EurUsd outlook settimanale del 11 Gennaio 2022 – Tre rialzi nei tassi basteranno in America

  • I verbali della FED aumentano le probabilità di rialzo dei tassi in America già a marzo con la banca centrale che comincerà a ridurre il suo bilancio titoli in portafoglio
  • In Europa l’inflazione sfiora il 5% e questo costringerà la BCE a rivedere la sua strategia di politica monetaria
  • EurUsd vive una delle fasi meno volatili dell’ultimo anno. Qualcosa sta per accadere e quindi attenzione ai livelli tecnici di supporto e resistenza

Sarà un 2022 con banche centrali hawkins

La FED ufficializza ciò che già il mercato sapeva, ma tramite la pubblicazione dei verbali del precedente FOMC lo fa sorprendendo in negativo. Dopo la pubblicazione delle minute il mercato è andato a prezzare quasi al 80% la probabilità di un rialzo dei tassi americani già a marzo. Un mese fa questo dato di fermava al 25%.
Ma cosa è uscito da questi verbali?

Confermata la fine del tapering per marzo ma confermata anche la volontà di aumentare i Fed Funds già a marzo. Quello che però ha colpito il mercato è la discussione in seno al FOMC dell’avvio anche della riduzione degli attivi di bilancio. In pratica non solo stop alla creazione di nuova liquidità tramite l’acquisto di titoli o in assenza di questo il semplice reinvestimento di cedole e scadenze, ma addirittura l’avvio di una fase di drenaggio della liquidità stessa. Il tutto avverrà in tempi piuttosto rapidi.

Non stupisce la reazione negativa dell’oro e delle criptovalute dopo l’annuncio. Il mandato di Powell a questo punto è chiaro. Combattere l’inflazione che sta impoverendo la classe media americana.

Male anche i bond in discesa con rendimenti che toccano quota 1,8% sui titoli decennali con relativo recupero dei tassi reali ai livelli più alti da giugno con aspettative di inflazione ferme al 2,5%. In salita anche i tassi a 2 anni ormai vicini al 1% con allargamento ulteriore del differenziale tassi verso Europa e Giappone rispettivamente a 150 e 100 punti base sulle scadenze brevi.

I dati sull’occupazione giustificano questo atteggiamento della FED. A dicembre sono stati creati quasi 200 mila posti di lavoro. Vero che il dato ha deluse le attese del mercato, ma rimane sempre un numero consistente che testimonia l’inerzia del mercato del lavoro americano.

In Europa intanto i dati di inflazione fanno registrare numeri in salita. In Germania i dati preliminari di dicembre rimangono sopra al 5% dopo il 6% di novembre. L’intera Eurozona chiuderebbe l’anno al 4,8% di variazione annuale dei prezzi al consumo con prezzi alla produzione in crescita del 23%. Il rischio è che anche nel 2022 l’inflazione rimanga sostenuta e questo costringe la BCE a prendere posizione.

Perché il dollaro non guadagna di più

Proprio per questo l’euro non perde terreno contro dollaro. Se fosse solo per il lato americano crediamo infatti che sarebbe già saltato il supporto di 1.13, ma il mercato si aspetta qualcosa a sorpresa dalla BCE e per questo rimane attendista.

L’ADX a livelli così infimi non si vedeva da marzo 2021 ed in quella occasione non si fece attendere una ripartenza della tendenza. Quale non lo sappiamo, ma quando l’indicatore di forza scende così in basso la volatilità è pronta a riprendere vigore e anche velocemente.

EurUsd (grafico daily) – ADX a livelli infimi

La stessa sentenza arriva dalle bande di Bollinger. Mai così vicine da dicembre 2020 quando EurUsd stazionava un paio di figure sotto ai livelli attuali. In quel caso la zampata ribassista arrivò poco dopo facendo scivolare in area 1.06. Occhio quindi alla lower e alla upper band. Per ora ci sono stati tentativi di perforare verso l’alto e verso il basso ma senza chiusure definitive sopra i livelli di supporto e resistenza.


Quello che possiamo dire è che chiusure di giornata sopra 1.1380 oppure sotto 1.1230 aprirebbero le porte ad una nuova tendenza. I trader sono allertati.

EurUsd (grafico daily): le bande di Bollinger ci dicono volatilità in arrivo