EurUsd outlook settimanale del 3 Ottobre 2022 – Stato di tensione perenne

  • Non passa giorno che le dichiarazioni degli esponenti FED non vanno nella direzione di altri maxi ritocchi nel costo del denaro.
  • Europa stretta tra crisi geopolitica, rialzo dei tassi, cambio di governo in Italia e forte volatilità sulla sterlina inglese
  • Euro che non riesce a reagire allontanandosi sempre più dalla parità

Europa nel mirino

La geopolitica continua ad essere protagonista pur inserendosi in un contesto di politiche monetarie e fiscali dei governi sempre più intrecciate tra loro. La guerra in Ucraina sembra essere entrata in una nuova fase che vede le ritorsioni contro le pipelines uno degli obiettivi principali. I sabotaggi ai tubi dentro i quali transita il gas russo diretto in Europa (North Stream 1 e 2) hanno provocato danni che di fatto mettono la pietra tombale alla speranza dell’Europa di ricevere gas russo questo inverno. La proclamazione da parte di Mosca dell’indipendenza delle quattro repubbliche del Donbass ha acuito ancora di più lo stato di tensione allontanando per il momento ogni ipotesi di soluzione diplomatica al conflitto.
La speculazione sul prezzo del gas ha incendiato nuovamente la speculazione affossando un euro che vede la recessione sempre più profonda in arrivo.
In Italia il cambio di maggioranza alla guida del paese non ha cambiato l’umore dei mercati sui titoli di stato italiani. I rendimenti volano vicini al 5% e per la nuova premier Meloni sarà necessaria un’opera politica e diplomatica con Bruxelles molto equilibrata per evitare scrolloni. A Francoforte intanto si prepara la nuova maxi stretta sui tassi ad ottobre nel tentativo di contrastare l’inflazione.
Rimanendo sempre in Europa, grave la situazione della sterlina dopo l’annuncio di ampi tagli fiscali da parte del neo Governo Truss. I mercati non hanno accolto bene la notizia considerando l’inflazione in doppia cifra che circola in terra britannica. Affossata la sterlina, la Bank of England è intervenuta per acquistare i titoli di stato massicciamente venduti dagli investitori.
In America non sembrano per il momento emergere grandi preoccupazioni per la forza del dollaro. I rendimenti continuano a salire e ormai è scontato che la FED non fermerà i suoi rialzi nei tassi di interesse prima del 4,5%. Le dichiarazioni degli esponenti FED rimangono molto hawkins e questo spingerà inevitabilmente gli Stati Uniti in recessione. Di quanto ce lo diranno probabilmente i mercati azionari nei prossimi mesi.

Bye bye parità

EurUsd continua a muoversi con estrema regolarità all’interno di un preciso canale ribassista. Testata la parete inferiore in zona 0,95 lecito a questo punto attendersi un rimbalzo verso la parità diventata adesso la barriera apparentemente invalicabile per l’euro. Un cambio di tendenza potremo averlo solamente al superamento delle bande di Ichimoku (conferma sopra 1,025) che da tempo fanno da argine ai propositi bellicosi dell’euro.

EurUsd (grafico daily): doveroso un rimbalzo, obiettivo la parità

Il grafico che presentiamo qui sotto sembra suggerire anni davanti a noi di forza ancora dirompente per il dollaro americano. Se quella appena formalizzata in questo 2022 è una rottura di una neck line di un testa e spalla invertito di lungo periodo, il Dollar Index non fermerà la sua corsa prima di 120. Questo significa ancora un buon 10% di margine di guadagno per una divisa già ampiamente sopravalutata in termini di poteri d’acquisto. Nei confronti dell’euro infatti la sopravalutazione supera ampiamente il 20%. Ulteriori allunghi cominceranno a creare problemi di competitività alle merci americane, ma anche di inflazione all’economia europea. E’ comunque un dato di fatto che al momento ogni pull back del dollaro è da interpretare come correttivo e un’opportunità di acquisto.

Dollar Index (grafico yearly) – un rialzo destinato a durare a lungo quello del dollaro?

EurUsd outlook settimanale del 26 Settembre 2022 – Dollaro a valanga

  • La FED ha decisamente virato verso una politica monetaria restrittiva. Powell è stato chiaro, ci saranno altri rialzi fino a quando l’inflazione non mostrerà segni di cedimento
  • Europa che supera l’appuntamento elettorale italiano ed entra in quell’inverno che potrebbe rivelarsi più duro del previsto a causa dell’inasprirsi delle tensioni con la Russia e i rialzi dei tassi che arriveranno ancora da Francoforte
  • Euro che cede nuovamente la parità contro dollaro sotto i colpi di un differenziale tassi in allargamento dopo le parole di Powell.

