Spot EurUsd: 1.1210
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1121, 1.1043, 1.0950) Resistenze (1.1326, 1.1365, 1.1432)
Strategia: Short 1.1210
Stop: 1.1380
Take profit: 1.105
Il deludente meeting della Bce non ha portato novità sul fronte del Quantitative Easing con Draghi che ha un po’ gelato le aspettative dicendo addirittura che nessun tipo di discussione circa la modifica del piano è stata portata avanti in questa riunione. Ecco allora che i mercati hanno venduto bond risollevando un pochino i tassi di interesse. Sul fronte valutario invece non si è visto granchè se non un apprezzamento dell’Euro verso le valute più esposte al carry trade come le emergenti o le commodity currency. Dall’altro lato dell’Oceano si aspetta di vedere cosa farà la Fed nel meeting di settembre. Le aspettative erano per un nulla di fatto almeno fino a dicembre, ma poi venerdì due “falchi” della Fed hanno messo le mani avanti indicando come necessaria la stretta se non si vuole portare gli States verso un terreno particolarmente insidioso. La Yellen continua a confondere le idee con i dati macro che puntualmente smentiscono il suo ottimismo sulla crescita. Vedremo se quello di Janet è un bluff oppure no. Sia in Europa che negli Stati Uniti nella settimana corrente verranno pubblicati i dati di inflazione e questo parametro potrebbe spostare l’equilibrio di EurUsd, rapporto di cambio dove ormai la volatilità è assente da tempo.
L’Average True Range (ATR) a 200 giorni mostra chiaramente come il fenomeno della volatilità su EurUsd sta lentamente ma inesorabilmente evaporando. La tendenza dell’indicatore è ribassista ed ormai sui minimi da aprile 2015. Segno questo che sull’arco temporale classico dei 200 giorni la differenza tra massimi e minimi è sempre meno consistente.
Grafico 1 – l’Average True Range segnala una volatilità sempre più bassa sul cambio.
Non ci sono quindi particolare novità strategiche con supporti e resistenze di area 1.09 e area 1.15 che non lasciano grande spazio ai trader se non per manovre di modesta misura. Questa settimana, la figura di shooting star emersa giovedì post conferenza stampa di Draghi potrebbe favorire un’opportunità short sul cambio. La mossa non può avere grandissime ambizioni (tra 1.1050 e 1.11), ma la vicinanza dello stop loss (1.1380) potrebbe favorire un trade con un rapporto rendimento rischio un pochino favorevole. Sopra il livello di resistenza segnalato (e poi a seguire 1.15) i rischi per il Dollaro comincerebbero a farsi più consistenti con un’accelerazione che potrebbe addirittura arrivare fino a 1.20.
Grafico 2 – la candela ribassista shooting star di giovedì potrebbe indirizzare verso il basso la direzione della settimana.