EurUsd outlook settimanale del 22 Ottobre 2024 – Disinflazione europea in corso

  • I banchieri centrali americani non sembrano molto convinti di tagliare i tassi di interesse e così in diverse sedi espongono la loro tesi di alleggerimento del costo del denaro ma seguendo una linea di prudenza. L’inaspettato stop nel calo dei prezzi al consumo e alla produzione pesa su questi giudizi.
  • BCE che conferma le aspettative dei mercati di un taglio nei tassi di 25 punti base. Una manovra che prelude ad altre mosse simili nel corso dei prossimi mesi visto che la banca centrale ha riconosciuto che il processo di disinflazione sta procedendo più velocemente del previsto.
  • EurUsd si avvicina ai supporti chiave di 1,08 dopo la rottura ribassista di 1,10. Questo livello sarà cruciale per disegnare la tendenza del cambio da qui a fine anno.

La BCE taglia ancora i tassi

Non sono mancate in settimana le dichiarazioni di esponenti della Federal Reserve che hanno invitato alla prudenza sui tassi di interesse. Tagli sì, ma con giudizio e sempre tenendo ben presente l’andamento di inflazione e stato dell’occupazione. I prezzi al consumo a settembre hanno fermato il loro percorso di rallentamento. Il mondo del lavoro non sembra invece per ora vivere particolari difficoltà. Non così scontati i due tagli nei tassi entro fine anno come il mercato si aspetto e di questo hanno preso atto alcuni mercati come quello valutario.
Intanto si avvicinano le elezioni con Trump Harris sempre testa a testa in un clima stranamente poco eccitato da parte di media e analisti a differenza di quattro anni fa.
In Europa intanto la BCE conferma le attese riducendo i tassi di 25 punti base.
Lagarde ha confermato che il processo di disinflazione in Europa è ben avviata con il target 2% che verrà raggiunto nel corso del 2025.
I rischi per la crescita rimangono al ribasso e questo permetterà alla politica monetaria di farsi più espansiva nel corso del 2024-2025 se i dati confermeranno le premesse.
Mercati obbligazionari che vedono ancora una limatura nei rendimenti di mercato ed euro debole che si avvicina ai supporti chiave contro il dollaro.

Dollaro: obiettivo raggiunto

Lo scenario disegnato la scorsa settimana su EurUsd si è realizzato in pieno con il biglietto verde che, violato al ribasso l’importante livello di 1,10, ha avuto vita facile fino a 1,08 pre meeting BCE.
Qui arriva però il difficile per il biglietto verde, almeno lato analisi tecnica.
Come si vede dal grafico infatti EurUsd è entrato in ipervenduto poco prima del raggiungimento della zona che identifica i supporti chiave e questo, negli ultimi due casi, è stato un fattore che ha stoppato le velleità del biglietto verde.
A ottobre 2024 e aprile 2024 l’ipervenduto ha praticamente centrato in pieno il bottom primario dal quale la moneta unica europea è ripartita. Sarà così anche questa volta?

EurUsd (grafico daily) – l’ipervenduto potrebbe segnalare minimo primario in vista per l’euro

Il doppio massimo registrato da EurUsd in prossimità delle resistenze di 1,12 ha dato il via ad un fiume di vendite ininterrotto sull’euro.
Un “sell” del mercato rafforzarto dall’idea che se da una parte è vero che la BCE taglierà ancora i tassi, la FED potrebbe essere indotta ad una riflessione più profonda visti gli ultimi dati.
Questo movimento da parte del cambio più importante del pianeta ha riportato temporaneamente EurUsd al di sotto di quella down trend line che ha contenuto i rialzi fino ad agosto. Evidente anche da questa figura come il supporto chiave è quello posizionato in area 1,08.
Sfondare verso il basso avrebbe il sapere dell’esaurimento di una tendenza bullish per l’euro cominciato a fine 2022.