FED, sempre più falchi

La FED non ha nessuna intenzione di tornare indietro per salvare l’economia, almeno per ora. La lotta all’inflazione è prioritaria. Quindi 75 punti base di aumento ai quali ne seguiranno altri per arrivare a fine anno con tassi tra il 4.5% e il 4.75%. Una mazzata per il mercato azionario che già pregustava un ammorbidimento da parte di Powell. Gli anni settanta hanno rappresentato una palestra utile per capire che la guardia non va mai abbassata quando il fuoco dell’inflazione si accende. I salari e la loro volontà di rimanere ancorati al costo della vita sono un pericolo e non si vuole assolutamente arrivare ad una condizione di rialzo brutale nei tassi che ucciderebbe per anni il tessuto economico. Quindi meglio agire subito e in fretta per arginare i rischi di aspettative di inflazione in doppia cifra. Pazienza se sarà recessione e pazienza se la disoccupazione l’anno prossimo (stime FED) salirà al 4,4%.
Nessuna prospettiva di taglio nel costo del denaro prima dell’autunno 2023 e ovviamente dollaro che ritrova vigore dopo una breve e temporanea fase di respiro. Il forex è però stato scosso dalle notizie che arrivano dal Giappone. La Bank of Japan ha rotto gli indugi intervenendo per la prima volta da parecchi anni sul mercato forex per arginare la debolezza dello yen. Non cambia la politica monetaria, ma la linea nella sabbia è stata fissata attorno a 145 di UsdJpy.
Intanto l’Europa entra in una fase ancora più cruda delle tensioni con la Russia. Putin ha richiamato i riservisti facendo intendere che non cederà altro territorio in Ucraina. L’incubo per l’occidente non si chiama più solo mancanza di gas ma anche rischio nucleare con missili tattici che Mosca potrebbe utilizzare per piegare il nemico ucraino.
Sul fronte della politica monetaria i prossimi dati macroeconomici saranno utili per comprendere come e con quale intensità la BCE deciderà di procedere sui tassi di interesse. Frenare la caduta dell’euro potrebbe presto diventare una delle priorità alla quale Lagarde e soci dovranno seriamente pensare soprattutto ora che alla guida del Governo italiano sono arrivati partiti non propriamente amichevoli.

Il terreno sotto l’euro sta cedendo

Qualche settimana fa era la media mobile a 100 giorni. Poi l’accelerazione del ribasso ha portato ad essere la media mobile a 50 giorni la principale resistenza dinamica da tenere sotto osservazione nelle prossime settimane per sperare in una inversione di tendenza dell’euro. Da marzo ogni tentativo di EurUsd di violare al rialzo la media si è rivelato vano. Anche a settembre è andata così e quindi possiamo tranquillamente dire che fino a quando EurUsd non chiuderà sopra 1,01, per il dollaro grandi pericoli non ce ne sono.

EurUsd (grafico daily): la media mobile a 50 giorni è la resistenza principale

Da brivido il grafico a candele trimestrali di EurUsd. Dato ormai per scontato e formalizzato il testa e spalla ribassista di lungo periodo, in teoria non c’è nulla fino a 0.90, il target di figura. Questa sarebbe l’ipotesi meno impattante per l’euro. Le sei chiusure trimestrali consecutive di EurUsd (trimestrali) nascondono infatti una fragilità di fondo certificata dal segnale ribassista del Macd. L’oscillatore poche volte ha lanciato segnali buy/sell di lungo periodo negli ultimi 25 anni. E quei due lanciati nel 2002 (rialzista) e nel 2009 (ribassista) hanno anticipato movimenti di lunga durata. Pur partendo da una situazione già di Macd sotto zero, il recente segnale bearish del 2022 lascerebbe pensare a un EurUsd che andrebbe addirittura ad insidiare i minimi storici nei prossimi mesi.

EurUsd (grafico quarterly) – il pavimento sotto all’euro ha ceduto

EurUsd outlook settimanale del 19 Settembre 2022 – L’inflazione non vuole piegare la testa

  • America che non riesce a piegare la curva dell’inflazione nonostante l’aumento dei tassi e questa settimana la FED farà capire come intende procedere per i prossimi mesi
  • Europa ancora divisa sul tetto al prezzo del gas con un piano presentato dalla Commissione Europea che non ha entusiasmato i mercati. Ormai imminenti le elezioni italiane che potrebbero ridare fiato ai populismi
  • EurUsd fa il minimo indispensabile terminando il suo rimbalzo in prossimità delle prime resistenze. Scenario bearish ancora confermato per EurUsd

Tocca alla FED

Nella settimana del FOMC il dato sull’inflazione di agosto non ha mostrato quel ridimensionamento che molti analisti si aspettavano soprattutto nella componente core. L’inflazione “headline” è salita del 8,3%, in calo rispetto al dato di luglio a 8,5% ma sopra le attese del 8,1%.
A sorprendere in negativo soprattutto il dato core cresciuto al 6,3% rispetto al 6,1% atteso e al 5,9% di luglio. Pur essendo il secondo mese decelerazione dell’inflazione per il dato complessivo dal picco di 9,1% di giugno, la lotta della FED contro l’inflazione non è ancora terminata. E questo non è piaciuto ai mercati che percepiscono segnali hawkins dalle parole degli esponenti FED.
Il motivo si chiama ovviamente tassi di interesse e relativa pressione sull’economia. A questo punto non viene escluso addirittura un rialzo di 100 punti base da parte della FED a settembre seguito da una mossa altrettanto corposa a ottobre. Il dollaro non ha tardato a prendere beneficio da questa situazione riportandosi in zona parità con l’euro dopo il modesto rimbalzo naufragato sulle prime resistenze.
In Europa intanto ci si avvicina alle elezioni italiane in un contesto ancora di forte incertezza per le decisioni della Commissione Europea sul gas. Nessun tetto per ora, ma un piano di risparmi che dovrebbe consentire un passaggio invernale senza problemi di scorte. La BCE proseguirà con le sue manovre di rialzo dei tassi nel tentativo di arginare l’inflazione. L’effetto collaterale sarà naturalmente un rallentamento economico ancora più marcato su quei paesi che stanno subendo gli effetti peggiori dall’aumento nel prezzo del gas. Germania e Italia in primis. Il mercato stima un rialzo di 75 punti base il 27 ottobre.

