EurUsd outlook settimanale del 4 Settembre 2023 – Attacco all’euro

  • La FED comincia ad osservare i primi segnali di economia in rallentamento e questo confermerebbe la fase di stand by sui tassi a settembre
  • In Europa i dati di inflazione in alcune parti del continente tornano a salire sopra le attese. Aumenta l’incertezza per il meeting BCE di settembre ma l’euro rimane sotto pressione
  • La contrazione dello spread tra titoli di stato USA ed europei diverge con l’andamento del dollaro in risalita sull’euro. E intanto la media mobile a 200 giorni mostra le prime crepe

L’America rallenta, forse no

I mercati hanno osservato con molta attenzione ai dati macro in raffreddamento negli Stati Uniti. Sia quelli sul mercato del lavoro che comincerebbe a segnalare un rallentamento nei tassi di crescita dei salari e quindi dell’inflazione (ma non sul numero dei nuovi occupati), che quelli relativi al mercato immobiliare.

I primi riflessi si sono avuti sulla revisione del dato del Pil del secondo trimestre, minore rispetto alle attese del 2,4% (il dato è uscito a 2,1%).

Forse il vero dato che ha dato uno shock ai mercati obbligazionari è stato però quello relativo alla fiducia dei consumatori, letteralmente crollata. Sotto i colpi degli aumenti nei prezzi dei carburanti in piena stagione estiva, gli americani hanno fatto scendere di 10 punti la loro fiducia passata da 116 a 106. Il dato più basso da maggio che risente anche dei ripetuti aumenti nei tassi da parte della FED.

Il dato sull’occupazione tanto atteso in America ha confermato comunque la tonicità dell’economia con una creazione di 187 mila posti di lavoro a luglio anche se risale il tasso di disoccupazione al 3,8%. In rallentamento anche il tasso di crescita dei salari al +0,2% dal +0,4% precedente. Il mercato azionario ha reagito bene associando questi dati a una minore pressione sulla FED.

Lagarde aveva avvertito i mercati a Jackson Hole. L’inflazione non è vinta in Europa e infatti i dati di Germania e Spagna si sono confermati superiori alle aspettative degli analisti. Come vedremo tra poco questo non è bastato alla ripresa dell’euro anche perché il credito fatica sempre di più ad arrivare a valle.

Per la BCE si pone quindi il dubbio di come comportarsi a settembre sui tassi e proprio questa decisione potrebbero essere fonte di speculazione su EurUsd come vedremo tra poco.

EurUsd, il supporto sta per cedere?

I primi importanti segnali di contrazione del credito ravvisati in Europa hanno cominciato a zavorrare l’euro in previsione di uno stop prematuro nel rialzo dei tassi da parte di Lagarde.

Il dato di M3 (massa monetaria) di giugno in calo dello 0.3% contro l’attesa di zero, ha riportato indietro ai tempi della Grande Crisi Finanziaria. Gli effetti sull’inflazione non dovrebbero tardare ad arrivare anche se i numeri non sembrano confermare. Dato core e headline al 5.3% ad agosto confermano che la discesa è entrata in stallo.

Come si vede bene dal grafico dove EurUsd è riportato su linea nera con scala invertita, il cambio ha smesso di muoversi in sintonia con lo spread. Mentre il dollaro ha guadagnato nuovi massimi, il differenziale di tasso non si è ampliato a favore dei Treasury. Chi sta mentendo?

EurUsd (grafico daily) – scende lo spread (linea rossa) sui tassi USA-Germania mentre il dollaro sale (linea nera EurUsd su scala invertita)

La media mobile a 200 giorni ha svolto finora un eccellente lavoro di contenimento su EurUsd ma ora è sotto pressione, per la prima volta con una chiusura sotto il supporto dinamico.

Si sta completando così il terzo minimo crescente oppure siamo di fronte ad una rottura ribassista inedita e clamorosa?

Il ripristino dell’uptrend per l’euro dovrà inevitabilmente passare per la risalita sopra 1,08 classificando l’attuale movimento come una trappola per orsi. Solo in caso di risalita sopra 1,12/1,13 l’euro potrebbe ambire ad un ritorno in zona 1,20.

In caso contrario, ovvero il cedimento confermato di 1,08 nella settimana corrente e zona di transito attuale della media mobile a 200 giorni, 1,03 diventa il prossimo obiettivo con la probabile fine del bull market di EurUsd.

EurUsd (grafico daily) – la media mobile a 200 giorni sta per cedere?

EurUsd outlook settimanale del 28 Agosto 2023 – Da Jackson Hole fumata grigia

  • Powell non delude i mercati, ma nemmeno si piega all’idea di una FED che abdica sul tema inflazione. Troppo tonica l’economia americana per pensare a tassi di interesse più bassi in questo momento.
  • Lagarde segue la linea di Powell nel solco di una prudente aggressività. In Europa la lotta all’inflazione non è vinta e i tassi rimarranno alti ancora a lungo nel tentativo di riportare i prezzi al consumo in zona 2%.
  • EurUsd attacca nuovamente la media mobile a 200 giorni. Critica la tenuta di 1.08 per continuare a vedere un uptrend per l’euro.