EurUsd (grafico daily) – abbattuto definitivamente il supporto di 1,10

EurUsd outlook settimanale del 14 Ottobre 2024 – BCE chiamata all’appello

  • L’economia Usa è prevista crescere di oltre il 3% nel terzo trimestre e questo contesto allontana l’ipotesi di tagli molto aggressivi nei tassi da parte della FED anche perché prezzi al consumo e alla produzione hanno praticamente smesso di scendere.
  • BCE chiamata in settimana ad una manovra di riduzione dei tassi causa economia di Eurolandia in rallentamento e inflazione che rapidamente sta convergendo verso il 2%.
  • EurUsd si mantiene sotto 1,10 grazie ad un ampliamento nel differenziale di tasso tra titoli americani e tedeschi a 10 anni che rende conveniente la carta americana rispetto a quella europea.

La locomotiva USA viaggia ancora forte ma l’inflazione non molla

I verbali del recente meeting della FED di settembre evidenziano un contesto di economia ancora in salute dove vengono esclusi scenari di recessione nel breve termine. E del resto la crescita previsionale rimane robusta. Secondo il GDP Now redatto dalla FED di Atlanta la crescita del terzo trimestre dovrebbe superare il 3%. Una previsione allineata ad un altro modello, quello della FED di New York.Le aspettative dei mercati sul taglio dei tassi si sono quindi ridimensionate con un taglio da 25 punti base in ciascuna delle riunioni di novembre e dicembre al momento prezzata dagli analisti.

Il motivo di questo raffreddamento e anche del ritorno del rendimento dei titoli decennali americani sopra al 4% si chiama inflazione. Uscita al di sopra delle attese sia nella versione dei prezzi al consumo che di quelli alla produzione. L’inflazione americana a settembre è salita del 2.4% (2.5% a luglio ma 2.3% le aspettative degli analisti), ma soprattutto con un dato core al 3.3%. Stessi segnali sono giunti dai prezzi alla produzione, solitamente anticipatori di quelli al consumo. Il PPI è salito del 1.8% su base annua a settembre, ma soprattutto è il dato core a stupire con un rialzo del 2.8% in accelerazione rispetto al 2.6% di agosto.

Dove invece la convinzione che il costo del denaro deve scendere velocemente è alta è in Europa. La BCE è chiamata ad una sforbiciata più robusta e rapida per ridare slancio ad un’economia che si sta afflosciando e che richiede vitamine monetarie ora che l’inflazione sta rapidamente convergendo verso l’obiettivo del 2%. Nel meeting di questa settimana sono dati per sicuri tagli da 25 punti base per un “cut” totale di 150 punti base nei prossimi 12 mesi.

La convenienza nel possedere dollari

Il differenziale tassi a breve termine in questo momento sta incidendo sulle valutazioni del dollaro americano. Sono stati sufficienti alcuni dati di crescita confortanti lato USA per allontanare il biglietto verde da livelli pericolosi offrendo un rafforzamento che ancora non è da KO. Quello potrebbe arrivare se le politiche monetarie ad esempio di Euro e Stati Uniti improvvisamente cominciassero a divergere.
I segnali che provengono da Washington sembrano però andare in altra direzione con la necessità di procedere con tagli più moderati rispetto a quello che ci si aspettava qualche settimana fa. Il mercato è passato dai 175-200 punti base di tagli attesi nei 12 mesi a 100/125. Il differenziale di tasso tra Stati Uniti e Germania sulle scadenze decennali esprime molto bene il perché l’euro si è indebolito nelle ultime giornate. Uno spread favorevole ai Treasury garantisce una remunerazione adeguata per rimanere sul dollaro secondo gli investitori.

EurUsd (scala invertita linea nera) vs spread Usa-Germania linea rossa (grafico daily) – il differenziale tassi America Europa guida il rally del dollaro

Riprendiamo il grafico pubblicato la scorsa settimana di EurUsd con tanto di onde di Elliott e ritracciamento di Fibonacci ad accompagnare e cercare di spiegare i movimenti di prezzo.
Come si vede chiaramente abbattere 1,10 ha avuto un impatto sfavorevole all’euro che in teoria, con questo doppio massimo, dovrebbe dirigere la sua prua verso 1,08. Rimane un ultima speranza per l’euro in zona 1,0905 dove si posiziona il top di onda 1 e il 50% di ritracciamento dell’intero rialzo. Scendere sotto aprirebbe la strada ad un definitivo ribasso.