Trend is your friend

Il grafico basato sulle Ichimoku cloud è veramente utile per capire come muoversi nel breve periodo su EurUSd. E anche questa volta ha messo in chiaro cosa deve fare l’euro per cambiare tendenza.
Finora ogni tentativo di inversione da parte dell’euro ha trovato infatti nelle “cloud” una valida resistenza. Il passaggio attuale di queste nuvole è compreso tra 1.02 e 1.035. Solo una violazione verso l’alto delle resistenze dinamiche potrà cominciare a farci ragionare su un minimo definitivo della moneta unica europea. Uno scenario che seppur caldeggiato dall’analisi ciclica, richiede conferme che ancora non si scorgono all’orizzonte.

EurUsd (grafico daily): niente da fare per l’euro sul test delle resistenze di breve periodo

Al momento non abbiamo prove, ma solo indizi circa il fatto che EurUsd ha intenzione di realizzare un minimo primario.
Le divergenze tra prezzo e Rsi sono evidenti, ma questo non basta per entrare long su EurUsd senza tentennamenti. In questi casi un modo per limitare il rischio di ingresso anticipato potrebbe essere quello di attendere un break verso l’alto da parte del Rsi di quella trend line discendente che dal 2021 ne contiene le velleità rialziste. Solo a quel punto si potrà valutare un’analoga strategia su prezzo spot di EurUsd.

EurUsd (grafico weekly) – divergenze su oscillatori ma ancora nessuna conferma dai prezzi

EurUsd outlook settimanale del 12 Settembre 2022 – La BCE mette la stampella

  • America a tutta forza sui tassi di interessi con gli esponenti FED che continuano a professare rialzi nei tassi a breve per contrastare l’inflazione che comunque mostra i primi segni di stabilizzazione
  • In Europa arriva il rialzo più forte dei tassi di interesse dalla nascita della BCE. Con 75 punti base in più e nuovi aumenti in vista anche la BCE abbandona il percorso di easing monetario degli ultimi anni cercando però di evitare pericolose fughe in avanti degli spread
  • EurUsd scende fino a 0,98 prima di abbozzare un rimbalzo che si ferma poco sopra la parità

Euro, reazione fiacca

Nella settimana della BCE e in attesa del FOMC in America, Lagarde non riserva grandi sorprese al mercato. I tassi di Eurolandia sono saliti di 75 punti base portando il costo del denaro a 1,25%. Francoforte ha assicurato che ci saranno nuovi rialzi con l’obiettivo di sconfiggere l’inflazione e riportarla entro il valore medio del 2% nei prossimi anni.
Il problema per la zona Euro è che però la revisione della stessa inflazione è stata sensibilmente modificata al rialzo. Nel 2022 8,1%, nel 2023 5,5%, nel 2024 2,3%. Numeri che ancora una volta renderanno amarissima la pillola di investitori che alle perdite nominali di bond e azioni sommeranno quest’anno una consistente perdita di potere d’acquisto.
Riviste al ribasso le previsione di crescita. Pil su del 3,1% nel 2022, 0,9% nel 2023 e un timido 1,9% nel 2024. Lo scudo anti spread è disponibile per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate che rappresentano una seria minaccia per la trasmissione della politica monetaria in tutti i Paesi dell’area.
Euro che però non è riuscito ad andare oltre un rimbalzo verso la parità anche perché dalla parte americana continuano ad arrivare forti segnali hawkins sui tassi. Powell non vuole smorzare i toni sull’inflazione tenendo ancora alte le attese del mercato. Ci sarà un nuovo giro di vite da 75 punti base e poi saranno le dichiarazione successive a fare la differenza. La curva dei rendimenti rimane piatta con i tassi a 2 anni sempre sopra il 3,5%. Le borse naturalmente non gradiscono questo tono della FED, il dollaro sì e i nuovi massimi anche contro lo yen giapponese e lo yuan cinese sono un perfetto esempio della forza dirompente del biglietto verde e del suo differenziale tassi positivo.

Quella parità dura a morire

La BCE ha aumentato l’appeal dei rendimenti europei ma l’euro non reagisce. Sui grafici settimanali possiamo notare tuttora l’assenza di candele tipiche di una fase di inversione di tendenza. Mancano quindi quei pattern di prezzo che solitamente catturano i punti di svolta. Questo fa pensare che l’euro potrebbe scivolare ancora più giù, magari verso 0,96 o ancora peggio verso 0,90 dove si annidano numerose proiezioni di supporto. Per il momento ogni rimbalzo sembra destinato a naufragare in zona 1,02/1,03.

