EurUsd outlook settimanale del 27 Marzo 2023 – La FED avanza, no si ferma

  • La FED alza i tassi di 25 punti base confermando che non ci saranno tagli nel corso del 2023. Delusi i mercati che però credono ad un bluff del Presidente Powell vendendo dollari a mani basse prima di prendere atto che anche in Europa lo stop è vicino.
  • BCE che per bocca di alcuni suoi esponenti di rilievo mostra la necessità di una politica monetaria ancora hawkins per combattere l’inflazione. L’euro ringrazia, ma poi la crisi che serpeggia nel sistema bancario mette in dubbio questa visione.
  • EurUsd prosegue nel suo rimbalzo con una settimana inizialmente tutta all’insegna del rialzo che ha riportato il cambio sotto le importanti resistenze di 1,10, poi del ribasso a causa della sfiducia nelle banche

America, tassi ancora su se necessario ma probabilmente scenderanno

La decisione della Federal Reserve di alzare il costo del denaro al 5% riporta i tassi di interesse ai massimi da settembre 2007.
In una conferenza stampa catalizzata dalle preoccupazioni per un sistema bancario che Powell ha assicurato essere solido e senza rischi per i depositanti, la decisione di alzare di un quarto di punto e soprattutto l’annuncio che non ci sarà nessun taglio nel 2023 aveva mandato al tappeto i mercati azionari indebolendo il dollaro.
Powell ha ammesso che le recenti tensioni hanno spinto la banca centrale a valutare una pausa nel processo di rialzo, ma poi si è deciso per una stretta da 25 punti base che ha più un valore simbolico nei confronti di un’inflazione che scende ma ad un ritmo ancora troppo lento.
La frase “se saranno necessari attueremo nuovi rialzi” ha deluso gli investitori corsi a vendere azioni e comprare oro, ma i tassi a 10 anni americani sono scesi ancora confermando come la recessione economica, secondo il mercato, è sempre più probabile.
La FED prevede tassi a fine 2023 al 5,1%, quindi effettivamente nessun taglio ma al massimo un altro quarto di punto di rialzo, e nel 2024 il costo del denaro dovrebbe scendere al 4,3%.
Questa scelta rivede al ribasso anche le stime di crescita per il 2023 e 2024 rispettivamente a +0,4% e all’1,2%.
Il mercato continua ad essere convinto che Powell stia bluffando a giudicare dalla reazione di un dollaro tornato rapidamente sotto le resistenze di 1,1 prima di ritracciare come vedremo tra poco. Il mercato sconto oltre 100 punti base di taglio entro l’estate.
Per quello che riguarda l’Europa la persistenza di tassi di interesse su livelli ancora importanti è stata generata da una serie di dichiarazioni particolarmente hawkins da parte di esponenti del board BCE che fanno pensare ad una politica monetaria che rimarrà aggressiva nel breve termine per combattere l’inflazione. In realtà, la debacle di alcune banche come Deutsche Bank fa pensare ad un sistema creditizio già piegato dai rialzi dei tassi. E la BCE non potrà non tenerne conto.

Una settimana a due volti per l’euro

Solo su, questa era stata la direzione del cambio EurUsd fino a mercoledì con il movimento post FED di balzo sopra 1,09 che metteva definitivamente alle spalla ogni idea di inversione di tendenza dopo il test dei supporti di 1,055. Nonostante le dichiarazioni di Powell il mercato crede che la FED sarà costretta ad intervenire sui tassi entro l’estate. La crisi bancaria in Europa ha però riacceso i dubbi sulla sostenibilità dei rialzi BCE. Favorendo a quel punto un rientro di EurUsd.
A questo punto il passaggio sui massimi di febbraio poco sopra 1,10 appare decisivo in quello che risulterà essere un nuovo esame tecnico che metterà a dura prova la tenuta di un dollaro che non dovrà perdere la fascia di prezzo 1,10/1,12 pena un ritorno in zona 1,20 nel corso del 2023.

EurUsd (grafico daily) – una settimana a due facce per l’euro

Il grafico del Dollar Index è ancora più eloquente. Dopo un primo tentativo di allontanarsi dai supporti offerti dai massimi del 2017 e del 2020 il Dollar Index è tornato rapidamente a testare quella zona di prezzo compresa tra 102 e 103 che rappresenta probabilmente il livello chiave per i prossimi anni. Uno sfondamento verso il basso metterebbe in archivio questa fase positiva del dollaro cominciata nel 2021 “consigliando” una copertura parziale o addirittura integrale degli attivi in dollari attraverso strumenti hedged.

Dollar Index (grafico daily) – supporti decisivi per il dollaro

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