Spot EurUsd: 1.1350
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1260,1.1145,1.1110) Resistenze (1.1450,1.1612,1.1815)
Strategia: Long sopra 1.1450
Stop loss: 1.1255
Take profit: 1.1815
Con la riunione della Federal Reserve la prossima settimana si chiuderà un anno in cui i tassi sono saliti finora per 3 volte passando da 1.50% a 2.25%. Nelle ultime settimane la certezza di una nuova stretta monetaria a dicembre è andata scemando ma rimane preponderante l’idea tra gli analisti l’idea che alla fine la FED porterà il costo del denaro al 2.5%.
Le critiche di Trump rivolte a Powell, le tensioni commerciali con la Cina, la forza del Dollaro, ma soprattutto il netto ridimensionamento delle aspettative di inflazione potrebbero fornire alibi convincenti alla FED per rinviare tutto a marzo. Chiaramente in quel caso sarebbe scontata la debolezza per il Dollaro. Debolezza però che potrebbe arrivare anche in caso di rialzo dei tassi perché come sempre i mercati giocheranno sulle aspettative.
Se il comunicato finale sarà meno “hawkins” del previsto non è da escludere che i trader alleggeriranno le posizioni lunghe di Dollari. Il bilancio di chi comunque ha preferito nel 2018 la divisa americana a quella europea è decisamente positivo con un +5% che rende il biglietto verde il miglior investimento del 2018 per un europeo.
In Europa intanto la situazione italiana sembra rasserenarsi con la procedura di infrazione verso l’Italia che potrebbe essere accantonata qualora i buoni propositi mostrati dal premier Conte nell’incontro della scorsa settimana venissero confermati nelle prossime settimane. Ad aiutare l’Italia (e ad ammorbidire Bruxelles) anche l’atteggiamento francese di una volontà di sforare il deficit per venire incontro alle proteste popolari.
Intanto la BCE ha confermato la fine del QE alla fine del 2018 con i tassi di interesse che comunque non saliranno fino all’estate del 2019 almeno.
Gli strategist delle principali banche d’affari stanno intanto pubblicando nei loro outlook sul biglietto verde. Il Dollar Index secondo le previsioni dovrebbe avere un andamento ribassista per la maggior parte degli operatori con un’intensità maggiore di ribasso nella seconda parte del 2019 contenuta nell’ordine del 3%.
JpMorgan scommette sul ribasso a causa di un rallentamento economico negli Stati Uniti, Morgan Stanley invece punta il dito sul rallentamento nel passo di rialzo dei tassi di interesse da parte della FED come causa scatenante di un indebolimento del biglietto verde sopravalutato di oltre il 10% secondo le metriche degli analisti americani.
Su EurUsd al momento si muove veramente poco con uno stallo che pensiamo potrebbe esaurirsi dopo la riunione della Fed. Il periodo che si incastra tra il Natale e la fine dell’anno è notoriamente volatile. I movimenti intraday sono sempre più ravvicinati con l’Adx che sta scivolando sotto quota 15. L’ultima volta ad aprile 2018 questo fu il preludio ad un movimento ribassista di EurUsd di oltre 12 figure.
Rimane comunque un dato di fatto che ancora una volta la settimana si è chiusa, seppur di poco, sopra 1.13.
EurUsd (grafico daily) – assenza di trend attorno a 1.13
Anche noi cerchiamo di fare qualche previsione sul 2019 e possiamo dire che dal punto di vista dell’analisi ciclica un importante appuntamento ci sarà nella parte terminale dell’anno. Come si vede dal grafico nel mese di novembre EurUsd intercetterà il ciclo a 34 mesi che negli ultimi anni ha sempre colto un punto di svolta, massimo o minimo che sia. Sarà opportuno alla fine dell’anno prossimo verificare dove ci troveremo ed adottare le opportune contro misure.
EurUsd (grafico monthly) – importante appuntamento ciclico a novembre 2019