EurUsd (grafico daily) – abbattuto definitivamente il supporto di 1,10

EurUsd outlook settimanale del 7 Ottobre 2024 – La guerra spinge il dollaro

  • La guerra mediorientale ha rimesso il dollaro al centro delle attenzioni di mercati in cerca di protezione. Intanto il rallentamento economico americano potrebbe già essersi interrotto con i dati arrivati dal mercato del lavoro che ora mettono in discussione anche il taglio dei tassi FED.
  • L’inflazione scende sotto al 2% in Europa e la BCE è attesa ad una nuova manovra sui tassi ancora più incisiva considerando il rallentamento economico in atto. Il rischio è quello di una ripartenza dell’inflazione a causa delle tensioni geopolitiche.
  • EurUsd non riesce ad abbattere le resistenze di area 1,12 e ora insidia 1,10. Un potenziale doppio massimo è in formazione.

L’inflazione scende, la BCE taglierà ancora

Mercati in tensione sull’onda delle tensioni belliche medio orientali. L’attacco di Israele al Libano e la risposta dell’Iran sul territorio israeliano rischiano di allargare il conflitto; questo naturalmente preoccupa mercati confortati però dalle decisioni cinesi di combattere la stagnazione che accompagna l’economia con manovre incisive di politica monetaria e fiscale.
Inevitabile la risalita del prezzo del petrolio sopra i 70$ al barile e il rafforzamento del dollaro che si allontana dalle resistenze critiche sul cambio EurUsd.
La prima settimana del mese si rivela sempre cruciale per quello che riguarda i dati macro americani visto che vengono rilasciati i numeri relativi allo stato dell’occupazione.
Numeri che hanno dimostrato che l’economia americana non sta assolutamente atterrando, anzi. Con la creazione di 254 mila posti di lavoro, un calo della disoccupazione al 4.1% e un incremento annuo dei salari del 4%, viene messa in discussione tutta la tesi di una FED aggressiva al ribasso sui tassi.
Evento importante questo dei dati sulla disoccupazione in vista del FOMC del 7 novembre nel quale un altro taglio del costo del denaro dovrebbe prendere corpo, seppur Powell abbia allertato che sarà necessario attendere proprio l’evoluzione dei dati.
L’ISM manifatturiero in contrapposizione al dato sulle nuove buste paga ha invece confermato un rallentamento congiunturale scendendo sotto quota 50 seppur con letture miste nelle sottocomponenti. Sotto 50 punti la componente prezzi, in caduta quella occupazione ma in salita la componente relativa ai nuovi ordini.
In Europa intanto l’inflazione continua a rallentare scendendo anche sotto quota 2%. I dati preliminari di settembre hanno mostrato un raffreddamento a 1.8% su base annua, in discesa rispetto al 2.2% di agosto. Il dato core arretra invece al 2.7%. Siamo ai livelli più bassi da giugno 2021 con paesi come l’Italia addirittura con tassi di crescita dei prezzi a zero virgola. Questo sembra indicare una probabilità sempre più elevata di riduzione nel costo del denaro di 50 punti base nel prossimo appuntamento di politica monetaria della BCE.

Bye bye resistenze

Dopo la nomina a primo ministro di Barnier, la Francia cerca di definire il quadro fiscale per i prossimi anni. Situazione complessa che vedrà inevitabilmente degli aumenti fiscali a carico di cittadini e imprese. Il rapporto deficit Pil negativo per oltre il 6% deve rientrare al 3% nei prossimi 2 anni, secondo le intenzioni di Barnier.
Lo spread tra titoli francesi e tedeschi nel frattempo si mantiene sui massimi degli ultimi mesi offrendo in pasto ai mercati una divergenza con EurUsd interessante. O gli Oat al momento sono convenienti, oppure l’euro deve perdere decisamente più terreno rispetto a dove si trova ora. Situazione da seguire e monitorare con attenzione.

EurUsd scala invertita linea nera vs spread Francia Germania linea rossa (grafico weekly) – divergenze importanti tra cambio e spread Francia Germania.