EurUsd (grafico weekly): mancano ancora segnali di inversione sui grafici settimanali

Se per EurUsd rimane in pista la possibilità di un affondo fino ai minimi di settembre di 0.96, il Dollar Index continua a flirtare con area 110. Se quella in corso è un’onda 5 del movimento rialzista cominciato alla fine della grande crisi finanziaria del 2008, allora possiamo ragionare come 116-117 in termini di punto di approdo di questo movimento. 
Qui l’estensione di onda 3 fino al termine di onda 5 sarebbe pari a 2,618 volte onda 1.
Sempre qui onda 5 sarebbe pari a 1,618 volte onda 1.
Infine a 120 onda 5 sarebbe uguale a onda 3 coincidendo con il massimo del 2001 del biglietto verde.
Una palese sopravalutazione che ancora non ha coinciso con estremi di sentiment. Il tasso di variazione a 12 mesi ha superato il +15%, altro indizio di forza estrema. L’Rsi mensile sta sfiorando quota 80, un ipercomprato che ritroviamo solo nel 2015 e prima ancora nel 1985 alla vigilia di due fasi di ribasso del dollaro.
La sensazione quindi è che manchi ancora qualcosa (ma non tantissimo) per arrivare ad un massimo primario del biglietto verde destinato a durare per anni.

Dollar Index (grafico monthly) – quinta onda in corso per il dollaro

EurUsd outlook settimanale del 5 Settembre 2022 – La FED “rassicura” i mercati sui tassi

  • A settembre il FOMC alzerà il costo del denaro di 75 punti base. Mercati delusi e chiarezza su cosa succederà nei prossimi mesi nella lotta all’inflazione minano le certezze degli investitori
  • Europa alla canna del gas usando un gioco di parole. Lo stop dalla Russia alla fornitura di gas naturale mette in difficoltà la zona Euro che ora dovrà fare i conti anche con rialzi dei tassi e cambio di governo in Italia
  • EurUsd riprende la sua marcia ribassista scendendo di nuovo sotto la parità dopo un blando rimbalzo. Un movimento comunque ancora ordinato.

Perde tutto tranne il dollaro

Il rullo compressore dollaro non si ferma e macina nuovi massimi su diverse valute tra cui l’euro e la sterlina. L’Europa sembra essere di nuovo il ventre molle di un’economia globale in peggioramento anche in quel mondo asiatico, soprattutto cinese, che fino a oggi non aveva mai destato preoccupazioni. Tra gli analisti serpeggia il timore che per distrarre l’opinione pubblica da un evidente fase di peggioramento della congiuntura economica, il premier Li potrebbe forzare la mano sulla questione Taiwan. La tensione militare attorno all’ex isola di Formosa è già altissima e basterebbe poco per scatenare un incidente diplomatico dalla portata globale visto lo stallo bellico tra Russia e Ucraina.
La FED ha fatto capire al mercato che non intende fermarsi sui tassi. Si arriverà a breve al 3,5%, forse 4% in una lotta contro l’inflazione che non deve mostrare tentennamenti. E infatti il mercato del lavoro ancora risulta tonico confermando come Powell deve assolutamente proseguire nella sua opera di normalizzazione del costo del denaro per evitare pericolose fughe in avanti dei prezzi al consumo poi difficili da riparare.
La stessa FED è apparsa stupita dalla reazione dei mercati azionari di inizio agosto e proprio questo “stupore” dichiarato nelle parole di alcuni dei suoi membri ha scatenato una forte presa di profitto su azioni ma anche su obbligazioni.
Obbligazioni che continuano ad essere un termometro di forte tensione in Europa soprattutto attorno all’Italia. I rendimenti decennali tornati al 4% testimoniano una sfiducia strisciante attorno alla seconda potenza industriale della zona Euro in vista delle elezioni politiche che a fine settembre decreteranno il successore di Mario Draghi alla guida del paese.
Tutto questo si verifica in un contesto tesissimo sul fronte dell’approvvigionamento energetico dell’intera Europa, sempre più a rischio carenza di energia dopo lo stop definitivo all’erogazione di gas da parte di Gazprom.
La BCE è chiamata così a compiere una manovra di rialzo dei tassi (50 o 75 punti base) in un contesto economico e geopolitico in deciso deterioramento. E l’euro va sempre più giù.

Il sentiment negativo abbatte l’euro ma non è ancora estremo

Il tipico indicatore che valuta il dollaro nel suo complesso, il Dollar Index, ritesta nuovi massimi seppur in divergenza con oscillatori di ipercomprato che segnalano la possibilità di un top di breve periodo che potrebbe lasciare spazio ad una correzione favorevole alle altre divise concorrenti. Correzione che comunque assumerà i toni di un movimento di scarsa entità se non riuscirà ad andare sotto quota 105.

Dollar Index (grafico daily): le divergenze oscillatori – prezzi minano il potenziale del dollaro

Prosegue intanto senza grandi dubbi il movimento ordinato di ribasso di EurUsd. Da inizio 2022 i corsi si stanno mantenendo all’interno di un canale ribassista che prosegue il lavoro di ribasso già cominciato nel 2021 quando venne formalizzato un doppio massimo. Non possiamo quindi parlare di movimenti nei prezzi disordinati e questo è anche alla base di un sentiment che ancora non si può definire estremamente pessimista sull’euro. La base inferiore di questo canale ribassista passa attualmente per 0,96, un prezzo che raggiungeremo probabilmente nelle prossime settimane.