Powell e Lagarde, attacco all’inflazione

I mercati hanno apprezzato la cautela di Powell nel suo intervento al simposio di Jackson Hole. Pur dichiarando che la sfida all’inflazione è aperta e non esclude nuove manovre restrittive sui tassi, il capo della FED fa sperare in una pausa di riflessione a settembre per comprendere l’evoluzione dei dati macro. La domanda dei consumatori e le pressioni sui salari sono troppo alte questo secondo Powell, impone il mantenimento di alti tassi di interesse ancora a lungo, anche aumentandoli se necessario. Ma la frase “la Fed procederà con cautela nel decidere se inasprire ulteriormente o, invece, mantenere costante il tasso di riferimento e attendere ulteriori dati”, ha ringalluzzito i mercati. Rimane comunque il ritorno al 2% di inflazione l’obiettivo dei prossimi mesi per la FED.

Nemmeno Christine Lagarde, la Presidente in carica della BCE, ha fatto trapelare qualcosa su quello che la banca centrale europea potrebbe decidere a settembre sui tassi di interesse. La lotta contro l’inflazione in Europa è ancora lunga, ha detto Lagarde a Jackson Hole, e i tassi di interesse resteranno a livello restrittivo finché necessario per abbassare il caro-prezzi.

Frasi che di fatto hanno seguito il filo logico di Powell secondo cui l’inflazione non è ancora vinta.
Originale l’intervento di Lagarde sull’impatto che il cambiamento climatico sta avendo sull’economia e sui prezzi al consumo. Un passaggio che potrebbe sapere di inflazione a livelli strutturalmente più alti per i prossimi anni nel tentativo di virare i processi di produzione verso una decarbonizzazione. I tassi rimarrano quindi in territorio ancora restrittivo a lungo anche in Europa.

EurUsd, rottura ribassista in corso?

C’è di nuovo la media mobile a 200 giorni tra il ritorno della forza del dollaro e un ripristino dell’uptrend per l’euro.

Per il momento il rialzo della moneta europea cominciato nel 2022 sta procedendo in modo molto armonico. Tre massimi e tre minimi crescenti. Questi ultimi hanno sempre trovato la media mobile a 200 giorni come supporto di contenimento per rilanciare l’azione dell’euro. Dopo Jackson Hole EurUsd torna all’attacco del supporto attualmente posizionato a 1.08. Dovesse violare al ribasso questo livello per il dollaro si aprirebbe uno scenario molto interessante.

EurUsd (grafico daily) – ancora una volta la media mobile a 200 giorni sotto pressione

La conferma che il momento potrebbe essere fondamentale per le sorti di EurUsd lo capiamo anche dall’andamento dell’oscillatore di ipervenduto RSI. Come si vede dal grafico ogni volta che l’euro ha trovato la forza per ripartire nell’ultimo anno, l’oscillatore ha intercettato un minimo con il suo ipervenduto. Le condizioni oggi sono ideali per una ripartenza di EurUsd. Un break ribassista sarebbe grave per la moneta europea.

EurUsd (grafico daily) – l’ipervenduto chiama un minimo primario per l’euro

EurUsd outlook settimanale del 14 Agosto 2023 – I tassi non possono scendere con questi dati macro

  • Il dato dell’inflazione di luglio certifica su base annua una risalita al 3.2% dopo un anno di contrazione. Il dato core migliora sotto al 5%, ma per la FED non basta ancora visto che i prezzi alla produzione hanno di nuovo rialzato la testa
  • In Europa continuano a scendere le aspettative di inflazione per i prossimi 12 mesi ma siamo ampiamente sopra al 2% obiettivo della BCE. Non ci saranno cambiamenti di politica monetaria fino a fine 2023.
  • EurUsd rallenta il suo rialzo, ma non inverte la tendenza. Il bull market parabolico di fine 2022 sta lasciando spazio ad una crescita più regolare e meno eccessiva. Fino a 1.08 nessun segnale di inversione nella tendenza del cambio.

Il taglio del rating che può fare bene al dollaro

L’inflazione americana torna a salire e siamo di fronte al primo incremento del dato head dopo 12 mesi. Con il petrolio che si avvicina ai 90 dollari al barile improbabile che i fattori esterni aiutino ad un ulteriore rientro nei prossimi mesi e già nei dati dei prezzi alla produzione questa nuova pressione al rialzo si vede.

I prezzi al consumo di luglio salgono in America del 3.2% contro il 3.3% atteso e in aumento rispetto al 3% di giugno. Migliora anche il dato core che mostra comunque un incremento dei prezzi del 4.7%.

La crescita prevista nel terzo trimestre dell’anno dalla FED di Atlanta continua ad essere importante e soprattutto in accelerazione rispetto al secondo trimestre. Il 4.1% contro il 2.4% del secondo trimestre raffreddano l’ipotesi di un ribasso nei tassi e breve. Se l’economia è così tonica perché mai l’inflazione dovrebbe piegare la testa al netto dell’effetto stagionale, si chiedono gli analisti?

Lo stesso Powell ha apertamente dichiarato che per raffreddare l’inflazione può non essere necessario entrare in recessione, ma una crescita sotto al potenziale è il sentiero obbligato.

A questo si aggiungono voci contrastanti in seno alla FED con alcuni membri del board più falchi di altri. Jackson Hole a fine mese chiarirà meglio cosa intende fare la banca centrale americana, ma già il dato sull’inflazione è stato utile per comprendere in quale ambiente il FOMC si ritroverà a settembre.

Intanto cade e non poco, l’aspettativa di inflazione in Eurolandia. Per i prossimi 12 mesi siamo scesi dal 3.9% al 3.4%, un risultato che non può che fare felice la BCE che potrebbe interrompere a settembre gli aumenti.

