EurUsd outlook settimanale del 8 Marzo 2022 – Dollaro schiacciasassi

  • La FED alzerà i tassi di 25 punti base a marzo. La conferma è arrivata da Powell e il mercato si aspetta cinque rialzi che potrebbero far male ai paesi emergenti in un momento di tensioni geopolitiche
  • L’Europa rischia di entrare in una crisi energetica senza precedenti e la BCE è costretta a correre ai ripari abbandonando i propositi di rialzo dei tassi di interesse.
  • EurUsd raggiunge così un primo obiettivo a 1.10, ma tecnicamente siamo di fronte a livelli tecnici decisivi per le sorti del dollaro americano

Nonostante la guerra i tassi di interesse saliranno come l’inflazione

La guerra tra Russia e Ucraina non si ferma con le sanzioni che il mondo occidentale ha deciso di applicare stanno portando velocemente il debito russo verso il default. Un collasso che coinvolgerà anche il sistema bancario dopo l’esclusione di alcune banche dai circuiti Swift. Le sanzioni eserciteranno i loro malefici effetti sull’economia russa nel medio periodo, ma intanto c’è da gestire una fiammata dei prezzi delle materie prime e il rischio di una guerra mondiale.

Il petrolio ha sfondato ampiamente i 100 dollari al barile. I prezzi di mais e frumento volano considerando che Russia e Ucraina fanno un terzo della produzione mondiale.

Il rischio più grosso lo corre l’Europa essendo un importatore netto di energia ma anche di derrate alimentari proprio dai paesi confinanti a est. Con la banca centrale europea che ha le mani legate per non strozzare l’economia, la valuta sta perdendo rapidamente valore come le borse del Vecchio Continente in caduta libera.

L’Eurozona ha esportato nel 2020 per 90 miliardi di dollari in Russia e come abbiamo letto da tante parti il 40% del gas arriva dalla Russia e il 26% del petrolio pure. I problemi economici che dovrà affrontare la parte ovest del continente sono evidenti a tutti e i mercati non sembrano mostrare grandi incertezze sulle strategie da prendere. Vendere Europa e vendere euro.

Gli Stati Uniti si trovano in una condizione diversa e per questo la FED, pur con propositi meno hawkins, interverrà sui tassi a marzo con un rialzo di 25 punti base. Stando alle curve dei rendimenti i rialzi saranno cinque in tutto nel 2022 e questo non può che andare a beneficio del biglietto verde percepito anche come porto sicuro in questi momenti di tensione. Ma cosa potrebbe succedere ai paesi emergenti più poveri in un momento in cui i prezzi delle materie prime salgono, il dollaro pure e i tassi di interesse anche?

Dollaro basta poco per un’inversione di tendenza secolare

EurUsd ha sfruttato l’occasione favorevole che il mercato gli ha offerto a inizio anno per rilanciare l’azione. Con un doppio massimo a 1.15 contestuale al test della media mobile che già aveva respinto l’assalto nel 2021, il cambio ha formalizzato una figura di inversione che a questo punto potrebbe avere come obiettivo quello di area 1.06/1.07, ovvero i minimi del 2020 registrati in occasione dello scoppio della pandemia. Il cedimento di 1.10 è la conferma formale del movimento previsto per le prossime settimane.

EurUsd (grafico daily): il supporto di 1.10 ha ceduto

Per il dollaro non ci sono dubbi. L’occasione che si sta presentando è incredibilmente ghiotta per piazzare una di quelle zampate che metterebbe alle spalle un bear market pluridecennale.
Prendendo come punto di partenza i prezzi di inizio secolo, nel corso del precedente decennio il Dollar Index ha tentato di superare in diverse occasioni quota 100, ma senza successo.
I supporti di area 90 a loro volta hanno svolto un egregio lavoro di supporto e anche nel 2021 questa zona di prezzo è servita da trampolino di lancio per puntare diretta quella down trend line che ora sta per cedere sotto i colpi dei compratori di dollaro.

Dollar Index (grafico monthly) – inversione di tendenza secolare in corso

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