Non ci sono grandi dubbi sulla valenza strategia delle resistenze di area 1,12 per EurUsd. Tra agosto e settembre per ben due volte l’euro ha tentato di sfondare verso l’alto un livello critico che nemmeno il taglio da 50 punti base della FED ha scalfito.
Ma altrettanto decisivi diventano a questo punto i supporti di area 1,10. Qui troviamo il pivot di un potenziale doppio massimo ma anche il passaggio della up trend line che guida il rally dell’euro da luglio. La chiusura di venerdì ne mette in discussione la tenuta.
Abbattere 1,10 come è stato tentato venerdì dopo il dato sulla disoccupazione, formalizzerebbe di fatto un doppio massimo che proietterebbe il cambio in zona 1,08 rimettendo in pista quel trading range di lungo corso che sembrava ormai alle spalle.

EurUsd (grafico daily) – abbattuto definitivamente 1,10?

EurUsd outlook settimanale del 23 Settembre 2024 – la FED sorprende quasi tutti

  • L’inflazione sembra non essere un problema così pressante, prevenire una recessione sì. E così la FED decide di confezionare un primo taglio da 50 punti base che dagli anni 70 ad oggi trova solo tre casi in contesti particolari. Adesso gli occhi vanno sulla sfida elettorale di novembre.
  • Germania ancora alle corde in Europa con gli indici Zew aspettative e correnti che arretrano certificando probabilmente un secondo trimestre di recessione in quella che era considerata la locomotiva d’Europa fino a pochi mesi fa.
  • EurUsd si è stabilizzato sotto le resistenze di 1,12 dopo l’annuncio della FED a riprova che il più era stato scontato dai mercati quanto a debolezza del biglietto verde.

Nuovo ciclo di ribasso dei tassi in vista

Allineandosi alle previsioni del mercato dei bond la FED ha deciso di agire immediatamente sui tassi con un corposo taglio da 50 punti base che probabilmente mira a recuperare il tempo perduto ad agosto. Il mercato stima ora due tagli da 25 punti base ognuno nelle ultime due riunioni dell’anno che seguiranno l’evento elettorale Trump – Harris. Tassi ufficiali ora nella forchetta 4,75%/5%.

Le proiezioni della banca centrale americana indicano in 3,25%/3,5% il costo del denaro a fine 2025, sopra le previsioni dei mercati ma decisamente sotto il 4%/4,25% della precedente proiezione. Se l’inflazione è prevista ritornare al 2,2%, Powell guarda al mercato del lavoro che ha visto salire il tasso di disoccupazione di mezzo punto percentuale negli ultimi 12 mesi con drastiche revisioni al ribasso nel numero delle buste paga emesse. Naturalmente gli analisti si dividono. Perché tagliare così massicciamente se l’economia, come sembra dai dati, viaggia su binari ancora di solida crescita? Cosa conosce la FED che noi non sappiamo? E l’inflazione è veramente vinta?

Tutte domande alle quali solo i prossimi dati forniranno risposte visto che l’obiettivo dichiarato della FED è quello di ottenere un soft landing dell’economia. Oro che risponde alla grande ottenendo intanto nuovi record di prezzo e dollaro che consolida le perdite accumulate nelle scorse settimane. In Europa poche notizie di rilievo se non il persistere della debolezza nel ciclo economico tedesco certificata dall’indice ZEW. Soprattutto scende la componente aspettative ma in deterioramento anche quella corrente. Il Pil tedesco si è contratto nel secondo trimestre e potrebbe fare lo stesso nel terzo.

Il mercato valutario aveva visto giusto

I casi di taglio nei tassi da 50 punti base all’inaugurazione di una fase espansiva di politica monetaria sono rari nella storia della FED post anni 70. Il 1987, il 2001 e il 2007 sono gli unici momenti in cui la banca centrale americana ha reagito con decisione per rilanciare la crescita. Casi molto diversi tra loro. L’ottobre nero di Wall Street, lo scoppio della bolla tecnologica, la crisi immobiliare. Questa volta nessuna causa finanziaria sembra essere all’origine della decisione di Powell che il dollaro in parte aveva già previsto.
Tecnicamente non sembrano ancora esserci le condizioni per andare lunghi di dollari con il Dollar Index che dovrebbe ripiegare di un altro 4-5% per colpire i supporti più significativi in ottica long.

