EurUsd outlook settimanale del 20 Marzo 2023 – Le banche falliscono, le banche centrali intervengono

  • Il fallimento delle banche americane provoca uno scossone a livello globale. I tassi di interesse americani sono scesi repentinamente sul timore di crisi finanziarie e sulla speranza di una FED più accomodante ma anche per flussi imponenti in acquisto di sicuri titoli di stato
  • BCE che mantiene la parola alzando il costo del denaro di 50 punti base promettendo un permanere di una politica restrittiva a lungo
  • EurUsd che ancora una volta tenta l’assalto ai supporti che contano ma non riesce a sfondare. Buon segnale per i rialzisti che ancora confidano in una FED più morbida nel prossimo FOMC

Un bel rebus per la FED

Il dollaro non è riuscito a piazzare la zampata decisiva nel momento del peggior sentiment di mercato, ovvero quando il crollo delle banche californiane sembrava riportare le lancette dell’orologio al 2008 ai tempi del fallimento Lehman.
Adesso resta da capire se la rete di protezione stesa dalla FED e dal Governo sarà sufficiente per rimarginare le ferite inferte alla fiducia dei risparmiatori verso le banche.
Se il panico non dilagherà prima del prossimo FOMC, Powell potrà portare avanti la linea di un aumento dei tassi da 25 punti base, più moderato rispetto alle attese di una settimana fa. Il dato recente dell’inflazione ha dimostrato che pur ribassati al 6% (dal 6.4% di gennaio), i prezzi al consumo hanno mostrato una variazione mensile superiore alle previsioni (+0,4%). Stesso discorso per l’inflazione core ancora resiliente al 5.5% e in aumento dello 0.5% su base mensile. Meglio i prezzi alla produzione saliti meno delle previsioni.
I 25 punti base di rialzo sembrano essere da mettere in conto per i Fed Funds anche se diverse banche d’affari convergono sull’idea che entro fine anno i tassi verranno tagliati per rilanciare la crescita.
La BCE intanto decide di andare avanti per la sua strada alzando il costo del denaro di 50 punti base e confermando che nell’eurozona non ci sono problemi a livello finanziario. L’inflazione è il nemico da abbattere e fino a quando le azioni BCE non si tradurranno in una convergenza verso il 2% dell’inflazione la politica monetaria rimarrà restrittiva. Modesto il recupero dell’euro sulla notizia.

La BCE salva l’euro

Con il violento ribasso dei tassi decennali americani si riapre la partita EurUsd. Accantonati i propositi bellicosi di Powell il mercato urla a gran voce stop nel rialzo dei tassi e, magari, un taglio entro fine anno. Il drastico ridimensionamento dei rendimenti americani su tutti i tratti di curva ha favorito una compressione dello spread tra rendimenti Usa e Germania.
Questo dovrebbe riverberarsi in un upside di EurUsd nelle prossime settimane con i supporti di area 1,055 che ancora una volta hanno dimostrato la loro valenza.
Dovesse continuare a rimanere ingabbiato sotto le resistenze il differenziale di tasso tra USA e Germania, allora per EurUsd la strada della risalita potrebbe prendere corpo.

EurUsd (grafico daily) – lo spread tra tassi a 10 anni Usa e Germania non riesce a risalire

La crisi bancaria ha riportato denaro abbondante sul dollaro, il classico porto sicuro in caso di difficili situazioni di mercato. Il mercato prezza un taglio dei tassi da parte della FED, ma anche un ripensamento da parte della BCE che potrebbe trovarsi di fronte a crisi bancarie anche in Europa in un momento di tassi in rialzo. Crisi smentite da Lagarde ma sulle quali il mercato non appare convinto.
Tecnicamente EurUsd ha tentato l’assalto alla neck line di 1.055 che, in caso di violazione, formalizzerebbe un testa e spalla rialzista con target la parità. Qui passa anche la media mobile a 200 giorni e solo sotto questo livello cambierebbe definitivamente lo scenario a favore del dollaro.

EurUsd (grafico daily) – l’assalto ai supporti è stato respingo ma non è ancora