Turbolenza per poche ore sui bancari europei dopo la decisione del Governo italiano (poi ridimensionata) di tassare gli extraprofitti. Euro che non ha però subito nessuna conseguenze da questa notizia.

Il toro prende fiato

Chi vede nell’attuale momento di EurUsd dei segnali di inversione dimentica la fase che ha accompagnato il cambio prima del 2023, nello specifico nell’ultimo trimestre 2022 quando il rally della moneta unica europea è stato imponente.

Quello che sta succedendo adesso è semplicemente una fase di consolidamento della tendenza più regolare, meno parabolico e accompagnato da massimi e minimi crescenti. Fino a 1.08 il bull market di EurUsd è vivo e vegeto all’interno del canale rialzista che sta prendendo forma.

EurUsd (grafico daily) – il rialzo si fa più regolare, ma non si ferma

Il ribasso del dollaro procede come da previsioni senza eccessi. Ma non appare ancora esaurito.
Il Dollar Index e il suo tasso di variazione annuale offrono da questo punto un’interessante prospettiva. Quando supera certi livelli di crescita, il dollaro può essere “servito” sul mercato senza troppi rimpianti. Quando scende con percentuali annue attorno superiori al 10% può invece essere ripreso in considerazione dagli investitori.

Al momento manca ancora un 4-5% di calo del biglietto verde per far scattare un pattern che nel 2018 e nel 2021 ha ben segnalato quando era il momento di rispolverare la pratica valutaria americana in portafoglio.

Tra 95 e 98 cominceremo ad analizzare con maggiore profondità ogni price action che potrebbe lasciar pensare ad una inversione di tendenza favorevole al dollaro USA. Per il momento il contesto consiglierebbe ancora un po’ di pazienza prima di entrare lunghi sul Dollar Index.

Dollar Index (grafico monthly) – serve ancora qualche sacrificio per il dollaro

EurUsd outlook settimanale del 7 Agosto 2023 – Arrivederci tripla A

  • Il taglio del debito americano ha guastato la tranquillità estiva dei mercati creando turbolenza. Rendimenti dei bond USA sopra al 4% per il maggior rischio percepito, con un leggero rafforzamento del dollaro in una classica fase di ricerca della sicurezza.
  • La discesa dei prezzi alla produzione a giugno comincia ad alimentare insicurezza su una BCE ancora restrittiva sui tassi. I dati di agosto saranno decisivi.
  • EurUsd che prosegue nella sua fase di trading range con i supporti chiave di area 1,08 in vista. Solo al di sotto di questo livello avremo indicazioni più chiare sul futuro del cambio.

Il taglio del rating che può fare bene al dollaro

In Sudamerica la missione inflazione sembra essere compiuta e, per evitare una caduta in recessione, alcune banche centrali protagoniste di maxi-aumenti nei tassi nei mesi scorsi hanno deciso di cominciare a ridurre il costo del denaro. Cile e Brasile gli avamposti di ciò che il mercato spera essere il film del 2024 delle banche centrali.

Il taglio del rating sul debito americano è stato l’evento che la settimana scorsa ha scatenato il movimento di ribasso delle borse, rialzo dei tassi e ripresa temporanea del dollaro.
Fitch ha tolto la tripla A al debito a lungo termine americano. Atto doveroso alla luce del rapporto tra debito e Pil e degli attuali costi a servizio del debito.

La previsione dell’agenzia di rating, senza misure correttive, è quella di un rapporto debito-Pil per gli Stati Uniti al 6,9% nel 2025.

Si guarda con timore al 2011 quando S&P500 tagliò il rating americano innescando uno storno in doppia cifra sui mercati. In un momento in cui la FED promette di stringere ancora sui tassi non si può escludere un proseguimento per tutto il mese di agosto di questa fase volatile.

L’ISM manifatturiero americano ha confermato il rallentamento economico in atto negli USA uscendo ancora ampiamente sotto i 50 punti, ma sono stati i dati sull’occupazione a confermare la tesi sull’imminenza di un rallentamento economico più marcato con le nuove buste paga di luglio molto al di sotto delle attese.

La FED ha detto chiaramente che sarà ancorata ai dati economici nelle prossime decisioni. Il prossimo dato importante sarà quello dell’inflazione. Se sorpresa sarà, allora ancora una volta assisteremo a scossoni importanti sul mercato valutario. Il prossimo simposio di fine agosto a Jackson Hole crediamo sarà l’occasione per avere una visione più chiara della politica monetaria della FED.

Intanto in Europa è confermato il rallentamento dell’inflazione. I prezzi alla produzione a giugno sono arretrati dello 0,4% facendo suonare più di un campanello di allarme sull’opportunità di continuare a far salire i tassi in quel di Francoforte visto il contesto di minore pressione a monte della catena produttiva e dati di Pmi sotto alla soglia di espansione dei 50 punti.

Il dollaro nel 2011 inaugurò una prolungata fase ascendente e anche questa volta le prime reazioni del biglietto verde sono andate in questa direzione. Se questa clamorosa ripresa della valuta americana arriverà, dovranno però essere abbattuti certi livelli tecnici che tra poco esploreremo insieme.

Il biglietto verde si rianima

In analisi tecnica ci sono sempre delle sentinelle che segnalano in anticipo se è opportuno cambiare idea per non subire il mercato in modo irrimediabile.

