Segnali di top per l’euro

EurUsd raggiunge livelli di variazione a 50 giorni che cominciano ad essere compatibili con un massimo relativo, anche se non definitivo. Quando la variazione supera il 7% in 50 giorni il cambio accende la prima luce rossa di alert. In pratica siamo entrati in una zona dove salire sarà più impegnativo ma non impossibile come dimostrano i casi dal 2015 in avanti. La resistenza di 1,10 è ormai in vista con le divergenze tra prezzo e ROC che stanno cominciando a materializzarsi.

EurUsd (grafico daily) – top in vista per l’euro ma potrebbe non essere definitivo

Dall’inizio della guerra in Ucraina EurUsd e il prezzo dell’oro sono state praticamente due gocce d’acqua. Il mercato guarda in prospettiva al futuro delle politiche monetarie e ai tassi reali. Con l’inflazione in moderato rientro e costo del denaro in aumento, teoricamente l’ambiente dovrebbe essere sfavorevole all’oro che invece guadagna assieme all’euro.
Il motivo si chiama prevalentemente convinzione che la FED allenterà i cordoni dei tassi già a fine 2023. E se il costo del denaro scende per un asset senza cedola come l’oro sono buone notizie. L’approssimarsi dei 2000 dollari l’oncia per l’oro segnala anche in questo caso che tra 1,10 e 1,12 EurUsd dovrebbe aver raggiunto un punto di equilibrio.

EurUsd (grafico daily) – oro e euro sono praticamente la stessa cosa

EurUsd outlook settimanale del 23 Gennaio 2023 – Rotazione geografica a favore dell’Europa

  • La Fed non sembra essere propensa ad accettare le indicazioni di un mercato che sta invertendo sempre più la curva dei rendimenti suggerendo che con questi tassi la recessione è vicina
  • Prosegue la discesa del prezzo del gas in Europa. Bene per l’euro da oltre un anno dipendente da questo indicatore. La Bce potrebbe mostrarsi più morbida sui tassi
  • EurUsd sfiora la prima soglia di resistenza di 1,10. Bull market solido che per il momento non sembra mostrare segnali favorevoli al dollaro

Il mercato crede ad un taglio dei tassi in USA a fine 2023

Il differenziale nei tassi di interesse non sostiene più il dollaro. Se confrontato con un paniere di obbligazioni a scadenza 2 anni pesate per la loro importanza all’interno del Dollar Index questo si vede che il vantaggio di tasso del biglietto verde si è assottigliato notevolmente rispetto agli oltre 250 punti base toccati alla fine dell’estate scorsa. Non a caso il Dollar Index ha toccato qui il suo apice prima di cominciare la fase di rientro sulle aspettative di una FED più magnanima che dovrà, così pensano i mercati, prendere atto del rischio recessione.
Un rischio che, a quanto pare, potrebbe scongiurare l’Europa grazie ad un prezzo del gas ritornato ai livelli dell’estate 2021. Con EurUsd che ovviamente beneficia di questa fase con una importante accelerazione verso le resistenze di 1.10.
Questa situazione potrebbe consentire alla BCE di mantenere un approccio più hawkins della FED nel piegare l’inflazione. Il 2 febbraio è atteso un aumento di 50 punti base da Francoforte, un ritocco che alzerebbe il costo del denaro europeo al 3%. Sicuramente ce ne sarà un altro a seguire ma a quel punto se il picco sarà a 3.25% o a 3.75% dipenderà tutto dalla dinamica inflazionistica. Cominciano a circolare rumors su un aumento di soli 25 punti base a marzo che smentirebbero la frase che la Lagarde aveva pronunciato poche settimane fa: “it was obvious to expect more 50 bp hikes for a period of time”.
Intanto gli Stati Uniti tornano a fare i conti con il raggiungimento del tetto sul debito. La Yellen ha avvertito il Congresso sulla necessità di gestire immediatamente questa situazione. La macchia della perdita del massimo grado di affidabilità nel debito nel 2011 è ancora lì a certificare cosa significa sottovalutare questa dinamica.
Il mercato si aspetta una FED più accomodante nella seconda parte del 2023, a dispetto delle parole di Powell. Il Beige Book ha confermato un rallentamento in atto anche dell’inflazione. Il timore è che un mercato del lavoro ancora pimpante possa rendere troppo affrettata l’uscita dalla fase restrittiva sul costo del denaro. I meeting di febbraio saranno importanti per capire i rispettivi orientamenti di Fed e Bce.