Dollar Index (grafico monthly) – la correzione del dollaro non è ancora terminata

Osservando il cambio EurUsd ci rendiamo conto dell’importanza di certi livelli raggiunti dal cambio nei giorni scorsi (area 1,12), resistenze che anche nel post FOMC sembrano essere state capaci di arginare questa onda di forza di un euro che, nella propria economia interna, trova ancora delle cause di scarsa forza non fornendo al mercato la scusa buona per comprare moneta unica europea e superare definitivamente le resistenze. Per il momento un ripiegamento in zona 1,10 rimane comunque interessante per aumentare le posizioni long di EurUsd con chiusura e reversal sotto 1,09.

EurUsd (grafico daily) – euro che non trova ancora la forza di andare oltre 1,12

EurUsd outlook settimanale del 16 Settembre 2024: la BCE si muove, ora tocca alla FED

  • L’inflazione americana continua a scendere e come da previsioni la FED taglierà il costo del denaro questa settimana. Probabilmente saranno 25 i punti base di riduzione nell’ultimo FOMC prima dell’evento elettorale di novembre.
  • La BCE taglia i tassi come da previsioni e mette in cantiere nuove manovre pur senza assicurare ai mercati un percorso predefinito di riduzione nel costo del denaro.
  • EurUsd continua a testare le resistenze di area 1,12 ma appare ancora incapace di superarle. Dopo la riunione BCE il cambio si è assestato poco sotto 1,11.

L’impatto deflattivo della Cina

Mentre il Trump trade sembra sgonfiarsi dopo il dibattito tra il tycoon e Kamala Harris in tv, il mercato continua a puntare sulle banche centrali intravedendo generosi tagli nei tassi di interesse per prevenire un rallentamento economico che si intravede nella minor frizzantezza del mercato del lavoro. Rendimenti su tutti i tratti di curva in calo sia in USA che in Europa dove la BCE ha battuto il primo colpo tagliando il costo del denaro come da attese di 25 punti base e promettendo una nuova manovra entro fine anno se l’inflazione proseguirà nel percorso di rientro. E non si vedono motivi per cui questo non dovrebbe succedere alla luce dell’andamento di prezzo del petrolio e metalli industriali con la Cina primo responsabile non solo di deflazione interna, ma anche globale.

Tornando alla BCE la Lagarde nella consueta conferenza stampa post annuncio taglio dei tassi al 3,5% ha confermato che il costo del denaro rimarrà ad un livello restrittivo fino a quando sarà necessario. Il Presidente BCE è apparso determinato nel riportare l’inflazione al 2% visto che le previsioni indicano per il 2024 prezzi al consumo ancora al 2,5% e 2,2% per il 2025.

In America dopo i dati di inizio mese sulla disoccupazione era l’inflazione l’evento macro della settimana. Ad agosto i benefici effetti dei minori costi energetici hanno spinto i prezzi al consumo al 2,5% rispetto al 2,9% di luglio. Anche il dato core è uscito come da attese al 3,2% confermando la sua parabola discendente con relativo semaforo verde arrivato alla FED nella riunione di questa settimana. Fomc che dovrebbe abbassare di 25 punti base quei tassi di interesse che sono arrivati ai massimi degli ultimi 23 anni a 5,25%/5,50%.

Che forza quelle resistenze

Innegabile come per EurUsd ci siano livelli che rappresentano un vero e proprio spartiacque tecnico di medio e lungo periodo. E quei livelli prendono il nome di resistenze in transito attorno a 1,12. Per l’ennesima volta ne abbiamo avuto la prova nelle ultime settimane. Dopo un primo test di fine agosto e un rigurgito di inizio settembre, l’euro è sceso fino a quei supporti di 1,095/1,10 che in un certo senso rappresentano lo snodo cruciale per il futuro tecnico del cambio più importante del mondo. Scendere sotto questo livello significherebbe negare tutta la struttura rialzista maturata nei mesi scorsi e quindi imporre un atteggiamento molto più cauto per il finale di anno dove lo ricordiamo il dollaro stagionalmente ha il vento a favore.