EurUsd (grafico daily) – prosegue l’ordinato movimento di ribasso dell’euro

EurUsd outlook settimanale del 29 Agosto 2022 – Jackson Hole affossa l’euro

  • Era l’evento atteso dai mercati e non ha deluso. A Jackson Hole Powell ha messo in chiaro che il rialzo dei tassi proseguirà ancora per diverso tempo visto che l’economia rimane tonica e che l’inflazione ripiega troppo lentamente
  • In Europa il rischio recessione appare ormai una certezza in una crescita folle dei prezzi dell’energia che rischia di mettere in crisi l’intero sistema produttivo e sociale. Attesa per le mosse Bce sui tassi
  • Il mini rimbalzo di metà agosto dell’euro si è già esaurito. Dopo Jackson Hole il mercato scommette pesantemente sul dollaro con la parità che appare un supporto sempre più fragile per l’euro

Powell torna falco

I mercati avevano attese con un chiaro nervosismo il simposio di Jackson Hole. Powell non ha deluso, dando però ai mercati pessime notizie. Il presidente della Federal Reserve ha ribadito l’impegno nel frenare l’inflazione a qualunque costo. I tassi saliranno a settembre e poi ancora a dicembre ad un ritmo consistente. Lo stesso Powell ha ammesso che ci saranno conseguenze per imprese e famiglie, ma non agire sul costo del denaro arrecherebbe un danno ancora maggiore in prospettiva a causa della perdita di potere d’acquisto che ha già falciato i bilanci dei cittadini.
L’obiettivo di inflazione del 2% appare comunque ancora lontano e non sarà certo tema di inizio 2023.
Un rialzo dei tassi di 75 punti base a settembre è così da mettere in cantiere e il dollaro ha subito trovato la forza per riprendere quota. Il differenziale tassi con l’euro si allarga e le misure per contrastare l’inflazione messe in campo comincia a dare i suoi frutti a differenza di una zona Euro dove vige l’incertezza. Lo stesso dicasi per i differenziali di crescita in evidente allargamento per l’impatto decisamente meno forte sui costi energetici negli States rispetto a Eurolandia.
La crescita economica sarà comunque rallentata in America e l’aumento dei tassi porterà un po’ più di disoccupazione e un rallentamento nel mercato immobiliare. Fallire però sarebbe fatale a detta di Powell con effetti devastanti destinati a protrarsi per anni.
Ma il cuore della crisi rimane l’Europa. Il prezzo del gas e dell’elettricità è fuori controllo a causa della fortissima speculazione in atto su un mercato che deve fare i conti con lo stop delle forniture di energia da parte della Russia. L’inflazione galoppa scendendo sempre più velocemente a valle anche su prodotti apparentemente poco legati al costo dell’energia come quelli di base.
I Governi europei sono chiamati ad interventi risolutivi e la BCE nel frattempo dovrà gestire un crescente rischio Italia in vista delle elezioni di fine settembre e la debolezza dell’euro che automaticamente alimenta l’inflazione. Atteso un rialzo da 50 punti base con scommesse più aggressive fino a 75 punti base nel prossimo meeting. Sarebbe questo un argine al ribasso dell’euro.

La parità appare sempre più fragile

L’analisi tecnica supporta il dollaro su tutte le scansioni temporali. Lungo, medio e breve termine dicono che il tori sul biglietto verde è dominante. Il grafico daily ad esempio ci fa capire quali sono i livelli di resistenza chiave per le prossime settimane. Intanto 1,025 e 1,035 rappresentano le bande inferiori e superiori delle Ichimoku cloud. Poco sotto la down trend line che bene ha fatto a metà agosto. Solo sopra 1,035 si potrà cominciare a ragionare sulla formazione di un bottom primario su EurUsd.

EurUsd (grafico daily): le resistenze di breve periodo contengono ancora l’euro

Un minimo primario oggi ci sembra però ancora prematuro. Osservando le bande di Bollinger su scala mensile notiamo come per l’ottavo mese consecutivo EurUsd si sta arrampicando sulla banda inferiore. Segno che il trend ribassista è vigoroso. Segno che serve prima di tutto una fase di stasi nella discesa per diverse settimane con tanto di minimo sopra la banca di Bollinger inferiore. L’autunno potrebbe non essere facile per l’euro.

EurUsd (grafico monthly) – dalle bande di Bollinger nessun segnale di minimo primario in vista

EurUsd outlook settimanale del 15 Agosto 2022 – A settembre la FED sarà più clemente?

  • L’inflazione americana di luglio esce al di sotto delle attese alimentando nei mercati aspettative di un minor attivismo sui tassi da parte della FED a settembre
  • Convivendo con la guerra tra Russia e Ucraina e tenendo conto di un esito elettorale italiano che potrebbe non essere così favorevole alla coesione dell’Unione, in Eurolandia si attende il mese di settembre per vedere cosa deciderà la BCE sui tassi
  • Il rimbalzo di EurUsd post inflazione americana non è riuscito ancora a superare le resistenze più importanti di breve periodo mantenendo inalterato lo scenario bearish

