Shutdown e bassi volumi

Analisi Tecnica EurUsd 7 Gennaio 2019

Spot EurUsd: 1.1470
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1307,1.1270,1.1145) Resistenze (1.1497,1.1580,1.1815)
Strategia: Long a 1.1450
Stop loss: 1.1260
Take profit: 1.1815

Powell tira dritto sui tassi, ma Trump non è contento

I primi giorni di contrattazione del 2019 hanno fatto subito vedere cosa potrebbe succedere se le tensioni di cui è permeato il mercato non scemeranno. Un flash crash su Yen giapponese e Dollaro australiano ha creato giovedì scorso un vero e proprio terremoto valutario rafforzando la divisa nipponica di oltre 4 figure in pochi minuti.

Lo shutdown americano, combinato allo stato di perenne tensione tra Cina e Stati Uniti e tra Powell e Trump, rendono il mercato nervoso. La visibilità è bassa e gli investimenti latitano anche per il clima festivo che finora ha contraddistinto il mercato. I prezzi delle materie prime, fatta eccezione per l’oro, scendono e la Brexit rappresenta un’incognita ancora molto forte che incombe su tutta Europa.

Sul fronte americano il forte ribasso dei rendimenti sulla parte lunga della curva dei rendimenti (decennale al 2.6%, trentennale al 2.9%) fanno capire molto bene come il flight to quality ha preso il sopravvento dopo un mese di dicembre nero per i mercati azionari.

L’incertezza su quello che farà la FED con i tassi di interesse ed il probabile ritorno all’inflazione zero in Europa alimentano dubbi sempre più forti sulle sorti di Euro e Dollaro che non a caso faticano a prendere una direzione. Il bene rifugio per eccellenza, l’oro, in due mesi è salito di oltre 100 dollari. Tutto in un contesto di Dollaro che stranamente non si è indebolito.
La BCE sembra indecisa sul da farsi. La fine del QE è arrivata in un momento in cui l’inflazione sta tornando a battere in testa complice il forte calo del prezzo del petrolio e l’incertezza economica e politica che colpisce i tre paesi industriali più importanti come Germania, Francia ed Italia.

La strategia migliore in questo caso è attendere segnali di conferma dai prezzi, lavorando sulle rotture di supporti o resistenze con rigidi stop loss per evitare falsi segnali.

Ancora in trading range

Per quello che riguarda EurUsd le probabilità di assistere a movimenti bullish o bearish è identica e per questo vale la pena di prendere il livello di resistenza più significativo (oltre il quale andare long) o il supporto (al di sotto del quale andare short). Per EurUsd abbiamo identificato questi livelli rispettivamente in 1.1580 (la media mobile a 200 giorni che già settembre aveva contenuto le spinte rialziste di EurUsd) e in 1.127 (ripetuti test del mercato visti tra novembre e dicembre) come i livelli sui quali intervenire in modo più convinto. Nel frattempo manteniamo in essere il trade long segnalato prima della pausa natalizia.

EUR/USD grafico daily

EurUsd (grafico daily) – ingabbiati tra supporti e resistenze

Passiamo adesso all’analisi del Dollar Index. Il cambio ha indugiato tra novembre e dicembre sul 61.8% di ritracciamento dell’intero movimento ribassista partito esattamente due anni fa e terminato a febbraio 2018 dopo una cavalcata del 15%. Potrebbe essere quella che stiamo vivendo l’ultima finestra favorevole per vendere Dollari?

L’incertezza rimane molto alta con supporti e resistenze che stanno ingabbiando le quotazioni da settimane ed una volatilità ridotta ai minimi termini. L’evaporazione quasi completa delle aspettative di rialzo dei tassi di interesse americani nel 2019 (addirittura a dicembre le probabilità di taglio sono superiori a quelle di aumento) ed una riduzione dello spread tra Treasury e Bund di circa 30 punti base dai picchi di inizio novembre, non hanno mosso più di tanto EurUsd a conferma di come gli investitori rimangono guardinghi.

Dollar Index

Dollar Index (grafico daily) – il 61.8% di ritracciamento di Fibonacci ha contentuo ancora una volta le ambizioni del Dollaro