EurUsd (grafico daily) –l’euro riprova l’assalto a 1,12

Il grafico seguente propone un interessante parallelo intermarket tra oro e dollaro americano, o meglio EurUsd e oro. C’è una stretta correlazione positiva tra i due. Quando l’oro sale, EurUsd fa altrettanto grazie alla svalutazione del biglietto verde e viceversa. Nelle ultime sedute a fronte di un’oro in accelerazione su nuovi massimi, EurUsd ha ripiegato creando una sorta di divergenza. Non sappiamo chi tra i due sta mentendo ma presto capiremo se è il metallo giallo ad essere salito troppo oppure il dollaro ad essersi mosso contro ogni logica rafforzandosi.

EurUsd (linea nera) vs oro (linea arancio) (grafico weekly) – l’oro sale il dollaro pure

EurUsd outlook settimanale del 26 Agosto 2024 – Dollaro in caduta libera

  • Il momento del taglio nel costo del denaro è arrivato, ha sancito Powell a Jackson Hole, e immediata è stata la reazione dei mercati azionari e obbligazionari (verso l’alto) e valutari (verso il basso con il dollaro).
  • Ancora dati deficitari in Eurolandia con la Germania che proprio non riesce a risollevarsi. Nuovo taglio dei tassi in vista da parte della BCE a settembre con il focus sui prossimi dati di inflazione.
  • EurUsd sfonda versa l’alto la resistenza critica di 1,10 e arriva alla zona di 1,12, l’ultima resistenza prima del definitivo rally bullish da parte di un euro che viene favorito dallo smantellamento delle posizioni lunghe di biglietti verdi in vista del taglio dei tassi.

Da Jackson Hole semaforo verde al taglio nei tassi

Mercati che festeggiano le parole di Powell a Jackson Hole. Il più importante banchiere centrale del mondo ha annunciato che per la FED è arrivato il momento di tagliare i tassi di interesse in America.
L’inflazione, che nel 2025 convergerà verso il target del 2%, e un mercato del lavoro più freddo del previsto dopo la revisione al ribasso di oltre 800 mila unità nel numero delle buste paga da aprile 2023 a marzo 2024, hanno spinto Powell a pronunciare queste importanti parole.
Mercato che a questo punto sconta già 25 punti base di taglio nel costo del denaro da parte della Federal Reserve, un processo che andrà avanti anche nei mesi successivi l’ultimo appuntamento ufficiale prima delle elezioni presidenziali di inizio novembre. Polemiche nella sponda politica repubblicana che vede in queste dichiarazioni un regalo elettorale a Kamala Harris.
Anche in Europa la situazione sui tassi sembra volgere verso un nuovo taglio nel costo del denaro. Seppur con un dato di inflazione preliminare che ha mostrato un rallentamento nel processo di rientro verso il 2%, i numeri macro mostrano una condizione piuttosto fiacca dell’economia nel Vecchio Continente.
Soprattutto la Germania sembra essere in questo momento un fardello per l’Eurozona dove i Pmi composite mostrano numeri inferiori a USA, Giappone, UK e Australia. Lagarde e la BCE non dovrebbero avere molti dubbi sulle prossime mosse.

L’euro attacca le resistenze chiave.

EurUsd è riuscito nell’intento di violare quella zona di resistenza di 1,10 che avevamo catalogato come critica per avviare un movimento bullish di una certa portata. Detto e fatto con il mercato che si è immediatamente aggiustato in zona 1,12, l’ultimo baluardo prima di un rally ben più consistente che spingerebbe il biglietto verde in zona 1,16-1,17 in prima battuta.
L’ipercomprato raggiunto negli ultimi giorni da EurUsd potrebbe richiamare i compratori di valuta americana. Dalla capacità del biglietto verde di riprendersi comprenderemo la qualità e la forza del movimento bullish dell’euro nei prossimi mesi.

