EurUsd outlook settimanale del 31 Luglio 2023 I tassi alti non sono un problema

  • La FED aumenta di 25 punti base il costo del denaro che sale al 5.5% creando delle condizioni monetarie restrittive ed ormai raggiungendo i livelli di inflazione core. Powell ha detto che da adesso in avanti saranno i dati a dettare i tempi delle decisioni della banca centrale.
  • La BCE ha portato i tassi al 4.25% come previsto confermando ciò che la FED ha detto il giorno prima. Non è ancora arrivato il momento di invertire rotta e per il 2023 nessun taglio è in vista.
  • EurUsd rimane come previsto sotto le resistenze che contano e dopo la visione dovish sui tassi espressa dalla BCE non riesce mantiene a fatica il livello chiave di 1,10.

Mai così dal 2001

La Fed porta i tassi ai massimi dal 2001 con un nuovo ritocco di 25 punti base votato all’unanimità. Inflazione e stato dell’occupazione i famosi dati dai quali Powell attingerà informazioni per valutare nuovi incrementi nel costo del denaro che, per ora, non sta certamente disturbando i mercati finanziari. Wall Street sale, gli spread creditizi si restringono, il dollaro perde terreno.

Powell ha chiarito che i tassi rimarranno elevati a lungo; troppo alta l’inflazione core (prevista sotto al 2% nel 2025) e questo richiede una politica restrittiva.

Scomparsa l’ipotesi recessione nel 2023 lo S&P500 ha accolto con gioia queste prospettive di crescita mentre il biglietto verde è tornato a perdere leggermente terreno dopo qualche seduta di consolidamento.

La discesa del dollaro ha trovato un primo solido supporto che ha respinto l’assalto dei ribassisti, ma il processo di ridimensionamento non appare ancora completato.

L’economia europea intanto rallenta ancora, con i dati PMI di luglio scivolati a 42.7 sul manifatturiero e a 51.1 nel settore servizi. Il dato composite perde 1 punto secco passando da 49.9 a 49.9 trainato verso il basso soprattutto da quella Germania che sembra essere un malato più complicato del previsto da curare. Ma la medicina che offre la BCE non appare quella più adatta.

La BCE tirerà dritto con un aumento che ancora non è chiaro ai mercati se sarà l’ultimo oppure no. Stando alle dichiarazioni più dovish del previsto di Lagarde dopo l’annunciato nuovo giro di vite sui tassi di giovedì scorso, i mercati sembrano propendere per lo stop al rialzo dei tassi.

L’euro ha ripreso un pò di fiato ma ha fermato subito la sua corsa dopo l’annuncio BCE. Euro che, nella sua versione effettiva (quindi basata sul reale interscambio commerciale), ha superato intanto i massimi del 2009.

No recessione, no dollaro

EurUsd oscilla ma non prende direzione. Forza di euro dopo la riunione FED, forza di dollaro dopo quella BCE. Risultato un EurUsd che galleggia attorno a 1,10.

Tecnicamente il contesto rimane correttivo di breve periodo, ma rialzista di medio con la barriera di area 1,127 che fa da spartiacque tra rialzo fino a 1,20 oppure esaurimento di questa fase positiva per l’euro. Differenziali di crescita e di tassi reali faranno la differenza nei prossimi mesi. Per ora attenzione a 1,08 come livello di ingresso potenziale su EurUsd in caso di ritracciamento ulteriore.

EurUsd (grafico daily) – i due terzi del ritracciamento del bear market sono stati ricoperti

Non è più sulla bocca di tutti il prezzo del gas, ma per EurUsd la sua dinamica rimane importante. Come possiamo apprezzare dal grafico infatti la linea rossa (EurUsd su scala inversa) si muove in sintonia con la linea nera (il prezzo del gas quotato ad Amsterdam).

Quando il gas sale EurUsd perde terreno, quando scende, come negli ultimi mesi, la moneta unica rialza la testa.

Fino a quando il gas naturale continuerà a stazionare sui minimi non si vedono quindi grandi pericoli di ripresa del dollaro.

Anche a questo servirà monitorare resistenze e supporti del cambio. Il superamento di uno di questi livelli potrebbe coincidere con movimenti sul prezzo del gas importanti in prospettiva inflazione futura.

EurUsd (grafico daily) – è ancora il gas il market mover del cambio

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