La reazione a caldo dei mercati all’esito elettorale francese non è stata disastrosa per l’euro che al contrario ha tentato una risalita in grado di recuperare la media mobile a 200 giorni e andare anche oltre.
I bond francesi vedono limare in parte le perdite degli scorsi giorni alimentate dal timore di un governo di maggioranza di destra che poteva provocare delle scosse telluriche di bilancio non irrilevanti per gli Oat (titoli di stato francesi). Rimane comunque un dato di fatto che il paese è spaccato in tre correnti politiche e governare non sarà facile.
Sui mercati comincia anche a serpeggiare dall’altra parte dell’Atlantico l’idea che un’affermazione di Trump a novembre sarebbe “amica” dell’inflazione complici politiche di spesa e dazi imposte dal tycoon. E non a caso i rendimenti dei Treasury sono tornati a ridosso del 4.5% trascinando tutte le curve dei tassi globali.
Le minute della FED, del resto, hanno confermato che non c’è fretta di abbassare i tassi. Servono dati che possano confermare come il processo di convergenza verso il 2% è solido. Le sensazioni non bastano. L’atteso dato sul mercato del lavoro si è risolto in una sonnacchiosa seduta post 4 luglio. Oltre 200 milia posti di lavoro creati anche se la disoccupazione sale leggermente.
Difficile in questa situazione assistere ad una modifica sostanziale dello status quo con il Giappone che continua ad essere penalizzato da un combinato di rendimenti bassissimi, politica monetaria poco propensa ad aumentare i tassi e debito sul Pil oltre il 250%. Dell’Europa abbiamo parlato, mentre in UK le elezioni politiche hanno portato all’affermazione dei laburisti che si trovano però di fronte a fondamentali di bilancio non certamente eccellenti. Un’eventuale debolezza del dollaro sembra frenata dalla scarsa brillantezza dei concorrenti.
La reazione di EurUsd dopo il voto francese è stata eccellente quasi che i mercati abbiano tirato un sospiro di sollievo. EurUsd, sceso per poco tempo sotto 1,07, testata la linea di supporto è ripartito verso l’alto con decisione salendo anche oltre la media mobile a 200 giorni. Ovviamente lo spazio per salire e proseguire questo sfiancante trading range c’è tutto e ci porterebbe a proiezioni in zona 1,10. Prima di tutto c’è però da superare la down trend line ribassista che unisce i massimi crescenti da dicembre 2023.
L’ultima zampata dell’euro è servita per allontanare il cambio dai supporti che contano ma anche per riaprire la pratica parete superiore del trading range. Che troverà in 1,10 un livello di resistenza molto solido e interessante oltre il quale cambierebbero tutte le prospettive per i prossimi mesi.
Qui passa la trend line ribassista che unisce i due massimi decrescenti del 2023 e qui EurUsd potrebbe mettere alla prova la volontà dei compratori di dollari Usa di continuare a mantenere le posizioni lunghe sul biglietto verde. Il passaggio tecnico sarebbe molto delicato.