EurUsd outlook settimanale del 8 Maggio 2023 – All’euro piace l’atteggiamento della FED

  • Tassi su di 25 punti base in America, ma nessuna indicazione sull’immediato futuro. Questo è emerso dall’ultimo meeting della FED con Powell che ha fatto capire ai mercati della necessità di cominciare a valutare gli effetti dei ripetuti aumenti nei tassi
  • BCE che alza il costo del denaro come previsto di 25 punti base offrendo una sponda all’euro. L’incerta evoluzione dell’inflazione rende tutto sommato conveniente per Eurolandia avere una valuta forte
  • EurUsd che è sempre più vicina a quella zona 1,12/1,13 che rappresenta l’ultimo scoglio prima di un allungo ad un ben più interessante zona di resistenza di 1,20.

Banche centrali verso la modalità hold

Arriva il previsto aumento dei tassi da parte della Federal Reserve di 25 punti base che porta i tassi al 5,25%. Da Powell non sono arrivate indicazioni precise circa eventuali ribassi, ma nemmeno rialzi futuri, questo significa che la banca centrale entra in modalità hold, prevedibilmente lungo tutto il corso dell’estate, in attesa di capire gli effetti su inflazione e crescita economica.

Il dato sull’occupazione di aprile non è stato però confortante in tal senso con un numero di buste paga create superiori alle attese. E questo significa pressioni inflazionistiche.

I rendimenti dei bond in calo, la non reazione del mercato azionario, ma anche la questione dei fallimenti bancari dopo il salvataggio di First Republic Bank da parte di JpMorgan e infine la spinosa questione del debt ceiling, impongono prudenza.

I tassi salgono così ai massimi degli ultimi 16 anni con un parere unanime da parte del board (11 voti a zero), confermando però che l’economia ha avanzato ad un passo modesto nel primo trimestre mentre il mercato del lavoro si mantiene “tirato”. Segnali che ancora non fanno intravedere una svolta nel processo di disinflazione. Confermato invece il tightening sui titoli obbligazionari, così come confermata la solidità del settore bancario dopo i recenti fallimenti.
Per quello che riguarda la BCE, la Lagarde ha rallentato il passo dei rialzi con un incremento di 25 punti base, ma ha fatto capire che siamo ancora lontani dallo stop.

Quindi un paio di aumenti da 25 punti base sembra che il mercato li abbia già messi in preventivo e questo, unito ai tre tagli stimati dall’America entro fine anno, favorisce l’euro. Con i tassi al 3,25% Lagarde ha ribadito di non essere dipendente dalle decisioni della FED ma l’euro non sembra averle creduto visto che ha leggermente ritracciato dopo la decisione. Il sentiment attorno alla moneta unica europea rimane particolarmente improntato all’ottimismo.

Dollaro sotto attacco

Dopo i due meeting più importanti delle banche centrali americana ed europea, EurUsd è salito ancora toccando quota 1,11. Non siamo lontani da quella soglia tecnica compresa tra 1,12 e 1,13 che rappresenta il 61,8% di ritracciamento dell’intero ribasso cominciato nel 2021. Cominciano però ad emergere delle evidenti divergenze tra oscillatori come l’Rsi e il prezzo.

Quando l’ipercomprato si ridimensiona a fronte di prezzi che salgono, le antenne dei trader si devono drizzare perché qualche cosa potrebbe accadere; anche perché sul mercato futures gli speculatori sono smaccatamente sbilanciati dal lato long euro. Situazione simile a quella che nel 2020-2021 favorì la formazione di un top sopra 1,20 di EurUsd prima di una lunga discesa per la moneta unica europea.

EurUsd (grafico daily) – quelle divergenze che anticipano un top primario

EurUsd esce da una fase di debolezza che l’aveva riportato poco sopra i livelli di inizio secolo. Quello che potrebbe essere lecito attendersi a questo punto è una fase di ripresa all’interno di un bear market secolare, che troverebbe in zona 1,18/1,20 una resistenza di notevole spessore sulla quale valutare nuovamente l’ingresso sul biglietto verde in ottica fine decennio.

EurUsd (grafico monthly) – rialzo ciclico all’interno di un bear market secolare