Inflazione in rallentamento potrebbe significare meno rialzi nei tassi

Sarà Jackson Hole l’evento in grado di portare il cambiamento sulla tendenza di EurUsd? I banchieri centrali si ritroveranno il 25, 26 e 27 agosto e qualche novità sulle politiche monetarie future è attesa adesso che i prezzi delle commodity si sono ridimensionati. Il FOMC è previsto per il 20-21 settembre con una FED che dopo il dato migliore delle attese sull’inflazione potrebbe tornare a più miti consigli rispetto ai 75 punti base di aumento previsti a inizio mese.
I prezzi al consumo americani a luglio sono rimasti infatti invariati, facendo “raffreddare” l’inflazione su base annua al 8,5%.
Anche i prezzi alla produzione hanno visto un tasso di incremento a luglio inferiore al 10%. Tanto è bastato ai mercati per festeggiare con rialzi in borsa e riduzione dei tassi a breve termine. La speculazione infatti punta adesso ad un rialzo del costo del denaro a settembre solo di 50 punti base e non più di 75 come previsto a inizio settimana scorsa.
Gli esponenti della FED continuano comunque a mandare messaggi netti. L’inflazione andrà stroncata in fretta. La FED non sembra essere soddisfatta dell’interpretazione che il mercato ha dato dei verbali relativi al meeting di luglio. Vedremo quali novità arriveranno in questa seconda parte del mese anche dalla BCE.
Lo stallo politico italiano che porta alle elezioni alimenta un’incertezza per il momento contenuta alle pagine dei giornali. Gli spread BTP-Bund rimangono fermi e si guarda alla definizione delle coalizioni per interpretare cosa potrebbe succedere. Moody’s intanto mette in outlook negativo l’Italia e questa sembra essere una chiamata alla responsabilità per il Governo che verrà. Chiamata già formalizzata dalla BCE con i vincoli condizionali all’attivazione delle misure anti speculazione sugli spread. Che nessuno in Europa si augura debbano essere attivati.

Per ora solo un rimbalzo per l’euro

L’analisi ciclica sembra suggerire l’avvenuto raggiungimento di un bottom primario su EurUsd. Ogni 147 settimane EurUsd realizza dei punti di massimo e minimo di un certo rilievo e a questo punto il grafico ci fa apprezzare come dovremmo essere in zona minimo ciclico. Ovviamente ci possono essere degli scostamenti temporali di qualche settimana, ma sul fatto che quello in via di formazione è un minimo primario non ci sono dubbi.
Si tratterà di capire se l’affondo del dollaro si spingerà fin sotto la parete inferiore del canalone ribassista (quindi tra 0.90 e 0.95) oppure l’euro reagirà prima.
Manca in effetti ancora quella fase di sell-off estremo che in passato ha portato il tasso di variazione del cambio sotto quota -20%. Al momento siamo a meno 13% e per questo non possiamo escludere un’ultima zampata del dollaro prima di dare il via al sospirato rimbalzo dell’euro.

EurUsd (grafico monthly): l’analisi ciclica suggerisce minimo primario in formazione

I dati sull’evoluzione dei prezzi al consumo americani hanno favorito l’euro di ritenta un nuovo rimbalzo. Allontanarsi dalla parità era il primo obiettivo che sta riuscendo. Adesso ci sono delle resistenze piuttosto toste da superare. Riproponiamo per questo il grafico basato sulle Ichimoku cloud. Down trend line sotto pressione ma nessuna inversione può essere chiamata fino a quando la soglia tecnica di 1.04/1.06 verrà violata al rialzo e confermata in sede di chiusura settimanale.

EurUsd (grafico daily) – l’euro ci riprova ma attenzione ai falsi segnali

EurUsd outlook settimanale del 8 Agosto 2022 – Tra tensioni geopolitiche e recessione

  • Le tensioni tra Cina e America in seguito alla visita di Nancy Pelosi a Taiwan non scoraggiano le borse che sull’onda di dati macroeconomici positivi continuano a recuperare terreno
  • Germania in grande difficoltà per le forniture di gas con una Russia che continua ad attivare il condotto NorthStream a singhiozzo. Il mercato pensa che i rialzi dei tassi della BCE saranno limitati stando gli ultimi dati macroeconomici
  • EurUsd ferma il suo rimbalzo sulle resistenze di breve. I tassi reali ancora più negativi zavorrano la moneta unica europea

La FED tirerà dritto sui tassi, recessione o meno

Una serie di dati macroeconomici americani hanno confermato come la recessione, se ci sarà, sarà meno profonda del previsto e questo ha ringalluzzito le borse. I dati provenienti dall’ISM manifattura e servizi hanno mostrato diversi aspetti positivi nel mese di luglio, soprattutto quello sulla componente prezzi in rapido declino. Con il contemporaneo calo nei prezzi delle materie prime questo dovrebbe essere un preambolo per il raffreddamento dell’inflazione in America, propedeutico all’inizio di una fase meno intensa di rialzo dei tassi da parte della FED.
FED che da parte sua continua a mostrare la faccia cattiva con ripetute dichiarazioni di volontà di alzare di 75 punti base i tassi a settembre per abbattere l’inflazione.
Le elezioni di Mid Terms si avvicinano per l’America e Powell cerca di premere sull’acceleratore dei tassi visto che ormai sulla recessione economica poco si potrà fare. Anche la curva dei rendimenti 10 anni 3 mesi è ormai prossima all’inversione.
Intanto salgono le tensioni fra Stati Uniti e Cina dopo la visita di Nancy Pelosi a Taiwan. Un leader politico americano che atterra per un visita di Stato sull’isola di Formosa è un affronto per Pechino che immediatamente ha protestato e avviato esercitazioni militari in prossimità dell’isola come mai visto prima. Tensioni che si sommano a quelle alle porte dell’Europa tra Ucraina e Russia e che sta mettendo in ginocchio l’economia tedesca alle prese con il concreto rischio di far fronte a dei blackout per carenza di gas il prossimo inverno.
Anche il mercato dei tassi europeo sembra essersi accorto che la BCE sarà costretta a rivedere e non di poco la propria strategia di rialzo dei tassi. Se a inizio giugno il mercato stimava tassi di interesse in Eurolandia al 2,5% alla fine del processo di rialzo, oggi non si va oltre l’1% con i titoli a 10 anni tedeschi protagonisti di un prodigioso rally. E con i tassi reali sempre più negativi per l’euro la situazione si complica ulteriormente.