EurUsd (grafico daily) – le resistenze di 1,12 sotto pressione

Il grafico settimanale non lascia molti dubbi. La figura di testa e spalla settimanale è stata formalizzata con il break definitivo di 1,09 e immediatamente il mercato si è portato a ridosso dell’ultimo scoglio di 1,127 rappresentato dai massimi di luglio 2023.
Tutto il ribasso di EurUsd che prende il via dal 2008 passa anch’esso dalle parti di 1,13.
Questo pone questa soglia tecnica come il livello più importante per le prossime settimane. Andare oltre aprirebbe prospettive bullish per EurUsd molto più interessanti di quelli che finora hanno caratterizzato un lungo e stancante trading range.

EurUsd (grafico weekly) – testa e spalla rialzista formalizzato

Colomba invernale a Wall Street

Analisi Tecnica EurUsd 4 Febbraio 2019

Spot EurUsd: 1.1450
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1286,1.1266,1.1214) Resistenze (1.1550, 1.1621,1.1815)
Strategia: Long a 1.1450
Stop loss: 1.1260
Take profit: 1.1815

Powell accontenta Trump

La parola “crazy” fu usata da Trump qualche mese fa per definire la politica monetaria della FED in un contesto di mercato che richiedeva un sostegno da parte della banca centrale, non una stretta. Powell all’inizio aveva fatto il duro, ma poi già a dicembre si era mostrato più colomba sull’onda dei pesanti realizzi che arrivavano da Wall Strett. Il timore di un inasprimento del bear market ha fatto drizzare le antenne di Powell e soci.

Il FOMC della settimana scorsa ha sancito definitivamente un cambio di atteggiamento da parte della FED che muoverà i tassi di interesse in base alle indicazioni macroeconomiche che arriveranno nei prossimi mesi. Se l’economia (e le borse diciamo noi) mostrerà segni di debolezza i rialzi dei tassi previsti addirittura a tre alla fine dell’anno scorso non ci saranno. Non è stato escluso da Powell nemmeno un temporaneo aggiustamento del bilancio della FED in caso di necessità. Tradotto QE se servirà in futuro. Il mercato inizialmente ha reagito bene ma osservande l’inclinazione della curva dei rendimenti americani notiamo un messaggio inquietante. I tassi sui Treasury a 5 anni sono già inferiori ai Fed Funds. Se la Fed non farà scendere i tassi nei prossimi mesi le reazioni scomposte di fine 2018 potrebbero riaffacciarsi.

Naturalmente un contesto di questo tipo è favorevole ai bond e all’oro, mentre soffre il Dollaro.

Non che in Europa la situazione si prospetti migliore con l’entrata in recessione tecnica dell’Italia certificata a fine 2018. Anche la Germania è in difficoltà e la BCE non può che prendere atto di una situazione delicata lato economico e di inflazione che sta svanendo.

Proprio questo elemento sta contenendo le spinte verso l’alto di EurUsd, ma come vedremo tra poco non siamo molto lontani da un punto di svolta critico e che ci spinge a mantenere aperte le posizioni long aperte nelle scorse settimane.

Sotto pressione le resistenze chiave

Il grafico di EurUsd ci mostra chiaramente come la media mobile a 200 giorni rappresenta lo spartiacque decisivo per capire che direzione prenderà l’Euro in questa prima parte di 2019. Dopo una lunga fase di trading range è inevitabile che un asset finanziario quando va a violare dei livelli critici di resistenza vede esplodere la volatilità. Gli stop amplificano un movimento già rinforzato da nuovi trader che spingono il cambio nella nuova direzione. In questo caso se ci dovesse essere una svolta bullish sopra 1.155-1.16 crediamo che per EurUsd risulterebbe abbastanza agevole tornare in zona 1.20. Ma servono conferme di prezzo che ancora non ci sono.

EurUsd (grafico daily) – ancora sotto pressione la media mobile a 200 giorni.

Il grafico settimanale è ancora più illuminante circa quello che potrebbe succedere se certe resistenze venissero violate. Tra il 2017 e il 2018 il cambio ha sviluppato un movimento ascendente in 5 onde a cui ha fatto seguito l’attuale correzione.

