Poche notizie economiche dagli Stati Uniti ma con un mercato che sembra ormai convinto che il taglio dei tassi di interesse ci sarà a settembre negli Stati Uniti e probabilmente anche nelle due riunioni che chiuderanno il 2024. La vera notizia politica è stata però la decisione di Joe Biden di ritirarsi dalla corsa presidenziale di novembre.
BCE che mantiene invariati i tassi ma apre ad un taglio nel mese di settembre a cui dovrebbe seguire un’altra manovra in previsione di un ulteriore raffreddamento dell’inflazione e della crescita economica.
EurUsd sale ormai da un mese consecutivamente e ha tentato nuovamente l’attacco alle resistenze ma senza successo. Probabilmente sarà settembre il mese chiave nel quale il cambio prenderà una direzione più precisa.
La BCE accontenta solo in parte i mercati favorendo il riprezzamento di un euro stoppato da resistenze tecniche di spessore e da mercati azionari in fibrillazione nelle ultime due sedute della settimana appena conclusa anche a causa del caos informatico provocato dal bug di Crowdstrike-Microsoft. Lagarde ha confermato i tassi di interesse della zona Euro nel meeting di luglio lasciando aperta la porta ad un taglio del costo del denaro a settembre. Probabilmente si aspetterà la Federal Reserve per agire in sincronia.
L’inflazione, secondo Francoforte, fluttuerà ancora per tutto il 2024 attorno al 2,5% prima di scendere verso il target 2% nel 2025.
A gelare un po’ le aspettative la dichiarazione che “le pressioni interne sui prezzi restano alte, l’inflazione dei servizi è elevata ed è probabile che l’inflazione complessiva rimanga al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno”. Il mercato swap sconta al 80% un taglio nei tassi nella prossima riunione del 12 settembre.
La crescita economica rimane impostata, secondo la BCE, con un rischio al ribasso e il secondo trimestre non dovrebbe discorstarsi molto dal +0,3% del primo quarto 2024. Per quello che riguarda gli Stati Uniti non ci sono state grandi informazioni macroeconomiche da segnalare, mentre politicamente è stata la decisione di Joe Biden di rinunciare alla corsa alla Casa Bianca a scuotere gli operatori che ora guardano con interesse alle future mosse del partito democratico. Dopo l’attentato a Trump questa corsa al voto promette di essere molto aperta.
Dal punto di vista delle dichiarazioni degli esponenti FED rimane intanto una cauta apertura verso quel taglio dei tassi che il mercato ritiene certo il 18 settembre assieme ad altre due manovre entro fine anno.
Fanno quattro, con la chiusura di venerdì scorso, le settimane consecutive di rialzo per EurUsd che avvicina nuovamente quella delicata resistenza di 1,10 attorno alla quale ruota anche la resistenza offerta dalla media mobile a 200 settimane. Livelli cruciali che per ora sono state sollecitati, ma non superati. Questo conferma che ancora il cambio di tendenza su EurUsd non c’è. Probabilmente bisognerà attendere il mese di settembre, quando BCE e FED decideranno sui tassi, per vedere un quadro tecnico più chiaro ed eventualmente posizionarsi short sul dollaro. Sotto questo punto di vista ancora non ci siamo.
L’analisi del grafico a barre giornaliere di EurUsd sembra però fornirci qualche informazione in più. La linea di tendenza ribassista che univa i massimi decrescenti da inizio anno è stata violata. Un bearish engulfing pattern seguito da una seconda candela ribassista nel fine settimane sembra però mettere in discussione questo movimento che potrebbe rivelarsi come una trappola per tori qualora il biglietto verde dovesse riuscire a recuperare 1,08 in tempi brevi.
La settimana corrente sarà decisiva per farci capire se l’euro ha veramente archiviato la figura di inversione del testa e spalla rialzista.