Un solido bull market

La consistente rotazione geografica che si sta vedendo nell’ultimo anno è frutto anche del calo di una materia prima che aveva inciso decisamente sulle sorti di EurUsd. Riproporre il confronto tra il cambio e il prezzo del gas naturale quotato ad Amsterdam è utile per comprendere che la compressione delle dinamiche inflazionistiche sta alzando le prospettive di crescita in Europa e raffreddando l’inflazione, con tanto di aumento dei rendimenti reali dei bond domestici.

EurUsd (grafico daily) – EurUsd su scala invertita linea rossa vs prezzo gas naturale linea nera

La tendenza al rialzo di EurUsd è confermata anche dalle Ichimoku cloud. Questa tecnica che si basa su una combinazione di medie mobili ha saputo fornire un ottimo segnale di ingresso long a novembre filtrando i falsi segnali.
Un ingresso che ha sempre trovato un supporto nella media più lunga di questo indicatore.

EurUsd (grafico daily) – un solido trend bullish in corso

Il 2022 di EurUsd e le prospettive per il 2023

  • Il 2023 sta vedendo una progressiva ripresa di EurUsd sulle aspettative di un mercato che si aspetta uno stop nel rialzo dei tassi FED, un proseguimento della politica hawkins BCE e un generale miglioramento del clima geopolitico
  • Segnali tecnici abbastanza netti sembrano preludere a ulteriori rialzi nel cambio EurUsd per i prossimi mesi prima di assistere alla formazione di un top primario. Il golden cross in passato è stato anticipatore di un proseguimento ulteriore del rally dell’euro
Il 2022 di EurUsd e le prospettive per il 2023
EURUSD 2022-2023

Il 2022 a due facce di EurUsd

Il 2022 è stato un anno a due facce per EurUsd. Una prima parte decisamente negativa e una seconda parte di recupero travolgente. Da inizio anno fino alla fine di settembre il cambio è sceso da 1,13 a 0,95. Il bilancio semestrale è andato sotto la soglia del -10% per EurUsd e, dopo alcuni mesi di consolidamento sotto la parità, è arrivata la reazione travolgente.
L’anno sì è così chiuso con un ribasso del cambio del 7% rispetto a 12 mesi prima.
I motivi di una prima parte di 2022 debole per l’euro erano da ricercare nell’inizio della guerra tra Russia e Ucraina con tutti gli impatti sulle forniture di energia che ne derivavano per una continente come l’Europa fino a quel punto fortemente dipendente dalla Russia.
La speculazione sul prezzo del gas ha fatto fuggire molti investitori timorosi di assistere ad una recessione economica profonda in Europa. Non a caso l’azionario europeo in quel periodo ha fatto molto male. Nello stesso momento la FED ha cominciato a mostrare i muscoli della politica monetaria con aumenti dei tassi che si prospettavano veloci e incisivi per contrastare un’inflazione che stava rialzando poderosamente la testa.
Con la solita lentezza anche la BCE cominciava in quel periodo a mostrare qualche velleità sui tassi di interesse, ma un differenziale tra Treasury e Bund salito a livelli molto alti rendeva appetibili i titoli di stato americani e meno quelli europei. Favorendo il dollaro.
Con l’inizio dell’autunno però si sono visti dei cambiamenti. Sul fronte bellico l’Europa si è compattata nelle sanzioni arrivando fino alla definizione di price cap su petrolio e gas russo.
Sul fronte della politica monetaria la BCE è diventata inaspettatamente falco cominciando ad alzare rapidamente il costo del denaro. A questo si contrapponeva un America dove si registravano alcuni segnali di rallentamento economico e di inflazione (ultimo dato di dicembre a 6,5%) tali da far suppore al mercato che il picco dei tassi era vicino. E così il mercato si è mosso sulle attese di restringimento del differenziale di tasso e di crescita comprando euro.

