Le banche centrali disfano e le banche centrali fanno. Almeno per quanto riguarda EurUsd non ci sono molti dubbi circa l’influenza che lo spread di tasso tra Area Euro e USA esercita sul cambio.
Adesso che il mercato ha ridotto l’ottimismo su un aggressivo taglio dei tassi FED e aumentate le aspettative di maggiore iniziativa da parte della BCE, EurUsd si è mosso di conseguenza verso il basso seguendo in maniera speculare l’andamento del differenziale di tasso EU-US ora negativo per oltre 160 punti base.
Le aspettative sui tassi rimangono comunque un fattore bearish per EurUsd.
Al momento il mercato prezza tra i 150 e i 175 punti base di riduzione del costo del denaro in Europa. Ridotti invece a 125 i punti base attesi in ridimensionamento dall’altra parte dell’Atlantico.
E con la Francia che offre rendimenti superiori a quelli di Spagna e Portogallo, gli effetti negativi sull’euro non potevano che riportarci esattamente dove avevamo previsto, ovvero nell’importante area di supporto di 1.08.
A tutto questo si aggiungono le tensioni crescenti tra Israele e Iran e le revisioni nelle prospettive di crescita tra le economie europea ed americana che acquiscono le divergenze. Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al rialzo il Pil atteso negli Usa per il 2024 e 2025 (rispettivamente 2.8% e 2.2%) mentre ha rivisto al ribasso quello della zona Euro (rispettivamente 0.8% nel 2024 e 1.2% nel 2025).
Infine c’è il count down per il voto americano di novembre. Per Trump e Harris un testa a testa che influenzerà inevitabilmente anche il mercato valutario.
Il Fomc previsto per il 6-7 novembre sarà molto interessante arrivando esattamente dopo il voto.
Con quella appena conclusa diventano quattro le settimane di ribasso consecutive per EurUsd con una intensità importante che riporta il cambio a ridosso dei supporti di area 1,08.
Qui si posizionano la trend line crescente che sale dal bottom di ottobre 2023 e sarà necessario per l’euro mostrare un segnale concreto di reazione.
In caso contrario il ritorno a 1,05 ma soprattutto il formale addio al trend rialzista dell’euro sarebbe praticamente cosa fatta. L’ipervenduto raggiunto da EurUsd su scala giornaliero, come quello già visto ad aprile, potrebbe essere un primo tassello in grado di favorire il rimbalzo dell’euro.
Prognosi ancora riservata su EurUsd e prognosi riservata anche per il Dollar Index dove stiamo ritornando a ridosso di resistenze chiave, quelle di 105.
Il biglietto verde, nonostante le attese eccessivamente dovish delle scorse settimane, non è sceso sotto i minimi del 2023 rimbalzando in modo vigoroso e portando a quattro le settimane consecutive di rialzo dai minimi di settembre.
Capiremo presto con il test di area 105 se quella in corso è una fase che fa da intermezzo ad un percorso bearish di medio periodo (all’interno, comunque, di un bull market che nasce post crisi del 2008) o altro. Il tasso di variazione mensile tocca intanto l’importante livello del 4% segnalando una sorta di ipercomprato sul biglietto verde.