EurUsd è guidato nel suo rialzo dal 2022 dalla media mobile a 150 giorni attualmente in transito a 1.082.
A marzo e, a fatica, maggio, il cambio ha trovato il sostegno della media per risalire la china fino a quando il 61.8% di ritracciamento di tutto il ribasso cominciato nel 2021 ha fatto il suo degno lavoro di resistenza.

Il problema è che questo massimo si è formato con tre massimi crescenti e il terzo di questi ha “debordato” il normale percorso di crescita.

Questa figura potrebbe rappresentare l’alibi per chi utilizza le onde di Wolfe, diverse dalle più comuni onde di Elliott, per pronosticare una discesa di EurUsd nelle prossime settimane.

E questo è lo scenario di emergenza che potrebbe scattare se il biglietto verde avesse ragione di 1.08. A quel punto un ritorno verso 1.03 diventerebbe l’inaspettato, ma più probabile obiettivo.

EurUsd (grafico daily) – configurazione tecnica che prelude al ribasso dell’euro?

EurUsd sta sviluppando un comportamento molto simile a quello visto in occasione dei due più recenti massimi relativi. Un ipercomprato settimanale, poi smaltito, ma senza mai scendere sotto i 50 punti. Ancora una volta questo serve per ribadire che sarà decisivo il comportamento del cambio sugli importanti supporti di area 1,08.

EurUsd (grafico daily) – ipercomprato in via di smaltimento

EurUsd outlook settimanale del 31 Luglio 2023 I tassi alti non sono un problema

  • La FED aumenta di 25 punti base il costo del denaro che sale al 5.5% creando delle condizioni monetarie restrittive ed ormai raggiungendo i livelli di inflazione core. Powell ha detto che da adesso in avanti saranno i dati a dettare i tempi delle decisioni della banca centrale.
  • La BCE ha portato i tassi al 4.25% come previsto confermando ciò che la FED ha detto il giorno prima. Non è ancora arrivato il momento di invertire rotta e per il 2023 nessun taglio è in vista.
  • EurUsd rimane come previsto sotto le resistenze che contano e dopo la visione dovish sui tassi espressa dalla BCE non riesce mantiene a fatica il livello chiave di 1,10.

Mai così dal 2001

La Fed porta i tassi ai massimi dal 2001 con un nuovo ritocco di 25 punti base votato all’unanimità. Inflazione e stato dell’occupazione i famosi dati dai quali Powell attingerà informazioni per valutare nuovi incrementi nel costo del denaro che, per ora, non sta certamente disturbando i mercati finanziari. Wall Street sale, gli spread creditizi si restringono, il dollaro perde terreno.

Powell ha chiarito che i tassi rimarranno elevati a lungo; troppo alta l’inflazione core (prevista sotto al 2% nel 2025) e questo richiede una politica restrittiva.

Scomparsa l’ipotesi recessione nel 2023 lo S&P500 ha accolto con gioia queste prospettive di crescita mentre il biglietto verde è tornato a perdere leggermente terreno dopo qualche seduta di consolidamento.

La discesa del dollaro ha trovato un primo solido supporto che ha respinto l’assalto dei ribassisti, ma il processo di ridimensionamento non appare ancora completato.

L’economia europea intanto rallenta ancora, con i dati PMI di luglio scivolati a 42.7 sul manifatturiero e a 51.1 nel settore servizi. Il dato composite perde 1 punto secco passando da 49.9 a 49.9 trainato verso il basso soprattutto da quella Germania che sembra essere un malato più complicato del previsto da curare. Ma la medicina che offre la BCE non appare quella più adatta.

La BCE tirerà dritto con un aumento che ancora non è chiaro ai mercati se sarà l’ultimo oppure no. Stando alle dichiarazioni più dovish del previsto di Lagarde dopo l’annunciato nuovo giro di vite sui tassi di giovedì scorso, i mercati sembrano propendere per lo stop al rialzo dei tassi.

L’euro ha ripreso un pò di fiato ma ha fermato subito la sua corsa dopo l’annuncio BCE. Euro che, nella sua versione effettiva (quindi basata sul reale interscambio commerciale), ha superato intanto i massimi del 2009.

No recessione, no dollaro

EurUsd oscilla ma non prende direzione. Forza di euro dopo la riunione FED, forza di dollaro dopo quella BCE. Risultato un EurUsd che galleggia attorno a 1,10.

Tecnicamente il contesto rimane correttivo di breve periodo, ma rialzista di medio con la barriera di area 1,127 che fa da spartiacque tra rialzo fino a 1,20 oppure esaurimento di questa fase positiva per l’euro. Differenziali di crescita e di tassi reali faranno la differenza nei prossimi mesi. Per ora attenzione a 1,08 come livello di ingresso potenziale su EurUsd in caso di ritracciamento ulteriore.

EurUsd (grafico daily) – i due terzi del ritracciamento del bear market sono stati ricoperti

Non è più sulla bocca di tutti il prezzo del gas, ma per EurUsd la sua dinamica rimane importante. Come possiamo apprezzare dal grafico infatti la linea rossa (EurUsd su scala inversa) si muove in sintonia con la linea nera (il prezzo del gas quotato ad Amsterdam).

Quando il gas sale EurUsd perde terreno, quando scende, come negli ultimi mesi, la moneta unica rialza la testa.

Fino a quando il gas naturale continuerà a stazionare sui minimi non si vedono quindi grandi pericoli di ripresa del dollaro.

