L’attività economica non rallenta e la FED non lascia trasparire nessun segnale di apertura sui tassi che, di conseguenza, si adeguano risalendo verso l’alto. Le borse attendono i meeting di BCE e la FED per avere un quadro più chiaro sull’evoluzione delle rispettive politiche monetarie In Europa l’inflazione rialza la testa e questo elemento potrebbe indurre la BCE a prendersi un altro periodo di aspettativa prima di tagliare il costo del denaro a giugno. Soprattutto in Germania i dati hanno stupito EurUsd ritorna sui propri bassi ma evita di scendere sotto supporti importanti come quelli di 1,08. Potremmo quindi essere di fronte ad una opportunità di ingresso long sulla valuta unica europea.
La decisione BCE sui tassi si avvicina e il dato preliminare dell’inflazione europea di maggio è un passaggio fondamentale per comprendere se a Francoforte agiranno veramente in questa direzione oppure si lasceranno intimidire da qualche segnale contrastante emerso nelle ultime giornate. L’inflazione torna infatti a salire in Germania nei dati preliminari di maggio. Il 2.4% supera il 2.2% precedente con il dato core al 3%. Stessa sorte anche per l’inflazione spagnola salita al 3.8%. Italia e Francia toccano il 2.7%.
Il dato aggregato europeo sale anch’esso oltre le attese al 2.6% con il dato core al 2.9%. Se sembra fuori discussione il taglio di giugno scendono le probabilità di una seconda sforbiciata entro novembre. Intanto negli Stati Uniti che condannano Donald Trump con ben 34 capi d’accuso, il Beige Book non ha fornito ovità rilevanti, se non la conferma della persistenza di una crescita delle attività abbastanza diffusa a livello regionale che impone alla FED un doveroso wait and see. Un attendismo che ha spinto i rendimenti dei Treasury ad un livello più elevato rispetto alle scorse settimane rimettendo l’euro un pò sotto pressione e comunque sempre in un contesto di volatilità molto bassa.
Tecnicamente il pull back di EurUsd potrebbe essere un’occasione di ingresso long per ritardatari. Come si può chiaramente vedere dal grafico il sostegno offerto dalla media mobile di breve periodo e dalla precedente down trend line, ha permesso al cambio di evitare un pericoloso ritorno sotto 1.08 che avrebbe rimesso in discussione tutta la struttura grafica. La capacità di reazione dell’euro potrebbe essere un indizio della volontà del cambio di portarsi a ridosso delle resistenze che contano in attesa del meeting BCE.
Questo grande clima di incertezza è ben sintetizzato anche dal grafico del Dollar Index. Se per quello che riguarda EurUsd abbiamo capito quanto importante è 1,08, per il Dollar Index non ci sono molti dubbi circa il fatto che il biglietto verde ha reagito in modo per ora eccellente a ridosso dei supporti che contano e che sostengono il bull market da gennaio. Quindi grande attenzione al prossimo movimento perché una ripartenza definitiva sopra 106 segnalerebbe la concreta possibilità di un dollaro forte in estate, periodo stagionalmente non favorevole comunque al dollaro. Segnali quindi contradditori da EurUsd e Dollar Index che dopo i meeting delle rispettive banche centrali potrebbero finalmente sciogliere qualche dubbio sulla strategia estiva.