Nuovo attacco alla parità

Gli analisti tecnici vanno a nozze con grafici come quelli del Dollar Index. Il rialzo del principale indicatore di valutazione del dollaro si è fermato sul 78.6% di ritracciamento dell’intero ribasso. Ma non solo. La quinta gamba di rialzo, quella per intenderci partita nel 2021 e tuttora in corso sul massimo di 109, è identica alla gamba 1 del 2008-2009. Ma non finisce ancora qui. L’estensione dell’attuale quinta gamba di rialzo è pari al 61.8% dell’onda 3 che ha caratterizzato gli anni tra il 2011 e il 2017. Una pletora di proiezioni che farebbero pensare ad un massimo del dollaro non troppo lontano.

Dollar Index (grafico weekly): una pletora di proiezioni tecniche fanno pensare a un possibile top a breve

Purtroppo per l’euro la debolezza appare ancora evidente nonostante l’ipervenduto dilagante sul cambio EurUsd. Serve qualche cosa di diverso dalla politica monetaria. Se la BCE fa parzialmente marcia indietro sul rialzo dei tassi a causa della crisi economica tedesca e l’instabilità politica italiana, fino a quando la FED non cambierà atteggiamento sui tassi sarà improbabile assistere ad un cambiamento di tendenza che prenderà corpo solamente con la violazione delle resistenze di 1.04/1.06.

EurUsd (grafico daily) – l’euro non va oltre le prime resistenze

EurUsd outlook settimanale del 2 Agosto 2022 – Recessione in USA ma la Fed va avanti

  • La FED alza i tassi di 75 punti base come da attese e continua a vedere l’inflazione come nemico numero uno da combattere. La recessione non preoccupa
  • La BCE ha reso noti i dettagli del piano anti frammentazione all’interno dell’Eurozona volto a proteggere i paesi più indebitati
  • EurUsd non riesce ad andare oltre le prime resistenze di breve periodo. Periodi ancora difficili attendono l’euro

L’Italia indebolisce l’euro

I tassi americani salgono come da attese di 75 punti base al 2,5%.
Powell e il FOMC sono decisi nello stroncare a tutti i costi l’inflazione prima delle elezioni di mid terms, tutto questo in un contesto di recessione tecnica con il secondo trimestre consecutivo di Pil negativo in USA.
Il prossimo evento chiave per i mercati sarà il consueto meeting tra banchieri centrali in quel di Jackson Hole a fine agosto. Il tema di quest’anno sarà “Reassessing Constraints on the Economy and Policy”. Spesso in passato il simposio è stato utile per comunicare ai mercati alcuni indirizzi di politica monetaria. Soprattutto è stata la FED a farne un utilizzo verbale importante in grado di muovere le quotazioni. Powell e Yellen negano la recessione anche se i dati sembrerebbero mostrare il contrario.
La stessa considerazione emerge da una curva dei rendimenti ormai vicina all’inversione anche sul segmento 10 anni – 3 mesi distante meno di 40 punti base dallo zero.
A fine agosto i primi effetti, si spera debilitanti, sull’inflazione saranno formalizzati. Questo permetterà di impostare nuove strategie operative in vista del FOMC del 20-21 settembre.
In Europa la BCE sembra aver per ora messo tranquillità a quella speculazione che tentava di giocare sulla debolezza degli stati periferici come l’Italia. Con la presentazione del piano anti frammentazione Lagarde ha formalizzato quattro punti sui quali ogni paese dovrà impegnarsi per avere il beneficio di un intervento BCE volto a calmare una speculazione che potrebbe aggredire alcuni paesi più fragili. Punti programmatici che richiedono sforzi di riforme dei singoli paesi importanti. Ovviamente i paesi del Nord si sono fatti promotori di certe richieste volte a garantire una sorta di responsabilità da parte dei paesi cosiddetti spendaccioni.
L’Italia è però anche alle prese con una instabilità politica che ha rimosso la figura di garanzia di Mario Draghi e che ora guarda all’appuntamento elettorale di settembre. Per l’euro il momento della ripresa sembra allontanarsi.

Il dollaro non molla la presa

Riprendiamo un grafico presentato su queste pagine pochi mesi fa. A scalini EurUsd continua la sua discesa in modo regolare. Ancora una volta lo scalino precedente posizionato a 1,04 ha fermato il rimbalzo di un euro debolissimo che ora sfiderà nuovamente quella parità che sembra più una linea psicologica tracciata nella sabbia che un vero e proprio livello tecnico capace di contenere le velleità del dollaro. Solo sopra 1,055 si ricomincerà a ragionare in ottica bullish su EurUsd.