Anche a questo servirà monitorare resistenze e supporti del cambio. Il superamento di uno di questi livelli potrebbe coincidere con movimenti sul prezzo del gas importanti in prospettiva inflazione futura.

EurUsd (grafico daily) – è ancora il gas il market mover del cambio

EurUsd outlook settimanale del 3 Luglio 2023 – Fed e Bce Mostrano la Faccia Cattiva

  • Non è finita qui. I tassi negli Stati Uniti potrebbero non aver ancora visto il punto di massimo e, mercato immobiliare a parte, i sintomi di recessione economica tardano a manifestarsi mantenendo troppo alta l’aspettativa di inflazione. Serve quindi ancora comprimere la domanda per raffreddarla
  • Il lavoro non è terminato, ha detto anche Lagarde a Sintra e quindi a luglio (e non solo) i tassi saliranno. Buone notizie per l’euro, un po’ meno per l’economia che dovrà fare i conti con un rallentamento più marcato del previsto come dimostrato dall’IFO tedesco in ribasso
  • EurUsd prova a risalire sopra 1,10, ma senza successo. Il range 1,07-1,10 sarà quello che determinerà il futuro andamento del cambio a seconda del lato dal quale usciranno i prezzi nelle prossime settimane

La recessione è un sacrificio necessario

L’indice IFO tedesco scende ancora a giugno, è il terzo declino consecutivo a conferma che l’economia tedesca sta continuando a battere in testa ponendo seri dubbi circa una BCE ancora più aggressiva di quella vista finora.

Altri indicatori anticipatori come i PMI servizi mostrano valori pressoché simili per USA ed Eurolandia, mentre lato manifattura la debolezza europea appare molto più marcata; un altro elemento che ci rende perplessi circa la capacità della moneta unica di scavalcare le resistenze di breve che individueremo tra poco.

Eppure Lagarde ha detto che il lavoro di rialzo dei tassi non è terminato perché l’inflazione non è stata ancora completamente domata. 

Il 27 luglio i tassi saliranno di altri 25 punti base nonostante i lamenti poco convincenti del Governo italiano. Questo contribuisce a sostenere l’euro e i tassi di interesse con spread tra periferici e Bund che rimangono poco surriscaldati.

Intanto negli Stati Uniti si comincia a ragionare su nuovi giri di vite da parte della FED. I WIRP di Bloomberg, il dato che stima i Fed Funds nelle prossime riunioni, scontano un potenziale rialzo di 50 punti base entro fine anno. Powell a Sintra ha confermato che i rialzi potrebbero anche essere multipli. E così EurUsd è andato in stallo.

L’economia americana, del resto, rimane tonica; gli ordini di beni durevoli sono cresciuti del 1.7% contro attese di -0.9%. La fiducia dei consumatori è risultata anch’essa superiore alle attese e ben sopra il dato di maggio.

Il cerchio si stringe tra supporti e resistenze

Sta assumendo sembianze sempre più simili a quello che accadde nel 2017-2018 e nel 2020-2021 l’andamento del cambio EurUsd.

Il Price oscillator, ovvero lo spread percentuale tra prezzo spot e media mobile a 200 giorni, è salito per due volte sopra il 5% nel corso del 2023, esattamente come in quegli anni.
Prezzi e oscillatori cominciarono a divergere formando una specie di plateau nei prezzi in quel caso poco sopra 1,20, questa volta potrebbe essere poco sopra 1,10.

Sappiamo da tempo che lo scoglio più ostico per EurUsd è rappresentato da 1,105/1,13.

Uno sfondamento verso l’alto aprirebbe porte certe verso 1,18/1,20 in un contesto che a quel punto rappresenterebbe, anche per il posizionamento storico del Price Oscillator che tornerebbe in territorio estremo, una buona possibilità di aumentare l’esposizione al biglietto verde degli investitori europei.

EurUsd (grafico daily) – una somiglianza con il passato per individuare il top

Ritorniamo sul grafico mensile per comprendere meglio la dinamica che potrebbe scattare qualora EurUsd recuperasse (e superasse) l’area di resistenza compresa tra 1,10 e 1,13.

Il ritorno sopra la up trend line che coincideva con la vecchia linea “del collo” del testa e spalla ribassista. Ma anche la negazione del bearish engulfing pattern di maggio.

Tutti segnali che negherebbero indicazione precedenti e che ripunterebbero la prua di EurUsd verso 1,18/1,20. Dove tutta la partita assumerebbe un sapore di sfida molto diverso.

EurUsd (grafico monthly) – una lotta tra orsi e tori che continua

EurUsd outlook settimanale del 26 Giugno 2023 – Dopo la pausa i tassi saliranno ancora

  • Bisogna ancora essere aggressivi sui tassi per contenere l’inflazione, queste le dichiarazioni di un Powell che veste i panni del falco e promette nuovi giri di vite sul costo del denaro. L’obiettivo della FED, moderata recessione e inflazione in ritirata, non è stato ancora raggiunto.
  • Anche per Eurolandia non siamo arrivati al termine della fase di rialzo dei tassi di interesse. A luglio un nuovo aumento probabilmente seguito da un ultimo ritocca nel quarto trimestre. Se l’inflazione seguirà il sentiero desiderato e se l’economia non rallenterà più del previsto.
  • EurUsd tocca quota 1,10 dopo aver magistralmente rilanciato post test dei supporti. A questo punto le resistenze saranno decisive per contenere le energie dell’euro. In caso di sfondamento verso l’alto si aprirebbero porte molto interessanti per la valuta europea

Inflazione mai doma

Salgono ancora i tassi a breve americani sull’onda di una banca centrale che sta riassumendo i toni del falco. Non poteva andare diversamente a giudicare da quello che sta accadendo nel resto del mondo con nuovi aumenti nel costo del denaro arrivati anche da Gran Bretagna, Svizzera e Norvegia. Il laboratorio inglese sembra essere esemplificativo di quello che potrebbe tornare ad accadere in USA a breve, con prezzi al consumo che non stanno piegando la testa come desiderato. L’ultimo dato è stato shock, con i prezzi al consumo saliti ai massimi degli ultimi 30 anni sul dato core (7,1%).

