EurUsd outlook settimanale del 26 Settembre 2022 – Dollaro a valanga

  • La FED ha decisamente virato verso una politica monetaria restrittiva. Powell è stato chiaro, ci saranno altri rialzi fino a quando l’inflazione non mostrerà segni di cedimento
  • Europa che supera l’appuntamento elettorale italiano ed entra in quell’inverno che potrebbe rivelarsi più duro del previsto a causa dell’inasprirsi delle tensioni con la Russia e i rialzi dei tassi che arriveranno ancora da Francoforte
  • Euro che cede nuovamente la parità contro dollaro sotto i colpi di un differenziale tassi in allargamento dopo le parole di Powell.

FED, sempre più falchi

La FED non ha nessuna intenzione di tornare indietro per salvare l’economia, almeno per ora. La lotta all’inflazione è prioritaria. Quindi 75 punti base di aumento ai quali ne seguiranno altri per arrivare a fine anno con tassi tra il 4.5% e il 4.75%. Una mazzata per il mercato azionario che già pregustava un ammorbidimento da parte di Powell. Gli anni settanta hanno rappresentato una palestra utile per capire che la guardia non va mai abbassata quando il fuoco dell’inflazione si accende. I salari e la loro volontà di rimanere ancorati al costo della vita sono un pericolo e non si vuole assolutamente arrivare ad una condizione di rialzo brutale nei tassi che ucciderebbe per anni il tessuto economico. Quindi meglio agire subito e in fretta per arginare i rischi di aspettative di inflazione in doppia cifra. Pazienza se sarà recessione e pazienza se la disoccupazione l’anno prossimo (stime FED) salirà al 4,4%.
Nessuna prospettiva di taglio nel costo del denaro prima dell’autunno 2023 e ovviamente dollaro che ritrova vigore dopo una breve e temporanea fase di respiro. Il forex è però stato scosso dalle notizie che arrivano dal Giappone. La Bank of Japan ha rotto gli indugi intervenendo per la prima volta da parecchi anni sul mercato forex per arginare la debolezza dello yen. Non cambia la politica monetaria, ma la linea nella sabbia è stata fissata attorno a 145 di UsdJpy.
Intanto l’Europa entra in una fase ancora più cruda delle tensioni con la Russia. Putin ha richiamato i riservisti facendo intendere che non cederà altro territorio in Ucraina. L’incubo per l’occidente non si chiama più solo mancanza di gas ma anche rischio nucleare con missili tattici che Mosca potrebbe utilizzare per piegare il nemico ucraino.
Sul fronte della politica monetaria i prossimi dati macroeconomici saranno utili per comprendere come e con quale intensità la BCE deciderà di procedere sui tassi di interesse. Frenare la caduta dell’euro potrebbe presto diventare una delle priorità alla quale Lagarde e soci dovranno seriamente pensare soprattutto ora che alla guida del Governo italiano sono arrivati partiti non propriamente amichevoli.

Il terreno sotto l’euro sta cedendo

Qualche settimana fa era la media mobile a 100 giorni. Poi l’accelerazione del ribasso ha portato ad essere la media mobile a 50 giorni la principale resistenza dinamica da tenere sotto osservazione nelle prossime settimane per sperare in una inversione di tendenza dell’euro. Da marzo ogni tentativo di EurUsd di violare al rialzo la media si è rivelato vano. Anche a settembre è andata così e quindi possiamo tranquillamente dire che fino a quando EurUsd non chiuderà sopra 1,01, per il dollaro grandi pericoli non ce ne sono.

EurUsd (grafico daily): la media mobile a 50 giorni è la resistenza principale

Da brivido il grafico a candele trimestrali di EurUsd. Dato ormai per scontato e formalizzato il testa e spalla ribassista di lungo periodo, in teoria non c’è nulla fino a 0.90, il target di figura. Questa sarebbe l’ipotesi meno impattante per l’euro. Le sei chiusure trimestrali consecutive di EurUsd (trimestrali) nascondono infatti una fragilità di fondo certificata dal segnale ribassista del Macd. L’oscillatore poche volte ha lanciato segnali buy/sell di lungo periodo negli ultimi 25 anni. E quei due lanciati nel 2002 (rialzista) e nel 2009 (ribassista) hanno anticipato movimenti di lunga durata. Pur partendo da una situazione già di Macd sotto zero, il recente segnale bearish del 2022 lascerebbe pensare a un EurUsd che andrebbe addirittura ad insidiare i minimi storici nei prossimi mesi.

EurUsd (grafico quarterly) – il pavimento sotto all’euro ha ceduto