EurUsd outlook settimanale del 8 Febbraio 2022 – L’inflazione invade Eurolandia

  • La FED mantiene un’impostazione orientata alla rimozione veloce degli stimoli monetari già a marzo con diversi rialzi dei tassi previsti nel 2022
  • In Europa l’inflazione balza a sorpresa sopra il 5% e considerando le tensioni sui prezzi energetici la BCE comincia a lanciare i primi segnali di allerta su possibili cambiamenti nella politica monetaria
  • EurUsd risale sul dato dell’inflazione europea sopra 1,14. Un rimbalzo di natura tecnica favorito anche dal corposo ipervenduto

Madame Lagarde esce allo scoperto

Il mondo FED non è mai stato così deciso a comunicare al mercato che si agirà sulla politica monetaria e in fretta. L’inflazione al 7% è stato uno shock per banca centrale e Casa Bianca. Le elezioni di mid terms impongono di stroncare gli aumenti dei prezzi che stanno colpendo la classe media andando a erodere il potere d’acquisto. Il rischio di rivendicazioni salariali che innescherebbe pericolose spirali di ulteriore inflazione impone misure decise. E così esponenti minori della FED con la loro retorica accompagna quasi quotidianamente un percorso che culminerà a metà marzo con un primo aumento dei tassi. Certi 25 punti base, alcuni speculano su 50. Al momento nel 2022 si stima con una probabilità del 80% addirittura cinque rialzi nei tassi.

L’inflazione nell’Eurozona è balzata a gennaio al 5,1%. Più del 5% atteso e più del 4,4% di dicembre. L’energia e i suoi prezzi è la grande responsabile come dimostra il tasso core al 2,3%.

La BCE ancora la sua politica monetaria proprio a questo mantenendo un atteggiamento prudente e tollerando un’inflazione core poco sopra il target del 2%. Il balzo in doppia cifra dei prezzi alla produzione fa pensare però ad ulteriori pressioni verso l’alto sui prezzi al consumo fino alla primavera.

Dopo il meeting BCE della settimana scorsa qualcosa è però cambiato. La corsa dei prezzi al rialzo per bocca di Madame Lagarde non è temporanea anche se attenuerà la sua pressione nella seconda parte dell’anno. Non sono esclusi adesso rialzi nei tassi nel 2022 anche superiori ai 25 punti base. Il programma pandemico Pepp terminerà a marzo e questo ha immediatamente fatto scattare delle tensioni sugli spread tra Bund tedesco e Btp italiani. I prossimi dati sull’inflazione saranno quindi decisivi ma intanto l’euro ha recuperato decisamente terreno.

L’euro ci riprova

L’euro è riuscito a riguadagnare qualche posizione dopo il dato shock sull’inflazione. Le attese del mercato vanno nella direzione di una maggiore proattività della BCE nei prossimi mesi nel tentativo di raffreddare i prezzi al consumo. Tecnicamente EurUsd ha formalizzato una trappola per orsi recuperando i minimi di novembre dopo averli perforati per qualche ora. La più classica delle divergenze tra Rsi e prezzi si è quindi risolta con favore per la moneta unica che trova adesso sulla sua strada due barriere importanti. La media mobile a 100 giorni che già a gennaio 2022 e settembre 2021 ha fermato il rialzo (in transito a 1,14) e poi la media mobile a 200 giorni che passa da zona 1,155). Il primo obiettivo è già stato raggiunto.

EurUsd (grafico daily): La divergenza oscillatori prezzi ha aiutato EurUsd

Parliamo sempre di Rsi, ma questa volta mensile. Come si può apprezzare dal grafico solamente quando questo indicatore scende nel territorio dell’ipervenduto su scala mensile allora si può ragionare su una possibile inversione di tendenza su EurUsd. In questo ciclo di ribasso dell’euro l’ipervenduto è stato per ora solo sfiorato. La prossima zampata del dollaro potrebbe essere quindi quella finale?

EurUsd (grafico monthly) – Rsi mensile manca poco all’ipervenduto

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