Il divario di crescita tra Eurozona e Stati Uniti rischia di diventare sempre più ampio a causa di prezzi dell’energia che in Europa tornano nuovamente a salire dopo la decisione russa di sospendere per manutenzione il flusso proveniente dal gasdotto North Stream.
Come ha anticipato la Commissione Europea il rischio è che quel gas che arrivava in Germania dal Baltico non arrivi più e questo ha innescato una speculazione sui prezzi.
Speculazione che non si vede negli Stati Uniti dove il prezzo di gas e anche petrolio è in costante calo. Il mercato ha ormai sub odorato che l’inflazione ha toccato il suo picco. I prezzi di materie prime agricole e metalli industriali sono in caduta libera e sotto i livelli di febbraio, mese nel quale la Russia ha invaso l’Ucraina.
Il rialzo dei tassi di interessi americano e quello imminente BCE si somma ad un rallentamento del commercio mondiale con la recessione che sembra ormai essere un evento inevitabile come anche il ribasso dei tassi a lunga scadenza sembrerebbe confermare.
La FED però tira dritto, obiettivo arrivare alle elezioni di Mid Terms con una minore pressione dei prezzi per consentire a Biden di spuntare qualche voto in più.
In Europa intanto si guarda con un misto di preoccupazione alla debolezza estrema dell’euro. Scendere così velocemente rischia di importare più inflazione di quanta potrebbe essere in grado di frenare un rialzo dei tassi. E alzare i tassi in un contesto praticamente recessivo è una bella matassa da sbrogliare per la Lagarde.
Con una regolarità impressionante la discesa di EurUsd prosegue per scalini. A fasi di relativa lateralità si contrappone la media mobile a 100 giorni che argina le velleità della moneta europea spingendo verso il basso il cambio. Violando il minimo precedente l’euro tende a fare uno scalino verso il basso prima di rimbalzare ma sempre fermandosi sotto il minimo precedente.
Con l’ultimo break di 1.03 sappiamo a questo punto quale sarà il prossimo livello da seguire per valutare una eventuale inversione di tendenza.
Rappresentava l’ultimo baluardo prima del passaggio sotto la parità e a quanto pare questo mese di luglio sta cominciando sotto i peggiori auspici per una BCE che alzerà i tassi quando la recessione economica sarà probabilmente un dato di fatto nel Vecchio Continente.
EurUsd ha perso 1.035 vedremo se definitivamente, sotto i colpi dei ripetuti ribassi nei prezzi delle materie prime. Petrolio ma soprattutto metalli e agricole.
Il cambio comincia il terzo trimestre dell’anno sulla scia dei sei precedenti. Con un nuovo minimo.
Una pletora di figure tecniche da manuale si sono succedute. Prima il testa e spalla ribassista del 2015. Poi il pull back del 2018 e del 2021 trasformatisi in doppio massimo in questo 2022 quando ha ceduto di schianto 1.06.
Il Macd trimestrale abilissimo in passato a definire le tendenze ha già fatto scattare un segnale bearish che sembra presagire il raggiungimento di quegli obiettivi teorici delle due figure sopra citate. E la convergenza sembra lasciar pensare che zona 90 centesimi di dollaro per 1 euro potrebbe essere un livello attendibile per i prossimi mesi.