EurUsd outlook settimanale del 23 Dicembre 2024 – La FED per ora si ferma

  • La FED taglia i tassi ma gela i mercati confermando che probabilmente ci sarà una lunga pausa fino a quando i dati non andranno nella giusta direzione per supportare nuove manovre di easing monetario.
  • Poche le notizie di rilievo in Eurolandia dove, comunque, il mercato conferma la necessità di apportare manovre più incisive di taglio dei tassi per spingere l’economia.
  • EurUsd che scivola anche sotto 1,04 sull’onda di un differenziale tassi tra USA ed Euro sempre più ampio e che rende la moneta unica europea poco appetibile agli occhi degli investitori.

Powell vs Trump

Alla fine, la visione hawkins della FED ha prevalso. E i mercati non l’hanno certa presa bene. Powell ha confermato il taglio di 25 punti base nei tassi di interesse americani. Un taglio dal sapore agrodolce visto che potrebbe essere l’ultimo fino alla prossima estate. Lo confermano i mercati che hanno spostato le attese di nuove mosse da luglio 2025 in avanti. Lo conferma la FED che ha indicato in due al massimo le manovre di riduzione dei tassi l’anno prossimo. E lo confermano i Dot Plots che hanno indicato tassi al 3,125% solo nel 2027.
Troppo vigorosa l’economia oggi, il GDP Now della FED di Atlanta stima in 3,1% il tasso di crescita dell’economia. Le vendite al dettaglio di novembre sono salite ben oltre le attese dello 0,7%. Troppo forte ancora il mercato del lavoro. E troppo alta l’inflazione prevista al 2% solo a partire dal 2026.
La FED reclama la sua indipendenza e con un Trump prossimo presidente con rischio dazi e surriscaldamento dell’economia in vista, non è un mistero che Powell voglia vederci chiaro prima di prendere mosse avventate.
Che questo scenario possa ispessire i tassi reali e di conseguenza rallentare la crescita la FED ne è pienamente consapevole. Così come per il momento la forza del dollaro non sembra essere un grosso problema. Ma inevitabilmente Trump prima o poi farà sentire la sua opinione e altre banche centrali, come quella europea, potrebbero subire gli effetti del dollaro forte rinunciando a manovre più incisive di taglio nei tassi di interesse nel tentativo di supportare la valuta nazionale importatrice netta di inflazione.
BCE dalla quale il mercato si continua ad aspettare una riduzione nei tassi fino al 1,75% nei prossimi 12 mesi, situazione che naturalmente non fa bene all’euro sempre più vicino alla parità con il dollaro.

EurUsd, la parità sembra imminente

Con il break sembra ormai definitivo di 1,05 per EurUsd si aprono le porte di un nuovo allungo almeno fino a 1,02 (61.8% di ritracciamento del rialzo precedente), in quello che appare un supporto temporaneo prima di scendere al di sotto della parità. Il lungo trading range che ha accompagnato il cambio è stato messo in archivio con l’annuncio della FED che i tassi smetteranno di scendere per un po’ di tempo. E visto che la BCE sarà costretta invece a diminuire il costo del denaro, la convenienza relativa del dollaro si è tramutata in un fiume di acquisti che hanno spezzato per ora i tentativi di tenuta dell’euro. Solo un ritorno immediato sopra 1,05 potrebbe rappresentare un segnale di trappola per orsi.

EurUsd (grafico daily) – obiettivo la parità

Dopo la riunione della FED il denaro è fluito copioso sul dollaro americano di fatto formalizzando quel break rialzista sul quale il biglietto verde (qui sotto rappresentato dal Dollar Index) ha indugiato per qualche settimana.
Se il dollaro riuscirà ad allontanarsi definitivamente dai massimi del 2023 ci troveremo di fronte ad un doppio minimo in grado di proiettare il dollaro più su di almeno il 5-6% creando non poche scosse telluriche di assestamento, ad esempio, nel mondo emergente da sempre sensibile alla forza del dollaro.

Dollar Index (grafico weekly) – rottura rialzista definitiva