Un Powell decisamente falco mette la parola fine alla speculazione su un possibile taglio dei tassi in America nel 2023 e sorprende i mercati rilanciando. L’economia è ancora troppo forte e questa resistenza renderà opportuni nuovi aumenti nel costo del denaro, anche più forti del previsto se necessario. Immediato l’aggiustamento sul mercato con le previsioni per la riunione di fine marzo che non escludevano un aumento di 50 punti base, ma poi ci ha pensato la crisi bancaria a rimettere tutto in discussione fin quasi ad azzerare le previsioni sull’intervento.
A complicare il tutto (e questo potrebbe rallentare la FED), il caso dei due fallimenti bancari negli Stati Uniti. Silvergate e Silicon Valley Bank. Due società vittime del crash delle criptovalute e del rialzo dei tassi della FED che ha prosciugato la liquidità di molte società di private equity. Costringendo queste aziende a ritirare i fondi da banche incapaci di subire la pressione dei prelievi si è scatenato il cosiddetto bank run, la fuga dagli sportelli che ha costretto governo e banca centrale ad intervenire per spegnare un incendio che rischia di propagarsi all’intero sistema finanziario.
Il dollaro americano si è mosso in maniera scomposta. Prima favorito dalle parole di Powell, poi indebolito dalla crisi bancaria con contestuale ribasso dei rendimenti a lunga scadenza dei Treasury.
La BCE questa settimana deciderà sui tassi di interesse. Non è in discussione il rialzo da 50 punti base, quanto piuttosto la forward guidance. I falchi di Francoforte cominciano a parlare anche di un possibile arrivo dei tassi in zona 4% e questo ha impatti notevoli sui cambi.
Nonostante buoni dati dalla Germania, i nuovi ordini arrivati in Eurolandia hanno mostrato una caduta del 2,9% nel mercato interno mentre è andata meglio negli ordini extra UE saliti del 5,5%.
Dopo un temporaneo allontanamento da zona 1,055 EurUsd ha attaccato nuovamente la media mobile a 100 giorni ora anche neck line di un potenziale testa e spalla ribassista. Il ritorno alla parità passa da qui, ma attenzione anche al movimento opposto, quello che guarda in alto qualora la FED deponesse le armi sui tassi di interesse. Quindi tiene la media mobile più veloce a 50 giorni, ora resistenza, ma sotto pressione quella più lunga. L’incertezza regna sovrana.
L’affare dei fallimenti bancari ha evitato per il momento l’inversione di tendenza, ma stiamo vivendo un momento particolarmente critico.
Se EurUsd scenderà sotto la soglia di supporto la parità sarà l’obiettivo di questa inaspettata giravolta di un biglietto verde nuovamente supportato da differenziali tassi e fuga dal rischio. Il momento è cruciale.
Osservando le bande di Bollinger su scala settimanale ci rendiamo conto di quanto fondamentale sia la tenuta di area 1,05/1,055 per EurUsd. Tutta la discesa del cambio si sta andando ad appoggiare sulla media mobile a 20 settimane che nel 2021 aveva arginato ogni velleità di rialzo. Poi a fine 2022 lo strappo verso l’alto che ha sancito l’inversione di tendenza. Clamoroso sarebbe un ritorno sotto i supporti che invaliderebbe tutta la struttura grafica che sembrava avere la strada spianata per portare l’euro stabilmente sopra 1.10/1.12.