EurUsd outlook settimanale del 4 Dicembre 2023 – Inflazione sempre più “fredda”

  • Mercati in stand by in attesa delle banche centrali in un mese come quello di dicembre tradizionalmente sfavorevole al dollaro. Intanto la revisione del Pil americano stupisce in positivo e Powell si mostra ancora neutrale.
  • Europa che continua a migliorare sul fronte inflazione. In ridimensionamento i dati preliminari di novembre, ma rallenta anche la crescita economica e questo fa pensare ad una BCE pronta a ridurre il costo del denaro nel primo semestre 2024.
  • EurUsd che rimane in prossimità delle prime decisive resistenze che con i favori della stagionalità potrebbero essere presto abbattute.

Sentiment estremi (ma non su euro e dollaro)

Ormai il mercato guarda alle riunioni delle banche centrali, BCE e FED, per cominciare a prendere posizione. Paradossalmente sia l’euro che il dollaro vantano sul mercato futures dei saldi positivi presso gli speculatori. Questo significa che potrebbero essere altre le currency sulle quali si andrebbero a concentrare movimenti importanti (Aud, Nzd, Jpy) perché esasperati da eccessivi posizionamenti corti da parte di chi specula sulle tendenze dominanti.

Sia l’euro che il dollaro hanno al momento dei saldi net long, ovvero i traders non stanno scommettendo contro la moneta unica europea e questo rende meno ambiziosa l’idea di un EurUsd decisamente più in alto rispetto ai livelli attuali nel 2024. Ne riparliamo a breve.

In una settimana poco interessante anche a livello di dati macro non possiamo evidenziale come il mese di dicembre rappresenti un punto stagionale decisamente a favore di EurUsd. La moneta unica è infatti salita nel 70% dei casi rilevati negli ultimi 20 anni contro dollaro Usa.

Statisticamente non c’è mese migliore dell’anno per l’euro salito mediamente del 1.1% in 14 degli ultimi due decenni. Il ritorno migliore nel 2008 quando la moneta unica riuscì a salire di oltre il 10%.
Un mese che effettivamente si presenta con le migliori carte in regola per l’euro come vedremo tra poco.
Dopo il dato rivisto al rialzo del Pil statunitense del terzo trimestre (+5,2%), in America si procede verso il FOMC di metà dicembre con la convinzione che la FED rimarrà in stand by sui tassi in attesa di conoscere i dati su occupazione e inflazione, in Eurolandia la lettura di novembre del dato di inflazione conferma il rallentamento in corso.

Il dato headline era atteso a +2.7% su base annua e quello core a +3.9% confermando il progressivo avvicinamento verso il target del 2%. In Italia addirittura l’inflazione è scesa sotto l’1%.
I primi tagli nei prezzi sono prezzati a partire da aprile 2024 in avanti.

Stagione sfavorevole al dollaro

Da sempre indicatore principe per chi cerca di capire quanto forte sia una tendenza dominante, l’ADX solo ora comincia a mostrare segni di incertezza su EurUsd ma ancora non abbiamo di fronte divergenze e questo sembra certificare che il trend sta acquisendo spinta da compratori invogliati ad entrare.
Solo in presenza di divergenza tra Adx e prezzi si potrà cominciare a ragionare su un potenziale top del cambio EurUsd, un pattern che ancora non si intravede all’orizzonte. Le medie mobili di breve periodo dovranno però supportare il rialzo.

EurUsd (grafico daily) – il trend bullish è ancora solido

Ci piace ritornare su un grafico che mette in parallelo EurUsd (su scala invertita) e il prezzo del gas naturale europeo di nuovo in ribasso dopo la fiammata di novembre. L’inverno poco rigido in Europa ma soprattutto le scorte strategiche ai livelli massimi, hanno alleggerito la pressione sui prezzi del gas e questo consentirà costi minori per le bollette dei consumatori. Ma anche un euro un po’ più forte. Come si vede dal grafico su scala settimanale, infatti, il parallelo tra le due grandezze è impressionante, almeno a partire dalla guerra in Ucraina in avanti. E il ripiegamento recente del gas sta favorendo la ripresa di EurUsd.

EurUsd vs TTF Natural Gas (grafico weekly) – ancora sintonia tra prezzo del gas naturale europeo e euro

Plus500
Visita Opinione

Servizio CFD. 82% dei conti al dettaglio di CFD perdono denaro.