La Crisi Ucraina e le sue Influenze Finanziarie sull’Eurozona

La guerra in Ucraina rappresenta una problema enorme per l’eurozona, non solo perché è un fronte di combattimento situato proprio ai confini dell’Europa, ma anche per le conseguenze che ha già avuto e che potrebbe avere in futuro sull’economia europea.

Come ben sappiamo, l’eurozona sta attraversando un periodo di grande fragilità economica, con alcuni dei suoi maggiori membri, tra cui l’Italia e la Francia, che hanno le casse statali in una situazione preoccupante. Di recente la Francia ha dovuto implementare una serie di tagli alla spesa pubblica che sarebbero stati inimmaginabili fino a poco tempo fa in un paese con un welfare così forte, e l’Italia non vede altro che manovre lacrime e sangue da ormai tre anni. La guerra in Ucraina potrebbe rappresentare un altro scoglio per la ripresa europea, scoglio contro cui l’economia della zona euro potrebbe andare violentemente a schiantarsi tra pochi mesi.

Sembra infatti che sostenendo la rivolta che ha portato alla caduta di Yanukovic e appoggiando senza riserve il nuovo governo di Poroshenko, l’Unione Europea si sia in realtà messa in una situazione in cui i pericoli sono più dei vantaggi. Prima della caduta del governo filo-russo, infatti, l’Ucraina aveva un rapporto molto privilegiato con la Russia di Putin, rapporto che permetteva un canale di credito e l’acquisto di gas a prezzi molto più bassi di quelli di mercato. La Russia ora ha detto di pretendere il pagamento dei debiti da parte del governo di Kiev, e di avere intenzione di vendere il gas all’Ucraina solo a prezzi di mercato. L’Ucraina di Poroshenko, alle prese con la stessa crisi economica che l’affliggeva prima e che aveva portato alla caduta del governo precedente, non potrà di certo pagare i debiti, e a poco varranno gli accordi firmati di recente con l’UE. Sono molti gli analisti che sostengono che, non potendo acquistare il gas russo ora divenuto molto costoso, l’Ucraina si ritroverà questo inverno con i serbatoi vuoti, e per rifornirli non esiterà a dirottare un po’ del gas che transita attraverso il suo territorio negli oleodotti e che sarebbe invece diretto ad altri paesi europei. Da qui a pochi mesi l’Europa potrebbe quindi trovarsi al freddo e con le centrali elettriche a corto di carburante. Potrebbe essere un colpo durissimo per le economie già in sofferenza dell’eurozona, con conseguenze pesanti sui titoli di stato di paesi già in difficoltà, come il nostro.

C’è poi un’altra questione: quella della guerra delle sanzioni. L’Unione Europea ha recentemente approvato nuove sanzioni contro la Russia di Putin per il suo comportamento in Ucraina, sanzioni che hanno buttato fuori dai mercati finanziari europei alcune banche di stato russe e alcune grandi aziende. Putin ha quindi risposto chiudendo le sue frontiere ai beni provenienti dalla Ue, con grossi danni per tutte quelle aziende europee – e molte sono anche quelle italiane – che commerciano con la Russia.

E una idea dell’importanza di questi eventi si può avere leggendo i dati pubblicati dalla Commissione Europea a fine agosto sulla fiducia delle imprese e dei consumatori della zona euro. A causa della mancata ripresa e della situazione ucraina, l’indice di fiducia è passato da 102.1 a 100.6, raggiungendo il livello più basso in otto mesi, con un calo che è però il doppio, di 4,1 punti, in Italia. Il calo è notevole anche nella locomotiva dell’Europa, la Germania, che mostra una discesa della fiducia di 1,9 punti.

Insomma, la crisi ucraina potrebbe avere conseguenze sempre più pesanti nei prossimi mesi sull’economia dell’eurozona, e contribuire all’indebolimento dell’euro. Appoggiando la caduta di Yanukovic l’Unione Europea ha imboccato un sentiero molto rischioso, quello che porta allo scontro con una potenza come quella Russa, che ha di certo poco timore di farsi valere nei confronti di un’Europa che appare debole e malconcia.

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