In Europa l’aumento dei tassi di interesse a luglio è dato per scontato, ma c’è una elevata probabilità anche nell’ultimo quarto di anno di assistere ad un nuovo giro di vite da parte di Lagarde portando il picco previsto al 4%. Questo se l’economia non rallenterà più del previsto. Gli ultimi dati PMI hanno infatti mostrato una gelata superiore alle previsioni rendendo il maggiore costo del denaro una pillola sempre più amara da digerire per i consumatori e le imprese di Eurolandia.

Le vicende russe potrebbero comunque cambiare tutte le carte in tavola e le prossime settimane saranno da seguire con molta attenzione.

La non reazione del dollaro stupisce

La montagna ha partorito per ora un topolino. Dalla data del primo rialzo dei tassi americani (marzo 2022) l’apprezzamento del dollaro americano è stato modesto considerando la portata dell’aumento (500 punti base) in così breve tempo. Il Dollar Index stava poco sopra quota 98 ad inizio primavera 2022, in area 103 oggi.

Confermando che difficilmente si riescono a fare previsioni di andamento sulla base della dinamica dei tassi di interesse. Non sempre aumenti superiori alle aspettative producono rafforzamenti valutari.
Solo il periodo 1999-2000 fu protagonista di un dollaro in modesto aumento (come ora).

Certamente la soglia tecnica di supporto raggiunta dal Dollar Index (zona 100) potrebbe essere un ideale trampolino di lancio per la ripartenza del biglietto verde. Il triplo minimo sarebbe una ghiotta occasione per trader alla ricerca di un’opzione su una valuta molto liquida e scambiata.

All’opposto una discesa sotto questo livello cambierebbe completamente la prospettiva sul dollaro USA con chiusura di tutte le posizioni long altamente consigliata.

Dollar Index (grafico daily) – triplo minimo in vista per il dollaro

Dopo il bearish engulfing pattern mensile di maggio, l’euro sta tentando una reazione vigorosa. Inutile negare la valenza di livelli di resistenza compresi tra 1,10 e 1,12 che rappresentano un baluardo importante in ottica futura.

Già a febbraio un bearish engulfing pattern aveva respinto gli assalti ed uno sfondamento verso l’alto libererebbe energia per sprintare fino sotto 1,18/1,20. Ma ancora una volta lo scoglio sembra essere duro da superare.

EurUsd (grafico monthly) – una lotta tra orsi e tori

EurUsd outlook settimanale del 19 Giugno 2023 – Ci sarà tempo per abbassare i tassi

  • Serve ancora tempo per capire se e quando il rialzo dei tassi di interesse arriverà ad esaurimento, dice la FED. Nel frattempo, si studieranno i dati e nessun ribasso è previsto fino al 2024.
  • BCE che non mostra cedimenti confermando che anche a luglio il costo del denaro verrà alzato. Tassi quindi al 4% e stop che ancora non si vede all’orizzonte. Solo nel 2025 l’inflazione tornerà al 2%.
  • EurUsd tocca i supporti di area 1.065 e riparte di slancio come da previsioni. La possibilità di ritornare sopra 1.10 è concreta.

I falchi stanno di casa a Washington e Francoforte

Il mercato probabilmente aveva già capito martedì scorso, dopo la pubblicazione del dato sull’inflazione americana, cosa sarebbe accaduto sui tassi.

Attesa al 4.1% dopo il 4.9% di aprile (il 5.2% per il dato core contro il 5.5% precedente), per l’inflazione USA è andata esattamente come previsto. Mercati che hanno quindi guardato alla FED prima di prendere una direzione.

Con una decisione unanime i banchieri centrali americani hanno deciso di prendersi una pausa in attesa di verificare i nuovi dati macro. Tutti però d’accordo sul fatto che potrebbero rendersi necessari nuovi aumenti. Powell non ha fornito tempi sui nuovi rialzi, ma di tagli non se ne parlerà fino al 2024 e, nel 2025, il costo del denaro arriverà al 3.25%/3.50%. L’era del tasso zero (o quasi zero) pare definitivamente alle spalle.

L’Ocse ha intanto rilasciato le stime di crescita per gli Stati Uniti su 2023 e 2024. Nulla per cui strapparsi le vesti. La crescita del Pil americano nel 2024 è prevista al 1%, l’inflazione al 2.6%. La FED prevede un’inflazione leggermente più bassa al 2.4% con crescita del 1.1% sempre nel 2024.

