Risalgono sopra i 200 punti gli spread tra titoli decennali americani e quelli europei. Sopra i 280 punti base quelli tra TNote e Jbond giapponese dopo che lo yen ha raggiunto i minimi degli ultimi 20 anni a causa di una nuova conferma da parte della banca centrale nipponica che l’easing monetario proseguirà ancora per diverso tempo.
Il dollaro quindi rimane preferito allo yen, mentre nei confronti dell’euro dopo un effimero rimbalzo torna la pressione sulla zona di pericolo di 1.03.
Le speranze di chi era lungo di euro sono state un po’ gelate giovedì dopo il meeting di politica monetaria. La Presidente Lagarde ha fatto capire che i tassi di interesse saliranno a luglio in concomitanza con la fine del piano di riacquisto titoli. Nuovo aumento di 25 punti base a settembre con possibilità di arrivare a 50 punti base se i dati di inflazione non mostreranno rallentamenti. Inflazione che tornerà in zona 2% solo nel 2024. Lato spread tra periferici e paesi core, la Lagarde ha ammonito che si eviterà in tutti i modi una frammentazione tra singoli paesi. Il mercato ha risposto in maniera netta ampliando ancora di più lo spread tra Btp e Bund con il titolo italiano ormai sopra al 4% di rendimento sulla scadenza 10 anni. L’assenza di misure precise su come contenere gli spread è stata alla base del movimento dei mercati che hanno così venduto anche euro sull’incertezza.
La tecnica di Ichimoku è eccellente per filtrare falsi segnali e per individuare un range di supporti o resistenze che possono aiutare i trader nel definire strategie long short. Nello specifico di EurUsd la fascia di resistenza piuttosto spessa compresa tra 1.075 e 1.09 è stata solo appena sfiorata ma questo è bastato all’euro per fare marcia indietro. Sono questi i livelli che dovremo monitorare anche nelle prossime settimane per capire se e quando la moneta unica europea riuscirà ad invertire la sua tendenza ribassista. Ma intanto 1.03 è sempre più vicino.
Il grafico di lunghissimo periodo del Dollar Index è esemplificativo della situazione nella quale si sta trovando il biglietto verde. Siamo ai massimi degli ultimi 20 anni contro yen, ma il dollaro è forte anche contro euro. Per la terza volta dal 2016 il Dollar Index sta tentando di insidiare quella zona di 103 che da tempo ne contiene le velleità ma che soprattutto rappresenta il 61.8% di ritracciamento di Fibonacci dell’intero ribasso 2001-2008.
Se quella in corso è una fase di distribuzione oppure è la preparazione a qualcosa di più importante lo vedremo nei prossimi mesi. Quello che conta sapere è che oltre questa soglia non ci sarebbe più nulla fino a area 120.