Qualora le resistenze sopra citate dovessero essere abbattute un ritorno verso il top del 2018 potrebbe anche non essere così improbabile. Chi potrà darci un indizio anticipatore di questo? Probabilmente l’RSI che proprio questa settimana sta insidiando una importante resistenza.

EurUsd (grafico weekly) – l’RSI potrebbe anticipare un movimento bullish di EurUsd


Agosto Parte bene per il Dollaro

Analisi Tecnica EurUsd 6 Agosto 2018

Spot EurUsd: 1.1560
Scala temporale Giornaliera: Supporti (1.1505, 1.1450, 1.1300) Resistenze (1.1745,1.1800,1,1850)
Strategia: Flat in attesa di segnali
Stop loss: /
Take profit: /

Tra dazi e Fed

Nemmeno la Federal Reserve ha sbrogliato la matassa di quale direzione prenderà EurUsd nei prossimi mesi anche se dal punto di vista tecnico il baricentro si è adesso spostato nella parte basse del trading range con supporti molto delicati che cominciano ad essere interessati, ma ne parleremo in seguito.

La settimana è stata caratterizzata dalle solite manovre verbali sui dazi di Trump con obiettivo soprattutto la Cina, e dal meeting di una Fed che sembra aver intenzione di proseguire dritta per la strada di un nuovo rialzo a settembre.

Powell è forte di una crescita del 4% del Pil, ma anche di un tasso di inflazione sopra al 2% ed una sostanziale piena occupazione che rischia di innescare un po’ di pressione sui salari. La Fed non vuole rischiare di farsi trovare impreparata in caso di accelerazione dell’inflazione magari causata dagli stessi dazi ed allo stesso tempo vuole preparare le munizioni per la prossima recessione economica. Mentre BCE e BOJ, per citare due esempi, con i loro tassi a zero non potrebbero fare molto per fronteggiare una nuova crisi economica (se non riportare in auge il QE), la Fed può cominciare a ragionare su una manovra di riduzione del costo del denaro se l’economia richiedesse tale manovra. Il mercato immobiliare sta cominciando a subire la pressione di tassi sui mutui più elevati, ma è sempre e soprattutto la curva dei rendimenti a mostrare un’inclinazione sempre minore, segno di un mercato che segnala alla banca centrale come ogni rialzo, da adesso in avanti, rischia di danneggiare la crescita.

Attenzione anche al mese di agosto, tradizionalmente volatile per il mondo forex, ma non solo. La battaglia sui dazi tra USA e Cina assomiglia sempre più ad un’escalation (anche i cinesi hanno dichiarato di essere pronti ad inserire aggravi di prezzo sulle merci americane) ed è probabile che prima delle elezioni statunitensi di mid terms di novembre i toni possano inasprirsi ancora generando tensione e volatilità.

Quel Legame tra oro e Dollaro

Forte della volontà di Powell di proseguire con il rialzo dei tassi, a questo punto su EurUsd non resta che attendere il comportamento del mercato nei prossimi giorni con la chiusura di questa fase triangolare verso il basso che potrebbe adesso generare uno scalino immediato verso 1.12/1.13, zona di transito del 61.8% di ritracciamento dell’intero rialzo cominciato nel 2017 a 1.034.

EUR/USD grafico daily

EurUsd (grafico daily) – rottura ribassista in corso

Un aspetto intermarket che potrebbe farci pensare ad una difficoltà del Dollaro, almeno in questa fase, a rompere i livelli di supporto chiave nel rapporto di cambio EurUsd (qui presentato su scala inversa) è l’andamento divergente con l’oro. Normale correlazione negativa tra Dollaro e Oro, ma il metallo giallo si trova su supporti degni di nota in area 1200 con l’esposizione net long degli hegde fund che continua ad assottigliarsi ed ormai prossima a livelli che negli ultimi 10 anni hanno favorito la formazione di un bottom primario. Siamo forse all’ultima chiamata per l’oro. Se area 1200 non dovesse tenere il trend diventerebbe inevitabilmente bearish e specularmente bullish per il Dollaro.

EurUsd e Oro grafico daily

EurUsd e Oro (grafico daily) – oro e dollaro perfetta correlazione negativa

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