Salgono ancora i tassi a breve americani sull’onda di una banca centrale che sta riassumendo i toni del falco. Non poteva andare diversamente a giudicare da quello che sta accadendo nel resto del mondo con nuovi aumenti nel costo del denaro arrivati anche da Gran Bretagna, Svizzera e Norvegia. Il laboratorio inglese sembra essere esemplificativo di quello che potrebbe tornare ad accadere in USA a breve, con prezzi al consumo che non stanno piegando la testa come desiderato. L’ultimo dato è stato shock, con i prezzi al consumo saliti ai massimi degli ultimi 30 anni sul dato core (7,1%).
In Europa l’aumento dei tassi di interesse a luglio è dato per scontato, ma c’è una elevata probabilità anche nell’ultimo quarto di anno di assistere ad un nuovo giro di vite da parte di Lagarde portando il picco previsto al 4%. Questo se l’economia non rallenterà più del previsto. Gli ultimi dati PMI hanno infatti mostrato una gelata superiore alle previsioni rendendo il maggiore costo del denaro una pillola sempre più amara da digerire per i consumatori e le imprese di Eurolandia.
Le vicende russe potrebbero comunque cambiare tutte le carte in tavola e le prossime settimane saranno da seguire con molta attenzione.
La montagna ha partorito per ora un topolino. Dalla data del primo rialzo dei tassi americani (marzo 2022) l’apprezzamento del dollaro americano è stato modesto considerando la portata dell’aumento (500 punti base) in così breve tempo. Il Dollar Index stava poco sopra quota 98 ad inizio primavera 2022, in area 103 oggi.
Confermando che difficilmente si riescono a fare previsioni di andamento sulla base della dinamica dei tassi di interesse. Non sempre aumenti superiori alle aspettative producono rafforzamenti valutari.
Solo il periodo 1999-2000 fu protagonista di un dollaro in modesto aumento (come ora).
Certamente la soglia tecnica di supporto raggiunta dal Dollar Index (zona 100) potrebbe essere un ideale trampolino di lancio per la ripartenza del biglietto verde. Il triplo minimo sarebbe una ghiotta occasione per trader alla ricerca di un’opzione su una valuta molto liquida e scambiata.
All’opposto una discesa sotto questo livello cambierebbe completamente la prospettiva sul dollaro USA con chiusura di tutte le posizioni long altamente consigliata.
Dopo il bearish engulfing pattern mensile di maggio, l’euro sta tentando una reazione vigorosa. Inutile negare la valenza di livelli di resistenza compresi tra 1,10 e 1,12 che rappresentano un baluardo importante in ottica futura.
Già a febbraio un bearish engulfing pattern aveva respinto gli assalti ed uno sfondamento verso l’alto libererebbe energia per sprintare fino sotto 1,18/1,20. Ma ancora una volta lo scoglio sembra essere duro da superare.