Il 2025 si presenta come al solito con elementi di certezza e di incertezza.
La certezza è legata all’elezione di un Presidente americano come Trump con una solida maggioranza alle spalle e che probabilmente in questo suo secondo mandato cercherà di mettere in campo molte delle misure promesse in campagna elettorale su immigrazione, dazi commerciale e taglio delle tasse.
Il mercato ha preso atto di questo con un rally di borsa poderoso nel 2024 e che ancora una volta ha messo lo S&P500 davanti a tutti.
Allo stesso tempo il mercato obbligazionario ha visto salire di nuovo i propri rendimenti oltre il 4,5% di scadenza decennale sulla certezza che il taglio di dicembre è stato probabilmente l’ultimo, almeno fino a primavera inoltrata.
E proprio il differenziale di crescita e il differenziale di rendimento sono stati gli elementi che hanno spinto il dollaro a chiudere l’anno sui massimi. Il 2024 contro euro era cominciato sopra 1,10 e andrà in archivio sotto 1,05. Un guadagno in conto valutario che si somma a quello in conto interesse che porta a quasi il 10% il ritorno per l’investitore europeo che ha scelto il biglietto verde come valuta preferita di investimento.
Ma il 2025 si apre anche all’insegna dell’incertezza su diversi fronti.
Quello bellico, con la guerra in Medio Oriente e quella tra Ucraina e Russia a mantenere alta la tensione.
Incertezza politica in Europa dove Germania e Francia saranno chiamate a cercare una stabilità smarrita, uno scenario che mette a rischio l’intero percorso europeo di integrazione e già incorporato nella debolezza dell’euro.
Incertezza cinese sia sul fronte militare (vedi Taiwan) che economico con la deflazione che sta attanagliando un paese incapace di ritrovare la via della crescita dopo lo sboom del mercato immobiliare e nonostante i ripetuti tagli nei tassi.
Naturalmente in tutto questo si inserisce un mondo valutario dove siamo sicuri anche il 2025 non smetterà di regalare opportunità ai trader che sapranno leggere con attenzione i messaggi dell’analisi tecnica.
L’euro sta cercando in tutti i modi di non scivolare ancora più in basso contro dollaro, ma obiettivamente la sterile reazione fino ad ora abbozzata non sembra lasciare molte speranze per un cambio di tendenza nell’immediato. Il primo aspetto tecnico che balza agli occhi è la netta divergenza che si sta creando tra prezzi in ribasso e Rsi sempre in ipervenduto ma con minimi crescenti. Sono ben tre i minimi crescenti dell’oscillatore e solitamente in questi casi il rimbalzo dovrebbe prendere corpo nel giro di qualche seduta al massimo.
Quello che però più spaventa gli investitori posizionati sul lato short di dollaro americano sono le tre candele mensili che si stanno materializzando e che manderanno in archivio l’ultimo trimestre del 2024.
Gli amanti delle candele giapponesi riconosceranno un pattern noto come i tre corvi neri, solitamente anticipatore di nuovi cali nei mesi a venire per il cambio in oggetto.
Il 2025 sarà un bel banco di prova per l’euro, su questo non ci sono dubbi.