Scendono in campo le Banche Centrali

Analisi Tecnica EurUsd 11 Giugno 2019

Spot EurUsd: 1.1310
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1140, 1.1105, 1.0908) Resistenze (1.1370, 1.1448, 1.1515)
Strategia: Long a 1.1210
Stop loss: 1.1210
Take profit: 1.1410

Fed e Bce la liquidità è garantita

La Federal Reserve ha deciso di rendere esplicito al mercato ciò che il mercato già conosceva. Un rallentamento economico più marcato del previsto nella seconda parte del 2019 e soprattutto un fenomeno montante di deflazione per effetto delle incertezze legate alla trade war, hanno fatto passare Powell dal falco di dicembre alla colomba di oggi.

Erano ben tre i rialzi nei tassi americani pronosticati dagli analisti a dicembre 2018, sono diventati tre i ribassi stimati nel costo del denaro da qui a 12 mesi con una probabilità del 50% di un intervento già a luglio. Un’inversione ad U non dettata da una crisi economica, non dettata da una disoccupazione in aumento, ma piuttosto da attese di inflazione che sono precipitate. Con loro sono precipitati i tassi decennali americani. A novembre 2018 erano al 3.25% ora sono addirittura scesi di oltre 110 punti base sotto al 2.10%.

Una corsa impressionante verso il basso che ha trascinato con sé tutte le curve mondiali costringendo paesi tipicamente ad “alto rendimento” come l’Australia ad abbassare i tassi al minimo storico del 1.25%.

L’economia sembra quindi lentamente avviarsi verso un rallentamento, ma soprattutto verso una grande stagnazione dei prezzi. Pericolosa parabola per i paesi ad alto indebitamento che da sempre vedono in un po’ di inflazione la ricetta magica e silenziosa per diminuire il carico debitorio.
Tutta da verificare nel corso dell’estate la storia USA-Cina anche perché nel frattempo si era aperto un altro fronte con il Messico con Trump che aveva invocato infatti la possibilità di inserire dazi verso il paese confinante a sud alla luce della sua inadeguatezza nel gestire i flussi migratori.

Fortunatamente nel week end è stato raggiunto un accordo scongiurando i dazi del 5% su tutte le merci in entrata dal Messico.

Anche le commodity hanno sofferto questa tensione. Il prezzo del petrolio è precipitato di oltre il 20% fino a 50 $ al barile, mentre l’oro ha sfruttato questo momento di tensione con un rialzo fin sotto le resistenze più importanti di 1350$.

Infine la BCE. Nel meeting di giovedì scorso Draghi ha di fatto aperto la strada ad una nuova asta TLTRO a favore delle banche, mantenendo però invariati i tassi al livello record negativo di -0.4%. Nessuna riapertura di QE, ma il Presidente della BCE ha detto che si è cominciato a discutere anche di questa opzione. Spostato invece fino a metà 2020 il periodo di tempo in cui in area Euro si starà con tassi negativi.

Assalto alla media mobile a 200 giorni

In mezzo a tutta questa incertezza EurUsd rimane nel suo ormai datato range ma si è tornato a spostare nella parte alta avvicinandosi alla media mobile a 200 giorni.

L’analisi tecnica continua a mettere in chiaro come ogni tentativo di risalita non sarà credibile fino a quando almeno la media mobile a 200 giorni non verrà violata. Il movimento rialzista di quasi 200 pips verso l’alto (il bottom della settimana scorsa è stato di 1.1155) mette in chiaro come il mercato si è riposizionato. Occhio quindi alla media mobile a 200 giorni di 1.137. Violata quella i ribassisti sul Dollaro potrebbero tornare ad affacciarsi con maggiore convinzione. Adeguiamo il nostro stop sul trade long al livello di ingresso azzerando il rischio di perdite.

EurUsd (grafico daily) – media mobile a 200 giorni in avvicinamento

Alla stesso conclusione arriviamo anche osservando il grafico del Dollar Index. Qui la media a 200 giorni è stata già toccata venerdì ed uno sfondamento definitivo di 96.40 e di 95 poi aprirebbe le porte ad un bear market per il biglietto verde.

Dollar Index (grafico daily) – i supporti scricchiolano


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