EurUsd outlook settimanale del 11 Dicembre 2023 – In arrivo gli auguri delle banche centrali

  • Mercati entusiasti nella previsione di tagli anche massicci sui tassi di interesse nel 2024. La prossima settimana scopriremo se le banche centrali hanno intenzione di assecondare questa visione nonostante un’economia americana ancora pimpante.
  • Europa che si avvicina alla fine dell’anno con l’inflazione che sta tornando sotto controllo ma al costo di una economia in deciso rallentamento. La BCE è attesa alle prime sforbiciate sui tassi già in primavera.
  • EurUsd che testa le prime resistenze per poi ripiegare. Per ora nessuna inversione di tendenza favorevole all’euro.

L’ottimismo che si respira sul mercato

Le riunioni delle banche centrali pre natalizie saranno decisive per verificare se le aspettative dei mercati su tassi di interesse e valute sono corrette. La BCE scenderà in campo il 14 dicembre, la FED il 18 dicembre. Mercati che sembrano al momento molto ottimisti sull’evoluzione 2024 dei tassi spingendosi addirittura a pronosticare tagli già in primavera, addirittura per ben 5 volte in Europa e Stati Uniti. I tassi americani continuano a scendere, quelli europei pure.

Il Dollar Index segue l’andamento dei tassi USA ma quando quelli europei si muovono verso il basso in maniera più marcata l’euro soffre più del dollaro. Come nell’ultima settimana.

Lo spread di rendimento tra Stati Uniti e Germania a 2 anni risalito sopra i 200 punti base sulle prospettive di inflazione nell’Eurozona in raffreddamento più rapido anche a causa di una congiuntura economica tuttora critica.

La contrazione del differenziale dei tassi europei rispetto al resto del mondo si è fatta molto intensa con gli investitori precipitatosi a comprare tasso fisso in vista di un taglio dei tassi BCE.

EurUsd si è così allontanato dai massimi di 1.10 di fine novembre per riposizionarsi sopra le precedenti resistenze ora supporti come vedremo tra poco.

Le aspettative di inflazione emerse nel Vecchio Continente indicano in 2.5% il valore previsto a 3 anni, sopra il target BCE ma che rendono decisamente meno urgente l’utilizzo di misure di emergenza sui tassi. L’economia americana continua, intanto, a marciare su un sentiero ancora solido. I dati Pmi hanno confermato ulteriori miglioramenti. Lo stato dell’occupazione di novembre ha fatto registrare un calo della disoccupazione e quasi 200 mila nuove buste paga emesse a testimonianza del fatto che forse è ancora prematuro festeggiare la fine della politica restrittiva della FED.

La barriera di EurUsd del 2023 non si piega

Fatta eccezione per una fiammata estiva, nel corso del 2023 la resistenza di 1,10 su EurUsd si è confermata ancora una volta imbattibile per chi confidava in un dollaro più debole.

Il mercato si deve quindi piegare di fronte a un livello che testimonia quanto denaro pronto ad entrare sul biglietto verde aspetta ogni minimo segno di debolezza per incrementare le posizioni. Del resto anche dalla stessa analisi dei posizionamenti degli hedge fund sui mercati futures non si percepiscono per ora clamorosi eccessi. Anzi, sembra essere proprio l’euro quello ancora troppo apprezzato dagli investitori. La sensazione è quella di un equilibrio destinato a permanere con la media mobile a 200 giorni che occasionalmente fa da sponda superiore o inferiore ai vari movimenti del cambio.

EurUsd (grafico daily) – da 1,10 non si passa

Torna a funzionare la correlazione tra differenziale di tasso Stati Uniti-Germania e EurUsd. L’avvicinamento di uno spread di rendimento tra titoli a 10 anni americani e tedeschi verso quota 200 punti base, ha favorito la vigorosa reazione del dollaro, con EurUsd ritornato sui livelli di supporto che contano e che probabilmente rappresenteranno la soglia tecnica sulla quale il mercato stazionerà fino ai prossimi meeting delle banche centrali.

EurUsd (scala invertita linea nera) vs spread di rendimento 10 anni Stati Uniti – Germania (grafico daily) –

lo spread tra bond americani e tedeschi sale e il dollaro guadagna

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