Le prospettive del 2023 di EurUsd

L’inizio di anno è stato travolgente per il cambio EurUsd. In attesa dei meeting BCE e FED il mercato si è posizionato al ribasso sul biglietto verde scommettendo su una politica monetaria più accomodante da parte della FED nella seconda parte dell’anno. Nonostante le secche e ripetute smentite di Powell, la FED dovrà presto decidere come comportarsi di fronte a un’economia in rapido deterioramento (come dimostrato dagli indici ISM), un’inflazione anch’essa in decelerazione e un mercato del lavoro per ora ancora tonico, ma a rischio come del resto il mercato immobiliare colpito duro dall’aumento dei tassi.
Dalla parte dell’Eurozona invece la BCE sembra voler continuare a mantenere una guardia alta sui tassi anche perché l’inflazione tarda a rientrare per gli ovvi motivi di asincronia con gli Stati Uniti dove i rialzi dei tassi sono partiti prima.
Lo smantellamento del piano di QE fa parte di quella strategia della Lagarde volta a ridurre la liquidità sul mercato per rendere più rapida la convergenza dell’inflazione verso il 2%.
La conferma dell’interesse ritrovato del mercato verso l’Europa arriva dal mercato azionario dove la forza relativa rispetto a quello americana è tornata ad essere molto positiva. Questo significa che i prossimi mesi dovrebbero vedere una ripresa economica più vigorosa del previsto in Europa.

Segnali tecnici favorevoli all’euro

EurUsd (grafico daily) – segnali ancora bullish per EurUsd

Il taglio della media mobile a 200 giorni da parte di quella a 50 giorni sintetizza molto bene il 2022 e forse le prospettive del 2023 per EurUsd.
Se nel 2021 infatti il cosiddetto death cross, ovvero il taglio dall’alto verso il basso della media lunga, ha sancito la partenza di un mercato ribassista, a fine 2022 con il consueto ma probabilmente efficace ritardo, il golden cross ha formalizzato l’avvio di una fase bullish per EurUsd.
Un evento che viene accompagnato dalla repentina salita dell’oscillatore ROC a un anno non lontano dalla soglia del 10%. Un livello che nel 2017 e nel 2020 ha anticipato, ma non intercettato, i massimi.
Segnale quindi che conferma come il 2023 di EurUsd sarà ancora caratterizzato nella sua parte iniziale da una fase di rialzo in grado di spingere gli oscillatori in territorio ancora più estremo e cominciare a ragionare sulla possibilità di assistere alla formazione di un top primario.
La previsione è quindi quella di una prima parte di anno favorevole all’euro seguita da una fase di stop e distribuzione nella seconda parte del 2023.

EurUsd outlook settimanale del 9 Gennaio 2023 – Segnali rialzisti per l’euro

  • La pubblicazione dei verbali dell’ultimo meeting di politica monetaria non lascia dubbi. La FED non abbasserà i tassi nel 2023 rimanendo guardinga sugli impatti dell’aumentato costo del denaro su inflazione e occupazione.
  • Prosegue il raffreddamento dell’inflazione nell’Eurozona con dati tutti inferiori alle aspettative e ai minimi da settembre. Scendono le previsioni di picco nei tassi in Europa per il 2023.
  • EurUsd che formalizza un golden cross, segnale tipicamente rialzista per la moneta unica europea nel medio periodo.