Andando a Francoforte, la BCE ha alzato come previsto i tassi di 25 punti base portando il tasso di riferimento al 4%. Lagarde ha risposto che di soste all’orizzonte per il momento non se ne intravedono con tassi di interesse che saliranno ancora a luglio e poi si vedrà. L’inflazione è scesa ma resterà alta ancora a lungo e questo richiede una politica monetaria credibile e vigile. Alzate le stime di inflazione per fine anno al 5.4% e solo nel 2025 si tornerà al 2%. Stime aumentate soprattutto per il dato core di inflazione previsto al 5.1% a fine 2023. Il Pil salirà nel 2023 dello 0.9% e nel 2024 del 1.5%.

I supporti rilanciano l’euro

Puntuale, il supporto che da mesi guida con estrema precisione le dinamiche di EurUsd ha fatto ripartire la valuta europea. Scongiurando un pericoloso break ribassista che avrebbe significato flight to quality e FED più aggressiva sui tassi.

Chi invece ha mostrato maggiore aggressività è stata la Lagarde, così la forza del dollaro americano testimoniata da un ADX superiore a 30 punti fino a pochi giorni fa, ma poi clamorosamente dissolta dopo i meeting delle banche centrali.

Sappiamo quindi quale è il livello al di sotto del quale cambierebbe tutto lo scenario (1.07), sappiamo anche su quale livello potrebbe essere formalizzata una figura di inversione (testa e spalla), sappiamo pure che la tendenza bullish dell’euro è ancora viva e vegeta con area 1.10/1.12 che potrebbe rappresentare il punto terminale di questo primo assaggio di debolezza del dollaro.

Bear market che sembra quindi essere già terminato e questo potrebbe aprire porte estive molto interessanti per l’euro.

EurUsd (grafico daily) – già finito il ribasso

Rimangono aperte delle incognite tecniche però. Una di queste è legato al comportamento dell’oscillatore RSI, mai arrivato all’ipervenduto dopo io doppio massimo delle scorse settimane sopra quota 70. Uno scenario non dissimile da quello visto nel 2021 e che anticipò una prova di forza notevole del dollaro. Se fosse così, la FED a sorpresa potrebbe essere costretta ad aumentare nuovamente i tassi prima della fine dell’estate.

EurUsd (grafico daily) – è un nuovo 2021?

EurUsd outlook settimanale del 12 Giugno 2023 – Nessuna recessione per il momento

  • Passato il rischio default, sarà la FED e i tassi di interesse l’argomento centrale di una settimana che vedrà coinvolta anche la BCE. Il rallentamento economico per ora non sta sfociando in recessione e questo conforta Powell sulla politica monetaria restrittiva in corso.
  • Segnali di rallentamento anche dalle economie mediterranee in Europa con le pressioni sui prezzi alla produzione sempre più contenute. La BCE potrebbe prendere atto ed attuare l’ultimo rialzo del costo del denaro prima di prendersi una lunga pausa.
  • EurUsd mostra segnali di forza ribassista fino a poche settimane fa inesistenti. Attenzione ai supporti chiave posizionati tra 1,05 e 1,065 perché uno sfondamento verso il basso imporrebbe cambi di strategia importanti

Quella divergenza tra bond e equity

Il mercato ha osservato con estrema attenzione ogni dato economico che è uscito negli ultimi giorni, in particolare quelli di inflazione al consumo e alla produzione. Il FOMC del 14 giugno non dovrebbe vedere nessun cambio di rotta da parte di una FED che continua ad avere come priorità il rientro della fiammata inflazionistica confortata da un atterraggio che per ora si sta dimostrando morbido. Adesso che il pericolo del default si è allontanato dopo il solito accordo in extremis tra repubblicani e democratici, con tanto di rinvio al 2025 salvando le prossime elezioni presidenziali, gli analisti si concentrano altrove cercando di comprendere perché il mercato obbligazionario si mostri così possibilista su una recessione, quello azionario invece no.

In Eurolandia l’aumento dei tassi è dato per scontato così come appare certo un ritocco a settembre.
In Europa comincia ad essere evidente che anche Spagna e Italia, i due principali driver della ripresa nel Vecchio Continente, stanno rallentando il passo. Dopo i Pmi manifatturieri usciti sotto quota 50 anche i servizi hanno mostrato un ripiegamento rispetto al mese di aprile. La speranza è che Germania e Francia riescano a riprendere in mano la leva delle operazioni.

A supportare l’idea di una BCE prossima alla modalità stand by anche la dinamica dei prezzi alla produzione. Ad aprile sono saliti del 1% rispetto al 5.5% di marzo, la lettura più bassa da gennaio 2021 e che in prospettiva seconda parte del 2023 si dovrebbero traslare anche sui prezzi al consumo raffreddandoli.

Un neonato trend o una semplice correzione?

Indubbiamente la media mobile a 200 giorni rappresenta uno spartiacque fondamentale per le prospettive future dell’euro. Come si vede dal primo grafico per la terza volta nel 2023 il cambio si sta appoggiando sul supporto dinamico. Senza per ora riuscire a violarlo. Ecco perché assume importanza l’ADX, quell’indicatore di forza del trend che sulla discesa ha superato 30. Un segnale che gli orsi per ora comandano il campo. Nei casi precedenti un ADX in questa posizione fu precursore di una tendenza destinata a non esaurirsi in tempi brevi e questo potrebbe lasciar pensare ad un nuovo tentativo di affondo fino a 1,05 da parte di EurUsd. Scendere sotto questo livello aprirebbe porte insperate per il biglietto verde, probabilmente sull’onda di una BCE più remissiva sui tassi (o una FED più aggressiva).