EurUsd (grafico daily): ennesima conferma ribassista

Tecnicamente il mese di luglio si chiude con l’ennesimo ribasso di EurUsd. Una discesa alla quale si aggiunge un particolare interessante. L’ipervenduto su scala mensile. Era dal 2015 che EurUsd non scivolava in ipervenduto e i casi del 2000 e appunto del 2015 ci dicono che difficilmente questo sarà il minimo definitivo. Servirà ancora qualche mese di consolidamento con un minimo più basso in grado di formalizzare quella divergenza utile a intercettare il bottom definitivo.
Probabilmente sarà l’autunno il periodo candidato ad intercettare questo movimento finale di EurUsd sotto la parità ma viste le esperienze questo ci sembra lo scenario più probabile.
Rimangono aperti diversi obiettivi grafici in zona 0.90. Staremo a vedere se un mix di flight to quality dettato e rallentamento economico tra fine 2022 e inizio 2023 saranno effettivamente i market movers destinati a spingere il dollaro sui massimi, a quel punto definitivi.

EurUsd (grafico monthly) – Un raro caso di ipervenduto sull’euro

EurUsd outlook settimanale del 12 Luglio 2022 – L’euro sta affondando

  • La FED continua verbalmente a puntare sul rialzo dei tassi massiccio fino alla fine dell’anno. Il Dollaro ringrazia
  • Per la BCE la matassa da sbrogliare non è semplice stretta com’è tra una recessione imminente, inflazione sopra l’8% e euro in caduta libera
  • EurUsd punta con sempre maggiore decisione la parità anche se la sensazione è che le ambizioni del dollaro sono ben superiori

Euro, alzare i tassi in recessione?

Il divario di crescita tra Eurozona e Stati Uniti rischia di diventare sempre più ampio a causa di prezzi dell’energia che in Europa tornano nuovamente a salire dopo la decisione russa di sospendere per manutenzione il flusso proveniente dal gasdotto North Stream.
Come ha anticipato la Commissione Europea il rischio è che quel gas che arrivava in Germania dal Baltico non arrivi più e questo ha innescato una speculazione sui prezzi.
Speculazione che non si vede negli Stati Uniti dove il prezzo di gas e anche petrolio è in costante calo. Il mercato ha ormai sub odorato che l’inflazione ha toccato il suo picco. I prezzi di materie prime agricole e metalli industriali sono in caduta libera e sotto i livelli di febbraio, mese nel quale la Russia ha invaso l’Ucraina.
Il rialzo dei tassi di interessi americano e quello imminente BCE si somma ad un rallentamento del commercio mondiale con la recessione che sembra ormai essere un evento inevitabile come anche il ribasso dei tassi a lunga scadenza sembrerebbe confermare.
La FED però tira dritto, obiettivo arrivare alle elezioni di Mid Terms con una minore pressione dei prezzi per consentire a Biden di spuntare qualche voto in più.
In Europa intanto si guarda con un misto di preoccupazione alla debolezza estrema dell’euro. Scendere così velocemente rischia di importare più inflazione di quanta potrebbe essere in grado di frenare un rialzo dei tassi. E alzare i tassi in un contesto praticamente recessivo è una bella matassa da sbrogliare per la Lagarde.

Parità a vista

Con una regolarità impressionante la discesa di EurUsd prosegue per scalini. A fasi di relativa lateralità si contrappone la media mobile a 100 giorni che argina le velleità della moneta europea spingendo verso il basso il cambio. Violando il minimo precedente l’euro tende a fare uno scalino verso il basso prima di rimbalzare ma sempre fermandosi sotto il minimo precedente.
Con l’ultimo break di 1.03 sappiamo a questo punto quale sarà il prossimo livello da seguire per valutare una eventuale inversione di tendenza.

EurUsd (grafico daily): a scalini l’euro continua a scendere

Rappresentava l’ultimo baluardo prima del passaggio sotto la parità e a quanto pare questo mese di luglio sta cominciando sotto i peggiori auspici per una BCE che alzerà i tassi quando la recessione economica sarà probabilmente un dato di fatto nel Vecchio Continente.
EurUsd ha perso 1.035 vedremo se definitivamente, sotto i colpi dei ripetuti ribassi nei prezzi delle materie prime. Petrolio ma soprattutto metalli e agricole.
Il cambio comincia il terzo trimestre dell’anno sulla scia dei sei precedenti. Con un nuovo minimo. 
Una pletora di figure tecniche da manuale si sono succedute. Prima il testa e spalla ribassista del 2015. Poi il pull back del 2018 e del 2021 trasformatisi in doppio massimo in questo 2022 quando ha ceduto di schianto 1.06.
Il Macd trimestrale abilissimo in passato a definire le tendenze ha già fatto scattare un segnale bearish che sembra presagire il raggiungimento di quegli obiettivi teorici delle due figure sopra citate. E la convergenza sembra lasciar pensare che zona 90 centesimi di dollaro per 1 euro potrebbe essere un livello attendibile per i prossimi mesi.

EurUsd (grafico quarterly) – La discesa sotto la parità arriverà