La FED non molla la presa

La pubblicazione dei verbali dell’ultimo meeting di politica monetaria della Federal Reserve conferma che nessun membro del board ha l’intenzione di votare per un taglio nel costo del denaro nel 2023. L’inflazione deve essere domata e il mercato del lavoro appare ancora robusto. Inaccettabile il livello di prezzi al consumo raggiunto e servono ulteriori strette per riportare i prezzi in linea con l’obiettivo del 2%.
La FED conferma quindi la volontà di non invertire rotta gelando i mercati finanziari speranzosi in un’apertura. I mercati swap prezzano un picco nei tassi al 5,25% nel 2023. Contrastanti alcuni dati macro. La disoccupazione è scesa a dicembre, le buste paga emesse sono salite più delle attese, ma sono soprattutto l’aumento dei salari (+0,2%) inferiore alle previsioni a far pensare ai mercati che il picco dell’inflazione è alle spalle. E che quindi la FED dovrà rendersi conto di questo nuovo contesto.
In Europa intanto continua a raffreddarsi l’inflazione, nei dati effettivi e in quelli attesi.
Il repentino calo nei prezzi di petrolio e gas sta favorendo un rientro dei prezzi al consumo. La Francia ha fatto registrare dati preliminari al 6,7% contro il 7,1% di novembre. La Spagna il 5,6% contro il 6,7% di novembre. La Germania il 9,6% contro il 11,3% precedente.
Le aspettative di aumento nei tassi di interesse in Eurolandia stanno così lentamente indietreggiando. Questo potrebbe essere un fattore di freno nella forza dell’euro nel breve periodo. Le curve swap al momento intravedono un picco al 3,25% nei tassi di interesse nel corso del 2023, ma se i dati dovessero continuare a stupire in positivo non sarebbe escluso che il 3% possa rappresentare l’apice di questa fase restrittiva. Il mercato stima un ultimo aumento di 25 punti base a maggio prima di una lunga fase di decantazione utile a comprendere gli effetti negativi sulla crescita.

Il golden cross che prevede forza di euro

La stagionalità favorevole per il dollaro nei primi due mesi dell’anno dovrebbe essere un fattore di ripresa per il biglietto verde. Questo fattore, unito ad un sentiment eccessivamente positivo per l’euro, potrebbe favorire quel repricing del dollaro che consentirebbe ai ritardatari di liquidare il biglietto verde a condizioni migliori. Un evento tecnico intanto si materializza. Il golden cross.
Nell’ultimo lustro il segnale generato dal taglio della media mobile a 50 giorni rispetto a quella a 200 giorni (linea verde) ha sempre prodotto una chiara indicazione della tendenza dominante per i mesi a venire. Golden cross se il taglio avviene dal basso verso l’alto, death cross se dall’alto verso il basso. Dal 2017 le quattro casistiche registrate hanno fornito, evento non così scontato quando parliamo di medie mobili, un discreto segnale anticipatore.
I trader e gli investitori hanno potuto raccogliere i frutti di questa strategia utilizzando la media mobile a 200 giorni come stop loss e quella a 50 giorni come indicatore di aumento dell’esposizione lunga o corta.
Il golden cross è ormai cosa fatta in questo inizio di 2023. Stando così le cose le prossime settimane di ritracciamento su EurUsd dovrebbero essere sfruttate per andare corti di biglietto verde. Idealmente la zona di supporto attorno a 1.04 sarà quella più importante per scaricare dollari.

EurUsd (grafico daily) – formalizzato il golden cross

L’inizio del 2023 sembra confermare che per parlare di inversione di tendenza su EurUsd servono conferme e prezzi capaci di abbattere definitivamente le resistenze di 1,065. La battaglia è in corso con i prezzi sotto a cavallo della down trend line che guida dal 2021. Siamo di fronte al primo tentativo di inversione di tendenza dell’euro dall’inizio della guerra tra Ucraina e Russia e le prossime settimane saranno decisive se questo movimento avrà successo.

EurUsd (grafico daily) – trappola per tori su EurUsd?