EurUsd (grafico daily) – segnale di forza ribassista

Una delle regole base dell’analista tecnico è quello di apprendere l’arte dei numeri di Fibonacci. E il ritracciamento del 50% è un classico punto di supporto/resistenza che ogni volta ritroviamo nei grafici.
Anche per EurUsd questo punto ha fatto da resistenza al rimbalzo dell’euro. Il ritracciamento della metà del movimento ribassista 2021-2022 ha trovato in area 1,105 un livello di resistenza che, come detto da tempo, avrebbe rappresentato uno scoglio ostico da superare. Ne terremo conto in caso di ritorno del cambio su questa zona di prezzo che troverebbe in area 1.125/1.13 l’ultimo punto utile secondo la regola di Fibonacci. Il 61,8% di ritracciamento dell’intero ribasso.

EurUsd (grafico daily) – Fibonacci dimostra la sua importanza

EurUsd outlook settimanale del 5 Giugno 2023 – BCE, sui tassi così può bastare

  • Si allontana il pericolo default negli USA e si avvicina l’appuntamento con la FED. I falchi non lasceranno ancora il campo di gioco e se stabilità sarà questa probabilmente abbraccerà tutto il 2023. Infatti le curve forward hanno ormai abbandonato l’idea di un taglio del costo del denaro nell’anno corrente.
  • Segnali di rallentamento vistoso dell’inflazione in Europa. Grazie al calo di petrolio e gas i dati head fanno segnare ulteriori contrazioni a maggio, ma i dati core potrebbero ancora convincere la BCE circa la necessità di aumentare i tassi durante l’estate.
  • EurUsd corregge fino a quei supporti decisivi per il proseguimento del bull market. Tra 1,065 e 1,05 la reazione del cambio era doverosa per continuare a supportare il trend corrente.

Passato il debt ceiling, ora tocca alla FED

Con l’accordo raggiunto con i democratici il Presidente Biden disinnesca la pratica default e tetto del debito calciando la palla avanti al gennaio 2025. Non ci saranno pericoli durante la campagna presidenziale del 2024 e già questa è un’ottima notizia per mercati che hanno digerito con indifferenza l’evento. Quello che invece si allontana, ma anche qui nella più completa apatia dei mercati azionari, è il primo taglio dei tassi di interesse in USA adesso previsto per gennaio 2024.

Il dato sull’occupazione migliore del prevista mette ancora in evidenza uno stato di tensione sul mercato del lavoro anche se l’incremento dei salari ha subito un rallentamento.

In Europa, intanto, la Germania entra ufficialmente in recessione e la BCE dovrà cominciare ad osservare con molta cura gli effetti del rialzo dei tassi di interesse.

Lagarde ha cominciato a stringere sul costo del denaro in ritardo rispetto ad altre banche centrali, ma adesso che il prezzo del gas e del petrolio non rappresentano un problema il meeting del 15 giugno potrebbe essere l’ultimo nel quale verranno ritoccati all’insù i tassi al 3.5%.

Il mercato vede anche un altro rialzo nei tassi nel terzo trimestre, ma va ricordato che a fine giugno le banche europee dovranno restituire 475 miliardi di euro di prestiti TLRO (il 6% degli asset BCE). Probabile quindi che sia necessario per molti istituti accedere al mercato per reperire liquidità e mettere ulteriore pressione al costo della raccolta degli istituti di credito europei.

I dati di inflazione arrivati dai paesi principali dell’Eurozona confermano un marcato rallentamento (tranne in Italia) su base annua seppur con il dato core ancora sostenuto e quindi monitorato con attenzione dalla BCE. Assieme ai dati macro di produzione industriale e vendite al dettaglio saranno probabilmente queste le chiavi di lettura che potranno fornirci le indicazioni più interessanti sull’evoluzione futura di EurUsd.
La sensazione è che la correzione dell’euro non sia lontana dall’esaurimento, ma attenzione a zona 1.065/1.068 perché uno sfondamento verso il basso incrinerebbe uno scenario che cambierebbe completamente direzione sotto 1.05. Al momento il pericolo è stato scongiurato.

EurUsd alla prima prova di maturità

La media mobile a 30 settimane rappresenta uno di quei livelli di supporto decisivi per il futuro di EurUsd. Perdere il livello tecnico di 1,065 troverebbe in 1,05 l’ultimo appiglio prima di un’evoluzione che si farebbe a quel punto decisamente negativo per l’euro visto che formalmente il rimbalzo sarebbe di fatto esaurito. Tutto dipenderà dalle banche centrali e dallo spread di rendimento che il mercato esprimerà nelle prossime settimane tra titoli di stato americani ed europei. Una BCE che ferma il rialzo a giugno innescherebbe una reazione favorevole al dollaro con il rischio di annullare i benefici effetti sull’inflazione europea a causa di un dollaro più forte.

EurUsd (grafico weekly) – quella media mobile da non abbattere

Le divergenze tra il cambio EurUsd e gli oscillatori di ipercomprato come l’Rsi erano uno dei motivi che ci spingevano ad essere prudenti sul rialzo dell’euro. Divergenze che sono state risolte e che adesso minacciano addirittura di anticipare la formalizzazione di un doppio massimo che sotto a 1,05 sarebbe fatale per l’euro riportandolo sotto la parità. Se lo scenario sarà come quello del 2021 lo capiremo molto presto.

EurUsd (grafico weekly) – divergenze risolte e potenziale rischio di doppio massimo